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FEUERBACH E MARX

u m a n o, che procede dall’uomo per l’uomo. Perciò i sen si sono diven­ tati immediatamente, nella loro prassi, dei teo rici. Essi si riferiscono alla cosa in grazia della cosa; ma la cosa stessa implica un riferimento oggettivo um ano a sé stessa e all’uomo, e viceversa ». Dunque, per­ ché l’uomo non si perda nel suo oggetto, cioè perché non vi sia estra­ niazione, occorre, aggiunge Marx, che « l ’oggetto diventi per lui un oggetto sociale ed egli stesso diventi per sé stesso un essere sociale, allo stesso modo che la società diventa per lui un essere in questo oggetto ». Dal punto di vista soggettivo, poi, « come soltanto la mu­ sica risveglia il senso musicale dell’uomo, come la più bella musica non ha per un orecchio non musicale n essu n senso...; così i se n si del­ l’uomo sociale sono d iv e rs i da quelli dell’uomo non sociale. Soltanto attraverso l’intero svolgimento oggettivo della ricchezza dell’essere umano, viene in parte educata, in parte prodotta la ricchezza della sensibilità soggettiva d e ll’ u o m o, e parimenti un orecchio per la mu­ sica, un occhio per la bellezza della forma, in breve i soli sen si ca­ paci di un godimento umano, quei sensi che si confermano come forze essenziali dell’uomo » 121.

Ora, è in questi passi evidente il riferimento a Feuerbach, pre­ cisamente al i° capitolo dell’ ‘Introduzione’ de L ’essenza d e l C ris tia ­ nesim o. In quel capitolo, come si ricorderà, Feuerbach analizza il rapporto soggetto-oggetto e afferma che l’oggetto è l’essenza ma­ nifesta dell’uomo, tanto l’oggetto spirituale quanto quello sensibile. « L ’animale — dice Feuerbach — è sensibile soltanto al raggio lu­ minoso che si fa direttamente sentire sulla vita, l ’uomo è sensibile invece anche al freddo raggio della stella più lontana. Soltanto l ’uomo ha gioie e passioni pure, intellettuali, disinteressate, — soltanto gli oc­ chi dell’uomo celebrano feste teoriche. L ’occhio che contempla il cielo stellato e coglie quella luce né utile né dannosa che non ha nulla in comune con la terra e i suoi bisogni, guarda in quella luce, nella sua propria essenza, nella sua propria origine. L ’occhio è di na­ tura celeste. Perciò soltanto con l ’occhio l’uomo si eleva al di sopra della terra; perciò la teoria incomincia con lo sguardo rivolto al cielo. I primi filosofi erano astronomi. Il cielo ricorda all’uomo la sua de-

stinazione, gli ricorda che egli non è destinato soltanto ad agire, ma anche a contemplare » 122. E più avanti: « A dominare l ’uomo la cui essenza è sensibile alla musica è il sentimento — o almeno quel senti­ mento che trova nella musica l’elemento che gli è idoneo. Ma ciò che ha potere sul sentimento non è il suono per sé stesso ma soltanto il suono che ha un contenuto, che esprime un significato e un senti­ mento. Il sentimento viene determinato soltanto da ciò che esprime un sentimento, vien determinato cioè mediante sé stesso, mediante la propria essenza » 123.

Il riferimento è estremamente significativo, come ognuno può vedere, perché consente di cogliere tutta la rea le distanza che se­ para 124 già nel 1844 Marx da Feuerbach. Distanza compresa nella

12 2 . Cfr. L. Feuerbach, O p ere, cit., p. 184. A quest’ultimo passo sembra riferirsi M arx nella I Tesi su Feuerbach, dove dice: « Egli [Feuerbach] ... ne L ’es­ senza d e l C ristianesim o considera come veramente umano soltanto l ’atteggiamento teoretico, mentre la prassi è concepita e fissata solo nel suo modo di apparire sordidamente giudaico » (tr. it. di M. Rossi, in Marx-Engels, O p ere scelte, cit., pp. 187-188).

12 3 . Cfr. ib id e m , p. 183.

124 . Formalmente, riguardo cioè alle « dichiarazioni ufficiali » nei confronti di Feuerbach, la posizione marxiana è differente, ciò che ha indotto la maggior parte dei critici a vedere il M arx di questo periodo, e segnatamente dei M anoscritti,

come feuerbachiano. Non mancano, infatti, i riconoscimenti nei riguardi di Feuerbach, anzi si può dire che tutti i riferimenti a Feuerbach fino alle « Tesi » abbiano questo carattere pur se accompagnate talvolta da riserve esplicite che cercheremo via via di segnalare; inoltre, quasi sempre fa riscontro a questi riconoscimenti, l’aperta polemica contro i rappresentanti della “ Sinistra” , Bauer, Stirner, ecc.

La questione del rapporto Feuerbach-Marx è perciò parecchio complessa e deve tener conto di questa duplicità di piani, sicché non ci si può fermare alle dichiarazioni esplicite di M arx, il quale, da un lato, sperava di trascinare Feuerbach ad un concreto impegno politico (si veda tutta la questione ed il « Carteggio » re­ lativo alla collaborazione agli A n n a li Franco-tedeschi)-, dall’altro, fondava questa speranza sul fatto che Feuerbach gli aveva aperto la strada alla critica non soltanto della dialettica hegeliana, ma della stessa economia politica, come dice in un capo­ verso cancellato della P refazione ai M anoscritti, cfr. tr. it. cit., pp. 4-5.

Estremamente interessante è pure una lettera di M arx a Feuerbach d e llT i ago­ sto 1844 (il periodo in cui lavorava ai M anoscritti) che accompagnava l ’invio del-

V Introduzione pubblicata sugli Annali-, dopo le dichiarazioni di stima, peraltro spinte all’estremo fino a testimoniare « l’amore che provo per voi », M arx dice: « I vostri libri {L a filosofia d e ll’a v ven ire e l ’Essenza della fed e) nonostante la loro modesta mole, hanno egualmente più importanza di tutta l’odierna letteratura te­ desca, presa in blocco; in queste opere voi, non so se deliberatamente [una di quelle riserve caute di cui si diceva sopra], avete dato al socialismo una base filosofica ed i comunisti hanno subito interpretato così questi vostri lavori. L ’unione degli uomini con gli uomini basata sulla differenza reale degli uomini, il concetto

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differenza tra la nozione, ancora ideologica, di « genere », che lega Feuerbach alla tradizione filosofica anteriore (soprattutto a Kant), e quella scientifica, perché storicamente determinata, di uomo come « ente generico naturale »; a sua volta questa differenza rimanda — abbiamo visto — alla diversa critica ad Hegel (anche se il punto di partenza è lo stesso), che ne è anzi il fondamento.

Ma c’è ancora di più. Mentre, nel caso di Feuerbach, il richiamo al cielo, al sentimento, alla contemplazione sancisce una distanza in­ colmabile tra mondo naturale e mondo storico o tra necessità e libertà (nei termini della tradizione speculativa occidentale); Marx scopre, sulla base dell’unità-distinzione di pensiero ed essere e dell’uomo ente sociale e naturale nel lavoro come luogo storico-concreto in cui tale unità-distinzione si realizza, l’unità di questi due mondi: « L ’e d u ­ cazione dei cinque sensi è un’opera di tutta la storia del mondo fino ad oggi ». Lo stesso movimento della proprietà privata viene recu­ perato ed inserito all’interno di questa storia: « Come attraverso il movimento della p ro p rie tà p riva ta , della sua ricchezza e della sua miseria... la società in formazione trova innanzi a sé tutto il mate­ riale necessario a questa ed u ca z io n e; così la società già formata pro­ duce l’uomo in tutta questa ricchezza del suo essere, produce l’uomo ricco e profondamente se n s ib ile a tu tto come sua stabile realtà ». « Si veda come — conclude Marx — il soggettivismo e l’oggettivi-

di genere umano trasferito dal cielo dell’astrazione alla terra reale: che cosa è ciò se non il concetto di società ». Cfr. M EW , band 27, § 425; tr. it. in P ro b lem i della pace e d el socialismo, 1958, I-II, pp. 13 sgg.; riportate in M . Dal Pra,

op. cit., pp. 153-134; tr. fr. completa nel cit. saggio di L. Goldmann, L ’Id e o lo g ie A llem and et les Thèses sur Feuerbach, in L ’hom m e et la società, n. 7, gennaio- marzo 1968, pp. 39-40 (è il maggiore, se non l’unico, titolo di merito di questo saggio, che è per il resto soltanto il pretesto per una astiosa requisitoria anti- Althusser, definito « matèrialiste mecaniste » condotta nel nome della dialettica, della totalità, della praxis, in breve della vecchia accademia francese « di sinistra », vate il giovane Lukàcs).

È qui evidente, anche alla luce dell’analisi dei M anoscritti fatta sopra, che Marx tende a radicalizzare Feuerbach in maniera molto accentuata: « l’unione degli uomini con gli uomini basata sulla differenza reale degli uomini » è nozione più marxiana che feuerbachiana: è poi facile da essa ricavare il concetto di società. Lo stesso si può dire del I I punto indicato nel « grande contributo di Feuerbach » nella terza sezione del I I I Manoscritto: « nell’aver fondato il vero m aterialism o e

la scienza reale, facendo del rapporto sociale « dell’uomo con l ’uomo » parimenti il principio fondamentale della teoria», tr. cit., p. 16 1.

smo, lo spiritualismo e il materialismo, l ’agire e il patire smarriscano la loro opposizione soltanto nello stato sociale e quindi perdano la loro esistenza in quanto opposizioni; si vede come la soluzione delle opposizioni teoretiche sia possibile soltanto in maniera pratica, sol­ tanto attraverso l’energia pratica dell’uomo, e come questa soluzione non sia soltanto un compito della conoscenza, ma sia anche un com­ pito reale della vita, che la filosofia non poteva adempiere, proprio perché essa intendeva questo compito soltanto come un compito teo­ retico » 125. La storia umana, che è « una parte reale della storia na­ turale, della natura che diventa uomo » 126, è proprio la storia del­ l’industria, « dato che ogni umana attività è stata finora lavoro, e quindi industria, cioè attività resa estranea a sé stessa » di quell’ente generico naturale, che è l’uomo sociale. Se finora si è guardato a que­ sta storia dell’industria soltanto « in una relazione esteriore di uti­ lità » — si è separato cioè l ’economia dalla politica, dalla sociologia e dagli altri campi della produzione, anche spirituale, umana — ciò

12 5 . Cfr. M anoscritti, cit., pp. 119 -12 0 . Questo testo importantissimo, vera chiave per la comprensione delle « Tesi » su Feuerbach, consente già di cogliere il senso della « dissoluzione della filosofia » per M arx: è l ’ideologia filosofica, quella che fondandosi su un’ipostasi sfugge ad un’analisi del mondo reale e lo ripropone però al solo livello teorico, così eternizzandolo, è questa ideologia che va dissolta nel recupero dell’alienazione reale, della quale essa è funzione. V a invece recuperata la filosofia come analisi del mondo reale, come « scienza della società », che appunto in quanto corretta analisi del mondo reale, deve promuovere, non più soltanto al livello teoretico, bensì al livello stesso della vita reale, l’abolizione delle condi­ zioni di alienazione. È da intendere in questo senso il parallelo filosofia-studio del mondo reale con onanismo-amore sessuale (cfr. Id e o lo g ia tedesca, tr. cit., p. 2 18 ); dove filosofia sta per filosofia idealistica, come è chiaro da tutto il contesto.

126. Nella P refazione alla prima edizione del C apitale (1867), M arx definirà il suo « punto di vista » [Standpunkt] come quello che « concepisce lo sv ilu p p o della form azione econom ica della società come processo d i storia naturale » (cfr. tr. cit. p. 34). Lenin, in C h e cosa sono gli « am ici d e l po po lo » (cfr. tr. it. in O pere,

voi. I, Roma 19 53, pp. 13 0 -13 1), vi vedrà « l ’idea fondamentale del C a p ita le » .

Si noti come nel Capitale l’oggetto sia precisato come « formazione economico- sociale » rispetto ai M anoscritti-, sicché è stato giustamente notato: « Le intuizioni e le formulazioni dei M anoscritti econom ico-filosofici si svolgono su un piano ade­ guato a definire in termini sommari Vantagonismo di operaio e capitalista, più che il funzionam ento del sistema capitalistico ». Cfr. A . Illum inati, saggio introduttivo a K . Marx, C ritica al program m a d i G oth a , Roma 1968, p. 12 . Rimane comunque affermata sia la centralità della nozione della storia della produzione umana come processo sotrico-naturale [naturgeschichtlichen], così come rimane affermata la cen­ tralità della teoria del feticismo legata alla teoria del valore.

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