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Il fine vita e la morte nel Protestantesimo 1 La riforma

RELIGIONI: LA PROSPETTIVA DELLA RESURREZIONE

2) Disputa sul primato universale del Papa I patriarchi erano cinque: il

3.3 Il fine vita e la morte nel Protestantesimo 1 La riforma

La causa scatenante di quella che poi diventerà la riforma protesta fu il contrasto sorto in seguito all’affissione, il 31 ottobre 1517 sul portone della cattedrale di Wittemberg da parte di Martin Lutero, delle sue 95 tesi pubblicate contro la vendita delle indulgenze.

Alla base di questo gesto c’è il profondo disgusto da parte di Lutero sull’usanza delle indulgenze a pagamento da parte della Chiesa, infatti, era, ed è tutt’ora, pratica della chiesa cattolica esercitare l’indulgenza, cioè la possibilità di cancellare del tutto o in parte i propri peccati se il peccatore li ha confessati con pentimento sincero all’interno del sacramento della Confessione.

La polemica di Lutero nasce dal fatto che dal XIV secolo al XVI secolo venne introdotta la possibilità di pagare per ottenere l’indulgenza, contribuendo alla costruzione di edifici della Chiesa o a supporto di opere che le stavano a cuore. Questa ben presto divenne una consuetudine, arricchendo notevolmente la Chiesa e perdendo completamente il significato religioso dell’indulgenza.

Lutero, inoltre, sosteneva che la Bibbia dovesse essere tradotta in altre lingue oltre al latino, in modo che più persone possibili potessero leggerla, cosa che potevano fare solo i più ricchi perché più istruiti e condannava fermamente la compravendita di cariche ecclesiastiche che c’era nel Medioevo.

Quando Lutero pubblicò le sue 95 tesi era fermamente convinto dell’unità della Chiesa e non auspicava una divisione, tuttavia, da parte della Chiesa, non ci fu nessuna apertura nei suoi confronti e la chiusura definitiva avvenne nel gennaio del 1520 quando si riunì il primo concistoro contro di lui. Nel giugno dello stesso anno fu emanata una bolla papale che intimava a Lutero di ritrattare ufficialmente le sue tesi, pena la scomunica, che avvenne il 3 gennaio 1521 da parte di Papa Leone X. Lutero non ritrattò mai le sue tesi, continuò a produrre altri scritti e da quel momento la Chiesa cattolica era nuovamente divisa, la Chiesa Cattolica e la Chiesa Protestante.

3.3.2 Il fine vita e la morte

La chiesa protestante è composta da diversa correnti religiose (Luterani, Anglicani, Calvinisti, Metodisti, Battisti, Valdesi per nominare le più importanti) e per questo è difficile inquadrarla in modo chiaro e condiviso da tutti.

Tuttavia, alcune convinzioni e credenze sono approvate da tutte le correnti, e cercherò di esporle nella maniera più chiara possibile.

In campo bioetico è cambiato l’atteggiamento rispetto a qualche decina di anni fa, le posizioni sono più a favore della scienza medica e allo stesso tempo cercano di creare un’alleanza tra medicina e teologia.

Nel credo e nella pratica protestante ha sempre avuto un ruolo di spicco la credenza della “guarigione per fede”, quindi, la guarigione attraverso l’imposizione della mani e della preghiera.

Lo stesso Calvino (fondatore del Calvinismo) sosteneva che l’agente che opera la guarigione è lo Spirito Santo che viene evocato con il potere della preghiera e simbolizzato con l’imposizione delle mani.

Secondo il pensiero di Lutero, ogni individuo si trova di fronte a Dio ed è l’unico responsabile di ascoltare la parola che Dio gli rivolge, non ci sono intermediari, o meglio ognuno lo è per se stesso, e ognuno è responsabile della propria salvezza e di quella del prossimo.

Di conseguenza, non si parla più di vocazione come nella chiesa cattolica, perché qui ognuno ha la vocazione per se stesso, e proprio in seguito al concetto di vocazione introdotto da Lutero, la medicina divenne una “vocazione divina”, secondo la quale il credente diventava testimone dell’azione di grazia di Dio.

In questo modo il medico divenne sacerdote, ma non in quanto dottore, ma in quanto cristiano, e la sua vocazione chiede che eserciti il suo sacerdozio attraverso la medicina. Secondo Calvino, la malattia era allo stesso tempo una punizione divina e un modo per avvicinarsi a Lui, il compito dei diaconi era quello di visitare i malati e pregare con loro e cercare di allontanare il peccato e ottenere il perdono.

La medicina era ben considerata, purché fosse chiaro che era Dio la fonte di tutte le cure. Per quanto riguarda malattia e guarigione, il protestantesimo ha adottato molte spiegazioni tradizionalmente cristiane, infatti, il pensiero comune è che l’origine delle malattie è dovuta al castigo e alla collera di Dio e anche la cura arriva sempre e solo da Dio.

La medicina moderna è stata influenzata da alcune dinamiche religiose, in primo luogo ci fu il rifiuto totale, da parte di Lutero e di Calvino, alle guarigioni miracolose, questo in parte era motivato dal rifiuto del culto dei santi e dal dubbio che molti miracoli avvenuti nei luoghi di pellegrinaggio non fossero veri. In questo modo venne favorita la nascita della scienza medica senza ombre di tipo “magico” o religioso.

In secondo luogo il pensiero protestante, soprattutto Calvino, sosteneva una dicotomia mente-corpo nella quale erano mente, anima e spirito più direttamente connessi a Dio, facendo questa distinzione la considerazione generale era che i medici fossero chiamati a prendersi cura del corpo, mentre i ministri dovevano occuparsi dello spirito. Infine, ponendosi il protestantesimo come nuovo e riformista, il sentimento generale era quello di allontanarsi il più possibile dalla tradizione cattolica, anche o soprattutto, sulle questioni mediche.

Al giorno d’oggi, i protestanti non si aspettano che la fede religiosa spieghi l’origine delle malattie, la maggior parte di loro cerca di arrivare ad una convivenza tra la spiegazione religiosa e quella esclusivamente naturalistica, ma soprattutto si aspettano che parli in maniera significativa dei bisogni dei malati e dei loro diritti.

Nella religione protestante c’è poco posto per la morte e per la ritualità che l’accompagna, come ad esempio nella religione cattolica, l’attenzione viene posta soprattutto sulla dimensione della risurrezione. Questo approccio è avvenuto anche per il voler prendere le distanze da quella che era l’usanza cattolica del Medioevo, la religione protestante pone l’accento sulla moderazione dei testi evangelici nei confronti della morte e sulla sua realtà, e proprio per questo ha rifiutato l’estrema unzione, l’aspersione con l’acqua benedetta, il segno della croce oltre, ovviamente, all’indulgenza plenaria. Proprio per la gran varietà di correnti che compongono la chiesa protestante, è difficile inquadrare un solo rito funebre, possiamo dire però che i riti

vengono organizzati quasi sempre secondo i voleri del defunto e della famiglia e oltre a celebrare la vita della persona mancata, hanno lo scopo di portare conforto alla famiglia.

Generalmente il rito si svolge in maniera piuttosto semplice e, visto che non esiste il sacramento dell’Unzione degli Infermi o il culto dei morti, non si celebrano altre funzioni di suffragio negli anniversari. Il funerale avviene solitamente un paio di giorni dopo la morte, in modo che la famiglia possa sistemare la questione della sepoltura e ricevere le visite di parenti e amici, la funzione può essere svolta anche in casa ma è preferibile che venga svolta in chiesa. Durante il rito in chiesa il Pastore legge dei brani tratti dalla Bibbia, delle letture sulla resurrezione, pronuncia il sermone e un breve ritratto della persona scomparsa.

In segno di rispetto per il defunto, le persone che partecipano al funerale possono inviare dei fiori o fare beneficenza ad alcune associazioni filantropiche, allo stesso modo è bene accetto un intervento di parenti e amici durante il funerale per tratteggiare un ricordo della persona scomparsa.

Alla fine della funzione, il feretro viene portato in cimitero dove viene semplicemente detta una preghiera, non ci sono proibizioni rispetto alle forme di sepoltura, per cui può tranquillamente venir scelta la cremazione. Al termine del funerale, i familiari organizzano un banchetto in una sala della comunità o nella casa di un familiare per poter mangiare assieme ai partecipanti alla funzione e condividere i ricordi sul defunto e soprattutto per aiutare i familiari nel momento del distacco.

“Dio non ha mai mandato una malattia senza mandare il suo rimedio.”

Maometto, I Detti del Profeta (LXXVI, La medicina)