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FIRENZE, Biblioteca Riccardiana,

Mbr., sec. XV, mm. 155x180, ff. V, 145, I’ (guardie di carta), nuovamente numerati. Più mani. Legatura in pergamena; sul dorso la scritta «Dicerie Pistole del sec. XV». Carta di guardia IV con l’indice dei contenuti. Alcuni titoli in rosso e alcune iniziali in blu. In fondo a f. 78v una nota di possesso: «Ex donatione causa mortis facta mihi Matteo Mercato a domino Bartolomeo Pescio Medico Phisico qui obiit die 30 aprilis anno Domini MDCXXXXV Florentie». Bianchi i ff. 138v-143r.

Silloge di formazione cancelleresca che contiene: alcune orazioni di Stefano Porcari (ff. 3r-37v), le vite di Dante e Petrarca scritte da Leonardo Bruni (ff. 37v- 48v), la vita di Dante scritta dal Boccaccio (ff. 48v-67v), una lettera di Leonardo Bruni Cancelliere ai Volterrani (ff. 68r-69r), un’orazione fatta da uno scolaro forestiero in Firenze per lo sviluppo delle arti liberali (ff. 69v-72r), un’orazione di Francesco Filelfo in principio di una lezione su Dante (ff. 72v-74v), una lettera di Francesco Petrarca a Niccolò Acciaiuoli tradotta in volgare (ff. 75r-82v), un volgarizzamento dell’epistola di Lentulo ufficiale romano in Giudea (ff. 82v-83r), una risposta di Bono di Giovanni Boni (ff. 83r-84v), una diceria ai Signori in occasione della loro entrata il primo luglio 1445 (ff. 85r-86r), una lettera di Luigi Buonaccorsi a Giannozzo Manetti (ff. 86v- 87r), un protesto di Bono Boni del 1461 (ff. 87v-94r), lettera del Duca di Calathia ai Fiorentini (ff. 95v-96r), i Libri Senecae de formula honestae vitae (ff. 97r-99v), la favola in volgare di Piramo e Tisbe (ff. 100r-101v), la novella di Saleucho Antioco e di Brectonicha di Leonardo Bruni (ff. 102r-105v), Simbalum Catholicae fidei editum ab Actanasio episcopo Alexandriae (ff. 106v-107r), una lettera a Giannozzo Manetti di Aloisio de Pitti (ff. 86v-87r), il dialogo An seni

uxor ducenda sit di Poggio Bracciolini (ff. 109r-118v, dedicato a Cosimo de’ Medici in data «XV Kal. Aprilis» [1437]), alcune lettere di Leonardo Bruni Cancelliere (ff. 119r-125v), un’epistola di papa Pio II indirizzata a Cosimo de’ Medici per la morte del figlio Giovanni nel

1463 (f. 126r), protesti e lettere di stato, scritture di sostenitori medicei, quale la risposta di ser Niccolò Tinucci notaio alla Signoria di Firenze ai Signori e Otto di Guardia nel 1433, (ff. 126v- 138r, inc. «quando e’ fu sostenuto»); una lettera di Ludovico di Ciecie da Verrazzano capitano di Pisa (f. 144v).

A f. 84v si legge il carme II del Marsuppini.

Cfr. Inventario e stima, p. 48; KRISTELLER, Iter, I, p. 218;Poggio Bracciolini. Mostra, pp.

27-28; F.P.LUISO, Studi su l’Epistolario di Leonardo Bruni, a cura di L.GUADO ROSA, con una

prefazione di R.MORGHEN, Roma, nella sede dell’Istituto Palazzo Borromini, 1980, p. 139; M.

DAVIES, Su alcuni codici di lettere pubbliche di Leonardo Bruni, in Leonardo bruni cancelliere

della Repubblica di Firenze. Convegno di studi (Firenze, 27-29 ottobre 1987), a cura di P.VITI,

Firenze, Olschki editore, 1990, pp. 359-369; FEO, Codici latini del Petrarca, p. 163, n° 119.

Ge-Ge1 GENOVA, Biblioteca Franzoniana, MA. D. 6

Cart., sec. XV, mm. 170x111, ff. 78. Scrittura umanistica in bruno su una colonna di 22 righe; titoli in rosso; qualche iniziale in blu; glosse e mani di richiamo ai margini passim, posteriori. Bianchi i ff. 50v, 78r, 78v. Numerazione recente sull’angolo superiore del recto. Rilegatura in cartone con dorso in pelle rossa a cinque nervature filettate d’oro e rosetta centrale dorata. All’interno del piatto anteriore una nota corsiva (forse del XVIII sec.): «Ms del 1439». In calce a f. 20r il nome in rosso Dominicus Brasichilensis, seguito da rasura.

Questo codice miscellaneo, di provenienza fiorentina, contiene: una traduzione latina di OV. Her. XV (ff. 1r-6r, inc. «Numquid ubi aspecta est studiose»); lettere di Francesco Petrarca (ff. 6r-20v); testi di lapidi romane (ff. 21r-44r); le sette meraviglie del mondo (ff. 44v-45v); antichi motti (f. 49r); un elenco di abbreviazioni latine; un distico per Alessandro; un inno di Claudiano (f. 76v, inc. «Christe potens rerum redeuntis conditor evi»).

Ai ff. 47r-48v si legge il carme VI del Marsuppini, preceduto da una lettera di Ciriaco Anconitano (a f. 46r, adespota e anepigrafa; expl. «eundem quoque nostra fecerat amicissima manus tui interim. Ex fluentinis clarissimis gynnasiorum scenis. Idibus novembris 1439»; a sua volta preceduta a c. 46r da F. Caesar in Comentariis gallici belli de moribus et religione

Gallorum; cfr. appendice III di questa edizione) e da una raffigurazione del dio Mercurio (f.

46v; l’immagine, unico ornamento del codice, è genericamente riferita ad artista fiorentino attivo nella seconda metà del XV secolo). In fondo a f. 77r il titolo Francisci Sfortie epygramma (sotto Francisci ci sono però dei puntini ad indicare un’espunzione) per il carme XIV del Marsuppini che si trova alla pagina successiva (f. 77v) con il titolo ripetuto, ma aggiunto posteriormente da una mano diversa da quella che ha trascritto il testo, indicata in questa edizione con la sigla Ge1 (Francisci Sfortie). Di seguito al carme XIV, si legge anche il carme II, qui attribuito a Leonardo Bruni (f. 77v).

Cfr. A. DE FLORIANI, Per un catalogo dei manoscritti miniati occidentali della Biblioteca Franzoniana, «Quaderni franzoniani. Semestrale di bibliografia e cultura ligure», I (luglio-

dicembre 1988), pp. 21-25, scheda n° 5.

Go GOTHA, Forschungsbibliothek, Chart. B. 1047*

Cart., sec. XV, mm. 195x147, ff. 88, I’. Si tratta di una miscellanea probabilmente scritta in Italia. Il codice proviene dalla biblioteca di Albrecht von Eyb; di sua mano i ff. 1r-3r e 37v- 88r . Numerazione nel margine superiore destro del recto; probabilmente i titoli di ogni componimento in rosso.

Contiene: le elegie di Tibullo (ff. 4r-37r); un’epitafio scritto da Nicolò Perotti (f. 40v); estratti dall’Africa del Petrarca (f. 42r); carmi del Panormita variamente distribuiti; lo scambio epistolare fra Rinaldo Cavalchini e il Petrarca (ff. 44r-47r); un poema adespoto alla Vergine (f. 47r, inc. «Virgo decus nostrum»); molti epitafi (tra i quali uno di Dante e uno di Gentile da

Fabriano); l’Hermaphroditus del Panormita (ff. 71v-84r); versi di Francesco Filelfo, Giovanni Marrasio e Giovanni Aurispa.

Del Marsuppini si leggono: il carme II (f. 43r) e l’epigrafe funebre che inizia «Postquam Leonardus e vita migravit» (f. 43r; cfr. appendice VI di questa edizione).

Cfr. F. JACOBS – F.A. UKERT, Beiträge zur altern Litteratur oder Merkwürdigkeiten der

Herzoglichen öffentlichen Bibliothek zu Gotha, Leipzig, 1835-43, I, p. 269; III pp. 7-9; 10-13;

43-51; M. FEO, I nuovi versi del Petrarca, «Quaderni petrarcheschi», IV (1987), pp. 51-62; ID.,

La prima corrispondenza poetica fra Rinaldo di Villafranca e Francesco Petrarca, «Quaderni

petrarcheschi», IV (1987), pp. 13-25; KRISTELLER, Iter, III, p. 399; PANHORMITAE

Hermaphroditus, p. XXIV.

Ho HOLKHAM HALL, Library of the Earl of Leicester, cod. 432*

Cart., sec. XV, ff. 26. Numerazione regolare delle carte sul margine superiore destro del recto. Iniziale miniata; titoli in rosso.

Contiene l’Hermaphroditus del Panormita (ff. 1r-24r), seguito dal carme De ortu (ff. 24rv), dalla Laus Elysiae (ff. 24v-25r).

L’unico carme del Marsuppini che vi è trascritto è il V (ff. 25r-26r).

Cfr. S. DE RICCI, A Handlist of Manuscripts in the Library of the Earl of Leicester at

Holkham Hall, Oxford, Oxford University Press for the Bibliographical Society, 1932, p. 38;

KRISTELLER, Iter, IV, p. 40; PANHORMITAE Hermaphroditus, pp. XXIV-XXV.

H LONDON, British Library, Harley 2571

Cart. e mbr., 1442, mm. 210x137, ff. II, 83, I. Codice miscellaneo scritto e decorato in Italia. Legatura in tessuto e mezza pelle rossa, nuova; nel centro una figura in oro e la scritta «Virtute et fide». Sul dorso la scritta «Poggio de nobilitate etc. Brit. Musec. Harley ms. 2571». Nel piatto interiore della legatura è incollata la copertina originale del codice, in pelle marrone, impressa e fregio in oro. Numerazione a penna sul margine superiore destro del recto. A f. IIr, in alto, la data «29 die Octobris A. D. 1722» ed un frontespizio con la scritta «Pogii Florentini de nobilitate libellus stilo exaratus A. D. 1440 / Pogii Floretini de nobilitate libellus / Ad insignem D. Gerardum cardinalem Cumanum A. D. F. M·IDI·XL [1440]». Inoltre a f. 2r: «Antonini artii Medices Liber Bib. Laur. 15956». A f. 29r: «Finis MIICIIXLII. Poggii Florentini De nobilitate explicit feliciter. Amen. Cupertini». Numerazione sul margine superiore destro del recto in parte a matita e in parte a penna. A f. 83r (membranaceo) l’indice del manoscritto. A f. 83v, in alto, una scritta cancellata, ma ancora in parte leggibile «Johanni Elisei phisici Neapolitani et amicorum». Bianchi i ff. 1v, 77v, 78a. Due mani. Titoli rossi o metà neri-rossi (per parole o lettere); iniziali tutte decorate o dorate. In fondo a f. 73v, dopo l’opera di Guarino Guarini, c’è uno stemma.

Il codice contiene: il De nobilitate di Poggio (ff. 2r-29r; titolo in rosso sbiadito; iniziale in oro con fregi bianchi; miniatura che si estende lungo il lato sinistro e il margine inferiore del ms. Manine ai margini; postille e marginalia in rosso e nero; in fondo «Finis M·IIII·XLII»); lettera di Poggio a Gregorio Correr (ff. 29r-35r; introdotta dal titolo «Cupertini»); l’Ysagogicum ad

moralitatem di Guarino Veronese per Galeotto Malatesta (ff. 35v-53r); il De assentatoris et amici differentia ex Plutarcho di Guarino Veronese a Leonello Estense (ff. 53r-73v); un testo

adespoto e anepigrafo Fragmentum de laudis virginitatis o De virginibus claris tractatus (ff. 74r-77r; inc. «Quoniam intellexi in commentariis adversarii provocari nos», expl. «procreatum romana exprobaret potentia», lettera guida rossa e spazio vuoto per ospitare la miniatura; marginalia rossi); epigrammi (f. 78br), epitafi e iscrizioni (ff. 78bv-82v).

Del Marsuppini il codice contiene ai ff. 33r-35r il carme IX (titolo rosso sbiadito; la lettera iniziale in oro con fregi bianchi intorno; note ai margini in nero).

Cfr. A catalogue of the Harleian manuscripts, II, p. 701; C.E. WRIGHT, Fontes Harleiani. A study of the sources of the Harleian collection of manuscripts preserved in the Department of manuscripts in the British Museum [...], London, The Trustes of the British Museum, 1972, pp.

125, 237, 358-59; KRISTELLER, Iter, IV, p. 162; BRACCIOLINI, De vera nobilitate, pp. XXXIX- XLI.

H¹ LONDON, British Library, Harley 3276

Mbr., sec. XV, mm. 260x175, ff. II (cartacei), 75 (membranacei), II’ (cartacei). Iniziali rubricate; carte di guardia; scritto in Italia. Codice con legatura in pelle marrone; sul dorso le etichette rosse con il nome della bibloteca e la segnatura del ms. Numerazione a lapis sul margine superiore destro del recto. In alto sulla carta di inizio codice la data «22 die Iuniii A. D. 1726». La prima carta del codice ha i titoli rossi; le lettere iniziali sono in oro, miniate con colori rosso, blu, verde, bianco; in fondo alla pagina uno stemma miniato con colori verde chiaro e scuro, viola, blu, bianco e oro. Lettere iniziali per tutto il codice. Note ai margini in nero e rosso. È un codice miscellaneo che contiene molte opere del e per il Bruni. In esso, infatti, si leggono: il De bello Italico adversus Gothos (ff. 1v-54r; in clausola una nota in inchiostro nero «Finiti fuere in monte Guidone ab me Lodovico Petronio die quarta augusti · l · secundo nonas sextilis in quo opido parvulo tunc vigebam aufugiendi epydimie contagionem scripsi etenim exercitii gratia 1449»), un’epistola dell’Aretino a re Alfonso d’Aragona (f. 1r; datata 1442) ed una a Ciriaco d’Ancona (f. 1rv), le orazioni funebri di Giannozzo Manetti (ff. 54v-66v) e Poggio Bracciolini per il Bruni (ff. 67r-71v), un epigramma del Vegio per lo stesso Bruni (f. 74v; inc. «Hoc Aretini Leonardi tecta sepulchro», expl. «Ad summos quos nunc incolit ipse polos» ),

Littere Sophye imperatricis contra Narsetem con risposta (f. 75r; inc. «Sophya

Constantinopolitana imperatrix Narsei quondam romanorum»).

Ai ff. 72r-74v si trova il carme IV del Marsuppini (titolo rosso; iniziale dorata). Cfr. KRISTELLER, Iter, IV, p. 168; A catalogue of the Harleian manuscripts, III, p. 14.

H² LONDON, British Library, Harley 3716

Cart., sec. XV, mm. 240x162, ff. IV, 198, II’ vergati da una mano del nord. Legatura in pelle marrone impressa. Sul dorso due etichette rosse in pelle con la segnatura del codice. Numerazione a penna sul margine superiore destro del recto. Alcuni titoli in rosso; alcune iniziali in rosso o blu. Note e postille a margini in nero e rosso. Due mani: la prima ff. 1r-153v, la seconda 154r-fine codice. Bianchi i ff. 23-24,

Questo codice miscellaneo, che si presenta essenzialmente come una raccolta di scritti in prosa, contiene: opere di Leonardo Bruni (il Commentarium rerum grecarum a ff. 1r-22v con in fondo la nota «Finis huius completum per me Jacobum Sthenke de Sydawe, nacionis Saxonice», varie epistole, l’invettiva contro Lauro Quirini a ff. 78v-79v, la traduzione latina della novella IV I del Boccaccio per Bindaccio Ricasoli ff. 47r-52r, l’orazione di Eliogabalo alle meretrici a ff. 149v-150r; la Defensio della traduzione dell’Etica aristotelica a ff. 85r-88r) e di Poggio Bracciolini (Adversus avaritia a ff. 25r-47r, alcune epistole, l’invettiva contro Francesco Filelfo a ff. 99v-103v, il quarto libro del De varietate fortunae a ff. 124r-133v, l’orazione funebre per la morte di Niccolò Niccoli a ff. 113r-119v); poesie del Panormita (a f. 75v la poesia De laudibus

Elisie, a f. 88rv Exhortatio ad Bartholomaeum de monte Politiano e altre variamente distribuite,

cfr. f. 88r e 55v); una raccolta di epistole (di Leonardo Bruni a Ciriaco Anconitano a ff. 72r-73v; di Poggio Bracciolini a Cosimo de’ Medici e una a Carlo Marsuppini a ff. 11v-113r che inizia «Gravem dolorem suscepi prout equum erat mi Carole ex obitu prestantissimi viri Nicolai» (cfr. BRACCIOLINI, Lettere, II 10); di Leonardo Giustiniani a Guarino Guarini, di Ambrogio Traversari, di Pier Paolo Vergerio, di Plutarco a Traiano, di Antonio Loschi a Leonardo Bruni); vari epigrammi di autori antichi e contemporanei; Exempla greca de amicitia (ff. 79v-81r); un carme di Antonio Loschi al duca di Milano (ff. 83v-85r); l’epistola di Saffo a Faone (=OV. Her.

XV; f. 52v); l’invettiva di Guarino Guarini contro Giorgio di Trebisonda del 1431 (ff. 66v-72r);

Satira di Francesco Filelfo contro Poggio Bracciolini (ff. 145r-146v). La seconda parte del

codice, scritta da un’altra mano, contiene sermoni, epistole ed altri scritti di Girolamo, Agostino e altri.

Del Marsuppini si leggono a f. 75v il carme II, preceduto dal titolo Cl<arissi>mi

imperatoris Sforcie epithaphium, e ai ff. 81r-83v il carme IV (iniziale blu).

Cfr. A catalogue of the Harleian Manuscripts, III, pp. 54-55; KRISTELLER, Iter, IV, p. 175;

BRACCIOLINI, Lettere, I, p. XLVI; II 10, pp. 236-238.

Lu LUCCA, Biblioteca statale, 362

Cart., sec. XV, mm. 290x205, ff. I, 67, I’. Legatura in pergamena; sul dorso la scritta «Vegii Maffei Carmina codex cartaceus» e la segnatura della biblioteca. Alcune iniziali in rosso. Bianchi i ff. 1r-4v, 66r-67v.

Il codice contiene prevalentemente opere del Vegio: gli Elegiarum libri duo (ff. 5r-25v; in clausola «Bononie VI Kl Sextiles»), i Distichorum libri duo dedicati al Marsuppini (ff. 26r-40r; in clausola «Finitur Florentie Kl Juniis»), gli Epigrammaton libri duo dedicati al Bruni (ff. 41r- 65r).

A f. 40v si leggono i carmi XV-XXII del Marsuppini.

Cfr. A. MANCINI, Index codicum latinorum Publicae Bybliothecae Lucensis, «Studi italiani di filologia classica», VIII (1900), p. 153; KRISTELLER, Iter, I, pp. 257-258; F. DELLA SCHIAVA,

Le fabellae esopiche di Maffeo Vegio. Spigolature da un codice lodigiano poco noto, in Tradizione e creatività nelle forme gnomiche in Europa del Nord e in Italia (XIV-XVII ssec.) / Tradition et créativité dans les formes gnomiques en Italie et en Europe du Nord (XIVe-XVIIe siècles). Atti del convegno di studi (Gent – BE, 27-29 novembre 2007), Turnhout, Brepols

(forthcoming).

Lu¹ LUCCA, Biblioteca statale, 1460

Cart., sec. XV, mm. 223x150, ff. I, 124, III’. Legatura in pelle marrone con dorso in pergamena. Bianche le guardie e f. 59v.

Codice miscellaneo nel quale è possibile leggere: una orazione funebre di Antonio da Todi per la morte di Lorenzo de’ Medici, preceduta da una dedica al cardinale Giuliano Cesarini (ff. 1r-11v); un’orazione di Giannozzo Manetti a Niccolò V (ff. 12r-19v); tre sonetti caudati satirici; un’epistola di Francesco Filelfo (ff. 20r-21v); la Xandra di Cristoforo Landino, nella prima redazione in un libro, dedicata a Leon Battista Alberti (ff. 23r-37v); un Dialogus del Vegio (ff. 39r-56v); il De rosis nascentibus con attribuzione a Virgilio (f. 59r); i primi due versi di Copa con attribuzione a Virgilio (f. 60r); epigrammi del Panormita (f. 81r); la Cosmographia di Tolomeo (ff. 107r-109v); il De dimensione orbis di Prisciano (ff. 110r-120v); epitafi; estratti dall’Institutio oratoria di Quintiliano variamente distribuiti; brevi scritture come ricette, sentenze, ricordi.

A f. 91r sono trascritti i vv. 1-23 del carme IX del Marsuppini.

Cfr. MANCINI, Index codicum, pp. 222-223; KRISTELLER, Iter, I, p. 261; PANHORMITAE

Hermaphroditus, p. LIII.

Ly LYON, Bibliothèque Municipale, 168 (100)*

Cart., sec. XV, mm. 240x160, ff. II (membrana), 274, II’ (membrana). Scrittura umanistica rotonda di tipo lombardo. Legatura in pelle chiara, stampata, del sec. XVI, con tracce di fermagli. Il codice fu probabilmente composto da un chierico, un professore di letteratura o da un giurista vissuto in Italia tra il 1440 e il 1470. Nelle due guardie anteriori si legge la tavola del contenuto del codice di mano del XVI sec. Nell’ultimo foglio di guardia la scritta «Alexander

Magius tuus» e il motto «Duce virtute et comite fortuna / duce natura et comite virtute». Nel margine inferiore di f. 1r uno stemma identificato dalla Pelligrin con quello della famiglia Montagut. Iniziali miniate e rubricate.

Contiene: opere del Bracciolini (il De vera nobilitate,61 ff. 254r-267r; la lettera a Gregorio Correr, ff. 267r-268v; Contra ipocritas, ff. 268v-273r); alcune epistole di Leonardo Bruni al Bracciolini, al Salutati, a Ciriaco Anconitano; varie opere del Petrarca (una lettera al conte Roberto da Battifolle, la Griselda del Petrarca (= Senil. XVII 3) a ff. 137r-143v, il De morte

Magonis fratris Hannibalis corispondente a Africa VI 885-915 a ff. 241v-242r, vari epigrammi,

il Carmen de beata Maria Magdalena a ff. 247v-248r); il De luxuria di S. Giovanni Crisostomo; le Salutationes Beatae Virginis; Antonio Panormita Pro Kambio Iambecchario (inc. «Kambius hoc tegitur stirps Zambeccharia busto»), un epitafio Pro Brachio Perusino (inc. «Cuius marmoreo conduntur membra sepulcro»; expl. «Hosti terribilis victo spes tutor amicis»), a f. 245v si legge l’elegia del Panormita per Elisia (inc. «Elisia auricomas inter celeberrima Nymphas») e la Descriptio Italie di Francesco Petrarca; a f. 243r si legge l’epitafio di Maffeo Vegio per il patriarca di Costantinopoli.

A f. 245r si legge il carme II del Marsuppini, con correzioni al testo apportate da una seconda mano.62 Nell’edizione il testo base dell’epigramma è indicato con la sigla Ly – Sfortie,

inc. «Transivi intrepidus per mille pericula victor»; expl. «Fessaque iam terris celi requiescat in

arce» –; si indicano invece con la sigla Ly¹ le correzioni al testo: nuova attribuzione del carme al Bruni: Pro eodem a L<eonardo> Arretino aeditum; inc. «Transivi intrepidus per mille pericula victor», expl. «Conatus tenuere meos domat omnia virtus».

Cfr. A.F. DALANDINE, Manuscrits de la bibliothèque de Lyon, 3 vol, Paris, Renouard, 1812; L. NIEPCE, Les manuscrits de Lyon, Lyon, Georg, 1879 ; Catalogue général des

manuscrits des Bibliothèques Publiques de France. Départements, XXX., Paris, 1886-1990,

Parigi, 1990, pp. 30-33 ; G. LAFAYE, Une anthologie latine du XVe siècle, «Mèlanges

d’archéologie et d’histoire», 11 (1891), pp. 92-105 ; F. NOVATI – G. LAFAYE, Le manuscrit de

Lyon n° C, «Mèlanges d’archéologie et d’histoire», 11 (1891), pp. 353-416; F. NOVATI - G. LAFAYE, Le manuscrit de Lyon nº C (1), «Mélanges d’archeologie et d’histoire», XII (1892), pp. 149-178; E. PELLEGRIN, Manuscrits de Pètrarque dans les bibliothèques de France, «Italia Medioevale e umanistica», 6 (1963), p. 286-287; BRACCIOLINI, Lettere, I, pp. XLIX-L; BARBARO, Epistolario, pp. 208-09; Censimento dei codici dell’Epistolario di Leonardo Bruni, pp. 51-52.

M¹ MILANO, Biblioteca Ambrosiana, O 63 sup.

Cart., sec. XV, mm. 203x148, ff. III, 290, I’ scritti da diverse mani, disordinati, con numerazione moderna a lapis nel margine superiore destro del recto. Legatura in pergamena. Inchiostro nero; qualche nota ai margini. All’interno del piatto della copertina ci sono queste scritte: «Alcuni di questi sonetti specialmente quelli di Antonio da Ferrrara furono trascritti e mandati a Pietro Bilancioni di Ravenna l’anno 1860 li 3 luglio. Gatti», «Allo stesso furono mandati sonetti di Pietro da Siena li 13 ottobre 1860. Gatti», «I quattro sonetti di Giovanni Quirini furono trascritti pel signor avvocato Nicola Barozzi da Venezia l’anno 1865 li 28 febbraio». A f. Irv indice dei contenuti. Bianchi i ff. 22v, 24v, 57v, 59, 86-88, 120v, 122v, 148v, 159r, 170v, 171r, 172, 173r (staccata), 212v, 227v, 228r, 235r, 236-238r, 239-240, 247r, 248r, 249v, 251v-254, 255r, 272r, 273r, 275r, 276, 277r, 278-280r, 181r, 289r.

Del Marsuppini si legge il solo carme IV ai ff. 229v-232v.

Questa miscellanea contiene inoltre: rime, variamente distribuite nelle prime pagine del codice, di Dante, Guido Cavalcanti, Pietro da Siena, Antonio da Ferrara a Francesco Petrarca (e

61

Il manoscritto è un nuovo testimone da aggiungersi a quelli già noti della tradizione del dialogo. Manca infatti dall’elenco di testimoni censiti da Davide Canfora nella edizione critica dell’opera..

62

Ringrazio il sig. Pierre Guinard, responsabile del Dipartimento di fondi antichi della Bibliothèque municipale de Lyon, per avermi inoltrato la riproduzione del foglio contenente il carme del Marsuppini.

viceversa), Giovanni Quirini; l’invettiva di Coluccio Salutati contro il duca di Milano (f. 21rv); versi volgari sopra i sette peccati capitali (ff. 28v-30v); un carme sul Conte di Carmagnola (ff. 50r-53r, inc. «Dic age Clio viri quem secula nulla tacebunt»); una epistola del duca di Milano Filippo Maria ai Fiorentini (ff. 63v-68v); una epistola di Antonio da Romagna; un carme dedicato a Sigismondo re di Ungheria; poesie per il duca di Milano; la Griselda del Petrarca (=Senil. XVII 3); una epistola anonima del 1431 (in fondo «Olgiatus vidit anno 1603»); una epistola metrica di Antonio Loschi; un carme in lode della medicina (ff. 38r-63r); estratti da Seneca variamente distribuiti; molti testi anonimi, tra cui una commedia in versi (ff. 194r-202r,

inc. «Uxor erat quedam cerdonis pauperis olim»); un’epistola del Panormita (f. 181r); alcuni

dialoghi adespoti.

Cfr. Inventario Ceruti dei Manoscritti della Biblioteca Ambrosiana L. sup – R. sup., IV, Trezzano sul Naviglio, Etimar, 1978, pp. 302-305; F. FOLIGNO – E. MOTTA – F. NOVATI - A. SEPULCRI, Spoglio dei codici manoscritti petrarcheschi esistenti nelle biblioteche Ambrosiana,

Melziana, Trivulziana, nell’Archivio Visconti di Modrone, nell’Archivio Capitolare arcivescovile, in F. Petrarca e la Lombardia, Milano, 1904, p. 285; KRISTELLER, Iter, I, p. 337;

VI, p. 58; MARRASII Angelinetum, p. 90; PANHORMITAE Hermaphroditus, pp. XXVII-XXVIII.

M² MILANO, Biblioteca Ambrosiana, Y 99 sup.

Cart., sec. XV, mm. 210x154, ff. 128, I’, con numerazione moderna a lapis nel margine superiore destro del recto. Legatura in pergamena. A f. 1r indice dei contenuti così scritta: «Ovidius de fastis script. Anno 1706 / Item / Statii Surculi Tholossani Achilleidos libri 3 / Item / Epistola amatoria Ovidii et altera Anonimi elegia et Virgilii Aeneidos librorum argumenta / Item/ Ecloga de Christi D. ortu Francisci Patricii /Item /Caroli Aretini elegia in obitu Leonardi Aretini». In fondo alla stessa carta questa annotazione: «Felicibus auspiciis ill<ustrissi>mi cardinalis Federici Borrhom. Olgiatus vidit anno 1603». A f. 4r, sotto il titolo centrale in rosso «Ovidius Fastorum», la nota di possesso «Homoboni Gritti». A f. 7v altro indice dei contenuti; in nero la scritta «Ovidius de Fastis ann. 1603. Ill. mus cardinalis Federicus Borrhom. Vidit Olgiatus scripsit an. 1603. Item. Statii Surculus Tholosanus. Codex adspersus notii». Bianchi i