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propius] proprius (non dà senso); IV 3 Iuturna ex Iucturnaque; 21 Fluentia] Florentia (conferma che si tratta di un errore, anziché di una variante d’autore, non solo la maggiore

diffusione che Fluentia ha avuto nella tradizione, ma anche il fatto che gli errori registrati da altri testimoni del carme si spiegano solo a partire da una tale forma; d’altra parte che il nome

Florentia sia citato per la prima volta nel testo a v. 139 lo conferma inequivocabilmente la

spiegazione etimologica offerta dal poeta ai vv. 141-142 per giustificare la nuova scelta lessicale); 26 pastores] pastorem (molti, non uno soltanto, i pastori protagonisti delle virgiliane

Bucoliche, l’opera classica che il poeta ricorda per metonimia in questo suo verso; è del resto

legittimo ritenere che il termine debba accordarsi al plurale del successivo rura); 26 tua] suum; 67 corpora] corpore (il caso del termine è trasformato in un ablativo singolare per il fraintendimendo di cum, che non è preposizione, ma congiunzione da collegare al congiuntivo

teneat); 106 tibi] sibi (il poeta si rivolge al Bruni in seconda persona); 115 Arretium] Aretium;

122 regitur] tegitur (banale fraintendimento paleografico della consonante r con t); 124 cursu

om.; 129 Iannotiusque] Giannoziusque N, Giannoçiusque C; 149 amnis] Arnus (errore di

anticipazione del nome proprio del fiume, citato all’inizio del verso seguente); V 12 Catulle] Tibulle (ripetizione del nome proprio già citato a v. 8); VI 6 ab ore] amore (ripetizione del temine che si legge in clausola al verso precedente; ma l’errore potrebbe però essersi prodotto

anche sotto dettatura); 16 finxerit] fecerit (la lezione è plausibile per significato e prosodia, ma la vicinanza paleografica a fixerit, unitamente alla minore precisione semantica, mi induce a considerla errore, anzichè variante); 27 Polycletus] Policretus; 28 Myro] vivo (fraintendimento paleografico delle consonanti m con v ed r con v); 31 Gnidi] Egnidi; 45 navigiis] navigii (la parola deve concordare con l’aggettivo in caso ablativo maioribus); 54 abigat] tuo (non dà senso; si potrebbe forse pensare ad ripetizione dell’aggettivo possessivo che si legge a v. 51); 68 Caucasea] Caucaseo (l’aggettivo deve concordare con il termine rupe del verso precedente); 69 quin] quid (confusione tra abbreviature); VII 6 multa om.; 13 spirent] spiret (omissione del compendio nasale; il nominativo plurale vates richiede che la forma verbale sia coniugata alla terza persona plurale); cur] cum (l’ablativo corpore origina la confusione dell’avverbio interrogativo con la preposizione. Cur è richiesto sia dal senso logico del verso, in quanto è la risposta al dubbio dei dotti espresso ai vv. 9-10, sia dalla doppia ripetizione che segue a v. 14); 28 Ascrei] Astrei (fraintendimento paleografico della consonante c con t); 32 fuerant] fuerat (omissione del compendio nasale; l’ausiliare deve essere coniugato al plurale perché plurale è il verbo e il pronome con cui esso concorda); 38 choris] toris (non dà senso; fraintendimento paleografico della consonante c con t); 44 vinctus] iunctis (fraintendimento paleografico); 53 tu] nihil (errore prosodico, che deriva dalla lezione nil attestata da tutta la restante tradizione, eccetto il solo L); 68 Caucasea] Caucaseo; VIII 20 premis om.; 29 stimulat] stimulant (il soggetto della frase è il nominativo singolare agricola a v. 28); 30 vulnus] vultis N, vultus C (i due errori singolari derivano da una comune forma corrotta); 33 mulctra ex multra; 35 virides quod] viridesque (fraintendimento delle abbreviazioni di quod e que; l’espressione non satis richiede che sia una congiunzione dichiarativa ad introdurre la subordinata); conterat] conterit (il verbo deve essere essere coniugato al congiuntivo presente, come cadant del verso successivo); 43 hec] nec (banale fraintendimento paleografico della consonante h con n); 45 ferrum] ferro (fraintendimento paleografico della vocale u, soprascritta dal segno di compendio nasale, con la vocale o); 53 hei] heu; 54 dedit] fuit (ritengo la lezione una ripetizione del verbo che si legge nel verso precedente); 63 Xanthus] Xanctus; 66 Rethaci] Rethaici; 85 hunc] nunc (fraintendimento paleografico della consonante h con n; è necessario nel primo emistichio del verso un pronome in caso accusativo, che possa correlarsi, tramite la figura retorica del poliptoto, al successivo

hic); 113 om.; 114 om.; 121 et om.; numine] nomine (banalizzazione verisimilmente prodottasi

per il fraintendimento paleografico della vocale u con o); abde ex adde C, adde N, 130 carmine] carmine et (errore prosodico); 132 illa] ille (l’interpretazione del verso che propongo, per le ragioni della quale rinvio alle pagine successive, escludono l’ipotesi di una variante perché il pronome dovrebbe indicare Medea allusa attraverso una perifrasi nell’esametro precedente); 136 quid om.; 139 salsum] falsum (il fraintendimento paleografico della consonante s con f è troppo banale per ipotizzare una variante d’autore, che sottolinei la finzione scenica della commedia, anizichè la sua salacità); 141 cornu] corni (sulla scia dei nominativi plurali tube e tympana potrebbe essere stata coniata la bizzarra forma corni); IX 2 temptas quod] temptasque (errore prosodico, originatosi dalla confusione tra abbreviature); 5 ludam] laudem (ludere è il verbo tecnico della scrittura poetica; nell’apodosi occorre un modo indicativo, non congiuntivo); 7 hinc] huic (fraintendimento paleografico); 25 cum] et (lezione banalizzante che origina un’elisione e quindi un conseguente errore prosodico; inoltre la ripetizione di cum è nel verso retoricamente efficace); 35 monstret] mostret (omissione del compendio nasale); 48 quid] qui (confusione tra abbreviature); 51 Smindyridem] Frondiridem N, Frundiridem C; 52 ardens] ardis (omissione del compendio nasale e fraintendimento della vocale e con i); 58 auratam] armatam (non dà senso; è certamente errore di ripetizione dell’aggettivo armatum che si legge poco sopra a v. 55); 75 quod] quid (confusione tra abbreviature); 82 bonis] bonus (non dà senso; l’aggettivo potrebbe essere stato mal concordato con il nome Drusus che si legge ad inizio del verso successivo); 83 Drusus] Drusus et (errore prosodico); 86 sollicitet] sollicite (è necessario un verbo, non un avverbio); 89 genus] gemmis (probabile fraintendimento paleografico; l’dea del “volgersi indietro”, espressa dal verbo se referre, ha senso se riferita all’antica stirpe, non alle pietre preziose; il termine deve inoltre concordare l’aggetivo nullum); 98 illi] illis (il pronome

dimostrativo deve essere declinato al singolare, come il precedente cui a v. 95); 104 om.; X 1 Tartara ex Tartaria N, Tartarea C; 2 Ditis] Dyus (fraintendimento paleografico del nesso -tis con –us; il nome del dio degli Inferi è Dite); 12 sibi sors] sors sibi (errore di inversione che produce un’anomalia prosodica); 43 levis] levius (errore prosodico); XI 11 generare] penetrare (non dà senso).

I due codici, oltre che da errori, sono accomunati da alcune lezioni che, non compromettendo né il significato né la prosodia dei versi, sono accettabili nel testo. Ognuna di esse, tuttavia, induce a non escludere la possibilità che possa trattarsi di un errore di copia: IV 17 Phebus claros] claros Phebus; 27 certe potuit divo] certe divo potuit; 66 et] aut (potrebbe ripetere le congiunzioni dei vv. 62-64); 89 laudat] cantat (la lezione è plausibile, ma potrebbe essere una ripetizione del verbo cantat che si legge nel verso successivo ed anche ai vv. 93-94); V 15 quam] que; VIII 109 quis] qui (potrebbe derivare da banale confusione tra abbreviature); IX 12 Leonardus] Leonardi (la lezione è accettabile sottintendendo mores; il termine di paragone, infatti, è espresso da quam e il caso del primo termine); XIV 10 patrio] patrie.

I dati finora raccolti inducono senza ombra di dubbio a privilegiare l’accordo di N C contro

L, e ad ipotizzare un loro più stretto rapporto stemmatico.

Se l’ipotesi che C derivi da N è preliminarmente esclusa dal fatto che il numero di carmi contenuti in N è inferiore a quello di C, quella che N possa discendere, direttamente o indirettamente, da C è negata da una cospicua serie di errori singolari che separa i due codici. Si dà di seguito l’elenco completo degli errori dei due codici.

Errori di N:

IV 26 ruraque et] rura et (omissione della congiunzione enclitica –que che genera un errore