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M ÜNCHEN, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 2

Cart., 1468, mm. 216x143, ff. I (mbr.), 106, (in fondo al codice 5 fogli bianchi con

tracciato lo specchio di scrittura). Numerazione nel margine superire destro del recto, ma irregolare, perché i ff. bianchi non sono conteggiati. Legatura di cartone, restaurata. Titoli in rosso e iniziali di ogni opera decorata in rosso e azzurro. Note ai margini. Codice copiato da Johanne Fab. de Ratispona in scrittura gotica. F. 30v bianco, seguito da altri quattro fogli bianchi non conteggiati nella numerazione del codice; 5 ff. bianchi con segnato lo specchio di scrittura anche dopo il De infelicitate principum del Bracciolini; quattro fogli bianchi anche dopo il carme del Marsuppini.

Contiene: un’opera di Sesto Rufo (ff. 1r-11v), una di Benvenuto da Imola (ff. 12r-30r);

86v, l’epistola a Gregorio Correr a ff. 87r-89v, Dialogus an seni sit uxor ducenda a ff. 92r-102r; un trattato De agricoltura a ff. 102r-104v.

Del Marsuppini si legge il solo carme IX (ff. 90r-91v; titolo rosso e iniziale azzurra).

Cfr. HALM, Catalogus, IV, iv, p. 67; BRACCIOLINI, De vera nobilitate, p. LXXI. U-U1 MÜNCHEN, Universitätsbibliothek, 4º 768

Cart., sec. XV (Padova, 1444-1450?), mm. 227x170, ff. I, 198, I’. Legatura in cartone grigio; dorso in pergamena con la scritta «Poggii Facetiae, orationes et epistolae». Titoli in rosso; iniziali in rosso e in blu.

È un codice miscellaneo che contiene le Facetiae di Poggio Bracciolini (ff. 1r-34r); la lettera di Francesco Petrarca a Cicerone (Fam. XXIV) e Griselda latina (=Senil. XVII 3; ff. 35v- 40v); lettere variamente distribuite di Poggio Bracciolini, Ambrogio Traversari, Pier Paolo Vergerio, Leonardo Bruni; un’invettiva di Poggio Bracciolini contro Francesco Filelfo e una del Filelfo contro il Bracciolini (ff. 79v-89r); alcuni versi del Panormita; opere di Leonardo Bruni (l’orazione di Eliogabalo a ff. 41r-44v e In hypocritas a ff. 133r-138r); estratti dall’Africa del Petrarca e orazioni di Guarino Guarini.

Ai ff. 143v-146r si trova il carme IV del Marsuppini (titolo rosso; iniziale rossa; di seguito al titolo una seconda mano, che postilla anche il testo, aggiunge «Elegia prima». Tale secondo mano è indicata in questa edizione con la sigla U1); a f. 139r il carme II.

Cfr. L. BERTALOT, Eine humanistische Anthologie. Die Handschrift 4º 768 der Universitätsbibliothek München, Berlin, [sec. n], 1908; KRISTELLER, Iter,III, p. 650; G. SCHOTT,

Die handschriften der Universitätsbibliothek München, V, Verlag-Wiesbaden, O. Harrassowitz,

2000, pp. 213-219.

Na NAPOLI, Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, Fondo principale V E 59

Cart. e mbr.; secc. XV-XVI; mm. 209x143, ff. I, 199, I’, con numerazione moderna regolare sul margine inferiore centrale del recto. Codice composito vergato da più mani (almeno tre), risultato dell’accorpamento di carte di diverse dimensioni provenienti da mss. diversi. Legatura in pergamena; sul dorso «Anonymi carm.». Alcuni titoli in rosso. Bianchi i ff. 35v- 38v; 45v-46r; 66v-70v; 95v-96v; 102-104; 111v-112v; 115v-117r; 124v-125v; 173; 180; 187; 193r-194v.

Il manoscritto contiene: Magnanime et generis radix fidissima clari et quicquid melius

dicitur esse duci (ff. 1r-2v), Musis Helicone satis mihi sumere meus est (3r-4r), <A>nte alios aditus rerum non illius ulla forma fuit (5r-35r; una data in fondo «4 novembris 1480 finis»),

serie di epigrammi e distici, tra cui alcuni di Lorenzo Lippi; seguono una serie di epigrammi a Cesare; <C>antalycii aegloga de bellis Ethruscis Phosphorus et Battus pastores (inc. «Ve te causa tuis properantem cogit ab oris»; ff. 60r-63r), carmi di Bartolomeo Gerardini (Quisquis es

arborea recubas qui lentus in umbra; ff. 99r-101v), carme per Maria madre di Dio di Gabriele

Andisio riminese (ff. 110r-111r); Ad inclutum ac potentem Baltasarrem de Armannis militem

Perusinum (ff. 117v-120v; inc. «Si fuerat bello condam generosa propago»; in fondo: «Gaspar

camers poeta Palentinus»); le Satire di Orazio fittamente postillate e commentate in margine e in interlinea (ff. 126r-172v); un’adespota opera in versi (ff. 174r-175v; inc.: «A locus in primo felix oriente remotus»; iniziale miniata in rosso e verde scuro); l’Heroide I di Ovidio (ff. 178r- 179v; inc. «Hanc tua Penelope lento tibi mictit Ulixes»; miniatura iniziale con colori giallo e verde); carte di dimensioni più piccole, membranacee, contenenti Sanctus Petrus Alexandrinus (ff. 181r-186v); carte di dimensioni ridotte, cartacee, contenenti, tra l’altro, un carme del Filelfo al reverendissimo protonotario apostolico Federico da Saluzo (ff. 188r-192v); i ff. 195-18 sono di dimensioni ancora più piccole e contengono alcuni carmi. Molti i carmi anonimi contenuti nel manoscritto.

Il manoscritto si segnala per contenere un ciclo di epitafi per Braccio da Montone (f. 42v, titolo rosso: Pithaphia [sic] edita a doctissimis viris pro clarissimo duce Brachio de Forte

Brachiis) scritti da Antonio Loschi, Giovanni Aurispa (2 epitafi), Guarino Veronese, Francesco

Filelfo.

Del Marsuppini si leggono i carmi IV (ff. 39r-42v; adespoto e anepigrafo), XIV (f. 42v; titolo rosso Karolus Aretinus) e XXIII (ff. 42v-43r; titolo rosso Idem Karolus).

Cfr. R. VALENTINI, Rivelazioni postume sui rapporti tra Filippo Maria Visconti e Braccio da Montone, «Bullettino della Regia Deputazione Abruzzese di Storia Patria», XV (1924), pp.

43-93; KRISTELLER, Iter, I, p. 418.

Ny¹ NEW YORK, Bryn Mawr College, Gordan 51

Mbr., sec. XV, ff. 113. Scritto in Italia. Iniziali rubricate.

Questo codice tramanda il De nobilitate del Bracciolini (ff. 1r-38v) ed una sua epistola a Gregorio Correr (ff. 38v-43v); il Contra avaritiam del Bracciolini (ff. 48r-102v) e alcune epistole del Petrarca.

Del Marsuppini si legge il solo carme IX (ff. 43v-46r);

Cfr. D. DUTSCHKE, Census of Petrarch manuscripts in the United States, Padova, Antenore, 1986, p. 129; KRISTELLER, Iter, V, p. 351; BRACCIOLINI, De vera nobilitate, pp. LXVIII-LXIX.

Ny NEW YORK, Columbia University Library, Plimpton Ms 187

Cart., secc. XV-XVI, ff. 259. Codice composito di più fascicoli, vergato da diverse mani. Legatura con piatti in cartone ricoperto di pergamena e dorso in pelle di vitello. Numerazione continua fino a f. 263. Il ms. proviene dalla raccolta Sneyd che conteneva parecchi codici appartenuti all’abate Canonici.

Contiene: il De ingenuis moribus di Pier Paolo Vergerio (ff. 1r-23v); il trattato in quattro libri De philosophia Lulliana (ff. 62v-80v); il Tractatus proportionum di Alberto di Sassonia (ff. 132r-143r); un Dialogo di Giovanni Massaro e Santo Foligato […] sopra l’opinione di quelli

che dicono ogni anno cento il mare e laguna di Venezia cresce un piede (ff. 174r-214r), estratti

di opere classiche (Lattanzio, Girolamo, Sallustio, Cicerone), poesie di Porcelio Pandoni, Francesco da Fiano, Francesco Petrarca, Giovanni Aurispa, lettere di Bendetto Bursa, Niccolo V, Giorgio da Trebisonda, Guarino Veronese, Francesco Filelfo; l’Invetiva in Carolum de

Malatestis di Pier Paolo Vergerio, traduzioni dal greco ed opere di Lorenzo Valla, Giovanni

Aurispa, P. Balbi, Rinuccio Aretino, lettere e discorsi di studenti, epitafi.

Il fascicolo costituito dai ff. 220r-259r (antica numerazione ff. 1r-39r; cart., sec. XV, con una tavola del contenuto scritta da mano italiana del secolo XVIII) precedentemente faceva parte del ms. Soranzo 758 (cfr. Marc.it. X 139 = 6570, ff. 193rv). Ai ff. 220r (1r)-246v (26v) si trova il De nobilitate del Bracciolini e ai ff. 247r (27r)-250v (30v) una sua epistola a Gregorio Correr; ai ff. 253r (33r)-257v (37v) una Epistola nobilium Venetorum patriciorum […] ad

Petrum Thomasium phisicum postulantium iudicium in causa Poggiani dialogi positi in controversia de nobilitate.

Ai ff. 251r (31r)-252v (32v) dello stesso fascicolo è trascritto il carme IX del Marsuppini.

Cfr. S. DE RICCI – W.J. WILSON, Census of Medieval and Renissance Ms. in the USA and

Canada, II, New York, H. W. Wilson comp.- Kraus Reprint Corporation, 1947, p. 1787; KRISTELLER, Il codice Plimpton 187, pp. 202-208; Tre trattati di Lauro Quirini sulla nobiltà,

edizione critica a cura di K. KRAUTTER, con la collaborazione di P. O. KRISTELLER - H. ROOB e con una introduzione di P. O. KRISTELLER, in Lauro Quirini umanista, studi e testi a cura di K. KRAUTTER - P. O. KRISTELLER - A. PERTUSI - G. RAVEGNANI - H. ROOB - C. SENO, raccolti e presentati da V. BRANCA, Firenze, Olschki, 1977, pp. 23-25, 47-66; KRISTELLER, Iter, V, p. 308;

P. O. KRISTELLER, Studies in Renaissance thought and letters, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1969-1996, p. 324; BRACCIOLINI, De vera nobilitate, pp. LXVII-LXVIII.

O² OXFORD, Bodleian Library, Bodley 915

Mbr., sec. XV (metà), mm. 240x172, ff. IV (I-III carta, IV membrana), 107, IV’. Legatura in pelle marrone, leggermente impressa a decorazione. Il manoscritto è in pergamena inglese e con iniziali decorate di tipo inglese. Il copista da identificare con Thomas Candaur, amico di Poggio e cubicularius di Eugenio IV (si laureò a Padova nel 1446 e trascorse a Roma, in curia, la maggior parte del periodo1447-1452). Numerazione a lapis sul margine superiore destro del

recto, regolare ma discontinua. A f. Ir. due carte più piccole, incollate; poi alcune scritte (un

riferimento al catalogo con la descrizione del codice, un riferimento all’Università di Oxford, «Manuscript of Poggius the Florentine» ed alcuni nomi propri). Titoli rossi e iniziali di ogni opera in oro, decorata e miniata con florilegi di color azzurro, verde, giallo, oro, rosa, fuxia. Note ai margini e manine. Nel margine superiore del recto è ripetuto in rosso il titolo delle opere. Bianchi i ff. 36, 98v, 100r, 107v. Tra i ff. 99v e 100r un tagliandino incollato.

Il manoscritto contiene: alcune opere di Poggio Bracciolini (il De avaritia a ff. 1r-35v; il

De nobilitate a ff. 37r-58v; la lettera a Gregorio Correr a ff. 58v-61v; il De infelicitate principum a ff. 64r-98r; un’epistola a ff. 99rv; il De prestantia Scipionis et Cesaris a ff. 100v-

110r); l’epistola di Guarino Guarini a Leonello Veronese Pro parte Cesari (ff. 110r-110v; nel capolettera è miniato un animaletto); l’Oppugnatio Guarini in Poggium partes primas Cesari

tribuens (ff. 110v-137r); Epistola eiusdem ad Leonellum Estensem (ff. 137r-139v); epistola di

Poggio a Leonello Estense (ff. 139v-140v); una epistola di Poggio a Francesco Barbaro pro

parte Scipionis (ff. 140v-141v; capolettera con miniatura di un animaletto); la Defensio pro parte Scipionis di Poggio Bracciolini (ff. 141v-168v); Epistola Petri de Monte apostolice sedia prothonotarum ad Poggium pro parte Scipionis (ff. 169r-107r)

Del Marsuppini si legge il solo carme IX (ff. 61v-63v; in fondo a f. 61v il titolo della poesia in rosso; lettera iniziale in oro, decorata e miniata con un fregio a fiori di colori azzurro, rosa, oro, giallo, verde, fuxia)

Cfr. F. MADAN – H.H.E. CRASTER – N.D. YOUNG, A summary catalogue of western

manuscripts in the Bodleian Library at Oxford, II. ii, Oxford, 1937, pp. 799-800 (dove il codice

è classificato sotto il numero 3994); Duke Humfrey and English Humanism in the Fifteenth

Century. Catalogue of an Exhibition in the Bdleian Library Oxford, Oxford, ?, 1970, p. 33; A.C.

DE LA MARE – B.C. BARKER-BENFIELD, Manuscripts at Oxford: an exhibition in memory of R.W.

Hunt (1908-1979), Oxford, 1980, p. 96; BRACCIOLINI, De vera nobilitate, pp. LVII-LVIII. O4 OXFORD, Bodleian Library, Canon. ital. 50

Cart., sec. XV, mm. 217x140, ff. IV, 238, II’. Legatura in pergamena color avorio; in alto

sula dorso il numero 50 e poi una etichetta in pelle marrone con la scritta dorata: «Poes. di molti eccel. aut. vedi l’ind. Ms.». Numerazione antica a penna sul margine superiore destro del recto. Note ai margini rosse e nere; manine. A ff. IIr-IVr la tavola dei contenuti. Il foglio 1rv è contato come foglio 1 e 2. Titoli in rosso (talvolta molto sbiadito); qualche iniziale rossa o blu, parcamente decorata. A f. 1 la nota di possesso: «Hic liber est Anibas filius de Pulimanni de Pulimanni». Il codice fu però scritto da messer Antonio di Cecco Rosso de’ Petrucci da Siena nel periodo in cui era prigioniero nella cittadella di Urbino (1463-1464).

Il manoscritto contiene: una lettera di Agostino al filosofo Cornelio (ff. 1-2); una lettera di Agostino a Cyrillo (ff. 2-3); le Ecclesiaste (f. 3r); due sonetti in volgare (f. 3v); una lettera al conte di Urbino per la morte di papa Pio II copiata da messer Antonio Petrucci da Siena (ff. 4r- 7r); sonetti di Malatesta de’ Malatesti da Pesaro (ff. 7v-9v); lettera di Annio Petrucci da Siena a Cesare Petrucci suo figlio (f. 9v); canzoni morali e sonetti di Dante (ff. 10r-49r); canzone per la morte di Dante (ff. 49r-55v); canzoni di Simone da Siena fatte in carcere (ff. 55v-62v); canzone

per Innocenzo VII papa (ff. 66v-68r); canzone morale di maestro Antonio da Ferrara (ff. 68r- 71v) e risposta di Francesco Petrarca (ff. 71v-72r); canzone di maestro Antonio da Ferrara (ff. 72r-74r); sonetti di Dante (ff. 74v-75v); canzone di Alberto Orlando da Fabriano Ad

declamatione delli Triumphi del Petrarca (ff. 75v-78v); canzone di Leonardo Bruni per Venere

(ff. 78v-79v); canzone di Tommaso da Rieti (ff. 80v-83r); sonetti di Francesco Petrarca e Sennuccio del Bene (ff. 83v-84v); una Lamentatione di Pisa e prefatione aggionta alla

infrascripta lamentatione (ff. 157r-165v); risposta fatta a la nominata lamentatione di Pisa (ff.

166r-167r); altre canzoni, sonetti e ballate (ff. 167r-178r: di Malatesta de’ Malatesti, Guidantonio conte di Urbino, Giusto de’ Conti); una Canzone facta in laude del signoreBraccio quando ruppe lo signoreCarlo de’ Malatesti (ff. 178r-205v; inc. «Omnipotens eterno et summo

dio»); Epithaphium Braccii per Guarinum Veronensem (f. 206r); un’epistola di Seneca a Lucilio

de divina providentia (ff. 206r-213v; in traduzione volgare); orazione di S. Agostino (ff. 213v-

215r); Dies seculi a constitutione mundi (ff. 216v-218v); epitafi del duca di Milano, Ottaviano Augusto, Achille, Giulio Cesare, Dante (ff. 218r-221v); satira di Francesco Filelfo contro Cosimo de’ Medici (ff. 222r-224r); epistola del Panormita a Giovanni Aurispa (ff. 224r-227v); epitafi di Niccolò Niccoli e alla fine del codice lettere di Girolamo e Agostino. Ai ff. 238rv scritte varie non decifrate.

A f. 206r si legge il carme II del Marsuppini, qui attribuito a Leonardo Bruni (Super vexillo Braccii Leonardus Aretinus; titolo rosso).

Cfr. A. MORTARA, Catalogo dei manoscritti italiani che sotto la denominazione di codici

Canoniciani Italiani si conservano nella Biblioteca Bodleiana a Oxford, Oxfor, 1864, p. 56

O OXFORD, Bodleian Library, Canon. misc. 169

Cart., sec. XV, mm. 215x145, ff. I, 81, III’. Scrittura corsiva semiumanistica. Copiato nel nord Italia. Legatura in pergamena, con dorso in pelle scura; in alto sul dorso un’etichetta color porpora con una scritta a caratteri dorati «F. Aret. Fabrit. L. Valle. Nic.V. 8 opusc. ms.». Tre numerazioni: una a lapis sul margine superiore destro del recto moderna e regolare; una a penna nel margine superiore destro del recto; una nel centro del margine inferiore del recto a penna marrone. A f. Irv un indice dei contenuti che sembra però vergato da una mano posteriore. Postille e notabilia ai margini per tutto il codice (con inchiostro marrone o rosso). Bianchi i ff. 7v, 55v, 56v-57.

Il manoscritto contiene: il De phoenice o De ortu obituque Phenicis di Lattanzio (ff. 1r- 3v); alcuni brevi epigrammi preceduti dal titolo Hieronymus in Virgilio (f. 3v); l’invettiva di Sallustio contro Cicerone (ff. 6v-7r); varie epistole di vari autori (f. 8r; tra cui Cicerone, Leonardo Bruni); la traduzione di Leonardo Bruni della novella IV 1 di Boccaccio (ff. 14v-17v); un epitafio di Porcelio Pandoni (f. 17v); l’Invectiva in hypocritas di Bruni (ff. 23r-25v; titolo rosso); la traduzione di Leonardo Bruni di Basilio Magno (ff. 25v-31v; inc. «Ego tibi hunc librum Coluci ex media»); orazioni di Eschine, Demostene, Cicerone, di Fabrizio al re dell’Epiro, di papa Niccolò V al re Alfonso d’Aragona, di Appio Claudio Cieco sulla vita di Pirro di Plutarco, di Nicola Marini (ff. 31v-45v) e Benedetto Bursa (ff. 39r-42r; titolo rosso; Ad

dominum cardinalem Tarentinum Bendicti Burse oratio); alcune epistole di Virgilio, Apollonio,

Plutarco a Traiano, Leonardo Bruni, Francesco Filelfo (ff. 46r-50v); il Pro statua Virgili di Pier Paolo Vergerio (ff. 51r-55r); un De Pompeia Iulii Cesaris uxore (f. 56r); Fabulae tradotte dal greco da Leonardo Valla (ff. 57-61v; titoli e iniziali in rosso); carmi, epitafi, epigrammi di vari autori (ff. 63v-70r; ai ff. 61v; 67r-69v quelli di Lorenzo Valla); Francesco Petrarca In laudem

Italiae (ff. 66v; = Epyst. ); l’epistola di Poggio Bracciolini sulla morte di Niccolò Niccoli al

Marsuppini (ff. 70r-71v; titolo rosso; inc. «Gravem dolorem suscepi»; = BRACCIOLINI, Lettere, II 10); epistola di Poggio Bracciolini a Bornio Bolognese (ff. 71v-72v; titolo rosso); la

Declamatio in Lucretiam di Coluccio Salutati (ff. 72v-74v; titolo rosso); la traduzione dal greco

di Giovanni Aurispa della controversia tra Annibile, Alessandro Magno e Scipione di Luciano; l’epistola de Jesu Christo di Publio Lentulo; i Septem sapientum dicta (f. 77r); la traduzione dal

greco di Giovanni Aurispa e Pietro Balbi del Dialogum Diogenis et Alexandri di Luciano (ff. 77r-78r); epistole del Rinuccini (ff. 78r-81r); epigrammi (ff. 81rv); i Pithagore philosophi aurea

verba (ff. 80v-81r).

A ff. 4r-6r si trova il carme IV del Marsuppini (il testo della poesia è scritto in caratteri molto minuti; sulla destra, in corrispondenza dei versi con omissioni di parole e quindi metricamente scorretti, sono segnate delle piccole croci) e a f. 63v il carme II, adespoto (Pro

Brachio).

Cfr. COXE, Catalogi, III, pp. 543-552; L. SCHUCAN, Das Nachleben von Basilius ‘Epistola ad adolescentes’, Genève, 1973, p. 241; Collectanea Trapezuntiana, p. 38; Censimento dei codici dell’Epistolario di Leonardo Bruni, pp. 158-59; LO MONACO, Per un’edizione; LO MONACO, Il progetto di edizione dei carmina.

O¹ OXFORD, Bodleian Library, Lat. misc. d. 85

Mbr., sec. XV (Firenze), ff. I (carta), 167, I’ (carta), di cui i ff. 1-40, 87, 142-151 perduti. Legatura in pergamena. Sul dorso una scritta nera quasi illeggibile: «Notizie belle e recenti e antiche di Roma». Numerazione nel margine superiore destro del recto in rosso con numeri romani. Titoli e postille in rosso. Bianchi i ff. 152r, 167r, 168; a f. 161v un disegno; a f. 167v scritte varie. Il ms. è conservato in una scatola marrone che ha sul dorso una scritta in caratteri dorati «Collectanea epigraphica saeculi XV». Il manoscritto risale al nono decennio del secolo; fu scritto e fatto decorare su pergamena da Bartolomeo Fonzio, allievo di Landino. È stato posseduto dal prof. Bernard Ashmole.

Il manoscritto è una raccolta di iscrizioni latine, epigrafi ed epitafi. Le iscrizioni sono in capitale, i titoli in scrittura corsiva.

Al suo interno si possono individuare una sezione da Ciriaco Anconitano (ff. 44r-74v;Hec quae sequuntur sunt ex Kyriaceo archetipo libro sumpta; ci sono i disegni della Mole di

Adriano, dell’elefante e della giraffa, con lettera datata Florentiae, X Kal. Maias); la trascrizione di alcune leggi romane; alcuni estratti dal primo libro De ortographia di Giovanni Tortelli (f. 72v); una sezione di Biondo Flavio (ff. 75r-92v; Ex Biondo sumpta); il De notis antiquis di Valerio Probo (ff. 93r-107v); l’epitafio di Maffeo Vegio per Joseph Costantinopolitano, altrove attribuito al Marsuppini (Epitaphium Iosephi Costantinopolitani Florentiae sepulti in templo

Sanctae Mariae Novellae quod Maffeus Veggius edidit; ff. 126v-127r; titolo e iniziale rossa;

testo scritto con inchiostro nero; cfr. qui appendice V); alcuni distici di Maffeo Vegio (ff. 130v- 131r); tavole e disegni di matrice ciriacana (tra questi la testa di Aristotele, la testa di Medusa, le dieci Muse e Pan; questo manoscritto è anche il più antico testimone che riproduce i disegni che l’Anconitano trasse dal tempio di Cizico; ff. 132v-153r); Ex libro quarto Herodiani ab Angelo

Politiano latini facti (ff. 162-164).

Del Marsuppini si leggono i carmi XXVI (ff. 127v-128v; iniziale rossa; Stephani Pignoli

Cyprii viri clarissimi epitaphium Florentiae extra portam Sancti Galli in templo Sancti Galli in marmorea sepulchri tabula), II (f. 128v, qui attribuito a Leonardo Bruni con il titolo Braccii Sphortiae [sic] epitaphium a Leonardo Arretino editum; titolo ed iniziale in rosso), e l’epitafio

funebre che inizia «Postquam Leonardus e vita migravit» (f. 129v; Epitaphium Leonardi

Arretini in templo Sanctae crucis ex parte dextra Florentiae; titolo ed iniziale in rosso; cfr.

appendice VI di questa edizione), seguito dall’epitafio tombale del Marsuppini (f. 129v; titolo ed iniziale in rosso; Epitaphium Karoli Arretini eodem in templo e regione ex parte leva).

Cfr. KRISTELLER, Iter, IV, pp. 255-256; O. PÄCHT – J.J.G. ALEXANDER, Illuminated Manuscripts in the Bodleian Library, 3 vols, Oxford, 1966-1973, n° 329; S. CAROTI – S. ZAMPONI, Lo scrittoio di Bartolomeo Fonzio umanista fiorentino, con una nota di E. CASAMASSIMA, Milano, Il polifilo, 1974, n°39, pp. 84-90.

Mbr., sec. XV, mm. 255x170, ff. II (carta), 50, II’ (carta). Legatura in cartone colorato. Dorso in pelle marrone chiaro e una scritta in alto dorata: «Homer». Numerazione a lapis sul margine superiore destro del recto, regolare. A f. 1r una lettera in oro, decorata a bianchi girari (colori verde, rosa, blu, bianco, oro) con fregio che si estende sul margine destro. Tutte le iniziali dorate e miniate a bianchi girari. Titoli in rosso; notabilia e postille ai margini in rosso e nero per tutto il codice. A f. 50v in alto, nell’angolo destro, la nota di possesso di S. Lindsey. Il manoscritto contiene: Marrasii Siculi ad Carolum Arretinum de Batrachomyomachia

hecatombe (ff. 8v-10r; inc. «Credebam Graios latices coluisse Camenas»); i due libri di Distici

del Vegio dedicati a Carlo Marsuppini (ff. 11r-25v; iniziale decorata).

Del Masuppini si leggono: la traduzione della Batracomiomachia, preceduta dalla prefazione al Marrasio (ff. 1r-2v: Karoli Arretini in Homeri poetae cl<ari>

Batrachomyomachiam ad Marrasium siciliensem praefato, ff. 2v-8r; Homeri poetae cl<ari> Batrachomyomachia per Carolum Arretinum in latinum traducta); la Consolatio (ff. 26v-50r; Caroli Arretini ad Cosmum et Laurentium de Medicis viros clarissimos de piae matris obitu consolatio incipit);63 ed i carmi X (ff. 10v-11r; titolo rosso; iniziale dorata e decorata, miniata a bianchi girari con colori verde, rosa, bianco, azzurro; 3 postille rosse: trigeminus honor sul margine sinistro in corrispondenza dei vv. 20-21, Horatius sul margine destro in corrispondenza del v. 31, Vegius sul margine sinistro in corrispondenza del v. 35) e XV-XXII (ff. 25v-26r; titolo rosso; lettera oro con stessa miniatura a bianchi girari; nessuna nota ai margini; rossi tutti i titoli dei distici)

Cfr. G.D. MACRAY, Catalogi codicum manuscriptorum Bibliothecae Bodleianae, V, 1, Oxford, 1862, p. 398; RESTA, Per una edizione, p. 283; MARRASII Angelinetum, pp. 90-91.