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La fondazione della biblioteca

Nel documento L'Ateneo di Salò e la sua biblioteca (pagine 61-64)

La Biblioteca dell'Ateneo di Salò

I: La fondazione della biblioteca

Dopo aver presentato l'Ateneo di Salò, dando importanza alla sua storia, ai valori che hanno guidato e unito i soci nel corso dei secoli, cercando di evidenziarne il merito nello sviluppo e nelle diffusione della cultura nella società salodiana, si può ora concentrare l'attenzione sulla sua biblioteca.

Sappiamo che fin dagli esordi i soci ebbero la sensibilità e il desiderio di creare un nucleo bibliografico da mettere a disposizione dei membri dell'Accademia.

Il primo fondo di manoscritti era composto dai componimenti accademici degli stessi soci che, per disposizione statutaria, dovevano essere depositati presso la cancelleria degli Unanimi167.

Ad oggi purtroppo non ne rimangono che pochissimi esemplari, a causa delle varie vicissitudini che coinvolsero l'istituzione e ne causarono la dispersione; tra quelli ancora presenti si citi una dissertazione anonima sull'olio e la sua lavorazione, o altre risalenti al secolo XVI, XVIII e agli inizi del XIX168.

Oltre a questa tipologia di materiale, l'Accademia offriva ai suoi soci un piccolo nucleo di libri che, come ci testimoniano alcuni documenti conservati nell'Archivio dell'Ateneo, potevano essere presi in prestito. Già in un inventario registrato nel 1566, però, si faceva nota che non risultavano all'appello alcuni testi « Di ordine del S. Rettore fu registrato l'inventario di tutte le robbe della congregazione et si ritrovò mancarne [...] le Orationi delle Illustri, le Trasformazioni dell'Anguillara, le Epistole di Ciceron volgari et i dialoghi di Leone Ebreo». Una decina di anni dopo la problematica non risultava ancora risolta:

« A ciò nisuno habbi causa di dolersi se saranno condannati p. le presenti nostre si intima et protesta a quelli non hanno portati li loro libri et scanni; che in termine di giorni quindici prossimi futuri debbano portare quel tutto che debbono alla congregazione sotto pena di soldi 20 a ciacuno che lasciarà scorrere il predetto termine quali habbiano a pagare senza alcuna gratia. Justa la parte del dì 9 Zugno. Quelli che debbono sono gli infras. ti et debbono le infras.te cose:

167 LONATI G., Salò. L'ateneo e la sua biblioteca, cit., p. 6 ss.; vedi anche VENTURELLI V., Breve Storia di un'Istituzione: l'ateneo di Salò, ms., Salò, 2004.

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M. Francesco Gratiolo li Dialoghi di Sperone M. Gio. Pietro Ceruti uno scanno

M. Gio. Antonio Ceruti uno scanno

M. Gaudentio Rota La Rethorica del Cavalcante

M. Hieronimo Cisoncello L'Ethica di Aristotele col commento di Eustratio et uno scanno

M. Gio. Battista Maresio L'Opere di Senenca

M Gio. Battista Zanetti L'Opere di Platone et uno scanno»169.

Oltre a queste notizie, per avere ulteriori informazioni circa lo sviluppo della biblioteca si può fare riferimento al Libro degli ordinamenti, Verbali ateneo 1826-

1888, conservato nell'archivio dell'Ateneo. Rimangono dunque oscure le vicende

che la riguardarono, relative ai secoli XVII e XVIII.

Nel verbale dell'assemblea del 9 agosto 1842 si fa presente quanto sarebbe importante avere a disposizione « un comune capitale di libri» tramite il quale i soci avrebbero potuto approfondire i propri studi od interessi, lamentandosi del fatto che « solo la Società degli Unanimi, l'Ateneo di Salò, manchi di una libreria e come sarebbe questa e di molto decoro alla Società stessa, di grand' utile a ciascuno dei soci e di grande erudimento ai buoni studi». In tal merito si delibera quindi

« che si cominci a formare il fondo di una comune Libreria e si vada questa di tempo in tempo crescendo coll'acquisto singolarmente di quelle opere che non si trovano facilmente presso i privati, e siano, quanto possibile conformi a filantropico intendimento dei benemeriti istitutori di questa letteraria società, di promuovere cioè gli studi più utili all'uomo, e precisamente gli agronomi, [...] non senza consultar prima il corpo Accademico intorno alle opere da acquistare e delle somme da spendere e riportarne la sua approvazione»170.

Stando ad un inventario compilato il 12 marzo 1842: “Inventario de' mobili dell'Ateneo”, risulterebbero a disponibilità dell'istituzione una trentina di opere e riviste scientifiche tra cui: Poligrafo. Giornale di scienze, lettere ed arti, [Guglio] 1830 dal fascicolo 1° fino al fascic. 18. Dicembre 1831; Coltivazione delle api del

Regno d'Italia, Alvisopoli, 1811; Istruzione sul modo di fare lo zucchero d'uva,

Milano 1810; Gerolamo Bruni, Osservazioni pratiche intorno al metodo di

nutrire i bachi da seta, Venezia, 1776.

Alcuni di questa lista sono pervenuti all'ateneo da donazioni singole fatte da qualche socio o appassionato, come, per esempio, Nuovo sistema di Stenografia

Italiana del Canonico Don Taddeo Consoni, Padova 1826, donato dall'autore nel

169 Ordine et registro di tutte le ordinazioni 1574, in BUSTICO, Le Accademie di Salò, cit.,

p. 146.

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1827171, o Le Notti di Young donate dal professore Signor D. Gaetano Gargnani che ne ha personalmente curato la nuova traduzione, arrivato all'Ateneo sempre nel 1827172.

Dopo aver stabilito l'impegno ad incrementare la biblioteca da mettere a disposizione per i soci, si nota un aumento delle donazioni, sempre solo di uno al massimo tre opere alla volta, fino al 1848, le quali vennero man mano annotate nei verbali delle assemblee. Più volte nelle lettere con cui si fa consegna dei libri si può leggere la motivazione del gesto « per erigere una libreria a decoro dell'Ateneo e comune utilità della Patria», da cui deduciamo l'intenzione di voler, in futuro, offrire questo servizio anche a tutta la cittadinanza. Un obiettivo che fu raggiunto solo nella seconda metà del secolo, anche se dei tentativi concreti furono avanzati già nel 1849.

Siamo infatti negli anni fortunosi in cui si gettavano le basi del riscatto nazionale e ben si comprendeva la grande utilità che alla coltura cittadina avrebbe recato una pubblica, per quanto modesta, biblioteca. Anche per raggiungere questo scopo, nel 1848 si decise di acquistare l'intera raccolta di libri dell'ormai defunto socio e studioso salodiano Avv. Girolamo Giuseppe Amadei 173. L'anno successivo giunsero in ateneo altre quattrocento opere donate dall'istituto Lodroniano chiamato Pio Luogo della Carità Laicale, tra cui alcuni esemplari di Incunaboli174.

171 « Il Sig. Presidente fa leggere la lettera del Sig. Canonico D. Taddeo Consoni 8 settembre 1826 […] colla quale accompagna in dono all'Ateneo la sua opera intitolata: Nuovo sistema di storiografia Italiana […] propone che il libro sia accettato e si scriva lettera di dovuto ringraziamento e di gratitudine dell'Ateneo all'autore del libro medesimo.» Ibid., verbale assemblea 16 luglio 1827.

172 Ibid., assemblea 12 ottobre 1827.

173 P. PERANCINI, Memorie della biblioteca dell'Ateneo di Salò, Salò 1868. Il contratto verrà poi firmato l'anno successivo. « Il Sig.r Presidente riconoscendo legittima la sessione riferisce ai comparsi che l'I. R. Delegazione Provinciale con ordinanza … approvi il progettato acquisto della libreria e relativa scansia del benemerito Socio Avvocato Girolamo Amadei in base alla perizia eseguita dal perito Libraio Sig. Lorenzo Gilberti di Brescia quanto alla prima, e quanto alla seconda in base alla perizia fatta dai due periti falegnami Girolamo Saletti, e Giovanni Maestri, dalle quali risulta la complessiva somma di austriache L. 3527,70 autorizzando la Presidenza dell'Ateneo a passare alla stipulazione del corrispondente contratto in confronto dei legali rappresentanti degli eredi del nominato defunto Girolamo Amadei». AASalò, Libro degli ordinamenti, verbali dal 1826 al 1888, assemblea 12 febbraio 1849. 174 Questa indicazione si trova presente nelle seguenti pubblicazioni: P. PERANCINI,

Memorie della biblioteca dell'Ateneo di Salò, cit. «E dapprima la Congregazione della Carità

laicale di Salò con risoluzione del 22 Maggio 1849 regalava all'Ateneo tutti i libri di sua proprietà, formanti oltre 400 opere». G. BUSTICO, I manoscritti della biblioteca dell'ateneo di

Salò, in “Commentari Ateneo Brescia”, 1911; G. LONATI, Salo'. L'ateneo e la sua biblioteca,

in Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, opera fondata dal prof. Giuseppe Mazzatinti, vol. XLIV, Firenze libreria editrice Leo S. Olschki, 1930; G. LONATI, Incunaboli

dell'Ateneo di Salò, notazione compilata dalla Scuola di Bibliografia Italiana, Reggio Emilia,

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Una volta arricchitasi di un numero considerevole di opere, furono inviate le richieste per ottenere il permesso di renderne pubblico il servizio di lettura175. Presso l'Archivio di Stato di Brescia sono conservati i documenti e la corrispondenza tra l'Ateneo e l' I. R. Delegazione Provinciale di Brescia, e tra questa e il Consigliere Ministeriale, tramite i quali si possono ricostruire i passaggi della vicenda, conclusasi, però, con esito negativo176. Nonostante questo fallimento furono nominati un bibliotecario, il Sac. Luigi Sberbari e un vice- bibliotecario Pietro Scotti, per gestire la raccolta che veniva sempre più incrementata177.

Nel 1861, ci viene riportato dal vice-bibliotecario in carica nel 1868, Paolo Perancini, autore de' Memorie della biblioteca dell'Ateneo di Salò, che il sacerdote don Francesco Saonier espresse l'intenzione di donare all'ateneo la sua libreria privata178 e a questi anni risale anche la compilazione del primo catalogo della biblioteca179.

Nel documento L'Ateneo di Salò e la sua biblioteca (pagine 61-64)