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La formazione del livello di soddisfazione verso i rapporti amicali Regressione lineare: impatti standardizzati secondo valor

D ECIDERE E PRENDERE PARTE ALLE DECISION

Grafico 3. La formazione del livello di soddisfazione verso i rapporti amicali Regressione lineare: impatti standardizzati secondo valor

di p < 10-3, casi validi = 17.316, R2corretto 6%

Caratteri che favoriscono Caratteri che contrastano

La soddisfazione dei rapporti amicali Coorte scolastica 0,14 0,11 0,07 0,05 -0,07 0,08 0,07 -0,04 Ampiezza numero amici

0,04

Residenza Sud Italia Capitale culturale genitori

Amici sia in classe che non Genere (ragazza)

Amici di genere misto

Nato in Italia

gruppo di ricerca coordinato da Palmonari definì come partecipazione ai gruppi formali, distinguendola dalla forma di partecipazione meno fi- nalizzata che caratterizzava quella dei gruppi informali. Le attività di questi gruppi sono variegate e differenziate in base alle finalità dei promotori e dei partecipanti. Si formano così gruppi che svolgono at- tività sportive, di volontariato, culturali, religiose, ricreative, ambien- taliste, politiche e altre che, pur focalizzate intorno all’organizzarsi di più persone per raggiungere certi obiettivi, sono allo stesso tempo, e imprescindibilmente dalla finalità praticata, forme diffuse e dense di interazioni sociali con cui i soggetti costruiscono una parte rilevante della propria esperienza quotidiana. Così come lo fanno nelle espe- rienze amicali, non necessariamente strutturate come quelle dei grup- pi formali.

Mentre le esperienze amicali, come visto anche in questa ricerca, coinvolgono pressoché tutti i ragazzi e le ragazze, quelle associative ne interessano solo una parte. Una parte che per molti e ad alcune condi- zioni è considerata una palestra di responsabilità pubblica sulla quale valutare e misurare, come ebbe a fare Putnam (2000), la «virtù civica» di una nazione, la propensione dei cittadini a cooperare tra loro per il raggiungimento di obiettivi comuni sovraindividuali e sovrafamiliari.

In effetti non tutta l’adesione associativa riguardante i nostri inter- vistati può essere ricompresa in forma puntuale in questa ultima defi- nizione. Essa appare più una variegata tipologia di esperienze, in parte volontarie e in parte obbligate dai familiari, che accomuna sia il sem- plice acquisto di un servizio offerto, ad esempio dal mercato sportivo o culturale, che l’adesione attiva alla determinazione e alle attività pro- poste dal gruppo o dall’associazione. Iscriversi a un gruppo sportivo per svolgere degli allenamenti e delle gare, far parte del gruppo corale cittadino e partecipare alle prove e agli eventi, far parte in prima per- sona di un gruppo che organizza giochi di ruolo sono forme diverse di coinvolgimento e di impegno che si svolgono per lo più al di fuori dell’ambito familiare, da quello scolastico, spesso anche da quello amicale, e presuppongono tutte la condivisione con altri del raggiun- gimento di un obiettivo appunto esterno e anche estraneo ad altri ambiti della vita quotidiana. Proprio questa particolare forma in cui si esercitano piccole e grandi responsabilità sociali, seppur alcune in for- ma non strettamente volontaria, ma “obbligata” dai genitori, rende questi spazi di interazioni tra coetanei, tra pari e tra generazioni diver- se, un ambito di particolare interesse, distinto da altri seppur con que- sti strettamente connesso. Un “altro” laboratorio che si affianca a quello amicale in cui sperimentare forme di appartenenza e di abban- dono di progetti condivisi, ruoli e compiti diversi da quelli conosciuti in altri ambiti, esperienze espressive e strumentali con altri coetanei e altri adulti distinti dai parenti e dagli insegnanti.

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Secondo l’ultima delle rilevazioni promosse dall’Unione Europea (European Commission, 2007), nel 2007 i giovani italiani tra i 15 e i 30 anni mostrano un livello di adesione alle associazioni e ai gruppi formali decisamente minore (13%) della media dei 27 Paesi europei (22%). È una caratteristica che, come ricorda nella sua ricognizione La Valle (2007), sembra interessare ormai da diversi decenni non tan- to e non solo i giovani, ma la propensione associativa dell’intera po- polazione italiana rispetto ad altri Paesi. Ma si tratta di un aspetto non del tutto risolto se, ad esempio, si prendono in considerazione al- tre indagini internazionali, come quella sui valori, svolta con la Euro- pean Values Survey, e nazionali, come quelle proposte dall’Iref, che tendono a mostrare come negli ultimi decenni dello scorso secolo il tessuto associativo italiano si sia nel tempo articolato e diffuso almeno quanto, se non di più, avviene in altri Paesi vicini come la Francia e la Spagna (Caltabiano, 2003; Sciolla, 2004, p. 66-82).

Occorre però aggiungere che questi dati appaiono ben lontani da quanto rilevato dallo Iard nella sua periodica indagine sui giovani ita- liani dai 15 ai 29 anni. Nella tornata del 2004, l’adesione associativa per questa popolazione è del 35% (La Valle, 2007, p. 269). Si tratta di differenze spiegabili in buona parte con la natura diversa del fenome- no che le domande progettate nelle due diverse occasioni di indagine vogliono rilevare e in parte anche con gli aspetti di metodo, a partire dalle modalità di raccolta delle risposte (via webcati l’Eurobarometro, faccia a faccia lo Iard), ma in parte anche per le modalità di campio- namento dell’indagine.

Nelle diverse coorti di età che sono state prese in considerazione dalla nostra ricerca, i livelli di adesione associativa risultano invece decisamente alti e in linea con altre indagini condotte nel nostro Pae- se a livello nazionale. Considerando la partecipazione a gruppi e asso- ciazioni di varia natura, da quelli sportivi a quelli culturali e religiosi, la quota delle ragazze e dei ragazzi associati risulta del 68%.

Un livello del tutto simile a quello rilevato circa 15 anni fa, nel 1984, dalla già citata indagine del Cospes sui ragazzi tra i 10 e i 14 an- ni (69%) e, considerando la diversa fascia di età, vicino anche a quel- lo rilevato nella quinta indagine Iard del 2000, in cui si afferma che per gli intervistati tra i 15 e i 17 anni il tasso di partecipazione asso- ciativa è pari al 64% (Albano, 2002).

Non possiamo derivare certezze da questi due confronti, ma, consi- derando che lo stesso Iard dimostra come con l’aumentare delle classi di età dei giovani si abbassi la quota di adesioni, si potrebbe ipotizzare che negli ultimi due decenni la partecipazione dei ragazzi e delle ra- gazze delle nostre diverse coorti di età sia almeno rimasta complessi- vamente stabile, o addirittura sia aumentata nel tempo. In effetti, an- che guardando ai nostri dati, l’abbandono associazionistico è evidente 3. Le forme e il senso

della partecipazione associativa

passando dalla prima all’ultima delle coorti scolastiche. Tra le ragazze e i ragazzi della coorte degli 11enni ben il 75% risulta coinvolto in at- tività organizzate; tra quella dei 13enni la quota si abbassa al 70% per poi arrivare al 59% tra quella dei 15enni.

La caduta partecipativa, come sostengono altre ricerche (di cui fanno sintesi Ravenna, Rubini, 2006), si concentra particolarmente nel passaggio da un ordine di scuola all’altro, anche se si avvia ben prima di questa transizione risultando, per ora, una caratteristica che accompagna il processo di crescita in questa particolare fase del corso di vita.

Non solo: va notato che tra i più giovani è maggiore la pluriappar- tenenza associativa: il 36% degli studenti della classe prima della scuola secondaria di primo grado partecipa almeno a un’associazione, contro il 29% dei colleghi della terza e il 21% di quelli della seconda superiore di secondo grado (tavola 2).

L’appartenenza di coorte scolastica, quindi anche l’età, è un ele- mento che influenza decisamente la diffusione, ma anche la pluriap- partenenza. Cosa che, si è già visto, non accade nei confronti dell’a- vere o meno degli amici. Anche il genere appare di un certo rilievo indipendentemente dall’appartenenza di coorte, nel senso che nelle diverse classi scolastiche i ragazzi risultano decisamente più associati delle ragazze. Un’evidenza che, come vedremo subito, va ricondotta alla grande e diffusa partecipazione dei primi alle attività sportive organizzate.

Tavola 2 - Livelli di associazione complessivi e specifici secondo il genere

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