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Il framework concettuale

AL TURISMO SOSTENIBILE PER LO SVILUPPO

2. Il framework concettuale

Tutte le tematiche, le problematiche, anche se affrontate da diversi approcci disciplinari, inerenti il turismo sostenibile sono riconducibili a tre precisi ambiti: quello ambientale, quello economico, che vede il turismo come driver di crescita e quello sociale (con specifica attenzione alle culture locali e ad una crescita economica sostenibile ed equa dei PVS).

Le problematiche ambientali, sempre al centro delle discussioni sui tavoli internazionali e nazionali che cercano di risolvere il problema dell’inquinamento e della sostenibilità della crescita, senza conti- nuare a distruggere l’ecosistema; la crescita dei PVS perché non ripetano gli errori dei Paesi più avan- zati e infine il turismo perché considerato uno dei driver di crescita fondamentali per Paesi ad alto contenuto naturalistico e culturale, come molti dei PVS.

Pertanto volendo ripercorrere per somme tappe il rapporto e il nesso esistente tra turismo e am- biente (intesi sia nella componente naturale che umana) gli anni ‘802 si connotano per le prime denun-

ce dei danni provocati dal turismo all’ambiente, per la Dichiarazione di Manila (1980)3, ma anche per

il riconoscimento dei benefici che l’ambiente riceve quando il turismo contrasta lo sviluppo di attività industriali, contiene la crescita dell’inquinamento, soprattutto stimola lo sviluppo e la conservazione della bellezza, evitando di seguire modelli di sviluppo eccessivi nel governo del territorio, concentrati sull’utilitarismo dello spazio. Gli anni ‘90 hanno segnato l’affermarsi del concetto di sostenibilità am- bientale anche nei confronti delle attività turistiche, con la nascita di movimenti per la promozione di un viaggiare etico e consapevole che tuteli i Paesi di destinazione, la popolazione che vive nelle desti-

2 Sempre negli anni ‘80 si sviluppa la psicologia del turismo, che ha fornito importanti indicazioni sulle

motivazioni del turista e su come egli viva la questione ambientale.

3 Nella Dichiarazione di Manila del 1980 l’Organizzazione Mondiale del Turismo confermava solenne-

nazioni turistiche4, la natura con rispetto e disponibilità, un viaggiare che scelga di non avallare di-

struzione e sfruttamento, ma si faccia portatore di principi universali: equità, sostenibilità e tolleranza (Hall and Page, 2006). Infine gli anni ‚2000‛ vedono porre in essere tutta una serie di progettualità in- novative a fianco di vecchie progettualità rinnovate apparentemente nell’ampio ed articolato contesto delle cosiddette ‚nuove frontiere‛ del turismo o dei ‚nuovi turismi‛.

A questo punto è necessario re-interpretare alcuni binomi poco prima anticipati nell’introduzione: - Turismo e sostenibilità

Come da tempo ormai l’Indice di Sviluppo Umano (ISU) dimostra che il prodotto intorno lordo, non è ‚sinonimo‛ di sviluppo sostenibile tanto che l’UNWTO, sulla base della definizione canonica di sviluppo sostenibile elaborata dal rapporto Brundtland (1997), definisce turismo sostenibile quello che tiene pienamente conto delle conseguenze economiche, sociali e ambientali attuali e future, rispon- dendo alle esigenze dei visitatori, dell’industria, dell’ambiente e delle comunità di accoglienza.

In ambito turistico l’equilibrio tra sostenibilità ecologica, sviluppo economico e benessere sociale è dato da un turismo soft, a basso impatto ambientale, capace sia di valorizzare la cultura e i saperi loca- li, sia di creare opportunità di reddito tra le fasce più deboli della popolazione mondiale.

In un articolo pubblicato sul sito dell’Anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo, il di- rettore generale UNWTO, Taleb Rifai, ha sottolineato che: «Il turismo genera una cifra stimata al 5% delle emissioni globali di gas a effetto serra». Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) questa proporzione è circa il 12,5% (Ippolito, 2017). L’European Enviroment Agency (EEA) stima che il turismo sia una delle prime cause di inquinamento in Europa. Alcuni esempi: un turista utilizza 3 o 4 volte più acqua rispetto a un residente (stimato tra i 100 e i 200 l/ab al giorno in tutta Europa); a Minorca, nel periodo 1998- 2014, la media giornaliera dei rifiuti solidi urbani generati nel solo mese di agosto da parte dei turisti è stato superiore a quello dei residenti.

- Turismo e sviluppo

La complessità delle relazioni turismo/sviluppo può essere interpretata secondo un modello dina- mico declinato in quattro fasi (Candela, 1996): 1. La fase dell’arrivo dei turisti, cioè dei consumatori del prodotto turistico, (il soggiorno che non può essere consumato se non sul posto di produzione; 2. La fase del consumo turistico: con il denaro proveniente dall’arrivo dei turisti, si genera una domanda autonoma di consumi, da parte dei residenti, la cui domanda stimola la produzione regionale che è chiamata ora a soddisfare i consumi dei turisti e quelli dei residenti (funzione del moltiplicatore turi- stico). Alcuni autori, soprattutto economisti del turismo, parlano di monocultura ricettiva. 3. La fase del decollo turistico: in seguito, nasce e si mantiene sul posto un apparato produttivo finalizzato alla produzione di beni e servizi per il turismo (alimenti, artigianato artistico, trasporti, arredi per hotel e seconde case, etc.). Nascono imprese apposite e arrivano gli investimenti dei residenti il cui reddito è cresciuto con il turismo. Il turismo diventa un’attività autonoma e non occasionale.4. La fase del di- stacco caratterizza infine il momento in cui l’economia regionale cessa via via di essere una monocul- tura e si differenzia in attività non più soltanto legate al turismo. Il settore industriale si rende auto- nomo dal turismo. Nella regione sono ora presenti contemporaneamente attività turistiche e attività industriali non legate al turismo.

Come è noto il modello della ‚regione turistica‛ di Miossec è ancorato a questo schema delle cui fasi il modello individua e descrive la proiezione territoriale. Le regioni turistiche sono diverse tra loro sia perché si trovano in stadi diversi del processo evolutivo, sia perché li percorrono con velocità di-

4 In proposito si rimanda alla "Carta d’Identità per Viaggi Sostenibili", ‚Carta di Lanzarote‛, documento

finale prodotto dalla Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile tenutasi a Lanzarote (Canarie, Spagna) nell’aprile del 1995, al Manifesto del movimento tedesco Tourism with Insight, la Manila Declaration on the So-

cial Impact of Tourism (OMT, 1997), alla Montreal Declaration (1997) e al codice mondiale di Etica del Turismo

verse. Ci sono casi in cui la successione delle fasi non è meccanica. La politica del turismo nazionale o regionale o una particolare situazione di mercato possono consentire di saltare una o più fasi, accele- rando la crescita, oppure vari fattori possono ritardare il passaggio a fasi successive.

La sostenibilità ‚applicata‛ al turismo guarda anche allo sviluppo diffuso, accessibile, locale. Davo- lio (2016) dice che «il turismo genera occupazione in Paesi dove non esistono altre forme di lavoro. *<+ La popolazione locale ha spesso un ruolo subalterno nella grande industria turistica internaziona- le *<+ in nessun caso i consistenti investimenti internazionali che movimentano milioni di turisti ogni giorno hanno mai innescato processi di crescita economica nei Paesi destinatari dei flussi. La perenne crisi economica che vivono alcune delle più gettonate destinazioni del turismo di massa nel Sud con- fermano questa critica».

Già nel 2012, alla Conferenza delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile (Rio+20), i leader in- ternazionali hanno riconosciuto che un turismo ‚ben progettato e gestito‛ può contribuire alle tre componenti (economica, sociale e ambientale) dello sviluppo sostenibile (Varani, Primi, 2012). Il turi- smo è così oggi espressamente menzionato in 3 dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (obiettivi 8, 12 e 14), che sottolineano quanto siano stra- tegiche le politiche capaci di implementare e monitorare la promozione della cultura e dei prodotti lo- cali inserendo il turismo sostenibile quale strumento e risorsa per «aumentare i benefici economici dei piccoli stati insulari in via di sviluppo (Small Island Development States – SIDSs) e dei Paesi meno svi- luppati».

Figura 2. Agenda 2030: i 5 ambiti che hanno riflessi sul turismo riferibili poi agli obiettivi 8-12-14. Fonte: WTO, 2015.

Recenti dati dimostrano che il turismo è uno dei pacemaker della globalizzazione e motore della cre- scita economica mondiale per il XXI secolo, che è tra le prime cinque voci di esportazione per l’83%

dei PVS ed è la prima per un terzo di essi

I PVS hanno visto il loro numero di arrivi internazionali aumentare, infatti in Asia si è registrato un +5% tra gennaio e ottobre 2014 rispetto ai dati 2013; le cifre migliori provengono dall’Asia del Sud con un aumento dell’8%, seguita dall’India con un aumento del 7% pari a quello dell’Asia del Nord-Est. Anche in Africa si assiste ad un aumento del 3% della percentuale di turisti; in Africa del Nord l’aumento è del 2% e in Africa subsahariana, nonostante il rischio epidemie e terrorismo si è assistito ad un aumento del 3%.

La domanda che ci si deve continuare a porre è come conciliare questa crescita degli arrivi turistici con l’esigenza di riduzione dell’inquinamento e con la preservazione del patrimonio ambientale e

culturale?

- Turismo e sviluppo sostenibile

È importante chiarire che non esiste un solo modello di turismo sostenibile e che il turismo soste- nibile non è una tipologia ma una categoria concettuale. È oramai noto che non esiste una univoca de- finizione, e che non è possibile (o meglio, non sarebbe ragionevole) dare una definizione completa identificandola (o peggio sovrapponendola), di volta in volta, con pratiche turistiche che, invece, ne sono solo accezioni o specificazioni, ovvero: ‚turismo consapevole‛, ‚ecoturismo‛, ‚turismo cultura- le‛, ‚turismo comunitario‛, ‚turismo equo-solidale‛.

- Turismo responsabile e sostenibile

Alla luce del fenomeno del terrorismo e dei continui mutamenti geopolitici, negli ultimi anni il tu- rismo internazionale ha visto ridursi la sua geografia. Molti Paesi (Tunisia, Egitto, Siria, Kenya per ci- tarne alcuni) hanno subito un autentico ‚crollo‛ degli arrivi per via del terrorismo o dei conflitti in corso. Pertanto il turismo va inteso come un settore economico volatile, esposto a variabili politiche, geopolitiche ed ambientali. Più di prima, oggi è sotto accusa il turismo di massa che non ha prodotto sviluppo nei Paesi in cui viene praticato, mentre con insistenza sempre maggiore gli organismi inter- nazionali individuano una valida risposta nel turismo sostenibile per l’ambiente e socialmente re- sponsabile.