Mission
Il Museo si articola in due sedi: 1) Bassano del Grappa (1993); 2) Schiavon (2011). La prima nasce dalla volontà di diffondere la conoscenza del contesto culturale in cui origina la grappa, il più famoso distillato italiano. La sede di Schiavon, invece, è un asset strategico per far conoscere anche l’attività produttiva, per documentare l’evoluzione degli impianti di distillazione, della vinaccia e della fami- glia Poli.
Articolazione della visita
- Visita del Museo (5 sale a Bassano; 6 aree tematiche a Schiavon); - visita, previa prenotazione, ai reparti produttivi;
- degustazione nello show room annesso al Museo.
Ingresso libero, ma la visita è autoguidata con testi, descrizioni degli oggetti e didascalie in Italiano e in inglese. Interessanti video sono proiettati in otto lingue. Possibilità di acquistare i prodotti. Espo- sizione della più ampia collezione di Grappe conosciuta in Italia: a Bassano circa 1500 bottiglie mi- gnon provenienti da 323 distillerie; a Schiavon circa 2.000 bottiglie di Grappe in bottiglia normale prodotte dal 1930 fino alla fine degli anni Ottanta e provenienti da 440 aziende, molte delle quali oggi scomparse.
Servizi
Sono offerti tutti i servizi di accoglienza: ampio parcheggio gratuito per auto e bus; locali accessibili ai disabili; possibilità di realizzare servizi fotografici, pic-nic e passeggiate nel parco di circa 15.000 mq che circonda la Distilleria. Location per convegni o seminari e ricevimenti fino ad un massimo di 200 persone.
Attività di promozione e comunicazione
Partecipazione a: fiere a carattere promozionale, italiane ed estere; eventi culturali; fabbriche aper- te; distillerie aperte e grapperie aperte. Progetto DOC – Di Origine Culturale. Anchor Point italiano di ERIH.
Pubblicazioni aziendali (come, la Guida alla scoperta della Grappa, il Libro De Stillare). Collaborazio- ne con autorevoli marchi del panorama vitivinicolo (ad esempio, Progetto Luce e Progetto Sassicaia). Tour Poli Around Table. Italian Round Table. Tour ‚Veneto Inside‛. Forte presenza sui social network. Concessione degli spazi della Distilleria per le riprese della fiction tv ‚Di padre in figlia‛ (2015).
Conclusioni
Il presente contributo ha evidenziato come la conservazione e la valorizzazione turistica del patri- monio industriale possano rappresentare un’opportunità per i territori, creando nuovo valore e pro- spettive di sviluppo sostenibile. Per quanto concerne le comunità locali, i vantaggi sono riconducibili ai risvolti economici e ambientali, nonché alla creazione o alla intensificazione dei legami tra le perso- ne, la loro storia, attraverso l’ampia partecipazione a un progetto comune di costruzione del futuro dal passato e la nascita o il consolidamento di un senso di appartenenza al territorio (Montemaggi, 2008).
Dal canto suo il turista può soddisfare le aspettative di sperimentazione autentica e di conoscenza, ad esempio visitando un’azienda con il suo museo, degustando un prodotto, apprendendo le tecno- logie utilizzate nei processi produttivi, riscoprendo antiche professioni, esplorando le destinazioni per comprendere lo stile e i modi di vita dei loro abitanti.
Naturalmente, anche le aziende operative, con i loro musei, aprendosi alle visite, possono perse- guire molteplici obiettivi: accreditare la propria immagine; reinvestire una quota degli utili; incremen- tare il loro impatto sul contesto sociale; utilizzare le collezioni come fonte di ispirazione per la produ- zione di nuovi prodotti. Ne consegue un processo di territorializzazione turistica alimentato dalla na- scita di nuove attività di servizio (ad esempio, la ricettività e la ristorazione), dalla destagionalizzazio- ne dei flussi e dalla diversificazione della domanda, senza costi elevati. Ma, nella realtà, gestire il turi- smo industriale, soprattutto in Italia, risulta più arduo rispetto ad altre forme tradizionali, a causa del- la ridotta permanenza media e della forte presenza di escursionisti, della scarsa efficacia di reti tra gli
stakeholders, dei deboli sistemi di governance e delle difficoltà finanziarie per rendere turisticamente
operativi, ad esempio, siti industriali ben recuperati.
Tenuto conto di ciò, è necessario, innanzitutto, creare una maggiore integrazione tra le attrazioni culturali, ossia promuovere un insieme di risorse diffuse, piuttosto che puntare sulle singole emer- genze, anche mediante la realizzazione di itinerari personalizzabili e declinabili in tematiche specifi- che. Questo richiede un forte coordinamento tra i soggetti a vario titolo coinvolti, affinché attuino, tra l’altro, uno sforzo comunicativo congiunto per diffondere la cultura, senza cadere nel rischio di una mistificazione dell’essenza o dell’identità dei territori, come purtroppo avviene per molti segmenti di offerta turistica.
Riferimenti bibliografici
Bonti, M., (2012), I musei d’impresa e la valorizzazione del territorio. In: Ciappei C., Padroni G. (a cura di),
Le imprese nel rilancio competitivo del Made e service in Italy: settori a confronto, FrancoAngeli, Milano,
pp. 300-333.
Calabrò, A., (2003), Turismo industriale in Italia, Touring Club Italiano, Milano. Carrubba, S., (2008), Turismo industriale in Italia, Touring Club Italiano, Milano.
Dansero, E., Emanuel, C., Governa, F., (2003), I patrimoni industriali, FrancoAngeli, Milano.
Dansero, E., Scarpocchi, C., (2012), Patrimonio industriale e sviluppo locale: un approccio geografico. In: Ciuffetti R., Parisi, R. (a cura di), L’Archeologia Industriale in Italia: 1978-2008, FrancoAngeli, Milano, pp. 353-362.
Gilli, M., (2009), Autenticità e interpretazione nell’esperienza turistica, FrancoAngeli, Milano.
Girardi, D., Oliva, S., (2017), L’esperienza dei musei di impresa in Veneto: un connubio virtuoso tra impresa,
territorio e turismo, Cassa di Risparmio del Veneto, Venezia.
Jansen-Verbeke, M., (1999), ‚Industrial heritage: A nexus for sustainable tourism development‛, Tour-
Lane, B., Kastenholz, E. et al., (2013), Industrial Heritage and Agri/Rural Tourism in Europe. A review of
their development, socio–economic systems and future policy issues, Policy Department B: Structural and
Cohesion Policies, European Parliament, Brussels.
Montemaggi, M., (2007), Il museo d’impresa. In: Montemaggi M., Severino F. (a cura di), Heritage Marke-
ting. La storia dell’impresa italiana come vantaggio competitivo, FrancoAngeli, Milano, pp. 108-126.
Montemaggi, M., (2008), ‚I musei d’impresa: un’opportunità per il Paese‛, Economia della Cultura, 4, pp. 478-487.
Pardo Abad, C.J., (2008), Turismo y patrimonio industrial, Sintesis, Madrid.
Savoja, L., (2011), ‚La visita d’impresa. Da attrazione a prodotto turistico‛, ROTUR Revista de ocio y tu-
rismo, 4, pp. 33-56.
Solimine, G., (2008), ‚Il museo della liquirizia Giorgio Amarelli‛, ‚Economia della cultura‛, 4, pp. 565- 568.
UNTWO, (2011), Communicating Heritage. A handbook for the Tourism Sector, World Tourism Organiza- tion, Madrid.
Zilli, I., Minguzzi, A., (2015), Fattori di attrattività turistica del patrimonio archeologico industriale. In: Bac- carani C., Testa F. et al. (a cura di), Heritage, Management e Impresa: quali sinergie?, XXVII Convegno annuale di Sinergie, Università degli Studi del Molise, pp. 697-708.
Sitografia
(ultimo accesso 30/03/2017)
ISPRA linee guida per la tutela, gestione e valorizzazione di siti e parchi geo-minerari,www. Linee- guida_ParchiGeo_6 ottobre-2008_BIBLIO.pdf. www.grappa.com. www.jfc.it. www.turismoindustriale.it. www.museimpresa.com/turismo-industriale. www.amarelli.it. www.erih.net.
3057 Licenza Creative Commons:
Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International - ISBN 978-88-942641-2-8
FRANCO BOCHICCHIO1