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PARTE I – Profilo storico, apparato teorico e strumenti di analisi

Capitolo 3. Grammatica di Categorie e Costruzioni

3.4. La grammatica di Categorie e Costruzioni

3.4.9. La GCC e gli altri modelli teorici

Il principio della determinazione semantica e quello della determinazione costruzione dei macro- formati semantici pongono la GCC in uno spazio teorico intermedio tra gli approcci costruzionisti e cognitivisti. Come i primi infatti la GCC cerca di definire le categorie linguistiche attraverso il loro comportamento sintattico o templatico che da profili costruzionali diversi (per nomi e verbi). Gli approcci formalisti tuttavia, come è possibile vedere da Langacker (1968: 83), tendono ad escludere che il significato sia un fattore importante per definire i contorni categoriali

“Let’s ask whether each part of speech really denotes a consistent kind of meaning […] Now it is true that any word that names an object will be a noun. But, on the other hand, not every noun names an object. Earthquake names, if anything, an action, as does concert; redness and size name properties; place and location pretty obviously name locations. In fact, for just about any kind of entity we can think of, there exist nouns that name that kind of entity. So the grammatical notion of noun can’t be given a definition in terms of what kind of entity it names […] A particular kind of entity need not correspond to a single part of speech either […] We conclude that parts of speech are not definable in terms of meaning.”

Il concetto di formato semantico, fondamentale nella GCC, contrariamente ai criteri formalisti si sorregge sul valore semantico della categoria. È stato infatti precedentemente messo in luce che l’articolazione delle strutture linguistiche viene istanziata a partire dal formato semantico che, a sua volta, corrisponde a un aggregato concettuale derivato dall’esperienza tramite la categorizzazione (§ 3.4.6 e § 3.4.8.1). Questo aspetto accomuna quindi la GCC a approcci cognitivisti, che riconoscono un ruolo fondamentale al valore semantico dei componenti grammaticali174.

Esistono tuttavia delle importanti differenze tra la GCC e le grammatiche costruzioniste. In queste ultime le costruzioni non sono mai derivate da altre categorie funzionali che le determinano, ma costituiscono lo strumento di rappresentazione diretta del significato grammaticale. L’inventario della costruzioni viene situato nello stesso modulo delle forme lessicali. Le costruzioni grammaticali (fonetiche, morfologiche, sintattiche) differiscono dagli elementi lessicali in quanto si raggruppano

174 La predominanza della semantica nel determinare le categorie linguistiche traspare dalla seguente affermazione di

Langacker (2008: 93): “Here, several decades later, I demonstrate the inexorable progress of grammatical theory by claiming that a noun is the name of a thing.”

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in gerarchie articolate in relazione al grado di specificità e alla possibilità di applicarsi a più ambiti formali175.

Nelle GCC, invece, le costruzioni non rappresentano lo snodo principale tra la rappresentazione semantica e quella formale, ma appartengono a uno stadio di configurazione formale secondario rispetto a quello categoriale. Come mostrato, l’opposizione categoriale tra i formati semantici principali determina gli elementi linguistici principali (verbo, nome). Ogni categoria istanzia una serie di relazioni formali provviste di un preciso valore logico semantico e pragmatico. La differenziazione tipologica tra le varie forme linguistiche, corrispondenti ad aggregati costruzionali diversi, è determinata dalla maniera in cui i fattori funzionalici che sorreggono la codifica linguistica sono realizzati. La preminenza che nella GCC viene riconosciuta alle motivazioni funzionali (facilità di processazione, iconicità ed economia) rendono il modello affine alle rappresentazioni teoriche funzionalistiche (Haiman 1980, Hopper & Thompson 1980, DuBois 1987a, Hengeveld 1992 inter

alia) che enfatizzano il ruolo dei fattori semantici, discorsivi e cognitivi nella strutturazione dei

rapporti formali insiti nel sistema.

La GCC costituisce una cornice interpretativa unitaria per i fenomeni tipologici che verranno analizzati nella seconda parte del presente lavoro. Limitando le categorie a pochi formati semantici che mostrano una caratterizzazione funzionale tipologicamente regolare (ovvero che si attestano in molte lingue del mondo), si evita il rischio di far proliferare le categorie concettuali di base che, da un lato, aumenterebbero la complessità del modello teorico e, dall’altro, necessiterebbero di una validazione empirica difficile da riscontrare. Nei paragrafi precedenti si è infatti visto che molte categorie grammaticali ritenute primariamente universali non vengono realmente riscontrare in tutte le lingue del mondo176 e devono pertanto essere circoscritte a insiemi limitati di lingue. La limitazione delle categorie concettuali di base consente di evitare questi problemi, preservando il modello dalla possibilità che alcuni postulati teorici non vengano corroborati dalla realtà linguistica.

Le costruzioni, altro elemento fondamentale nella rappresentazione grammaticale della GCC, descrivono correlati morfosintattici dei formati e le relazioni tra i vari elementi funzionali del sistema. Come mostrato in precedenza, essi costituiscono degli schemi sintagmatici grazie ai quali le categoria maggiori strutturano le relazioni formali nei vari livelli del sistema linguistico. Dall’assetto costruzionale è possibile quindi identificare empiricamente i formati semantici, senza postulare a

priori le relazioni grammaticali riconducibili ai singoli formati. Applicando questa peculiarità della

175 Per queste caratteristiche delle grammatiche costruzioniste si rimanda a Goldberg (1995) e Croft (2001).

176 Si consideri ad esempio la difficoltà di ricontrare la categoria di soggetto in molti sistemi linguistici che impiegano

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GCC alla codifica della struttura argomentale, è possibile rappresentare in un unico schema concettuale la variazione tipologica dei sistemi di allineamento. L’assetto formale delle costruzioni può infatti variare in relazione ai fattori semantici o discorsivi grammaticalizzati nella singola struttura attanziale177, senza tuttavia che questa variazione implichi alcuna problematica nell’assetto generale del modello teorico. Nella GCC le strutture sintattiche non sono schemi formali teoricamente predeterminati, ma possono essere accomunate a articolazioni funzionali che rispondo alle necessità semiotiche determinate dalle categorie principali.

177 Le dinamiche di questi processi saranno chiarite nei prossimi paragrafi allorché si affronterà il tema della diacronia

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