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Sin dall’inizio notevole fu l’impegno di Battaglini come uno dei primi, a livello europeo, convinti sostenitori e divulgatori delle geometrie non-euclidee5, che saranno oggetto di numerose e proficue discussioni e che soltan- to dopo l’avvento della teoria della relatività di Ein stein saranno, com’è noto, completamente accettate dalla co- munità scientifica; Battaglini fu uno dei primi a com- prendere le novità concettuali presenti in tali geome trie, grazie alla sua personale capacità di accettazione, in senso bachelardiano del novum, che emer geva nei vari campi del sapere scientifico6.

Tradusse in italiano nel 1867 la Pangeometria di Loba- tcevskij per fare comprendere le nuove tendenze in atto nella matematica europea; tale tra duzione apparve nel 1868 sul Giornale di Matematiche, una nuova rivista che aveva fondato a Napoli nel 1863 con Vincenzo Janni e con Nicola Tru di. Tale rivista, che ebbe molto succes- so sia in Italia che all’estero, gli permise di entrare in contatto con studiosi stranieri, in particola re con i ma- tematici francesi che apprezzarono i suoi contributi e le arie iniziative ivi promosse7. Il Giornale di Matematiche animò il dibattito sulle geometrie non-euclidee e valse a Battaglini numerosi riconoscimenti da parte di varie università straniere, come quella russa di Kazan, dove in segnò Lobatcevskij. Il modello del Giornale fu tenu- to presente anche in Fran cia, dove il matematico Julius Hoüel fondò nel 1870 un analogo Bulletin des Sciences

Mathématiques, di cui Battaglini fu uno dei primi colla-

boratori stranieri e vi rimase fino alla morte8.

Dopo alcuni importanti articoli del matematico mar- tinese e la pubblica zione, sempre sul Giornale, di un importantissimo lavoro di Eugenio Beltra mi nel 1868

(Saggio sull’interpretazione critica della geometria non euclidea), su cui ha richiamato l’attenzione recente-

mente Imre Toth9, Battaglini concentrò tutti i suoi sfor- zi sull’impegno didattico, teso a illu strare le fecondità concettuali delle geometrie non-euclidee presso i suoi nu merosi allievi, a cui del resto era indirizzato il Gior-

nale, nel sottotitolo del quale, molto significativamente,

si leggeva ad uso degli studenti delle univer sità italiane. Spinto anche da esigenze economiche, Battaglini tra- dusse molte opere di scienziati stranieri per fare capire la necessità di applicare le geometrie non-euclidee in al- tri campi, come la meccanica razionale. Questa intuizio- ne sarà alla base della relatività di Einstein ma l’obietti- vo perseguito da Batta glini era di natura essenzialmente politico-culturale, ossia quello di elevare il tono della

cultura scientifica italiana, come ebbe a scrivere in va-

rie lettere indirizzate a studiosi stranieri10.

Il Giornale di Matematiche diventò, così, un esempio

di alta divulgazio ne scientifica, l’organo ufficiale per

la geometria non euclidea, come ebbe a dire nel 1906

Giovanni Bonola11; intorno a esso, si coagularono giova- ni stu diosi, aiutati da Battaglini, l’impegno del quale si concentrò nel formare i giovani matematici, nel fondare una scuola di studi matematici e nel farli conoscere a livello internazionale. Gli ultimi anni di Giuseppe Bat- taglini, afflitto da problemi di salute e da ristrettezze economiche, furono dedicati alla traduzione di opere di altri scienziati e all’approfondimento delle nuove teorie matematiche emergenti in Germania, dove mandava i suoi allievi migliori a perfezionarsi presso la scuola di Felix Klein.

Battaglini fu uno dei primi matematici italiani a com- prendere la necessi tà di mettere insieme un gruppo di ricercatori per costituire una scuola, do ve si dibattesse- ro le metodologie innovative della ricerca matematica; lo scienziato pugliese sino agli ultimi anni della sua vita, sempre attratto dal le novità del pensiero matema- tico, discusse fra l’altro con i suoi allievi la Teoria delle

Trasformazioni di Sophus Lie nel 1892 e la Teoria dei Quaternio ni di William Hamilton, che costituisce un

importante capitolo della fisica matematica. Le più so- fisticate e sem pre più specialistiche teorie matematiche venivano studiate analiticamente dal Battaglini, che ri- usciva a renderle chiare e, soprattutto, occasione di ul- teriori sviluppi, che, dopo un’attenta verifica, pubblica- va nel suo Giornale.

Mario Castellana Dipartimento Storia Società Studi sull’Uomo

Università del Salento

5. Su questo aspetto si veda A. Rossi, Ricerca scientifica meridionale e sto-

riografia contemporanea, in Aa.Vv., La tradizione scientifica nel Mezzogior- no, Manduria 1992, pp. 115-124.

6. Cfr. M. Castellana, La filosofia implicita di un matematico, in M. Castel-

lana-F. Palladino, cit., pp. 229-246.

7. Sarà soprattutto il matematico francese Houêl a sottolineare il ruolo trai-

nante assunto in Europa da Battaglini; cfr. l’epistolario con Hoüel, in P. Cal- leri-L. Giacardi, Le lettere di Giuseppe Battaglini a Jules Hoüel (1867-1878). La diffusione delle geometrie non euclidee in Italia, in Castellana-Palladino, cit. pp. 47-160

8. Cfr. H. Gispert, Image des mathématiques italiennes dans le ‘Bulletindes

sciences mathématiques’, «Rivista di storia della scienza», 1984, n. 2, pp. 258-261.

9. Cfr. I. Toth, De Interpretatione. La geometria non euclidea nel contesto

della ‘Oratio continua’ del commento ad Euclide, Napoli 2000.

10. Tutte queste notizie sono ricavate dalle lettere di Battaglini a Houël e

ad altri matematici italiani, come Beltrami, Cesaro, Amodeo e Betti, recen- temente ri trovate da alcuni storici della scienza nei rispettivi fondi mano- scritti. Va segnalato che su altre riviste sono state pubblicate o sono in corso di pub blicazione altre lettere di Battaglini in viate a matematici italiani. Il fondo Battaglini, donato all’Univer sità di Napoli, purtroppo è stato perdu- to. Sull’importanza degli studi matematici di quel periodo, si veda anche U. Bottazzini, Mathematics in a unified Italy, in J. Mehrtens, a cura di, Social History of Nineteenth Century Mathematics, Boston 1981, pp. 165-178.

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