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3.2 Le prime realizzazioni tra comunicazione verbale e non verbale

3.2.2 Gesto e ritardo linguistico

Gran parte della ricerca sull’interazione tra gestualit`a e ritardo linguisti- co fa riferimento al gesto deittico in relazione a diversi tipi di disturbo, tra cui soprattutto quello autistico, caratterizzato da una bassa frequenza di realizzazione (Clements and Chawarska, 2010), (Sparici, 2013). L’altro accostamento molto frequente `e quello tra deittico dichiarativo e sincronia dello sguardo, caratterizzato da un’interazione che gode dello status di in- dice predittivo, come si vedr`a in seguito. In questa sezione, dunque, verr`a dato particolare spazio all’interazione tra la dimensione simbolica del gesto ed il ritardo linguistico.

Come ho avuto modo di evidenziare nel Capitolo 1, la letteratura re- lativa a tale tipo di correlazione `e caratterizzata da alcune note stridenti. Per comodit`a riassumo di seguito la discrepanza relativa ai lavori di Faso- lo and D’Odorico (2002), Fasolo and D’Odorico (2005) e Thal et al. (1991), Thal and Tobias (1992). Nella prima coppia di studi (Fasolo and D’Odorico, 2002), (Fasolo and D’Odorico, 2005) era stato evidenziato un utilizzo ridot- to di deittici propositivi tanto nel gruppo con ritardo linguistico quanto nel gruppo di controllo all’et`a di 24 mesi, nonostante la differenza performativa a 20 mesi e la correlazione positiva con l’ampiezza del vocabolario a 30 mesi. I risultati evidenziavano , inoltre, che i deittici richiestivi venivano utilizza-

ti in misura ridotta tanto dal gruppo LT quanto dal gruppo di controllo, mentre i deittici dichiarativi, contrariamente alle aspettative, apparivano maggiormente nel gruppo con sviluppo tipico. Per quanto riguarda i deittici responsivi, il loro impiego appariva uguale nei due gruppi. Nella seconda coppia di studi (Thal et al., 1991), (Thal and Tobias, 1992), invece, l’analisi del gesto, centrato stavolta sia sul deittico che sulla controparte simbolica, evidenziavano un aspetto interessante relativamente ai soggetti LB, ovvero soggetti con recupero spontaneo del ritardo linguistico entro i 30 mesi, ri- spetto a soggetti con ritardo linguistico persistente. Nel dettaglio, i soggetti LB si servirebbero del gesto comunicativo per sopperire alla mancanza di un recupero lessicale nella loro produzione orale, differendo in questo tanto dai gruppi di controllo quanto dal gruppo di soggetti LT con ritardo persistente. I risultati presentati avevano ampliato quelli riscontrati in uno studio di poco precedente (Thal and Bates, 1988) su 9 soggetti (7 maschi e 2 fem- mine) LT e un gruppo di controllo di pari et`a cronologica ed uno di pari et`a linguistica. Il task, al fine di riprodurre una situazione di produzione lessicale, consisteva in una somministrazione di gesti simbolici con oggetti presenti o assenti nel contesto interattivo che i soggetti dovevano imitare sin- golarmente (livello lessicale) ed in sequenza (livello strutturale). I risultati evidenziano che il gruppo di controllo di pari et`a cronologica presentava una performance migliore nell’imitazione dei gesti rispetto ai soggetti LT. Tutti e tre i gruppi presentavano una performance migliore quando l’oggetto era presente, ed una performance pi`u povera quando non era presente. Inoltre, sul task che misurava l’analogia tra il gesto e le struttura sintattica, i soggetti LT presentavano una performance simile al controllo di pari et`a cronologica, come se ad un certo punto ci fosse una dissociazione tra le due modalit`a. In conclusione, ci sarebbe un avvicinamento del soggetto LT a quello di pari et`a cronologica per la produzione in sequenza di gesti, mentre presentavano una performance vicina al gruppo di controllo di pari et`a linguistica per le produzioni singole, evidenziando un ritardo nel recupero simbolico. Gli stessi risultati sono stati duplicati in uno studio ancora successivo, in cui Thal and Tobias (1994) hanno indagato sulla produzione spontanea ed imi- tativa di 17 soggetti con ritardo linguistico espressivo tra i 18 ed i 33 mesi, confrontandola con un gruppo di controllo di pari et`a cronologica e uno di pari et`a linguistica. Anche in questo caso, i risultati hanno evidenziato che i soggetti LT presentavano una performance al pari dei coetanei su tutte le misure sperimentali della produzione gestuale simbolica successiva. Tutta- via, presentavano una performance simile ai soggetti di controllo di pari et`a linguistica per i gesti deittici precoci.

Dalla comparazione degli studi presentati emerge un quadro interessate relativo alla relazione tra il gesto e lo sviluppo del linguaggio e che con- feriscono al gesto un’accezione compensatoria qualora il ritardo si presenti come temporaneo, come nel caso dei Late Bloomers. Nel dettaglio, tale ac- cezione pu`o essere spiegata in due modi. Da un lato, i soggetti con recupero

spontaneo, al fine di recuperare le lacune lessicali, usavano molti pi`u gesti comunicativi rispetto ai soggetti controllo di pari et`a cronologica e di pari et`a linguistica. Allo stesso tempo, tuttavia, i soggetti con recupero spon- taneo usavano gesti comunicativi per rispondere a domande ugualmente al gruppo di pari et`a cronologica, ma diversamente dai soggetti con ritardo persistente e dal controllo per et`a linguistica, evidenziando, nonostante il ritardo espressivo, un livello pari alla norma per questa funzione specifica.

Questi risultati, oltre ad evidenziare l’importanza del gesto quale in- dice predittivo di un ritardo linguistico tra i 18 ed i 28 mesi, risulta in linea perfettamente con i report sulla relazione tra cognizione non stretta- mente linguistica (produzione del gesto) e lo sviluppo del linguaggio tanto in soggetti con evoluzione nella norma che ritardata. Come avevano gi`a evidenziato Acredolo and Goodwyn (1988), alcuni soggetti possono far ri- ferimento ad una performance gestuale nel momento in cui presentano una carenza temporanea nell’utilizzo della controparte verbale, ma ci`o dimostra, in ogni modo, una compresenza del gesto come altro possibile strumento co- municativo, contestualmente ad aumento progressivo di tutte le altre abilit`a linguistiche. D’altro canto, l’evidenza che i soggetti con ritardo linguisti- co persistente non ne facciano uso, evidenzia una congruenza tra le due modalit`a in quanto entrambe carenti ed accompagnate da una progressiva diminuzione della motivazione comunicativa. Inoltre, tale ritardo in entram- be le modalit`a potrebbe essere dovuto ad un’ancora immatura percezione della dimensione comunicativa del gesto simbolico, soprattutto se accostata ad un ritardo anche recettivo. Un aspetto interessante evidenziato nel sud- detto studio riguarda le vocalizzazioni che accompagnano il gesto, le quali appaiono simili in tutti i gruppi d’analisi, ovvero soggetti con ritardo tem- poraneo, soggetti con ritardo persistente e soggetti di pari et`a linguistica. Solo il gruppo di pari et`a cronologica ha mostrato una preferenza nell’utiliz- zo di produzioni pi`u mature alle vocalizzazioni, evidenziando una possibile immaturit`a temporanea a livello motorio-orale nei gruppi con ritardo.

A questo stato dell’arte non si pu`o ovviamente escludere l’individualit`a della performance, contestualmente alla tipologia di input ricevuti. In altre parole, non si pu`o portare avanti un’analisi che non tenga conto del contesto personale e contingente. Se, come ha gi`a specificato il lavoro della Bonifacio and Stefani (2010), esistono bambini “referenziali”ed “espressivi“, caratte- rizzati da diversi stili d’acquisizione, cos`ı esisteranno bambini che, sottoposti ad un input a modalit`a preferenziale, tendano a rispecchiare questa tenden- za contingente. Fatto sta che, ad un’analisi attenta,il gesto si pone come ottimo predittore del futuro sviluppo progressivo del linguaggio, o come ho gi`a avuto modo di evidenziare all’inizio del presente paragrafo, rappresenta la punta dell’iceberg di disturbi pi`u gravi, quali ad esempio l’autismo.