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Porticus Minuciae

V.4.2 Gli anni Ottanta e Novanta

Nel 1983, per la prima volta nella storia degli studi, il lato meridionale della porticus fu indagato stratigraficamente grazie agli scavi condotti da D. Manacorda ed E. Zanini nelle dieci cantine del Museo Nazionale Romano della Crypta Balbi.251 Togliendo il

pavimento di queste cantine, gli archeologi portarno alla luce il muro perimetrale

247 NICOLET 1976, pp. 37-44; VIRLOUVET 1987, p. 175. 248 MOMIGLIANO 1969, p. 334. 249 POLLERA 1979,pp. 141-169. 250 NICOLET 1976, pp. 29-51. 251 MANACORDA-ZANINI 1989, pp. 25-32.

meridionale del portico con il relativo pavimento, nonché un intricato sistema di strutture poste tra la porticus e l’edificio della Crypta Balbi. Il muro del portico, scoperto per circa 60 metri e attraversante tutte le cantine, presenta un aspetto dovuto alle spoliazioni successive. I resti consistono per lo più nella fondazione a sacco del muro, realizzata in conglomerato cementizio misto a scaglie di tufo e travertino. In alcuni punti si conserva però il primo ricorso di blocchi in travertino sul quale dovette elevarsi il muro vero e proprio. Il muro, sul lato nord, delimita un piano pavimentale composto da uno strato di malta e scaglie di travertino adagiata su uno strato di macerie. Le strutture sono state datate stratigraficamente ad un intervallo di tempo compreso tra l’epoca di Domiziano e la seconda metà del II secolo d.C.252 Per quanto riguarda le fasi precedenti, purtroppo gli

scavi non arrivarono mai ad una profondità tale da permettere di indagare gli strati di II secolo a.C. Solo in pochi punti dello scavo furono scoperte alcune strutture appartenenti alla fine dell’età repubblicana e che furono tagliate dalla costruzione del muro imperiale della porticus.253 Gli archeologi identificarono le strutture del portico come afferenti alla

porticus Minucia frumentaria iniziata da Domiziano ma completata da Traiano, e vedendovi un allargamento della porticus Minucia vetus di Largo Argentina.254

A questo punto la teoria di A. Momigliano sulla nascita del nome Minucia nell’ambito dell’eruditismo di epoca Claudia viene a decadere.

D. Manacorda si trova quindi d’accordo con la teoria di C. Nicolet sulla funzione del Tempio delle Ninfe come sede dell’archivio degli aventi diritto alle frumentationes.255 Le

Ninfe infatti sono molto spesso connesse ai culti della fertilità e dell’abbondanza (donazioni di cereali). Bisognerebbe però capire di quali Ninfe possa trattarsi: secondo lo studioso andrebbero messe in relazione alle Grazie.256 Vi sono infatti numerosi gettoni

plumbei che rappresentano le Grazie con un modus a tre spighe, con Fortuna o con Ercole a riposo. Un gettone in particolare ritrae le Grazie associate alla fronte in un tempio ottastilo. A livello linguistico vi è un nesso che associa le Grazie alla Fortuna: l’aggettivo

252 MANACORDA-ZANINI 1989, Periodo IV, pp. 27-28. 253 Periodo I in MANACORDA-ZANINI 1989,p. 26. 254 MANACORDA-ZANINI 1989,p. 28.

255 NICOLET 1976.

grat-uitus con l’aggettivo fort-uitus (fig. 18). L’istituzione delle frumentationes infatti si fondava nella sfera pubblica e sul concetto di beneficio e quindi di gratitudine.

Il rinvenimento di alcuni stucchi durante le indagini svolte negli anni Trenta all’interno del tempio di via delle Botteghe Oscure, uno dei quali raffigura la testa di un uomo barbato (fig. 19), ha dato un ulteriore spunto alla teoria di D. Manacorda che vi riconosce l’immagine del dio Pan, divinità silvestre in stretto rapporto con le Ninfe.

Altri documenti a sostegno della teoria che vede nel portico la Porticus Minucia frumentaria sono due basi marmoree cilindriche gemelle iscritte conservate ai musei Vaticani (CIL VI, 85 a-b). Queste basi (fig. 20) sostenevano altrettante piccole immagini dei Dioscuri, onorati per l’occasione da M. Aelius M. f. Rusticus nella sua qualità di responsabile del collegio che raggruppava il personale addetto alle grandi bilance destinate alla misurazione del frumento necessario per le distribuzioni (mensores machinarii frumenti publici). La dedica porta la data del 18 maggio 198 d.C., giorno in cui il Sole entrava nella costellazione dei Gemelli. A partire dal 332 d.C. in quello stesso

Figura 36: Ipotesi di schema di relazione gratuito/fortuito nel gruppo delle Grazie. (da MANACORDA-ZANINI 1997)

Figura 37: uno degli stucchi rinvenuti all'interno del tempio.

giorno si sarebbe celebrato a Costantinopoli il Natalis Annonae e l’inizio delle locali distribuzioni gratuite di pane ricalcate sul modello romano.257

Figura 38: Le due basi provenienti dai pressi di piazza del Gesù. (foto dei calchi da MANACORDA 2001).

Figura 39. CIL VI, 85.

Le basi furono segnalate nel XVI secolo nell’area dei palazzi Altieri e Benzoni (piazza del Gesù) e, secondo Manacorda, è probabile che siano state ritrovate proprio in quella zona, che coincide con il centro dell’edificio anonimo, a pianta quadrangolare lunga e stretta, delineato dalla Pianta marmorea severiana tra Porticus Minucia e Divorum, che Filippo Coarelli ha proposto di interpretare come horrea e nel quale non sarebbe impossibile, secondo il prof. Manacorda, riconoscere gli antichi horrea Aemiliana, o comunque i magazzini destinati allo stoccaggio del frumentum publicum.258

Nel 1993, nel suo primo saggio sull’argomento, F. Zevi ipotizza invece che la porticus di via delle Botteghe Oscure sia la vetus.259Nello stesso articolo l’autore propone anche

di riconoscere la porticus Minucia frumentaria nel grande edificio a pilastri di S. Maria dei Calderari, in un’area del Circo Flaminio dove, interpretando un passo di Ovidio,

258 COARELLI 1968;MANACORDA 2001, p. 34.

259 ZEVI 1993, pp. 676-677, 692. Un’ipotesi ripresa poi in tutti i successivi saggi dell’autore

sarebbe da porre un tempio di Ercole Custode.260 Oltre al citato omen accaduto sotto

Commodo, il collegamento tra la frumentaria ed un tempio di Ercole sarebbe confermato anche da una tessera raffiguarante un Ercole stante con clava e skyphos e, sul rovescio, la dicitura Minuciae.261

Mettendo in pianta gli edifici che secondo le fonti bruciarono con l’incendio dell’80 d.C., il portico di via delle Botteghe Oscure risulterebbe circondato da edifici andati distrutti (fig.). Per tale motivo è ragionevole identificare il portico con la vetus, elencato dal Cronografo tra gli edifici distrutti dall’incendio.

260 Fasti, VI, 209: Altera pars Circi Custode sub Hercole tuta est. Il passo parla del 4 giugno, lo stesso

giorno per i quali i Fasti di Filocalo riportano la dicitura Ludi in Minicia. Cfr. ZEVI 1993, pp. 681-683; 1994, pp. 1073-1076; 2007, pp. 369-382. Cfr. contra COARELLI 1997, p. 307.

Figura 40: Ipotesi ricostruttiva del percorso dell’incendio dell’80 d.C.(D.Palombi in ZEVI

1996)

Di conseguenza sembra molto più semplice e logico affermare che il portico in via delle Botteghe Oscure corrisponda alla porticus Minucia vetus, eretta in età repubblicana, ma ricostruita da Domiziano e che la porticus Minucia frumentaria si trovi altrove. Questo è ciò che pensa F. Zevi e propone la seguente analisi delle fonti: considerando l’ordine in cui sono elencati i monumenti della IX regione presentati nei Cataloghi, appare evidente che siano associati per tipo. Partendo dal lato nord del circo Flaminio, da est verso ovest, abbiamo in primis le due aedes (di Apollo e Bellona), poi la porticus Philippi, le Minuciae duae, vetus et frumentaria, la crypta Balbi, theatra. III. Imprimis Balbi qui

capet loca.XI. DX. Pompei capet loca.XVII.DLXXX. Marcelli capet loca.XX., Odium etc. Secondo Zevi il raggruppamento delle due porticus Minuciae, poste subito dopo la porticus Philippi, segue la stessa logica del raggruppamento dei tre teatri di Balbo, Pompeo e Marcello. Infatti la porticus Philippi avrebbe “attratto” le Minuciae così come subito dopo il teatro di Balbo viene seguito da quello di Pompeo e di Marcello.

È noto che il Calendario Filocaliano indica la celebrazione di ludi in Minicia nello stesso giorno (4 giugno) che i Fasti Venusini di età augustea assegnano al culto dell’Hercules Magnus Custos, che dobbiamo realisticamente collocare sul lato occidentale del Circo Flaminio, dove si addensano infatti numerose testimonianze epigrafiche del culto.262 Una tessera plumbea, studiata da Rostovzev263 inizialmente e poi

ripresa da Nicolet e Virlouvet, ritrae da un lato Ercole stante con clava e skyphos e dall’altro la scritta Minuciae, quasi certamente un locativo.264

Nell’Historia Augusta, nella parte dedicata a Commodo, vi è raccontato uno degli aneddoti che presagirono la fine dell’imperatore, ed in particolare vi è scritto che la statua di Herculis aeneum sita nella Minicia per diversi giorni sudò. Ciò significa che Ercole Custode, dio sotto la cui protezione si era posto Commodo, lo aveva abbandonato mostrando tramite la trasudazione della sua statua un presagio di morte, che per di più avveniva nella Minucia dinanzi a tutta la plebe.265

Tracce collegate ad Ercole – di età anche notevolemente risalente – non mancano nell’Area Sacra di Largo Argentina: dall’area antistante il tempio C proviene infatti un frammento di cippo in peperino, nel quale è stata vista la possibile traccia di una dedica ad Ercole di età mediorepubblicana.266Per quanto riguarda l’area attigua al Tempio di via

delle Botteghe Oscure i Registri dei Trovamenti del Comune di Roma annotano nel 1938 il recupero di un “frammento di marmo con tratto di gamba e di clava”, che potrebbe essere identificato in un elemento scultoreo attualmente presente nei depositi dell’Area Sacra e di cui non conosciamo il luogo preciso di ritrovamento.267

262 ZEVI 1993,pp. 679 ss.

263 ROSTOVZEV 1903, n. 337, tav. III, 44. 264 ZEVI 1993, p. 680.

265 ZEVI 1993, p. 681.

266 ILLRP, 119; KAJANTO 1981, pp. 88-89, n. 2, tav. XXX, 2. 267 R.T., XI, 84, in data 14 marzo 1938.

Dallo studio e dall’analisi di questi documenti F. Zevi pensa che non ci sia dubbio alcuno sulla stretta relazione che intercorreva tra Ercole Custode e la porticus Minucia frumentaria. Secondo lui si deve cercare di localizzare il suddetto tempio partendo dall’assunto che Ercole Custode tutelava la altera pars circi (circo Flaminio), che si attestava all’altezza di via Arenula.268

Pertanto la porticus Minucia frumentaria dovrebbe essere riconosciuta, secondo F. Zevi, in un edificio porticato di cui oggi resta visibile all’esterno solo un’arcata inglobata nelle case di Via S. Maria dei Calderari, ma che in epoca rinascimentale è stato rappresentato numerose volte da architetti che lo hanno rilevato e disegnato. Si tratta di un portico con archi inquadrati da pilastri di travertino con semicolonne tuscaniche e con ghiere e piattabande in laterizi, chiaramente un edificio utilitario, molto simile alla porticus Aemilia. I disegni rinascimentali (Peruzzi, Palladio e Serlio) riproducono una sorta di spina trasversale composta di elementi circolari e semicircolari a nicchioni, di difficile comprensione. Riproducono anche un secondo ordine con arcate di luce pari alla metà delle sottostanti; si può quindi ipotizzare che il piano superiore servisse da magazzino per il grano, che poi veniva trasportato al piano inferiore tramite grandi scale circolari, per poi essere distribuito in ciascuno degli ostia del piano inferiore.

Un altro fattore da considerare è la prossimità dell’edificio di via dei Calderari rispetto al Tevere, cosa che dava migliori possibilità di trasporto del grano dagli horrea dell’emporio o dal porto tiberino. Al contrario secondo F. Zevi il quadriportico di via delle Botteghe Oscure si sposa decisamente meglio con ciò che doveva essere il grandioso portico trionfale costruito da Minucio Rufo e che attorniava il tempio in esame. Infatti come ha notato anche Rickman è davvero difficile immaginare una folla di migliaia di persone recarsi giornalmente nella porticus di via delle Botteghe Oscure che in età imperiale finì completamente circondata da altri edifici e servita da piccoli vicoli e passaggi stretti.

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Ricapitolando, la scoperta di Lucos Cozza del 1968, di poco successiva alle teorie di Guglielmo Gatti sul Teatro di Balbo, ha indubbiamente risolto molti problemi di carattere topografico idividuando, per mezzo dei frammenti della Forma Urbis e attaraverso

l’analisi dei resti sul terreno, il giusto posizionamento degli edifici nel Campo Marzio meridionale, innescando un’accesa discussione sulla localizzazione e l’identificazione delle due porticus Minuciae.269 Rimane ancora oggi incerta l’attribuzione del tempio e

del suo portico: quale delle due Porticus Minuciae circonda il tempio di via delle Botteghe Oscure, la vetus o la frumentaria? A quale divinità si attribuisce il tempio? Le ipotesi degli studiosi in merito si dividono. Secondo L. Cozza270 e F. Zevi271 si tratta del tempio

dei Lari Permarini, i protettori dei naviganti, che come sappiamo dai Fasti Prenestini272

era collocato all’interno della Porticus Minucia Vetus. Il tempio repubblicano fu votato dal pretore L. Aemilius Regillus che si rivolse alle divinità tutelari della navigazione nel corso della battaglia navale a Myonnesos nel 190 a.C. contro la flotta del re Antioco III di Siria.273 Conosciamo anche la data di fondazione della Porticus Minucia vetus, questa

fu fondata nel 106 a.C. dal console M. Minucio Rufo dopo il suo trionfo sugli Scordisci.274

Per F. Coarelli275, C. Nicolet276 e D. Manacorda si tratterebbe invece della Porticus

Minucia frumentaria costruita in età imperiale277 in una zona occupata precedentemente

dalla Villa Pubblica278 per servire distribuzioni gratuite di grano. Il tempio repubblicano

al suo interno deve per questo motivo attribuirsi alle Ninfe.279 Nicolet riconosce al tempio

la funzione di archivio: in questa sede si custodivano gli elenchi di coloro che beneficiavano delle frumentationes e per questo motivo il tempio fu bruciato da Clodio tra il 57 e il 56 a.C. In età imperiale, nell’80 d.C., venne danneggiato dall’incendio che divampò nel Campo Marzio e fu restaurato da Domiziano.

269 Per il problema v. D. Manacorda in LTVR vol. IV, s.v. Porticus Minucia Frumentaria, pp. 132-137;

F. Coarelli in LTVR vol. IV, s.v. Porticus Minucia Vetus, pp. 137-138.

270 COZZA 1968,pp. 9-22.

271 ZEVI 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 2007.

272 [Laribus Perm]arinis in port[icus Mi]nucia, in DEGRASSI 1963,pp. 138-139, 543. 273 LTVR vol. III, s.v. Lares Permarini Aedes, p. 174.

274 LTVR vol. IV, s.v. Porticus Minucia Vetus, p. 137. 275 COARELLI 1968,1977.

276 NICOLET 1976.

277 LTVR vol IV, s.v. Porticus Minucia Frumentaria, p. 132. Non si conosce la data esatta di fondazione. 278 LTVR vol IV, s.v. Villa Pubblica, pp. 202-205.

Capitolo VI. Analisi delle evidenze archeologiche dell’area