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Le strutture del complesso residenziale/termale

Capitolo V. La questione delle porticus Minucie: storia degli studi e stato dell’arte

V. 1 1883-1884: Rodolfo Lanciani e gli scavi per la realizzazione di Corso Vittorio Emanuele II La questione del Diribitorium

V.1.1 I lavori di apertura della strada

1) Le strutture del complesso residenziale/termale

Già durante il lavoro preliminare alla stesura del Piano Regolatore furono segnalate alcune strutture archeologiche presenti all’interno del tracciato della nuova strada, come risulta da una delle piante dell’Ufficio V, raffigurante il palazzo di angolo tra via Cesarini e piazza delle Stimmate, di proprietà della famiglia Ferretti (fig. 3).

Figura 4. Pianta della proprietà Ferretti prima delle demolizioni (daMUZZIOLI 1995,p. 146).

Nelle descrizioni allegate per la valutazione dell’immobile, e a cui la pianta si riferisce, si parla dell’esistenza di “due ambienti interni di figura irregolare ricavati fra i ruderi di un antico edificio” allora in uso ad una tipografia e di un ambiente “piuttosto basso di forma semicircolare e ricavato fra i ruderi di un grande nicchione avanzo di antico monumento”.152 Si tratta senza ombra di dubbio delle strutture della domus che sarà

successivamente indagata dal Lanciani ed inserita nella sua F.V.R. Un’altra annotazione riguarda inoltre il fabbricato di proprietà delle Maestre Pie Venerini, ai nn. 92-94 della

via, verso l’estremo est dell’isolato. Parte di questo fabbricato “e più particolarmente quella verso il grande cortile a contatto del muro divisorio con la confinante proprietà delle SS. Stimmate (…) è elevata su ruderi di un antico edifizio che si mantengono tutt’ora ben saldi”.153 In questo caso si tratta con ogni probabilità delle strutture descritte nel 1839

dal Nibby: “… tagliando quindi il palazzo di questo nome [Strozzi] per la piazza delle Stimmate, ed il palazzo Amadei [poi Ferretti] si perviene dietro a questo ad alcune vestigia dello stesso tipo che sono ancora visibili nel cortile del primo palazzo a sinistra della via Cesarini andando verso il Gesù”.154

Durante i lavori di demolizione del palazzo Amadei-Ferretti, a partire da una quota di circa m 2,50 sotto il livello stradale, il 9 settembre 1883 cominciarono ad emergere muri in laterizio, anche di spessore notevole (m 1,20), di ambienti con lati curvilinei, alcuni dei quali sicuramente con destinazione termale.155 La documentazione grafica di questi

ambienti è pressoché presente solo all’interno dei Manoscritti Lanciani conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana, comprendenti una pianta in scala 1:100 e vari schizzi di completamento furono eseguiti in varie fasi dello scavo nel 1883 e successivamente nel 1884 e 1885 (fig. 4).156

153 AC, Piano Regolatore, b. 14, fasc. 2 (1883). 154 NIBBY 1839,IIvol.,pp. 760-766.

155 Cfr. R.T. VI, p. 111, n. 267; p. 112, n. 269; p. 120, n. 287; p. 122, n. 291. Cfr. altresì Mss. Lanc. 22,

pp. 132, 135.

Figura 5. Planimetria in scala 1:100 dello Sneider raffigurante le strutture nella proprietà Ferretti, Cod.

Vat. Lat. 13039, f. 171.

I lavori di scavo proseguiranno fino al dicembre 1883.157 Tra questi muri in laterizio

ve ne era uno, distrutto il 9-10 marzo 1884, che conservava un “arcone bellissimo”158 a

doppia ghiera, i cui bolli, ad esclusione di uno (CIL XV, 1569 a) della fine del III secolo, portano tutti ad una datazione all’epoca di Domiziano (fig. 5).159 Purtroppo al momento

l’esatta posizione del muro con arco rimane sconosciuta.

157 L’ultima data disponibile è il 17 dicembre 1883 e si ricava dalla nota R.T. VI, p. 122, n. 291. 158 Cod. Vat. Lat. 13040, f. 37r.

159 CIL XV, 148; 903; 904 b o c; 1094 g ed e; 1151. Per confronti e bibliografia vedi MUZZIOLI 1995,

Figura 6. Prospetto di un arco appartenente a una delle strutture della proprietà Ferretti, Cod. Vat. Lat. 13040, f. 37r.

Il Lanciani non azzardò mai un’identificazione dell’edificio limitandosi a dire che le strutture appartenevano ad “un grande edificio pubblico, ricco di sale rotonde, absidate, trichore, ecc., agli avanzi del quale (…) non è stato ancora attribuito un nome”160 Il primo

tentativo di identificazione sarà avanzato dallo Hülsen, nel 1910 che, basandosi esclusivamente sulla planimetria dell’edificio, attribuì le strutture ai resti dell’oratorium o monasterium iuxta thermas Agrippianas ricordato da Gregorio Magno nel 596 e nel 599(fig. ).161

160 LANCIANI 1901,p. 7.

Figura 7. Il Monasterium iuxta thermas Agrippianas secondo la tesi dello Hülsen (part. tav. IV in HÜLSEN

1910)

Solo nel 1986, Federico Guidobaldi ha considerato le strutture come parte di una domus privata di IV secolo,162 riferendo ad esse una fistula aquaria trovata dal Lanciani

nello scavo della fogna, nelle vicinanze di piazza del Gesù, e datata inizialmente al IV secolo d.C. e, negli ultimi studi, al V secolo d.C.163 (CIL XV, 7583, fig. 7).

Figura 8. Iscrizione sulla fistula CIL XV, 7583 ritrovata sotto il palazzo di proprietà Colonna, daLANCIANI

1884B,p. 45.

Personalmente non sono d’accordo col mettere in relazione la fistula con le strutture della proprietà Ferretti, in quanto, fortunatamente, all’interno dei Manoscritti Lanciani è

162 GUIDOBALDI 1986,pp. 175-181, figg. 8-10 e ribadito in GUIDOBALDI 1999,p. 57. Daniele Manacorda

parla successivamente di domus di IV secolo, con eventuale intervento nel corso del V testimoniato dalla fistula, in MANACORDA 1993,p. 33.

163 Da R.T. VI, p. 139, n. 324 (23 marzo 1884) e Mss. Lanciani, p. 138, oltre alla data e al luogo di

rinvenimento (davanti il civico n. 2) si ricavano anche le misure: 73 cm per un diametro di 6 cm. Per la sua datazione al IV secolo vedi LANCIANI 1884B,p. 45 e LANCIANI 1884A,p. 104; per una datazione generica al V secolo cfr. The prosopography of the Later Roman Empire, II, pp. 819, 1092, 1101 e W.ECK in LTVR II, pp. 155, 188, s.v. Domus: Palis; Theodorus; Theodosius. La fistula fu pubblicata dal Lanciani in BCom, XII, 1884, p. 45 e NSc, 1884, p. 104.

conservato uno schizzo con l’esatta posizione del ritrovamento della fistula (fig. 8) da cui si evince che fu ritrovata in posizione secondaria, forse poggiata sui basoli della strada trovata nei pressi di Piazza del Gesù, all’angolo tra via del Gesù e la nuova via Nazionale. Volerla mettere in relazione con le strutture di cui sopra è, secondo me, una forzatura.

Figura 9. Schizzo del luogo di ritrovamento della strada basolata, nei pressi di piazza del Gesù. Cod. Vat.

Lat. 13040, 249v.

Secondo Maria Pia Muzzioli, infine, l’edificio poteva estendersi ad est fino alla via del Gesù e, ad ovest, fino alla demolita piazza Strozzi.164 Anche questa ipotesi non mi trova

completamente d’accordo perché dettata dal posizionamento dei rinvenimenti di due strutture (un pavimento in opus sectile ad est e “due circoli ad uso bagni” ad ovest) annotati rispettivamente in R.T. VI, p. 131, n. 310 e p. 147, n. 352 che non possono essere precisamente localizzati. Il riconoscimento e la datazione delle fasi di costruzione dell’edificio, i suoi limiti nonché una sua precisa identificazione, rimangono dunque al momento ancora non precisamente definibili.