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Le strutture dell’impresa “Condominio Argentina”

Capitolo VI. Analisi delle e videnze archeologiche dell’area VI.1 Il tempio di via delle Botteghe Oscure

VI.4 Il limite occidentale della porticus

VI.4.2 Le strutture dell’impresa “Condominio Argentina”

Nell’ottobre del 1938, durante i lavori di scavo per la realizzazione di un edificio residenziale su via di S. Nicola de’ Cesarini, la ditta scoprì “da quota 10 a quota a quota 14 (?) struttura lineare lunga 30 m con fondaz. di calcestruzzo tufo, spesse 0,60, altre di pietriccio, altre file di tufo e conci di travertino di varie misure”.319

Lo stesso giorno i Registri dei Trovamenti riportano:

RT XI, p. 116 (7-X-1938)320: in Via S. Nicola a’ Cesarini, nei lavori di

sottofondazione del palazzo in angolo con largo Argentina, si è scoperta una fondazione in blocchi di tufo e conci di travertino.

La notizia è poi riportata anche sui Registri di Zona:

319 CG 3870: (7/10/38). 320

RZ 32, p. 119, 7/10/38: via S. Nicola Cesarini. Costruzione Condominio Largo

Argentina nei lavori di fondazione che guarda il foro Argentina dalla quota di m 10, del livello del mare a 14 metri si nota una struttura lineare con fronte preciso di circa m 30, tra fondazione di calcestruzzo tufo di spessore m 0,60, non uniforme altre di pietriccio, altre file di tufo e conci di travertino di varie dimensioni si attende il sopralluogo delle autorità superiori.

Nell’aprile del 1941 l’ingegnere della ditta, Antonio Fiory, è invitato dal Gatti a vedere le strutture da lui trovate nella fogna di via delle Botteghe Oscure. L’evento è riportato nelle Carte Gatti:

Sopralluogo con l’Ing. Fiory ai resti apparsi nel cavo per galleria dei servizi e fogna in V. delle Botteghe Oscure. L’ing. F. mi dice che il muro da lui trovato nel costruire il nuovo fabbricato su via S. Nicola ai Cesarini, era a blocchi di tufo (opera quadrata) di circa 60 cm di spessore. Nessun avanzo vide del muro a cortina che io ho veduto nel cavo per galleria dei servizi e che già vidi pochi metri più a nord, in un piccolo cavetto per la fogna del Palazzo Ginnasi (1937). Piuttosto mi comunica una notizia rilevante: dove lui trovò i resti di una calcara, ad est del muro a blocchi e distante da esso 6 metri, notò un piccolissimo avanzo di muratura a cortina, curvo, che lui ritenne di colonna laterizia di notevole diametro (data l’ampia curvatura del misero resto) tanto più che in basso c’era, in uno dei mattoni, un accenno di sagoma sporgente: da questi elementi egli intuì dovesse trattarsi dei resti di una grossa colonna di laterizio con base della stessa struttura. Abbiamo d’accordo ritenuto che si tratti di una terza colonna del grande portico che doveva esistere, alla fine del 1° sec. inizi del 2°, parallelo alla fronte est del recinto dell’area sacra. Del muro a blocchi visto dall’Ing. Fiory sotto il fabbricato da lui costruito egli crede di vedere un altro avanzo nei due blocchi sovrapposti aderenti al lato ovest del grande muro a cortina. Abbiamo controllato che la quota di spiccato di essi (se così può ritenersi) è la stessa, (Viceversa nella mia piantina c’è anche segnato “mattoni”).321

Dunque l’ingegnere disse di non aver trovato nel suo scavo un muro in laterizi simile a quello trovato dal Gatti (spesso 90 cm) e riconobbe i resti del “suo” muro in blocchi di

tufo nei blocchi trovati dal Gatti aderenti al lato ovest del muro in laterizi (fig., a). In più rivelò di aver visto i resti di una colonna in laterizi a circa 6 metri dal muro in blocchi.

I rilievi delle strutture, come visto per le lastre di tufo trovate nello stesso cantiere, vennero affidati da Colini direttamente alla ditta. Negli archivi della ex X Ripartizione non c’è però traccia di questi rilievi se si eccettua una sola pianta dell’area conservata all’Archivio Disegni della Sovrintendenza Capitolina, sulla quale un’anonima mano ha riportato a matita alcune strutture, tra cui il muro (o i muri) del “Condominio Argentina” (fig.).

Figura 114. Stralcio della pianta dell'area conservata in SBACAD, doc. 5281 (Nord verso destra).

Su questa pianta il muro (a destra) è messo in rapporto con le strutture trovate dal Gatti nel 1941 (a sinistra). Esso sembrerebbe essere più stretto nel settore nord per poi triplicare verso sud.

Nel 1968 il Cozza, parlando di questo muro, nel suo lavoro scrive:

Pochi centimetri all’interno dell’allineamento frontale del fabbricato, oggi riconoscibile dalla serie dei numeri civici 6-13a, durante lo scavo per le fondamenta, (settembre-ottobre 1938) venne in luce un lungo tratto di muro costituito da conci squadrati di tufo, di travertino e da un tratto di cortina a mattoni; <<il muro aveva degli attacchi di trasversali rivolti verso l’area scara Argentina>>.322

Il Cozza ebbe la fortuna di poter vedere la pianta di cantiere redatta dall’ing. Fiory prima che essa scomparisse, come scrive lui stesso: “Ricavo queste notizie da due disegni con piante e sezioni di cantiere quotate e datate, conservate in Arch. Top. X Rip. XIV, 4,

R. XI”.323 Lo studioso prosegue poi descrivendo tre sezioni del muro: nord, sud e

mediana:

All’estremità nord il muro fu visto scendere con lo spessore di cm 50 da m 3,28 fino a m 7,20 dal piano stradale cioè fino ad una risega (forse di fondazione) dove il muro raddoppiava il suo spessore e di lì fu visto scendere per cm 80 senza tuttavia accertarne la fine. All’estremità sud il muro, questa volta a mattoni, fu visto scendere con lo spessore di cm 60 da m 2,80 fino a m 4,97 dal piano stradale cioè fino ad una risega segnata da un ricorso di conci di travertino con il quale il muro raddoppiava il suo spessore e di lì fu visto scendere fino a m 7 senza tuttavia accertarne la fine. In un punto medio tra i due ora descritti, la parte più alta del muro fu vista a m 3 e la risega a m 5,40 dal piano stradale. A m 7, con altra risega il muro triplicava il suo spessore.324

In figura ho cercato di ricostruire le sezioni secondo le indicazioni del Cozza. È interessante notare che oltre la metà del muro risulta essere in opera laterizia, nonostante l’ingegnere nel ’41 abbia detto al Gatti di aver visto solo un muro in blocchi di tufo.

323 COZZA 1968,p. 19, n. 17. 324 COZZA 1968,p. 19, n. 17.