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Largo Argentina

V.2.2 La sistemazione dell’area

L’incarico di sistemare l’area archeologica fu affidato ad Antonio Muñoz che, dopo aver provveduto al riscatto del terreno, procedette celermente all’isolamento e al restauro dei templi per consegnare, dopo soli sei mesi, l’Area pronta per l’inaugurazione alla

198 Cfr. CEDERNA 1980, p. 97.

199 Cfr. A. Bacchiani, I quattro templi dell’Argentina, in Il Giornale d’Italia, Roma, 23 febbraio 1929. 200 Sulle vicende di Largo Argentina in rapporto a Mussolini v. CEDERNA 1980,pp. 98-99 e MESSA

presenza del Duce il 21 aprile del 1929201. Sgomberate le macerie si studiò il restauro dei

vari edifici, ricostituendo scalinate e pavimenti ed eliminando tutto ciò che si riteneva superfluo allo scopo di presentare un’immagine “romana”, chiara e ordinata, dei templi. Così le scale dei templi A e C vennero rifatte quasi integralmente in laterizio e se la peristasi del tempio B fu ricostruita soprattutto utilizzando i pezzi originali, per le colonne del tempio A, i cui fusti erano dimezzati, si procedette alla ricostruzione in mattoni o pietra di numerosi rocchi mancanti. Inoltre fu distrutto gran parte del tratto occidentale della forica maggiore e furono “raccorciati” i muri dell’edificio laterizio attorno al tempio B. La stessa sorte, come si vedrà nei paragrafi ad esso dedicati, ebbe anche il portico orientale dell’area, i cui pilastri furono demoliti per oltre due terzi della loro altezza. Anche il restauro della medievale chiesa di S. Nicola del Calcarario, sovrapposta al tempio A, comportò larghe ricostruzioni dell’abside e della cripta e fu posta una tettoia a protezione degli affreschi.

Attorno all’area venne iniziata l’attuale recinzione, che seguiva i limiti delle demolizioni ma non gli originali confini dell’area, ancora in parte da scoprire, mentre all’interno poco opportunatamente si pensò di circondare con una “corona di pini, cipressi, allori”202 i templi, andando così a pregiudicare molte stratigrafie appartenenti,

soprattutto, alle fasi precedenti a quella imperiale.

Sospeso dal suo precedente incarico ed in polemica con Muñoz, Marchetti Longhi mantenne comunque il ruolo di consulente scientifico e di interlocutore instancabile del Governatorato, posizione che gli consentì di criticare le scelte operate nei confronti dell’area archeologica che, all’indomani dell’inaugurazione, necessitava ancora di grandi cure e di mezzi finanziari adeguati al completamento degli scavi e alla realizzazione dei restauri.

Le prime difficoltà si presentarono invece subito dopo il fatidico 21 aprile 1929. Marchetti Longhi, infatti, ricorda all’interno della sua corrispondenza, che nel luglio di quell’anno solo cinque o sei operai lavoravano allo sterro del lato orientale dell’area, primo sintomo di quel generale disinteresse amministrativo che affliggerà lo scavo

201 MUÑOZ 1929,pp. 169-171. 202 MUÑOZ 1929,p. 170.

dell’Argentina per tutta la sua durata203. I finanziamenti, insufficienti a soddisfare le

necessità dello scavo, arrivavano spesso in ritardo rispetto alla stagione propizia ai lavori che in tal modo subivano ingiustificate battute d’arresto. La mancanza di programmi e di direttive chiare comportò così la necessità di rifare più volte il lavoro già fatto, senza contare i furti di materiale archeologico e i crolli delle impalcature lignee infradiciate dalla lunga permanenza sotto le intemperie in un’area che per la mancanza di una fogna o, almeno, di una pompa di drenaggio era destinata a diventare un fangoso acquitrino204.

Comunque tra il 1930 e il 1933 iniziò l’esplorazione sistematica dell’area archeologica e si fecero interessanti scoperte: individuazione di una più antica scalea davanti il tempio D (5 febbraio 1931); rinvenimento del piano sillano dell’area e individuazione del piano precedente a questo; identificazione del recinto davanti ai templi A e C; scoperta davanti al tempio C della scalea originaria e dell’ara dedicatoria di Aulo Postumio Albino (24 luglio 1933); riconoscimento delle fasi più antiche del tempio A e isolamento del portico che lo recingeva205.

Sempre tra il 1930 ed il 1932 si provvedeva anche alla realizzazione del recinto sul lato di via S. Nicola ai Cesarini, dove fu ricavato l’ingresso agli scavi. Questa sistemazione portò ad un’altra grave mutilazione dell’area per la demolizione della casa medievale con portico annessa alla Torre del Papito, al cui posto venne costruito il falso portichetto che si vede ancora oggi; inoltre, la Torre, privata all’improvviso delle strutture murarie nelle quali era inglobata e che contribuivano al suo sostegno dovette essere immediatamente consolidata206.

È però solo grazie al finanziamento di 380.000 lire stanziato dal Goverantorato che gli scavi entrano in una fase decisiva per la sistemazione definitiva dell’area207. Infatti dal

1937 al 1941 si portò avanti l’isolamento del fianco meridionale del tempio D e l’analisi delle strutture interne del tempio A, mentre tornava alla luce il muro di tufo intermedio

203 V. lettera del 13 luglio 1929 in MESSA 1995,p. 200.

204 Marchetti Longhi ritorna a più riprese sul problema, in particolare v. lettere dell’ottobre 1932 e del

marzo 1933 inviate alla Direzione Antichità e Belle Arti del Governatorato e del 24 aprile 1934 a Muñoz (MESSA 1995,pp. 201-202).

205 Per doc. v. MESSA 1995, p. 82.

206 Cfr. ACS, Min. P.I., Div. Gen. A.B.A., Div. II, 1929-33, busta 183.

207 V. comunicazione del 10 giugno 1937 del Direttore della II Ripartizione del Governatorato, in MESSA

tra A e B (22 ottobre 1937). Nel 1938, concluso lo scavo del tempio A, si pose mano alla sistemazione.

Per quanto riguarda il portico orientale dell’area, che più interessa questo lavoro, si rimanda al capitolo ad esso dedicato dove, nel dettaglio, saranno affrontate tutte le vicende che portarono alla sua scoperta. Oltre al già citato Giornale di scavo di Giuseppe Marchetti Longhi, strumenti fondamentali si sono rivelati i Registri dei Trovamenti e i Registri di Zona, che hanno permesso di integrare le notizie pubblicate nella corposa bibliografia sull’area pubblicata dall’archeologo208. Per una lettura cronologica delle

notizie si rimanda alle appendici C, D ed E del presente lavoro.

208 MARCHETTI LONGHI 1918; 1919; 1922; 1926; 1927; 1929A;1929B;1932B;1932C;1933;1936;1942;

V. 3 1937-1946: Le demolizioni di Via delle Botteghe Oscure. I lavori di