• Non ci sono risultati.

Gli aspetti cultural

Nel documento Il poema del desiderio (pagine 97-100)

Non manca infine un’attenzione agli aspetti culturali intesi in senso più ampio. Protagonisti di molti dialo- ghi sono infatti i membri di una famiglia russa, di cui si riproducono alcune caratteristiche tipiche e anche alcune problematiche diffuse. Il nucleo famigliare, per esempio, non è composto soltanto dai genitori e dai figli, ma anche dai nonni, che spesso in Russia vivono nella stessa casa della famiglia. Il padre viene in molti dialo- ghi rappresentato come un disoccupato, che invece di cercare lavoro passa il suo tempo sdraiato sul divano (e questa è purtroppo una condizione che definisce molto spesso l’uomo russo). Nella famiglia non può mancare poi il gatto, l’animale domestico russo per eccellenza, che qui diventa simpaticamente protagonista dei primi dialoghi.

Elementi culturali si ritrovano anche nei dialoghi che descrivono alcune caratteristiche della cucina russa: ol- tre alla classica kaša, di cui generalmente si parla in ogni manuale di russo, gli studenti scopriranno dettagli più curiosi, come il fatto che per i russi non è così strano bere il caffè con il limone14.

Ci sono elementi culturali che vengono poi veicolati an- che dal tono dei parlanti, come si può sentire dall’audio del dialogo Покупатель и продавец, in cui la commes- sa del negozio risponde con un tono infastidito all’incau- to cliente15. Chiunque sia stato in Russia sa che questo

comportamento, retaggio del periodo sovietico, è pur- troppo ancora diffuso: è perciò necessario che anche lo

studente ne prenda consapevolezza, ovviamente con l’a- iuto dell’insegnante che dovrà in questo caso soffermar- si sulle differenze culturali fra i diversi Paesi.

Raz, dva, tri! risulta dunque ricco di stimoli sia per lo

studente sia per l’insegnante, che ha così la possibili- tà di strutturare le proprie lezioni in modo dinamico, senza perdere di vista l’obiettivo finale, cioè quello di sviluppare negli allievi una vera competenza comuni- cativa. Noi curatori dell’edizione italiana, riteniamo che il manuale, grazie alla sua attenzione alla lingua russa viva, legata al contesto e alla situazione comunicativa, metta al centro la comunicazione verbale in tutta la sua complessità e sia frutto di una concezione moderna di didattica della lingua.

Elena Freda Piredda Università Cattolica del Sacro Cuore

14. Ibi, p. 245. 15. Ibi, p. 210.

l

ibri

AndreA Potestio

AlternAnzA formAtivA

Radici storiche e attualità di un principio pedagogico cultura 197 Po testio Alternanza formati va € 21,00 ISSN 2612-2774

il volume indaga le radici e le ragioni storiche dell’espressione “al- ternanza formativa” per argomentare l’importanza di questo strategi- co principio pedagogico. infatti, l’alternanza formativa non può essere considerata solo una metodologia che si concretizza in singoli per- corsi di insegnamento-apprendimento come il tirocinio, il laboratorio, l’alternanza scuola-lavoro o l’apprendistato, ma rappresenta un vero e proprio orientamento della pedagogia generale che appartiene alle finalità stesse di questo sapere.

La prima parte del testo approfondisce i diversi pregiudizi che appar- tengono alla nostra tradizione e che tendono a privilegiare la teoria e lo studio astratto rispetto al valore della pratica, dell’esperienza e del lavoro manuale, impedendo, in questo modo, un’autentica alternanza nei percorsi formativi attuali. La seconda propone un’antologia com- mentata di estratti dell’opera di autori che, a partire dal mondo clas- sico fino alla contemporaneità, si sono confrontati in modo diretto o indiretto con il legame tra pratica e teoria, lavoro e studio, dimostrando che quanto finora è stato letto sotto la categoria degli “opposti” si deve recuperare sotto quella della “complementarità”. Andrea Potestio è rtdB di pedagogia generale e sociale presso l’Università degli studi di Bergamo. insegna pedagogia del lavoro nei corsi di laurea e nel dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro. È redattore della rivista “Forma- zione, lavoro, persona”. Per studium ha curato la traduzione dell’Emilio o dell’edu-

cazione di Jean-Jacques rousseau (2016). In copertina: dipinto di Chiara Poli.

A. Potestio, Alternanza formativa. Radici storiche e attualità di un principio pedagogico, Studium Edizioni, Roma 2020, p. 224, € 21.00

Nel suo ultimo lavoro

Alternanza formativa. Radici storiche e attualità di un principio pedagogico, Andrea

Potestio approfondisce il tema dell’alternanza formativa come principio pedagogico che indaga i fenomeni educativi/ formativi dell’uomo, attraverso un movimento armonico e non gerarchico di pratica e teoria, corpo e mente, esperienza e ragione e lavoro e studio. La tesi principale del volume è che l’alternanza formativa non può essere considerata solo una metodologia che si concretizza in singoli percorsi di insegnamento-apprendimento come il tirocinio, il laboratorio, l’alternanza scuola-lavoro o l’apprendistato, ma rappresenta un vero e proprio orientamento della pedagogia generale che appartiene alle finalità stesse di questo sapere. La prima parte del testo approfondisce i diversi pregiudizi che appartengono alla nostra tradizione e che tendono a privilegiare la teoria e lo studio astratto rispetto al valore della pratica, dell’esperienza e del lavoro manuale, impedendo, in questo modo, un’autentica alternanza nei percorsi formativi attuali. La seconda propone un’antologia commentata di estratti dell’opera di autori che, a partire dal mondo classico fino alla contemporaneità, hanno

studiato la connessione tra pratica e teoria, lavoro e studio, dimostrando che queste idee non possono essere pensate come opposte, ma come dimensioni complementari di un processo armonico e unitario. Ne consegue, un libro che sottolinea l’importanza delle dimensioni esperienziali, armoniche e integrali che caratterizzano i processi realmente educativi e/o formativi. Infatti, prendere forma, mediante l’esperienza, significa far aumentare al soggetto che studia e lavora la consapevolezza delle sue potenzialità, singolari e irripetibili. Questo permette al soggetto, protagonista del processo educativo, di manifestare la propria identità personale attraverso azioni sempre più libere e responsabili. (Roberta Navoni)

PIERFRANCESCO STAGI

HOMO RELIGIOSUS

forme e storia

Saggio di filosofia della religione

cultura 194 ST A GI Homo r eligiosus € 29,00 ISSN 2612-2774

Il pensiero filosofico dell’inizio del nuovo Millennio ci consegna la rin- novata attualità della figura dell’homo religiosus, che sembrava ormai re- legato nel periodo più oscuro del vecchio Millennio. L’homo religiosus, studiato dall’antropologia e dalla storia delle religioni (Eliade, van Leeuw, Ries), è quella particolare modalità dell’essere uomo, che interpreta il suo stare nel mondo come il dialogo con una Alterità e una Trascendenza, che gli sfugge ma con cui è sempre di nuovo in dialogo. Sono all’opera nell’uomo religioso una molteplicità di direzioni storiche di senso e di significati vitali. Alla complessità storica dell’homo religiosus si lega la sua dimensione fenomenologica, per cui il sapere dell’uomo religioso si articola non solo in una storia ma in forme, comportamenti, riti, in un’eti- ca in generale, che è la sostanza stessa di questa storia. Di questa doppia dimensione, ermeneutica e fenomenologica, interpretativa e descrittiva, questo volume vuole essere una testimonianza, ripercorrendo le princi- pali forme con cui l’esperienza religiosa si è manifestata nell’esistenza dell’uomo (preghiera, rito, mito, sacrificio, sacro naturale, trascendenza/ immanenza) e considerando le modalità con cui queste forme sono state pensate a patire dalla modernità nella loro dimensione personale, socia- le, etica e politica (Schelling, W.F. Otto, Kreuzer, Bachofen, Durkheim, Heidegger, Caillois, Bataille, Blumenberg, Jesi). Pierfrancesco Stagi, docente universitario, abilitato a Professore Associato in Filosofia Morale, è dottore di ricerca in Filosofia ed Ermeneutica filosofica presso l’Università di Torino e Dr. Phil. presso le Università di Tübingen e Freiburg i. Br. Autore di molti articoli e volumi, per le Edizioni Studium ha pubblicato il libro La nascita del sacro.

Teorie della religione (2015). È direttore responsabile del Nuovo Giornale di Filosofia della Religione (NGFR) e membro di numerose società scientifiche italiane e interna-

zionali.

In copertina: Camille Flammarion, L’atmosphère. Météorologie populaire, Librairie Hachet-

te, Paris 1888; con didascalia: “un missionario medievale disse di aver trovato il punto dove cielo e terra si incontrano”.

P. Stagi, Homo Religiosus forme e storia. Saggio di filosofia della religione, Edizioni Studium, 2020, pp. 304, € 29.00

L’homo religiosus. Forme

e storia costituisce la

prosecuzione e il compimento del precedente lavoro di Pierfrancesco Stagi, sempre pubblicato da Studium: La

nascita del sacro. Teorie della religione (2015), dove

sono ripercorse le principali teorie etiche e antropologiche che hanno definito nella modernità il rapporto tra l’uomo e il sacro. Lo sguardo dell’attuale lavoro si fa più

ampio e sistematico e coinvolge l’intero sviluppo moderno della problematica. In esso sono approfondite le modalità con cui a livello fenomenologico l’homo religiosus si è rivolto al sacro nelle varie fasi della esperienza della vita, della morte, della natura sacra e profana, dell’essere del sacro, del linguaggio e della verità del mito, della sua tecnicizzazione. Tuttavia, almeno a partire dal XVII secolo questo stesso uomo ha abbandonato un approccio spesso spontaneistico e immediato all’esperienza religiosa che aveva caratterizzato l’antichità classica e medioevale, per intraprendere il lungo sentiero di un’ermeneutica della sua esperienza del sacro, iniziando una rigorosa indagine filosofica sui presupposti culturali, sociali, concettuali e linguistici dell’esperienza religiosa. La Prima Parte. Forme è dedicata all’analisi

fenomenologica delle principali articolazioni dell’homo

religiosus. In questa parte

l’autore si è giovato delle ricerche della fenomenologia della religione, che fondata sulle analisi metodologiche di Husserl è giunta attraverso Rudolf Otto e Heidegger a permeare di sé l’intera cultura filosofica-religiosa del Novecento. Sono individuate le principali forme di esperienza religiosa che fungono come orientatori di senso rispetto a tutte le altre distinzioni: sacro e profano appunto, realtà e

irrealtà, vita e morte, sacrificio

e uso, verità e falsità, intuizione e conoscenza, mito e mitologia,

mito ed essere, mito genuino e mito tecnicizzato, natura sacra

e profana.

Nella Seconda Parte. Storie è ricostruita la storia della formazione della coscienza dell’homo religiosus, in cui le credenze dell’uomo religioso diventano nella modernità l’oggetto di una ricerca disciplinare dal punto di vista filosofico (Spinoza,

Schleiermacher, Schelling, Bachofen, Creuzer, Durkheim, Jesi, Blumenberg). Da essa ha origine l’ermeneutica della coscienza religiosa, che si affranca dall’analisi metafisica del religioso. Se la teologia nelle sue varie declinazioni confessionali si presenta come la scienza razionale del divino, l’ermeneutica filosofica della religione è piuttosto la scienza

di questa scienza, una scienza

in seconda battuta, che prende in considerazione le possibilità veritative di un discorso che abbia a oggetto il divino stesso. La forza veritativa del religioso all’interno delle più avanzate società occidentali è l’eredità che la filosofia del Novecento lascia ai nostri tempi; un’eredità complessa e poliedrica, perché proprio quando la modernità sembrava essersi affrancata definitivamente dalla religione, essersi lasciata alle spalle l’homo religiosus, essa ritorna a far sentire la sua voce secondo modalità sempre più ideologiche e politicizzate, come nelle grandi mitologie politiche del Novecento, oppure sotto forma di mitologia della violenza e del sacrificio, in continuità con la riscoperta della dimensione violenta del sacro.

Come tornare a rivolgersi al religioso senza cadere nella sua politicizzazione e nella sua riduzione a una ridondanza del politico nella forma sottile dell’ideologia o in quella tragica della violenza? È ancora possibile l’homo

religiosus nell’epoca della

secolarizzazione compiuta? Tornare a leggere il mito significa lasciarsi aperte delle risorse di significato, che sono anche e soprattutto risorse

etiche, in un’epoca in cui

l’impoverimento delle risorse di senso ha condotto all’erosione dei principi di coesione su cui si fondano le moderne società, sempre più ricche di scambi culturali, etnici e religiosi ma sempre più povere di senso, di un significato che unisca e legittimi il loro stare insieme.

www.edizionistudium.it

CARTA

Il pagamento può essere effettuato

anche tramite A più di cento anni dalla promulgazione della costituzione di Querétaro (5 febbraio 1917), considerata una delle più anticlericali di tutto il Novecento, l’ostilità verso la libertà delle fedi religiose di agire come tali nello spazio pubblico continua a rappresentare un tratto distintivo della società messicana, nonostante le riforme costituzionali che nel 1992 e nel 2013 hanno cercato di adeguare la disciplina interna del diritto di libertà religiosa agli standard riconosciuti a livello internazionale. Ancora oggi il Messico, come ai tempi della guerra cristera del 1926-1929, è uno dei luoghi più pericolosi al mondo dove esercitare il ministero sacerdotale, in particolare nelle regioni più colpite dalla piaga del narcotraffico. A ciò si aggiunge l’ostracismo a cui tendenzialmente va incontro chi, spinto dalla propria appartenenza religiosa, sostiene pubblicamente rivendicazioni di natura sociale o civica.

Dalla rivoluzione alle sfide dell’attualità

pp. 272 – € 27,50 Si può parlare di un «Sessantotto cattolico»? E

se è esistito, è stato solo una componente della contestazione giovanile, irrilevante e risucchiata dall’attrazione a sinistra, oppure si è trattato di un fenomeno consistente, caratterizzato da dinamiche specifiche e ramificato a livello europeo, se non su scala globale? Quali ne sono i riferimenti culturali, le reti di collegamento, i momenti e i luoghi in cui si è sviluppata una riflessione comune? Esiste davvero, insomma, una sorta di filo rosso che unisce gli studenti della JEC parigina e gli universitari cattolici che a Madrid scendono in piazza contro Franco, le avanguardie cattoliche della contestazione belga e gli studenti italiani che si sono mobilitati sin dall’inizio degli anni Sessanta? A tali interrogativi vuole rispondere questo libro, che analizza le direttrici di marcia che hanno portato i giovani cattolici europei «verso il Sessantotto », considerando un arco temporale ampio, che comprende il passaggio tra anni Cinquanta e Sessanta e gli orientamenti del mondo studentesco europeo del decennio che precede la contestazione.

Studenti cattolici nell’Europa occidentale degli anni Sessanta

riviste.gruppostudium.it

A coloro che si abboneranno a due tra le nove riviste del gruppo Studium (Nuova Secondaria, Pedagogia e Vita, Professionalità, Studium, La Famiglia, Ephemerides Iuris Canonici, RSPI - Rivista di Studi Politici Internazionali, Morìa, Arte | Documento) invieremo

un buono SCONTO DEL 25% spendibile per acquisti sui nostri siti internet

(www.gruppostudium.it - www.edizionistudium.it - www.marcianumpress.it)

CARTA

Il pagamento può essere effettuato

anche tramite

Nel documento Il poema del desiderio (pagine 97-100)