Le piante officinali e i loro derivati sono oggi più che mai utilizzati in una estrema varietà di tipologie merceolo- giche e spesso costituiscono il vero elemento di innova- zione di molti prodotti. anche i processi di lavorazione e trasformazione a cui sono sottoposti sono numerosi, potendosi reperire sotto forma di prodotto essiccato, Tab.2 - Aziende a piante officinali biologiche per classi di superficie Aziende (n.) Superficie ha Quota % ha >80 ha 3 681,9 30,6 20-80 ha 14 519,0 23,3 10-20 ha 24 326,1 14,6 3,6-10 ha 58 356,2 16,0 1-3,6 ha 130 253,8 11,4 <1 ha 351 90,3 4,1 n.d. 34 - Totale 614 2.227,3 100
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Tab.3 - Coltivazioni biologiche o in conversione di specie officinali, 2011
Specie Ha Specie Ha Specie Ha Specie Ha
Meliloto* 527,758 Alloro 3,008 Vite 1,190 Fiordaliso 0,032
Lavanda 171,022 Ginepro 2,928 Ribes 0,862 Vite Rossa 0,030
Coriandolo 162,378 Aneto 2,752 Artemisia 0,749 Cardiaca 0,027
Psillio 158,254 Carciofo 2,698 Ginkgo biloba 0,734 Crespino 0,022
Offic.e aromat. varie 140,103 Valeriana 2,624 Enula 0,670 Salice bianco 0,022 Finocchio selvatico 133,257 Cicoria 2,600 Cerfoglio 0,436 Viburno 0,022
Camomilla 93,011 Loiessa 2,590 Lavandula 0,420 Citronella 0,021
Origano 66,192 Verga d'Oro 2,470 Genepy 0,370 Lilla' 0,021
Passiflora 47,710 Erba Cipollina 2,432 Cumino 0,352 Abete bianco 0,020 Tarassaco 36,957 Ippocastano 2,380 Dragoncello 0,340 Officinali vaso 0,020
Rosmarino 36,614 Quercia 2,380 Carvi 0,313 Parviflorium 0,020
Achillea 36,278 Sambuco 2,099 Piretro 0,307 Platano orientale 0,020
Echinacea 34,273 Cipresso 1,930 Crescione 0,302 Ruscus 0,020
Salvia 33,824 Partenio 1,838 Rosa centifoglia 0,300 Solidago virgo 0,020
Melissa 33,454 Olivello spinoso 1,797 Stridoli 0,286 Acetosa 0,017
Liquirizia 32,520 Malva 1,706 Mirtillo 0,284 Amaranto 0,017
Elicriso 31,031 Peperoncino 1,704 Rhodiola 0,210 Ancusa 0,017
Anice 28,211 Maggiorana 1,678 Geranio 0,197 Cartamo 0,017
Timo 26,209 Santoreggia 1,532 Mora da rovo 0,192 Farro 0,017
Rucola 25,192 Gramigna 1,525 Verbena 0,191 Fragola di bosco 0,017
Biancospino 24,869 Albero di giuda 1,436 Cappero 0,187 Lepido 0,017
Mirto 20,145 Galium aparine 1,424 Frangola 0,165 Linaria 0,017
Basilico 17,994 Galega 1,350 Iris pallida 0,152 Lino 0,017
Rosa Canina 17,371 Calendula 1,331 Santolina 0,152 Nigella 0,017
Senape 17,106 Olmo 1,298 Assenzio 0,151 Papavero 0,017
Iperico 14,844 Equiseto 1,278 Marrubio 0,132 Raponzolo 0,017
Menta 11,081 Borsa del pastore 1,278 Uva ursina 0,126 Rapunzia 0,017
Prezzemolo 10,387 Pino 1,278 Betulla 0,122 Ricino 0,017
Menta piperita 9,868 Acero campestre 1,220 Arnica 0,119 Saponaria 0,017 Piantaggine 9,579 Bosso 1,220 Genziana 0,117 Senape bianca e nera 0,017
Bardana 8,243 Segale 1,207 Erisimo 0,108 Speronella 0,017
Altea 8,153 Faggio 1,200 Alchemilla 0,100 Stramonio 0,017
Grindelia 7,914 Ontano 1,200 Stevia rebaudiana 0,100 Nepeta 0,014
Issopo 7,475 Asfodelo 1,190 Cardo Mariano 0,088 Alkekengio 0,013
Borragine 7,456 Castagno 1,190 Carpino 0,088 Amamelide 0,010
Lupinella 7,200 Centinodia 1,190 Corniolo 0,088 Cimicifuga 0,010
Aloe 7,017 Edera 1,190 Rabarbaro 0,072 Pepe Nero 0,010
Eucalipto 6,921 Fico 1,190 Angelica 0,070 Prunella 0,010
Tiglio 6,775 Fumaria 1,190 Erbetta rossa 0,070 Viola 0,010
Zafferano 6,648 Guado 1,190 Asparago 0,060 Viola del pensiero 0,010
Lavandino 6,524 Lampone 1,190 Marrobbio 0,060 Cicerbita 0,008
Frassino 5,744 Mandorlo 1,190 Agrimonia 0,056 Angelica archangelica 0,005
Sorbo 5,635 Nocciolo 1,190 Verbasco 0,055 Opuntia 0,005
Noce 4,950 Parietaria 1,190 Aglio 0,055 Luppolo 0,004
Withania somnifera 4,888 Pioppo Nero 1,190 Cedrina 0,052 Rosa antica 0,004
Ortica 4,864 Romice 1,190 Cardo 0,050 Sedano rapa 0,002
Piante aromat.e da seme 4,710 Saeppola 1,190 Rafano 0,042 Pimpinella 0,002
Pilosella 3,892 Salcerella 1,190 Nepetella 0,040 Erba di san Pietro 0,002
Escolzia 3,455 Siderite 1,190 Erba cedrina 0,038 Erba Luisa 0,001
Ciliegio 3,360 Viola tricolor 1,190 Rosa gallica 0,038
Spirea 3,218 Vischio 1,190 Silene 0,035
* Il Meliloto è principalmente coltivato come pianta foraggera o da rinnovo. Fonte: elaborazioni su dati FederBio/OdC
olio essenziale, estratto alcolico, macerato glicerico e simili. Le erbe aromatiche possono anche essere utiliz- zate fresche o essiccate in cucina o come ingredienti per l’industria alimentare in piatti pronti o in salse, sughi e condimenti. Oli essenziali e aromi naturali sono ampia- mente utilizzati dall’industria alimentare, da quella delle bevande alcoliche e analcoliche, dall’industria farma- ceutica e da quella cosmetica. un segmento che negli ultimi anni è in rapida crescita è quello dell’utilizzo di derivati da piante officinali negli integratori alimentari6. Le erbe trovano impiego anche a livello industriale nella preparazione di detergenti, coloranti, mangimi e prodotti per la salute degli animali da stalla e da compagnia e nei processi di lavorazione conciaria.
Dati statistici sulle destinazioni delle piante officinali nei diversi settori non sono disponibili e quelli sugli opera- tori e sui volumi coinvolti nella produzione di derivati sono molto frammentari. È arduo valutare il mercato al consumo dei derivati delle piante officinali, sia perché entrano anche in piccole quantità in molti prodotti, sia per la difficoltà a reperire dati attendibili.
L’indagine prodcom7 dell’IStat rende disponibili alcune stime sui volumi e valori della produzione venduta di al- cuni prodotti alimentari e bevande (tè, tisane, estratti, essenze e preparazioni a base di tisane, spezie lavora- te, gin, vermouth e altri liquori, bevande non alcoliche aromatizzate come chinotti e cedrate) o provenienti da altre industrie (sostanze coloranti di origine vegetale, oli essenziali, ecc.). In molti di questi casi, tuttavia, le statistiche non consentono di distinguere i prodotti finali che contengono materie prime o semilavorati di origine vegetale o surrogati chimici (come nel caso degli aromi); a maggior ragione risulta estremamente difficile quanti- ficare l’utilizzo delle produzioni biologiche e i valori eco- nomici relativi al mercato dei prodotti finali bio.
6 Presso il Ministero della Salute è istituito il Registro nazionale degli integratori alimentari (d.lgs 21 maggio 2004 n. 169). Il decreto 9 luglio 2012
dello stesso Ministero disciplina l’impiego negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali. Si stima che gli integratori alimentari a base vegetale notificati e commercializzati in Italia siano circa 20.000.
7 Indagine sulla produzione industriale basata sulla classificazione europea Prodcom.
8 Associazione nazionale aziende prodotti salutistici (integratori alimentari, alimenti arricchiti, prodotti dietetici, functional foods). 9 Associazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione.
Stesso problema si presenta con riguardo alle statisti- che del commercio estero, dove i prodotti della filiera vanno ricercati in diverse voci doganali. anche al massi- mo livello di dettaglio della classificazione del commer- cio (nomenclatura combinata a otto cifre), infatti, può essere difficile individuare i prodotti officinali, a base ve- getale, distinguendoli da altri prodotti simili, all’interno sia degli aggregati oli essenziali, resinoidi e oleoresine (3.100 tonnellate di importazioni per 48,6 milioni di euro nel 2011) sia delle voci “miscugli di sostanze odorifere per industria alimentare, delle bevande e altre indu- strie” (ben 29.573 tonnellate importate per un valore di 535,8 milioni di euro).
Nei settori degli integratori, farmaci e cosmetici na- turali è importante evidenziare la presenza in Italia di importanti aziende biologiche totalmente integrate, che presidiano la filiera dalla fase agricola fino al prodotto confezionato venduto in farmacia o erboristeria.
per quanto riguarda gli integratori alimentari, esisto- no studi di mercato realizzati da aziende specializzate. Secondo uno studio recente commissionato da Feder- Salus8 a Nielsen Market track Healthcare, in Italia il mercato degli integratori alimentari sarebbe quantifica- bile in poco meno di 2 miliardi di euro l’anno. agli stessi valori perviene IMS Health, società americana di ricer- che di mercato e servizi dedicati al settore healthcare. Nel rapporto dell’anifa9, che stima il valore di mercato di farmaci senza obbligo di prescrizione e di prodotti che attengono alla sfera della salute e del benessere, si in- dica che, nel 2011, il valore complessivo del mercato non farmaceutico ha raggiunto i 7,8 miliardi di euro, con una crescita del 4% rispetto all’anno precedente. all’inter- no dell’aggregato, i prodotti notificati (integratori, ecc.) rappresentano il 34,5%, quindi circa 2,6 miliardi di euro. Nel settore dei cosmetici, l’associazione italiana delle
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imprese cosmetiche fornisce stime del fatturato dell’in- dustria cosmetica per canale (farmacia, profumeria, grande distribuzione, erboristerie, vendita porta a porta e per corrispondenza, centri di estetica, acconciature). Da tali stime risulta che, nel 2011, il fatturato dell’indu- stria cosmetica nel canale erboristerie sia ammontato a 189 milioni di euro (+3,9% rispetto al 2010) mentre sia stato pari a 379 milioni di euro (IVa inclusa) il valore del mercato al consumo dei prodotti cosmetici. purtroppo, si tratta solo di una parte delle vendite di cosmetici na- turali, che interessano tutte le categorie commerciali
del settore (prodotti per capelli, per il viso, per il trucco, ecc.) esitati in tutti i canali.
per i cosmetici, diversamente di quanto avvenuto per gli alimenti, non esiste un riferimento ufficiale per la certi- ficazione biologica dei prodotti e si fa ricorso a standard e certificazioni a carattere privatistico, sia a livello nazio- nale, che europeo e internazionale10. Secondo uno studio condotto da Organic Monitor (società di ricerche di mer- cato specializzata sul biologico), nel 2011 il mercato ita- liano dei cosmetici naturali e biologici certificati è stato di 247 milioni di euro, con una spesa pro capite di 4,2 euro.
10 I principali standard internazionali sono Cosmos (cfr. www.cosmos-standard.org) e Natrue (www.natrue.org). Tra gli Organismi di controllo
operanti in Italia nel settore della cosmesi naturale e bio vi sono: ICEA, Bioagricert, Ecogruppo Italia, Suolo e Salute, Bios, Ccpb, QCertificazioni. Si veda a riguardo BIOREPORT 2012, cap. 16 pag. 115.
Riferimenti bibliografici:
Anifa, Il mercato farmaceutico in Italia nel 2011, scaricabile all’indirizzo: http://anifa.federchimica.it/homepage-anifa/pubblicazio- ni/numeri-e-indici.aspx.
Capasso F., De Pasquale R., Grandolini G., Mascolo R., Farmacognosia (2000): Farmaci naturali, loro preparazioni ed impiego te- rapeutico, Springer.
Capasso F. (2001), Botanica, chimica e farmacologia delle piante medicinali, seconda edizione, Springer. Ismea, Piante officinali in Italia: un’istantanea della filiera e dei rapporti tra i diversi attori, giugno 2013.
Istat, Caratteristiche strutturali delle aziende agricole, VI Censimento Generale dell’Agricoltura, 24 ottobre 2010, Glossario. Malagoli C., Nigro G. (2008): Le piante officinali impiegate nell’erboristeria e nella biocosmesi, in Risbio, La valorizzazione dell’agri- coltura biologica per lo sviluppo sostenibile della nostra società, ottobre.
Rete Rurale Nazionale (2012): Bioreport 2012 L’Agricoltura biologica in Italia, 2012.
Unipro, Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche, Rapporto Annuale: Industria e consumi cosmetici in Italia nel 2011. (http://www.unipro.org/home/it/aree_professionali/centro_studi/rapporto_annuale/).
16. Il caso regionale: la Sicilia
L’agricoltura biologica in Sicilia rappresenta uno dei set- tori produttivi più interessanti e maggiormente sostenuti durante l’ultimo ventennio. a partire dagli anni ’90, infat- ti, è stato oggetto di investimenti da parte non solo delle aziende agricole, ma anche della politica regionale, na- zionale e comunitaria, la quale, attraverso la concessio- ne di un sostegno a ettaro, ha incentivato costantemente le attività agricole rispettose dell’ambiente. Il reg. (cee) 2078/92, in certe annate, ha interessato oltre il 10% della Sau regionale.
Negli ultimi anni, inoltre, è pervenuto un impulso posi- tivo per l’agricoltura biologica da una moltitudine di as- sociazioni, movimenti, reti, gruppi di acquisto, operatori organizzati, i quali, per dare forza alle loro azioni in favo- re del settore, hanno promosso e diffuso un modello di consumo di qualità a prezzi contenuti così da intercettare diverse fasce di consumatori.
L’amministrazione regionale, però, non si è dotata di specifiche norme per l’agricoltura biologica, sostenen- do il settore soprattutto con tutte le misure previste dal pSR inerenti allo sviluppo, alla tutela e alla promozione dell’agricoltura sostenibile e di qualità, attraverso i fondi delle varie programmazioni. con altre forme di finan- ziamento, invece, ha contribuito allo sviluppo di ricerca e sperimentazione per il settore e di ulteriori attività di promozione dei prodotti biologici.
In questo contesto, l’agricoltura biologica rappresenta un comparto importante dell’economia regionale. Oltre che per la leadership in termini di numero di aziende e di operatori coinvolti, infatti, la Sicilia primeggia nel panorama nazionale per l’estensione della superficie complessivamente sottoposta ai vincoli del reg. (ce) n. 834/07. Diversi sono i punti di forza del comparto biolo- gico siciliano, tra i quali: le favorevoli condizioni pedo-cli- matiche, l’offerta di una vasta gamma di prodotti, alcuni per 12 mesi l’anno, con un buon rapporto qualità/prezzo e gli elevati standard qualitativi. Dal lato della domanda,
invece, negli ultimi anni si è assistito a un notevole au- mento del numero di consumatori, che si sono avvicinati al bio anche grazie alla diffusione dei gruppi di acquisto solidale (gaS) e dei Farmer’s Market in diversi centri ur- bani dell’Isola.