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Le ricerche svolte e in atto

La ricerca italiana in agricoltura biologica

La prima evidenza per la ricerca4 agricola italiana è che, negli anni più recenti, le istituzioni nazionali stanno mostrando un certo dinamismo nella partecipazione ai progetti comunitari finanziati nell’ambito dei pQ, eviden-

temente anche in risposta alla generalizzata riduzione delle risorse disponibili a livello nazionale/regionale e con lo scopo di sperimentare percorsi di ricerca di respi- ro internazionale, in progetti multi-attori e multiscipli- nari quali sono quelli sostenuti dall’ue.

Dall’analisi dei dati disponibili sia sul 6° pQ 2002-2006 che sul 7° pQ 2007-20135 e considerando soltanto i pro- getti che vedono la presenza di istituzioni italiane (367 ricerche al 2011, ossia circa il 60% del totale dei progetti sostenuti attraverso i due strumenti), si rilevano per il settore biologico:

- n. 5 progetti nel 6° pQ (fra cui uno anche coordinato da una istituzione di ricerca italiana), per un valore totale di circa 17,5 milioni di euro, diretti non solo a migliorare la sostenibilità ambientale e la qualità/ sicurezza delle produzioni biologiche, ma anche a fornire evidenze scientifiche di supporto all’elabora- zione della regolamentazione specifica per il settore; - 4 progetti nel 7° pQ (al febbraio 2011), per un valore totale di circa 11,7 milioni di euro, relativi alla ridu- zione degli input produttivi e alla tutela della biodi- versità nei sistemi biologici, nonché all’analisi econo- mica della certificazione biologica.

con riferimento specifico alle azioni eRaNet core Or- ganic, esse hanno consentito l’emanazione di specifici bandi attraverso cui il MIpaaF ha potuto finanziare, con risorse proprie, i gruppi italiani nell’ambito dei progetti di ricerca risultati vincitori (riguardanti, in particolare, le tecniche di coltivazione, la qualità e sicurezza dei pro- dotti bio, la sanità e il benessere animale, le strategie di mercato innovative).

Nel periodo 2002-2013, il MIpaaF ha comunque eroga- to contributi per progetti di ricerca in campo biologico (comprese le azioni eRaNet) per un importo totale di

3 La legge 38/03, infatti, ha istituito il Fondo per la ricerca nel settore dell'agricoltura biologica e di qualità, che può finanziare progetti di ricerca e

sperimentazione in campo biologico (validazione di nuove tecniche produttive, messa a punto di modelli di produzione ecosostenibile, introduzione di sistemi innovativi per migliorare la funzionalità dei sistemi biologici, ecc.). I relativi criteri di funzionamento sono stati definiti con il decreto del MIPAAF n. 5424 del 17/05/2013.

4 Una panoramica dei progetti di ricerca sull'agricoltura biologica realizzati in Italia è disponibile sul sito www.sinab.it.

5 Si ringrazia François Constantin (DG Ricerca della Commissione Europea) per aver reso disponibili i dati attuativi di base relativi sia al 6° PQ

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circa 26 milioni di euro. più della metà di tali fondi sono stati destinati a studi sulla tecnica colturale, sui mezzi tecnici e sulla difesa (61%), una parte rilevante a studi sulla qualità del prodotto e dei processi (19%), un’altra parte a ricerche per le produzioni animali (9%). Quote minori riguardano studi socio-economici, sulla soste- nibilità agroambientale del modello biologico e sull’ac- quacoltura biologica.

La maggior parte dei progetti è quindi volta allo sviluppo di tecniche di gestione innovative e di mezzi tecnici per migliorare la produttività e la stabilità produttiva, con un approccio non solo aziendale ma anche di sistema e ter-

ritorio, valorizzando l’uso delle risorse naturali. alcuni di questi progetti hanno lo scopo precipuo di individua- re una strategia efficace per la gestione delle avversi- tà alle colture, che costituisce un serio problema per il produttore biologico. Inoltre, in questo raggruppamento, ricadono le attività di ricerca e sperimentazione previste nell’attuale piano nazionale per le sementi biologiche, le quali, con un coinvolgimento di circa 40 organizzazioni, interessano i cereali, le ortive e le foraggere. tali atti- vità si concentrano sull’identificazione di varietà idonee all’impiego in agricoltura biologica, sull’utilizzo di prin- cipi attivi di origine naturale per la concia delle sementi Tab. 1 - Dati attuativi relativi alle azioni ERANET Core Organic I e II con partecipazione del MIPAAF

Azione ERANET

di riferimento Anno emanazione bandi N. paesi partner (inclusa Italia)

Budget totale di- sponibile (mln euro) Quota MIPAAF (mln euro) N. progetti con partner italiani/ totale progetti fi-

nanziati

Core Organic I 2007 11 8,4 1,2 5/8

Core Organic II 2010 21 8,8 1,2 9/12

2011 21 4,7 0,3 1/2

Fonte: elaborazione dati MIPAAF.

Graf. 1 - Ripartizione delle risorse per aree tematiche (2002-2013)

Fonte: MIPAAF.

Tecniche colturali/mezzi tecnici/difesa

Qualità dei processi e dei prodotti, tracciabilità e aspetti salutistici del prodotto biologico

Produzioni animali: gestione, benessere e qualità del prodotto Studi socioeconomici dei sistemi aziendali e territoriali e del consumo Sostenibilità agroambientale

Acquacoltura e qualità del pesce biologico 60% 1% 4% 7% 9% 19%

vante interesse nazionale o pRIN), per un finanziamento totale di circa 7,7 milioni di euro, che rappresenta circa il 7% del totale della spesa per attività di ricerca agricola del MIuR. Da evidenziare, nel 2005, l’inizio del progetto SIMBIO-Veg (Sistemi e metodi di agricoltura biologica per il miglioramento della qualità delle produzioni vege- tali e dell’ambiente), finanziato con il fondo FISR, grazie a un bando avviato nel 2002 per i cosiddetti progetti in- tegrati speciali. esso, infatti, ha rappresentato, in am- bito nazionale, il primo progetto interdisciplinare di una certa importanza in campo biologico (2,1 milioni di euro di costo totale e oltre 1,4 milioni di euro di contributo pubblico).

La maggior parte dei progetti MIuR (77%) riguarda le produzioni vegetali ed è incentrata sugli aspetti tecnici della produzione, quali soprattutto la difesa delle pian- te, nonché il miglioramento e la razionalizzazione del- le tecniche produttive e dei relativi input (comprese le varietà più idonee al metodo biologico), analogamente alle ricerche sulle produzioni animali, che riguardano, tuttavia, soprattutto la gestione sanitaria.

altri temi studiati nei progetti MIuR sono quelli del- la qualità e sicurezza alimentare delle produzioni e, in misura minore, delle risorse ambientali (in particolare del suolo), nonché gli aspetti economici (soprattutto a carattere “micro”).

Il MIuR promuove anche la ricerca agroindustriale attra- verso specifiche leggi nazionali e programmi operativi di intervento comunitario (leggi 46/82 e 488/92, prima, e legge 297/99, in seguito, con la quale è stato introdotto il Fondo per le agevolazioni alla ricerca (FaR), che cofi- nanzia anche i pON 2000-2006 e pON 2007-2013). Nel caso specifico del settore biologico, tale impegno risul- ta peraltro più consistente (anche se meno costante) di quello offerto al settore della ricerca pubblica. Nel periodo 2000-2011, infatti, lo sforzo finanziario totale (pubblico-privato) per la ricerca agro-industriale bio ri- guarda la realizzazione di 11 grandi progetti e si attesta sui 18,6 milioni di euro, di cui oltre il 62% a carico del MIuR. Inoltre, mentre il pON 2000-2006 è andato a so- stenere alcune (sia pure poche) ricerche di interesse per e per il controllo delle malattie trasmesse da seme, sul

miglioramento genetico e sull’ampliamento della base genetica delle specie coltivate in agricoltura biologica (anche mediante il metodo del breeding partecipativo, con il diretto coinvolgimento dell’agricoltore), nonché sulla messa a punto di linee guida e disciplinari per la produzione di sementi biologiche.

I progetti afferenti al tema della qualità, che rappresen- tano circa il 20% delle ricerche finanziate dal MIpaaF, riguardano gli aspetti qualitativi delle produzioni e dei processi a livello aziendale, nonché la definizione di stru- menti di valutazione della qualità del prodotto trasfor- mato, coerentemente con la vigente regolamentazione europea e in risposta alle esigenze del consumatore, che chiede di conoscere il valore salutistico aggiunto del prodotto biologico rispetto a quello convenzionale, atte- stato da solide evidenze scientifiche.

Le ricerche riguardanti le produzioni animali studiano gli aspetti relativi sia alla qualità dei prodotti, sia alla gestione degli allevamenti, con particolare attenzione al contenimento delle patologie animali (specie a base infettiva).

gli studi a carattere socio-economico sono invece indi- rizzati - oltre che ad analizzare gli elementi di sosteni- bilità del sistema biologico - a identificare, secondo il criterio del distretto biologico, le peculiarità socioeco- nomiche e ambientali dei diversi territori, con l’obiettivo generale di aumentare la quota di mercato dei prodotti che ne derivano, accrescendo nei consumatori la perce- zione del loro valore, qualità e sicurezza.

Infine, con la recente regolamentazione comunitaria sull’acquacoltura biologica [regg. (ce) nn. 834/2007 e 710/2009] anche questo settore è stato inserito tra i temi di ricerca, al fine di definire i criteri del sistema produtti- vo, offrire un nuovo prodotto al consumatore anche nella ristorazione pubblica e procedere alla caratterizzazione nutrizionale delle specie ittiche allevate con metodo bio- logico, evidenziandone le peculiarità più importanti. con strumenti finanziari gestiti dal MIuR, in riferimento al periodo 2000/2009, sono stati finanziati 70 progetti di ricerca nel settore biologico (quasi tutti progetti di rile-

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il settore biologico, l’attuale pON 2007-2013 non è stato finora utilizzato a tale scopo. In particolare, i progetti bio a carattere agroindustriale sinora finanziati riguardano soprattutto l’individuazione di mezzi di difesa idonei alla produzione biologica (con attenzione anche alla fase di post-raccolta) e di tecnologie per il controllo di qualità dei prodotti.

La ricerca a livello regionale

Dall’elaborazione dei dati e delle informazioni disponibili sulla ricerca in campo biologico finanziata dalle Regioni e dalle province autonome6, emerge un elevato numero di progetti, realizzati già a partire dalla seconda metà degli anni novanta, in tutto 263, per un importo comples- sivo di quasi 28 milioni di euro e un contributo pubblico

6 Banca dati INEA, SINAB e alcune fonti regionali che si riferiscono, essenzialmente, ad assessorati e direzioni regionali competenti per la materia

agricola.

Tab. 2 - Ricerche sul biologico finanziate con fondi regionali1

Regione Num. progetti

"bio" Anno di avvio dei progetti Costo totale progetti sul costo totale% Contributo pubblico Piemonte 38 dal 2002 al 2009 2.593.955 9,3 2.197.607

Valle D'Aosta 2 1999, 2002 48.537 0,2 48.537

Liguria 2 2005, 2010 93.000 0,3 93.000

Lombardia 25 dal 2001 al 2009 2.516.159 9,0 1.892.467 P.A. Bolzano (°) 32 dal 1994 al 2011 3.861.550 13,8 3.861.550

Veneto 22 dal 2001 al 2006 2.673.013 9,6 2.584.730 Friuli-V.G. 4 2003, 2006, 2011 790.000 2,8 790.000 Emilia-Romagna 75 dal 1994 al 2010 6.949.245 24,8 5.266.346 Marche (*) 1 2005 900.000 3,2 675.000 Toscana 17 dal 1995 al 2010 2.030.911 7,3 1.879.096 Umbria (*) 1 2005 921.300 3,3 730.000 Lazio 9 dal 2000 al 2007 773.408 2,8 773.408 Abruzzo 3 1999, 2009 492.247 1,8 492.247 Campania 10 dal 2003 al 2005 558.273 2,0 411.871 Puglia 7 dal 1997 al 2002 1.133.526 4,1 1.133.526 Basilicata 2 1996, 2000 56.878 0,2 56.878 Sicilia 13 dal 1999 al 2006 1.582.982 5,7 1.582.982 Totale 263 - 27.974.985 100,0 24.469.245

1 Il periodo di rilevazione è variabile in relazione alla presenza - nelle fonti esaminate (banche dati) - di ricerche di tutto il settore agricolo in

generale (e non solo del settore bio).

(*) Regione capofila di un progetto interregionale con linee di ricerca sull'agricoltura biologica.

(°) Dati riferiti alle ricerche "bio" del principale ente di ricerca agraria della P.A. di Bolzano, ossia il Centro di Laimburg, nel quale peraltro esiste uno specifico settore dedicato all'agricoltura biologica.

nali, gli studi sono diretti al miglioramento e alla razio- nalizzazione delle tecniche produttive e dei relativi input (comprese, anche se meno studiate, le varietà più idonee al metodo biologico e, in misura veramente residuale, le razze animali più adattabili a tale metodo), nonché alla messa a punto di tecniche di difesa delle piante e della salute degli animali (inclusi i metodi di cura omeopatici). La maggioranza delle ricerche bio regionali, pari a cir- ca il 78%, contempla aspetti strategici per gli agricoltori biologici (es. economia) o per la società intera (es. am- biente e qualità), i quali di solito si accompagnano agli aspetti tecnici sopradetti.

considerando l’universo degli studi che rispondono a obiettivi di rilevanza strategica e tenendo presente che le ricerche risultano generalmente classificate sotto più ambiti di ricerca, emerge che, a livello regionale, le pro- blematiche ambientali sono quelle più frequentemente affrontate, ricorrendo nel 38% delle ricerche8.

Diversamente dalla ricerca in agricoltura biologica fi- nanziata a livello centrale, nel caso delle Regioni, gli di oltre 24 milioni di euro (oltre l’87% dell’investimento

totale).

tuttavia, soltanto sei delle Regioni elencate hanno pre- visto una quota di cofinanziamento da parte dei soggetti beneficiari (in misura maggiore per campania, Lombar- dia, emilia-Romagna e piemonte).

Sebbene i periodi di rilevazione delle ricerche non sia- no gli stessi per le varie regioni7, quelle che sembrano spiccare nettamente sulle altre - per lo meno in termini finanziari - sono l’emilia-Romagna e la p.a. di Bolzano, seguite da Veneto, piemonte e Lombardia.

Inoltre, pur essendo le istituzioni regionali attive nel fi- nanziamento di progetti bio già a partire dalla seconda metà degli anni novanta, gli anni in cui sono stati avviati più frequentemente nuovi progetti di ricerca a favore del settore biologico vanno dal 2002 al 2006.

Va anche precisato che, accanto alle ricerche promos- se singolarmente dalle Regioni, sono stati considerati pure - per l’attivo ruolo esercitato dalle Regioni nella promozione e nella gestione delle iniziative e per il loro carattere di estesa multiregionalità - due progetti inter- regionali, realizzati grazie al cofinanziamento dei fondi previsti dalla legge n. 499/99: il primo, coordinato dal- la Regione umbria, riguarda le produzioni sementiere biologiche, mentre il secondo, coordinato dalla Regione Marche, la zootecnia biologica.

con riferimento ai contenuti delle ricerche, quasi il 98% dei 263 progetti concerne le produzioni agricole/zootec- niche primarie e/o trasformate (di cui l’84% vegetali, quasi il 14% animali e il 2% vegetali e animali), mentre i restanti sei si concentrano su altri argomenti di inte- resse agricolo, quali lo studio del comportamento del consumatore e dei mercati bio, di nuovi formulati di la- boratorio, di metodologie di monitoraggio e valutazione delle politiche per il biologico, ecc.

In tema di produzioni vegetali e animali, trattate, dal punto di vista tecnico, nell’86% delle ricerche bio regio-

7 Essi partono, a seconda delle Regioni, in anni che vanno dal 1994 al 2002 e terminano nel periodo 2007-2012.

8 In proposito, prevalgono l’analisi e la valutazione degli impatti sull’ambiente connessi ai processi produttivi, con un’attenzione particolare ai temi

della tutela del suolo (presente in 24 ricerche) e della biodiversità (presente in 16 ricerche) e un interesse, seppur minore, per quello delle risorse idriche. Decisamente meno frequenti sono le ricerche che trattato i temi relativi alle risorse aria ed energia.

Graf. 2 - Progetti di ricerca regionali sul biologico per ambiti strategici di intervento

Fonte: MIPAAF.

N° progetti

Ambiente Qualità Economia Aspetti socialiPolitiche/norme

0 10 20 30 40 50 60 70 80

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aspetti economici (26% dei progetti) - soprattutto a ca- rattere “micro” (valutazione dei costi di produzione dei processi produttivi, dei redditi delle aziende, ecc.) - pre- valgono leggermente sulla tematica della qualità (il 24% delle ricerche studiano le caratteristiche qualitative e

di salubrità dei prodotti), mentre gli studi di ausilio alla definizione di politiche e normative di settore (presenti nell’8% dei progetti) rivestono una minore importanza così come i temi di interesse sotto il profilo etico e socia- le (riguardanti il 6% delle ricerche).

PARTE III: