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GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA E PUNTI VENDITA SPECIALIZZAT

I NUMERI DEL BIOLOGICO

4.3 IL CONTESTO ITALIANO

4.3.2 LA RETE DISTRIVUTIVA DEI PRODOTTI BIOLOGICI IN ITALIA

4.3.2.1 GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA E PUNTI VENDITA SPECIALIZZAT

Così come nei principali mercati europei, la Grande distribuzione organizzata (GDO) e i punti vendita specializzati (PVS) rappresentano nel nostro Paese i canali prevalenti per l'acquisto del biologico, affiancati dai canali distributivi analizzati nei paragrafi precedenti. In particolare, in tale analisi, faremo riferimento ai dati ISMEA, i soli che vengono rilevati con costanza dal 2001, che derivano dall'elaborazione delle rilevazioni legate ad un panel di famiglie, gestite in collaborazione con Nielsen, che hanno ad oggetto i soli consumi domestici di biologico confezionato effettuati nella GDO. In particolare il monitoraggio effettuato da ISMEA è limitato ai prodotti confezionati con codice a barre escludendo dunque tutti i prodotti acquistati allo stato sfuso e sprovvisti di codice a barre. Nonostante si tratti di una rilevazione parziale dei consumi, i dati e le tendenze che emergono da tali rilevazioni vengono spesso utilizzate, se pur erroneamente, per descrivere il settore nella sua interezza.

La GDO dunque rappresenta il principale canale di vendita dei prodotti biologici con una crescita media annua dell'11% (nel periodo 2010-2015) anche se in realtà il sorpasso della GDO sui PVS è avvenuto solamente nel 2015: 873 milioni di euro nella GDO (33%) contro gli 862 milioni di euro nei PVS(32%), in un mercato domestico che vale complessivamente 2.317 milioni di euro e che non tende ad arrestarsi. Un dato in grado di fotografare al meglio la situazione attuale riguarda la variazione % annua dei consumi "bio" in valore nella GDO rispetto al trend dell'agroalimentare nel suo complesso. In particolare nel primo semestre del

50 BioBank, la banca dati sul biologico, pubblica ogni anno “Tutto Bio”, l’annuario del biologico italiano che riunisce i dati sugli operatori del settore, raccolti mediante censimenti diretti. Indirizzi, informazioni utili e statistiche sono accompagnati da articoli, approfondimenti e valutazioni sull’andamento del settore e delle sue prospettive.

2016 c'è stato un vero e proprio boom di vendite a due cifre nel -1,2% registrato nelle vendite agroalimentari,

La presenza dei prodotti biologici sugli scaffali della Grande distribuzione organizzata non è un fenomeno recente ma risale ai primi anni '90 e due sono,

questo fenomeno: il 1992 e il 1999. -1992: La Coop, ad appena un anno biologico, introduce in alcuni

Coop è l'insegna con la gamma bio a marca privata più ampia: in tutto 440 referenze biologiche. -1999: Esselunga, sulla scia della Coop,

distributiva in Italia dedicata al biologico, Dal 2000 in poi, sulla scia di Esselunga, sugli scaffali della GDO cresce

crescita determinata sia dall'ingresso di nuove catene,

dall'approfondimento delle gamme esistenti. Ad oggi quasi tutte le catene distributive propria marca dedicata al bio

il biologico), Coop (vivi verde coop), Despar (Bio,logico), (naturale bio), Pam (bio) e Sma (bio simply)

Gli anni con gli incrementi più significativi sono il 2002 con una crescita del 69% rispetto al 2001 e il 2003 con una crescita del 25%. Tra il 2003 e il 2013 assistiamo ad anni altalenanti (anni caratterizzati sempre da un in

numeri tornano a salire in maniera significativa con un + 31% nel 2013 e un +22% nel 2015 e tale sviluppo tende a non arrestarsi visto le stime del I semestre 2016 (+20,6%).

Figura 22: Variazione % annua dei consumi bio in valore nella GDO e

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2016 c'è stato un vero e proprio boom di vendite a due cifre nella GDO (+21%) ,

1,2% registrato nelle vendite agroalimentari, così come osservabile nel grafico sottostante. ei prodotti biologici sugli scaffali della Grande distribuzione organizzata non è un fenomeno recente ma risale ai primi anni '90 e due sono, a nostro parere,

questo fenomeno: il 1992 e il 1999.

ad appena un anno dall'approvazione del regolamento comunitario sul introduce in alcuni punti vendita del Veneto frutta e verdura biologica. Ancora oggi Coop è l'insegna con la gamma bio a marca privata più ampia: in tutto 440 referenze biologiche.

sulla scia della Coop, lancia "Esselunga Bio", prima linea di una catena distributiva in Italia dedicata al biologico, in pieno scandalo "mucca pazza".

sulla scia di Esselunga, parte la corsa alla marca bio e il numero di referenze li scaffali della GDO cresce senza sosta passando dalle 600 del 2000 alle 2.300 del 2015, crescita determinata sia dall'ingresso di nuove catene, sia dall'ampliamento e dall'approfondimento delle gamme esistenti. Ad oggi quasi tutte le catene distributive

propria marca dedicata al bio: Auchan (Auchan bio), Carrefour (Carrefour bio), Conad (Conad Coop (vivi verde coop), Despar (Bio,logico), Esselunga (Esselunga bio),

e Sma (bio simply).

gli incrementi più significativi sono il 2002 con una crescita del 69% rispetto al 2001 e il 2003 con una crescita del 25%. Tra il 2003 e il 2013 assistiamo ad anni altalenanti (anni caratterizzati sempre da un incremento percentuale positivo) ed è solo da

numeri tornano a salire in maniera significativa con un + 31% nel 2013 e un +22% nel 2015 e tale sviluppo tende a non arrestarsi visto le stime del I semestre 2016 (+20,6%).

: Variazione % annua dei consumi bio in valore nella GDO e trend dell'agroalimentare

Fonte: Ismea - Nielsen

la GDO (+21%) , al contrario del così come osservabile nel grafico sottostante. ei prodotti biologici sugli scaffali della Grande distribuzione organizzata non è un

a nostro parere, le date principali di dall'approvazione del regolamento comunitario sul punti vendita del Veneto frutta e verdura biologica. Ancora oggi Coop è l'insegna con la gamma bio a marca privata più ampia: in tutto 440 referenze biologiche.

prima linea di una catena in pieno scandalo "mucca pazza".

parte la corsa alla marca bio e il numero di referenze del 2000 alle 2.300 del 2015, sia dall'ampliamento e dall'approfondimento delle gamme esistenti. Ad oggi quasi tutte le catene distributive hanno la Carrefour (Carrefour bio), Conad (Conad Esselunga (Esselunga bio), Finiper gli incrementi più significativi sono il 2002 con una crescita del 69% rispetto al 2001 e il 2003 con una crescita del 25%. Tra il 2003 e il 2013 assistiamo ad anni altalenanti ed è solo dal 2013 che i numeri tornano a salire in maniera significativa con un + 31% nel 2013 e un +22% nel 2015 e tale sviluppo tende a non arrestarsi visto le stime del I semestre 2016 (+20,6%).

Analizzando i dati Ismea-Nielsen sulle vendite bio nella GDO a peso fisso,

categorie più consumate sono rappresentate da derivati dei cereali (23% del totale), frutta fresca e trasformati (più del 17 % in entrambi i casi) e lattiero

categorie nel loro insieme rappresentano circa il 70% delle vendite bio complessive nella GDO, denotando una discreta concentrazione negli acquisti. Le vendi

riconducibili soprattutto ai Supermercati e agli Ipermercati. Al primo canale afferisce il 48% circa delle vendite, mentre nel secondo caso si arriva a coprire una quota del 38%. Ai liberi servizi (10%) e ai discount (4%) appartien

complesso, il biologico viene veicolato di meno nei discount e nei punti vendita di piccola dimensione; è invece più presente,

ipermercati non troppo estesi. Inoltre secondo l'indagine effettuata da Nomisma per ICE

2016 emerge che il 40% del campione preferisce effettuare abitualmente la propria spesa bio in iper e supermercati per una questione di comodità(presenza sia di prodotti bio che convenzionali) e soprattutto per i prezzi più contenuti.

Se andiamo ad analizzare alcune referenze nello specifico notiamo delle percentuali di crescita molto interessati:

- +37,8% nel 2015 e +30% circa nel I semestre 2016 la crescita delle vendite di carne trasformata rispetto alla contrazione nel non bio

- +44% nel 2015 e +75,6 % nel I semestre 2016 per i prodotti ittici (per i quali pesa molto il consumo di salmone affumicato)

- Rispetto alla contrazione nelle vendite di latte non bio e derivati

incremento del 7% (2015) e di circa il 15% (I semestre 2016) per il latte bio e i suoi derivati Di seguito riportiamo una tabella con le principali variazioni registrate nel 2015 e nel I semestre 2016.

Tabella 10: Vendite in valore d

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Nielsen sulle vendite bio nella GDO a peso fisso, si osserva che le categorie più consumate sono rappresentate da derivati dei cereali (23% del totale),

frutta fresca e trasformati (più del 17 % in entrambi i casi) e lattiero - caseari (11,5%). Queste categorie nel loro insieme rappresentano circa il 70% delle vendite bio complessive nella GDO, denotando una discreta concentrazione negli acquisti. Le vendite di tali prodotti sono riconducibili soprattutto ai Supermercati e agli Ipermercati. Al primo canale afferisce il 48% mentre nel secondo caso si arriva a coprire una quota del 38%. Ai liberi servizi (10%) e ai discount (4%) appartiene la restante quota. Rispetto all'agroalimentare nel il biologico viene veicolato di meno nei discount e nei punti vendita di piccola è invece più presente, in termini di vendite, nei supermercati più grandi e negli

roppo estesi. Inoltre secondo l'indagine effettuata da Nomisma per ICE

2016 emerge che il 40% del campione preferisce effettuare abitualmente la propria spesa bio in iper e supermercati per una questione di comodità(presenza sia di prodotti bio che

nvenzionali) e soprattutto per i prezzi più contenuti.

Se andiamo ad analizzare alcune referenze nello specifico notiamo delle percentuali di crescita 8% nel 2015 e +30% circa nel I semestre 2016 la crescita delle vendite di carne

trasformata rispetto alla contrazione nel non bio

+44% nel 2015 e +75,6 % nel I semestre 2016 per i prodotti ittici (per i quali pesa molto il consumo di salmone affumicato)

Rispetto alla contrazione nelle vendite di latte non bio e derivati del 3%,

incremento del 7% (2015) e di circa il 15% (I semestre 2016) per il latte bio e i suoi derivati Di seguito riportiamo una tabella con le principali variazioni registrate nel 2015 e nel I semestre

: Vendite in valore di prodotti bio confezionati a peso fisso nella GDO

Fonte: Ismea - Nielsen

si osserva che le categorie più consumate sono rappresentate da derivati dei cereali (23% del totale), ortaggi e caseari (11,5%). Queste categorie nel loro insieme rappresentano circa il 70% delle vendite bio complessive nella GDO, te di tali prodotti sono riconducibili soprattutto ai Supermercati e agli Ipermercati. Al primo canale afferisce il 48% mentre nel secondo caso si arriva a coprire una quota del 38%. Ai liberi e la restante quota. Rispetto all'agroalimentare nel il biologico viene veicolato di meno nei discount e nei punti vendita di piccola nei supermercati più grandi e negli roppo estesi. Inoltre secondo l'indagine effettuata da Nomisma per ICE-SANA 2016 emerge che il 40% del campione preferisce effettuare abitualmente la propria spesa bio in iper e supermercati per una questione di comodità(presenza sia di prodotti bio che Se andiamo ad analizzare alcune referenze nello specifico notiamo delle percentuali di crescita 8% nel 2015 e +30% circa nel I semestre 2016 la crescita delle vendite di carne fresca e +44% nel 2015 e +75,6 % nel I semestre 2016 per i prodotti ittici (per i quali pesa molto il si registra un incremento del 7% (2015) e di circa il 15% (I semestre 2016) per il latte bio e i suoi derivati Di seguito riportiamo una tabella con le principali variazioni registrate nel 2015 e nel I semestre

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Per quanto riguarda la distribuzione percentuale delle vendite bio per area geografica notiamo che sono concentrate soprattutto al nord, dove ricadono i 2/3 degli acquisti. Un quarto delle vendite sono effettuate al centro e in Sardegna, mentre la restante quota (9% circa) è di competenza del Sud.

Figura 23: Ripartizione delle vendite per area geografica

Fonte: Nostra elaborazione su dati Ismea - Nielsen

In merito al canale specializzato, il relativo mercato costituisce di per sé un segmento molto dinamico, che sta vivendo, in questi ultimi anni, un grande fermento sul piano concorrenziale, con l'entrata di nuovi player anche di piccole dimensioni. Come già riportato all'inizio del paragrafo, le stime Ismea attribuiscono ai negozi specializzati un fatturato al consumo che si aggira sui 862 milioni di euro, che equivalgono al 32% dell'intero valore del mercato biologico al dettaglio. Per ciò che riguarda l'ampiezza dei punti vendita specializzati, la dimensione di un negozio specializzato corrisponde, nella media della realtà distributiva italiana del comparto biologico, a quella di una superette (negozi a libero servizio), pari a circa 200 mq. Vi sono tuttavia diverse eccezioni, con punti vendita che, in taluni gruppi organizzati, raggiungono anche gli 800 mq di superficie, fino a superare, in casi limite i 1.000 mq. Nelle grandi realtà la dimensione media rilevata da Ismea è pari a 300 mq.

In tale canale distributivo le vendite sono costituite per circa un 88% da prodotti alimentari e per il restante 12% da merceologie non- food (il 10 % è rappresentato da articoli per la cura della persona) e mediamente un negozio specializzato di grandi dimensioni tratta circa 3.000-4.000 referenze biologiche, mentre le piccole superfici si fermano attorno alle 1.50051. Sempre secondo le stime di Ismea, il 30% delle referenze vendute nei PVS sono da ricondurre a prodotti

51 Rilevante il divario con la GDO che limita il numero delle referenze bio trattate a circa 300.

Sud 10% Nord ovest 36% Nord est 29% Centro + Sardegna 25%

Vendite

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di importazione quali banane, yogurt, latticini, frutta secca, dadi per brodo e articoli di cosmetica.52

Se mettiamo a confronto i prezzi applicati all'interno delle GDO e dei PVS notiamo che in quest'ultimi, mediamente, vi è un incremento del 20-30%. Per alcune categorie di prodotti, in particolare biscotti, yogurt, latticini e uova, che rientrano peraltro tra le più acquistate dai consumatori bio, tale forbice si allarga ulteriormente. Inoltre tra GDO e PVS, ad eccezione di casi sporadici, non si riscontrano sovrapposizioni di marca anche perché nello specializzato si registra una frequente presenza di marchi di nicchia e una maggior concentrazione sugli scaffali di prodotti specifici per vegetariani e vegani, segmento peraltro in forte espansione.