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I NUMERI DEL BIOLOGICO

4.3 IL CONTESTO ITALIANO

4.3.1 LE IMPORTAZIONI DA PAESI TERZ

Così come già abbiamo evidenziato nel paragrafo 2.7 l'importazione da Paesi terzi di prodotti biologici è disciplinata dal Reg. (CE) n.834/07, dal Reg. (CE) n. 889/08 e dal Reg. (CE) n. 1235/08.

Secondo tali regolamenti le importazioni di prodotti biologici provenienti da Paesi terzi possono realizzarsi attraverso due modalità:

 Importazioni da Paesi terzi la cui equivalenza delle norme di produzione e del sistema di controllo alle disposizioni dell'Unione europea è stabilita dalla Commissione UE. I Paesi in equivalenza, sono riportati nell'allegato III del Reg. (CE) n. 1235/2008, e successive modifiche e integrazioni.45

 Importazioni di operatori di Paesi terzi certificati da Organismi di Controllo autorizzati dalla Commissione UE ad operare in determinati Paesi applicando standard di produzione riconosciuti equivalenti. L'elenco degli Organismi autorizzati nei diversi

45Al 31/12/2015 l'elenco comprendeva i seguenti Paesi: Argentina, Australia, Canada, Costa Rica, India, Israele,

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Paesi è riportato nell'allegato IV del Reg. (CE) n. 1235/2008, e successive modifiche ed integrazioni.

Dopo aver illustrato sinteticamente le norme sulle importazioni da Paesi terzi, passiamo adesso ad analizzare i dati del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali elaborati dal SINAB46 presenti all'interno del documento ufficiale SINAB 2016.47

Innanzitutto è necessario puntualizzare che all'interno di tale report le elaborazioni presentate non tengono conto delle attività di scambio intracomunitario e di conseguenza non sono esaustive di tutte le quantità di prodotti biologici che entrano in Italia dai Paesi terzi, attraverso altri Paesi comunitari.

Un primo dato significativo riguarda il numero delle aziende iscritte nell'elenco nazionale degli importatori che risultano essere, al 31/12/2015 ben 310, con un incremento percentuale del 20% rispetto ai dati riferiti al 2014 e di ben cinque volte superiore rispetto ai 67 importatori presenti nella rilevazione statistica effettuata nel 2001.

Se consideriamo l'aumento delle quantità totali importate nei due anni antecedenti il 2016, le percentuali diventano veramente significative. Dall'analisi dei dati SINAB 2015 emerge che nel 2014 si era registrato un aumento in quantità del 47,3% rispetto al 2013, mentre nel 2015 l'aumento è stato di ben 51 punti percentuali, dati che dimostrano quanto sia vivo e dinamico il mercato interno dei prodotti biologici in Italia.

A incidere fortemente su tale andamento è soprattutto il settore dei cereali (prevalentemente frumento duro e riso), con un aumento rispetto al 2014 del 67%48. Le altre categorie di prodotto che mostrano sostanziali variazioni positive rispetto al 2014 sono gli oli alimentari (+217%) e le colture industriali (+56%). L'unica categoria che mostra una lieve flessione dei volumi importati, dopo la crescita del +42,7% nell'anno 2014, è quella degli ortaggi che segna un -5 % rispetto al 2014 dovuto soprattutto al brusco calo degli approvvigionamenti di patate dal Nord Africa (Egitto in particolare).

46Sistema d'informazione Nazionale sull'Agricoltura biologica.

47 I dati raccolti sono ottenuti sulla base delle comunicazioni che gli importatori hanno l'obbligo di inoltrare alla fine

di ogni anno al MiPAAF secondo quanto previsto dal DM n. 700/2011 allegato 1 e 2 e dal DM n. 18378/2012 allegato 1 e 2 .

Figura 20: Quantità di prodotto biologico importato

categoria di prodotto (valori in tonnellate)

I prodotti importati dall'Italia provengono da numerosi Paesi terzi ma in particolare negli ultimi anni si sta registrando una maggiore presenza di Paesi dell'Europa non UE (40% del volume totale importato nel 2015) e dell'Africa (13%

situazione risulta tuttavia molto concentrata su mercati specifici,

significativo della Turchia per quanto riguarda il frumento duro (+82% nel 2015) e della Tunisia per quanto riguarda l'olio d'oliva (+247% rispetto al 2014)

questa parte.

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di prodotto biologico importato in Italia negli anni 2014 categoria di prodotto (valori in tonnellate)

Fonte: SINAB

prodotti importati dall'Italia provengono da numerosi Paesi terzi ma in particolare negli ultimi anni si sta registrando una maggiore presenza di Paesi dell'Europa non UE (40% del volume 2015) e dell'Africa (13% del totale). In realtà nell'ambito di questi paesi la situazione risulta tuttavia molto concentrata su mercati specifici, con un ruolo particolarmente significativo della Turchia per quanto riguarda il frumento duro (+82% nel 2015) e della Tunisia nto riguarda l'olio d'oliva (+247% rispetto al 2014), trend in forte crescita da tre anni a

in Italia negli anni 2014-2015, per

prodotti importati dall'Italia provengono da numerosi Paesi terzi ma in particolare negli ultimi anni si sta registrando una maggiore presenza di Paesi dell'Europa non UE (40% del volume del totale). In realtà nell'ambito di questi paesi la con un ruolo particolarmente significativo della Turchia per quanto riguarda il frumento duro (+82% nel 2015) e della Tunisia , trend in forte crescita da tre anni a

Figura 21: Quantità di prodotto biologico importata in Italia negli anni 2014

Aree geografiche di assoluto rilievo per l'import biologico italiano risultano essere anche l'Asia e l'America latina, dalle quali nel 2015 sono stati importati rispettivamente il 23% e il 20% dei volumi totali. Per quanto riguarda il continente asiatico,

da anni, continua a caratterizzarsi per l'esportazione di legumi (fagioli e lenticchie; soia (sia fave di soia che panello di soia;

totale di riso che giunge in Italia proviene da India,

paesi dell'America latina riguardano soprattutto frutta fresca (banane, trasformati (principalmente zucchero di canna,

importato dal Perù, le cui quantità rappresentano circa l'80% del cacao biologico importato in Italia.

Da sottolineare il calo generale delle attività d'importazione dall'America del Nord 2014 che ha riguardato quasi tutte le

evidenzia un calo nelle importazioni di frutta fresca e secca ( 29,77), di colture industriali (

trasformati (-54,78%). Le sole importazioni che si sono dimostrate particolarmente dinamiche riguardano principalmente il frumento tenero del Canada (+28%) e il caffè dal Messico (+ Per un approfondimento sulle variazioni percentuali in quantità sia per tipologia d

per area di provenienza, consultare l'allegato n.

Infine vorremmo porre l'attenzione su una questione particolarmente rilevante per i consumatori di prodotti biologici ma soprattutto per il sistema nel suo complesso, ossia

delle frodi. L'Ispettorato Centrale Repressione Frodi 62

: Quantità di prodotto biologico importata in Italia negli anni 2014 area geografica

(valori in tonnellate)

Fonte: SINAB

Aree geografiche di assoluto rilievo per l'import biologico italiano risultano essere anche l'Asia dalle quali nel 2015 sono stati importati rispettivamente il 23% e il 20% dei volumi totali. Per quanto riguarda il continente asiatico, la principale protagonista è la Cina che, da anni, continua a caratterizzarsi per l'esportazione di legumi (fagioli e lenticchie;

ave di soia che panello di soia; +63% nel complesso), mentre il 38% della quantità unge in Italia proviene da India, Pakistan e Tailandia. Le importazioni dai paesi dell'America latina riguardano soprattutto frutta fresca (banane, kiwi e pere) e prodotti trasformati (principalmente zucchero di canna, caffè e cacao). Il cacao in particolare viene , le cui quantità rappresentano circa l'80% del cacao biologico importato in

Da sottolineare il calo generale delle attività d'importazione dall'America del Nord

che ha riguardato quasi tutte le categorie di prodotto. In particolare il rapporto SINAB evidenzia un calo nelle importazioni di frutta fresca e secca (-85,46%), di ortaggi e legumi (

di colture industriali (-98,98%), di oli e grassi vegetali (-38,27%) e di prodotti 54,78%). Le sole importazioni che si sono dimostrate particolarmente dinamiche riguardano principalmente il frumento tenero del Canada (+28%) e il caffè dal Messico (+ Per un approfondimento sulle variazioni percentuali in quantità sia per tipologia d

consultare l'allegato n.3.

Infine vorremmo porre l'attenzione su una questione particolarmente rilevante per i consumatori di prodotti biologici ma soprattutto per il sistema nel suo complesso, ossia il grave problema le frodi. L'Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICQRF) del Ministero delle Politiche

: Quantità di prodotto biologico importata in Italia negli anni 2014-2015, per

Aree geografiche di assoluto rilievo per l'import biologico italiano risultano essere anche l'Asia dalle quali nel 2015 sono stati importati rispettivamente il 23% e il 20% dei la principale protagonista è la Cina che, da anni, continua a caratterizzarsi per l'esportazione di legumi (fagioli e lenticchie; +63%) e di +63% nel complesso), mentre il 38% della quantità Le importazioni dai kiwi e pere) e prodotti particolare viene , le cui quantità rappresentano circa l'80% del cacao biologico importato in

Da sottolineare il calo generale delle attività d'importazione dall'America del Nord rispetto al categorie di prodotto. In particolare il rapporto SINAB di ortaggi e legumi (- 38,27%) e di prodotti 54,78%). Le sole importazioni che si sono dimostrate particolarmente dinamiche riguardano principalmente il frumento tenero del Canada (+28%) e il caffè dal Messico (+58%). Per un approfondimento sulle variazioni percentuali in quantità sia per tipologia di prodotto che Infine vorremmo porre l'attenzione su una questione particolarmente rilevante per i consumatori il grave problema del Ministero delle Politiche

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Agricole ha disposto, nel 2015, ben 2.257 controlli nel settore dell'agricoltura biologica (poco meno del 7% delle 36.359 ispezioni totali), verificando 1.815 operatori e 2.877 prodotti, tra i quali ortofrutta e olio d'oliva in misura maggiore rispetto agli altri. Da tali controlli l'8,6% dei controllati è risultato irregolare, con 16 diffide, 58 sequestri, 178 multe e 18 milioni di euro di merce e prodotti sotto sequestro.49

Un valore nettamente superiore all'anno precedente, quando il falso bio sequestrato dall'autorità non superava i 3 milioni di euro: nel 2014 era stata inferiore anche la percentuale (8,1%) di operatori riscontrati come irregolari dall'ICQRF, così come il totale delle sanzioni amministrative.

Di fronte al ripetersi di frodi che riguardano l'importazione di prodotti falsamente biologici è dunque importante controbattere con un regime di controllo più restrittivo al fine di tutelare i consumatori e soprattutto al fine di non alterare un mercato che si basa sulla fiducia dei consumatori nei confronti di produttori e istituzioni.