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Le grandi rivolte popolar

Nel documento Cina e Giappone dal 1895 al 1945 (pagine 31-35)

Gli effetti distruttivi dell'aggressione straniera fecero precipitare le già gravissime tensioni prodotte dalla decadenza economica ed amministrativa interna, e nel ventennio fra il 1850 e il 1870 la Cina fu percorsa dalle rivolte popolari: oltre a quella gigantesca del Taiping64 nel medio e basso

bacino dello Yangtze, e quella maggiore dei Nian65 nella Cina del Nord, ci

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Nella fondazione del regno di Taiping, come era accaduto per molte ribellioni popolari nel corso della storia cinese, un culto religioso fornì la fanatica base organizzativa al movimento ribelle che emerse infine nel Kwangsi. Il fondatore, Hong Xiuquan, e i suoi principali collaboratori appartenevano al gruppo degli Hakka. Hong era oltre un letterato deluso, respinto più di una volta agli esami di Canton. Hong attraversò un lungo periodo di delirio ed ebbe delle visioni. La successiva lettura di opuscoli gli fornì la spiegazione: aveva visto Dio e il proprio fratello maggiore, Gesù Cristo; in quanto Fratello Minore Celeste, era quindi chiamato a redimere l'umanità dal male. Hong ebbe brevi contatti con i missionari protestanti di Canton (in particolare con un missionario americano, Issachar Jacox Roberts, che nel 1847 rifiutò di battezzarlo), ma finì per crearsi una religione sua propria. L'organizzazione militare dei seguaci di Hong, dopo che questi ebbe trascorso parecchi anni predicando la nuova fede, fu approntata da uno dei suoi primi discepoli, Feng Yun-shan, nelle condizioni tipiche del periodo. Poiché i funzionari imperiali non avevano più la forza necessaria per reprimere il banditismo e regolare le dispute, vennero organizzati per il mantenimento dell'ordine corpi di milizie locali. Il continuo declino dell'autorità centrale mise però ben presto queste forze in conflitto tra loro. Oltre a combattere il banditismo, esse conducevano guerre locali le une contro le altre. L'unità nella quale il discepolo di Hong organizzò i suoi seguaci alla fine del decennio 1840-1850 fu chiamata " Società degli adorati di Dio" (Pai Shang-ti hui). Hong e i suoi giovani luogotenenti cominciarono la resistenza armata contro le truppe imperiali nel 1850, nel villaggio di Chint'ien, nei pressi della loro base vicino sul Fiume Occidentale, nel Kwangsi. Espandendosi rapidamente, essi conquistarono al Nord, nel settembre 1851, la città dipartimentale di Yung-an dove innalzarono la bandiera della rivolta dinastica. Hong assume il titolo di Re Celeste del " Regno Celeste della Grande Pace". Nello stesso periodo emerse un altro capo, un ex commerciante di carbone di legna, Yang Hsiuqing. Yang divenne Re orientale e comandante in capo, mentre altri ricevettero i titoli di re occidentale, settentrionale, meridionale e di principi assistenti. J. -K. Fairbank, E. – O. Reischauer, A. –M. Craig, op. cit., pp. 183-184.

65 La rivolta del Nian nacque nello Anhui settentrionale, nell'area a nord del fiume Huai. Due spiegazioni principali sono state proposte per l'origine della ribellione. La più antica delle due, la quale suggerisce che il Nian fu una trasformazione della società del Loto Bianco, è stata screditata, poi è stato dimostrato che il collegamento tra le organizzazioni era quasi inesistente. Più di recente è stato suggerito che l'origine della rivolta risiedesse nell'espansione delle attività predatorie che erano già diventate comuni nella prima metà del XIX secolo. In questa fase le bande Nian erano indipendenti, sparpagliate e spesso coinvolte in faide tra di loro. Dopo la caduta di Anqing, la capitale provinciale di Anhui, il governo imperiale ordinò che in tutta la provincia la popolazione avrebbe dovuto erigere forti con mura di terra e addestrare eserciti di guarnigione. Tale politica fu sconvolta dai capi del Nian, i quali occuparono i forti che estesero, creando una difesa articolata. Nel 1856 un gruppo del Nian scelse uno dei propri elementi, Zhang Luoxing, come proprio comandante e adottò un programma politico: essi erano insorti per " salvare i bisognosi, eliminare la slealtà, castigare le azioni sbagliate, e placare l'indignazione pubblica". I loro soldati sarebbero stati puniti severamente per saccheggi e stupri e nulla sarebbe stato tolto ai poveri. Al principio nel 1857 il Nian e i Taiping conclusero una forma di alleanza militare e tra il 1857 e il 1859 occuparono congiuntamente alcune città nella valle dello Huai. J. A. G. Roberts, op. cit., pp. 351-353

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furono le rivolte musulmane66, e rivolte minori organizzate in numerose

località dalle società segrete nello Hunan, nello Hubei, nel Jiangxi e in altre province.

Bersaglio prevalente delle rivolte fu l'amministrazione imperiale della proprietà terriera, e al comune orientamento contro la dinastia manciù si sovrapponeva la generale e profonda ostilità agli stranieri e alla loro ingerenza nelle faccende interne cinesi. Gli appartenenti a strati sociali colpiti o emarginati in seguito alla disintegrazione amministrativa e all'aggressione straniera - dai contadini coltivatori diretti ai piccoli proprietari colti senza precisa collocazione sociale e falliti agli esami, dalla gente senza lavoro nelle città alle minoranze nazionali e religiose - si univano ai ribelli e spesso ne divenivano elementi di guida, grazie al più alto livello culturale. La rivolta del Taiping (regno celeste della grande

pace - o: della grande eguaglianza) mosse dagli Hakka67 del Guangdong, ai

quali apparteneva il loro capo Hong Xiuquan, e si estese nel Nord-est del Guanxi e nel Sud-est dello Hunan, quindi in tutto il bacino del medio Yangtze in direzione di Nanchino, che fu presa nel 1853 e divenne la capitale del nuovo regno.

Negli anni seguenti i Taiping furono presenti nella vallata dello Yangtze e fecero delle incursioni verso nord e verso est, raggiungendo Tianjin68. I Taiping adottarono una politica egualitaria e comunistica, con norme morali e discipline rigide, ispirandosi ad alcuni aspetti della dottrina cristiana. Naturalmente molti elementi della tradizione e della morale

66 Le due grandi rivolte musulmane della metà del XIX secolo, nello Yunnan e nello Shanxi e Gansu condivisero lo sfondo comune della discriminazione sempre più dura contro i Musulmani che era stata esercitata dalla metà del XVIII secolo. Nello Yunnan, negli anni Quaranta del 1800, nacque un violento conflitto tra questi e i cinesi Han sul controllo delle miniere d'argento. Nel 1856 due campi musulmani emersero, Du Wenxiu, descritto come la guida politica, e Ma Dexin, come quella religiosa. Il primo fondò ciò che in Occidente era conosciuto come il regno di Panthay, con capitale a Dali. La resistenza governativa fu organizzata da Cen Yuying che aveva cominciato la carriera combattendo contro i Taiping. Riuscì a dividere i musulmani e alla fine prese Dali nel 1872 e fece giustificare Du Wenxiu. J. A. G. Roberts,

op. cit., pp. 353-355.

67 Gli Hakka, han ma originari del Nord, formavano nel Guangdong una popolazione a sé, con proprie caratteristiche impieghi e tradizioni, E. Masi, op. cit., p. 17.

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confuciana sopravvivevano all'interno dei movimenti di rivolta, mentre l'assunzione delle religioni presentava contenuti settari ed ereticali. Il fatto che i Taiping non facessero riferimento a sette taoiste o buddhiste, ma a una religione non cinese non da lungo tempo arrivata in Cina e prova degli effetti multipli e contraddittori della presenza occidentale, fu uno dei primi segni, anche fra gli umili. L'esercito imperiale, disorganizzato e composto di truppe mal retribuite e non convinte della causa per la quale combattevano, si dimostrò impotente nei confronti dei Taiping. La sconfitta di questi ultimi dipese principalmente da due fattori: in primo luogo, la decadenza interna, dovuta all'incapacità da parte dei capi del movimento di formulare un‘alternativa alle forme di potere tradizionale, che andasse al di là della distruzione di una utopica mozione di riscatto e di uguaglianza: a cominciare dalla conquista di Nanchino.

Nonostante le successive campagne militari vittoriose e l'acquisizione di nuovi territori, ebbe inizio un processo di corruzione al vertice, che si tradusse in sanguinosi conflitti tra gruppi e individui e in un progressivo distacco dei capi dal popolo. In secondo luogo fu decisiva per la repressione del movimento l'azione delle armate locali organizzate e dirette da alcuni grandi funzionari provinciali (Zeng Guofan nello Hunan, seguito poi da altri, fra i quali Li Hongzhang nello Anhui)69. Nell'ultimo periodo anche le potenze occidentali abbandonarono l'iniziale neutralità e prestarono il loro contributo alla repressione, quando si resero conto che, di fronte alla sfida di una rivolta che scuoteva le basi stesse della società, la conservazione del potere di classe dei proprietari doveva essere assicurata

per garantire i propri interessi70. Tuttavia il loro intervento non fu decisivo.

Impegnato nella difficile riconquista di Nanchino nel 1864, Zeng Guofan rifiutò l'aiuto straniero e condusse a termine da solo l'operazione,

69 E. Masi, op. cit., pp. 16-19.

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consapevole della minaccia che avrebbe rappresentato una flotta inglese nello Yangtze per l'indipendenza della Cina. La rivolta e la sua repressione si lasciarono alle spalle distruzioni immense di beni e circa 30 milioni di morti.

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Secondo Capitolo

Nel documento Cina e Giappone dal 1895 al 1945 (pagine 31-35)