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La riforma dei cento giorn

Nel documento Cina e Giappone dal 1895 al 1945 (pagine 58-65)

Le rivolte popolari e la nascita della Repubblica Cinese

III.1. La riforma dei cento giorn

La catastrofica sconfitta della guerra cino-giapponese, il boicottaggio degli esami e il rifiuto del trattato di pace da parte dei diplomatici cinesi diventò una vera e propria causa per una riforma radicale. La sconfitta della guerra sino-giapponese ebbe un profondo effetto anche sui membri della

burocrazia e stimolò un‘ondata di riforme pratiche124

. Nel 1895 Kang Youwei e il suo principale assistente, Liang Qichao, dopo aver avuto scarso impatto sulla corte, adottarono nuovi metodi per ottenere il sostengo delle proprie idee. I loro strumenti furono le associazioni di studio e i giornali. Il movimento nasceva nel contesto dei mutamenti sociali ed esprimeva, in una certa misura, le aspirazioni politiche di alcuni elementi che cominciavano a costituire la nuova borghesia industriale e mercantile; d'altro canto, esso contribuì largamente alla formazione di una borghesia. Uomini d'affari e banchieri all'inizio appoggiarono il movimento, ma la maggioranza dei simpatizzanti era composta da letterati e funzionari. L'ascesa al potere dei riformatori radicali, sebbene l'opera di Kang Youwei avesse costituito il fondamento filosofico, non riuscì ad acquistare terreno

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L‘esempio più rilevante di ciò fu sostenuto da Zhang Zhidong, il precedente critico qingyi della gestione della guerra sino-giapponese che in quel momento era governatore generale dello Hunan e dello Hubei. Chen Boazhen, governatore della prima delle due province, dette inizio a una gamma di riforme che includeva la costituzione di un ufficio per le estrazioni atto allo sfruttamento delle risorse minerarie del luogo, la costituzione di una linea telegrafica tra Hankou e Changsh e l'introduzione dell'illuminazione elettrica in quest'ultima città. Jiang Biao, il commissario per l'istruzione, inserì importanti innovazioni inerenti il proprio settore. Incoraggiò la circolazione della letteratura occidentale e aggiunse geografia e matematica al piano di studi per il grado di shengyuan. In principio questi provvedimenti ricevettero il sostegno dell'alta borghesia anziana dello Hunan, che li accettò poiché rientravano nella tradizione del conservatorismo prammatico esemplificato dai progetti di auto consolidamento di Zeng Guofan. J. A. G. Roberts, op.

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rapidamente. Il panico che seguì la disfatta del 1895 ben presto si placò: la Società dell‘auto rafforzamento (Chiang hsueh hui) fu soppressa sia a

Pechino che a Shanghai125. Kang fece ritorno a Canton e Liang pubblicò un

giornale riformatore (Shih wu pao)126 a Shanghai. L'attività riformatrice, anche se continuò nella capitale, ebbe vita migliore in alcuni centri provinciali. La provincia dell'Hunan, l'ultima zona che ancora rifiutava di accogliere missionari protestanti, divenne, stranamente, uno dei principali centri del Movimento di Riforma. Tra la fine del 1897 e l‘inizio del 1898, la Germania occupò la baia di Kiaochow e il porto di Tsingtao nello Shantung. Questa occupazione territoriale sembrò il presagio di un effettivo smembramento dell'impero, giacché all'inizio del 1898 si mossero anche la Russia, la Francia e l'Inghilterra, assicurandosi le estese concessioni che assegnavano loro sfere di influenza e molte prerogative sovrane in vaste

zone della Cina. La crisi che ne risultò a Pechino offrì a Kang Youwei 127

l'occasione che aspettava.

Nel dicembre 1897, Kang Youwei rivolse una quinta petizione all'imperatore, sostenendo la necessità di una riforma politica, unico mezzo per salvare il paese e la dinastia da una catastrofe imminente. Per la sua precedente opposizione all'accordo di pace negoziato da Li Hung Chang

125 D. Twitchett, J. –K. Fairbank, op. cit., pp. 292-293. 126

Il primo giornale fu il «Notizie cinesi e straniere» che conteneva saggi su fatti del momento, per la maggior parte scritti da Liang Qichao. Ivi, p. 294.

127 Kang Youwei (1858-1927). Era nato nel Guangdong, Nanhai, in una influente famiglia di mandarini. Dopo avere ricevuto un'educazione tradizionale dai migliori maestri dell'ortodossia, si tuffò nello studio non solo del Taoismo e del Buddismo, ma anche dei pensatori illuminati del XVII secolo, i quali insistevano sull'importanza dei problemi del secolo, della storia, la geografia, la politica contemporanea, criticando l'interpretazione ufficiale del confucianesimo, ereditata dalla scolastica della dinastia Song. Si avvicinò al sapere occidentale grazie a una visita a Hong Kong nel 1879 e soprattutto attraverso la lettura di traduzioni pubblicate dalla Guangxuehui e dall'arsenale del Jiangnan che acquistò nel 1882 passando per Shanghai di ritorno da Pechino dove sostenne con esito negativo l'esame di licenza. A Pechino, dove giunse nel 1888 per sostenere di nuovo l'esame, Kang compilò la sua prima petizione con la quale, fondandosi sulle conseguenze della disfatta del 1885, chiedeva, in termini ancora abbastanza vaghi, una riforma delle leggi e delle istituzioni e una certa partecipazione popolare al governo. Anche se non giunse fino all'imperatore, il testo circolò negli ambienti influenti della capitale riscuotendo molte simpatie e dando all'autore una certa notorietà. Nel 1891, Kang Youwei aprì una scuola a Canton, dove insegnava elementi di cultura occidentale sulla base di una nuova interpretazione del confucianesimo. Ivi, pp. 283-290.

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con il Giappone era stato elogiato da rivali di Li, come ad esempio l'ex precettore imperiale Weng Tunghe, rimasto molto vicino al giovane imperatore Kuanghsu. Come moderatore aderente alla dottrina ortodossa dell‘auto rafforzamento, Weng poteva servirsi di un giovane esperto nelle riforme. Egli e altri raccomandarono quindi Kang all'imperatore. E quando riuscirono a comprendere pienamente il radicalismo di Kang espresso nel

suo iconoclastico Confucio come riformatore128, pubblicato alla fine del

1897, era ormai troppo tardi per bloccare la sua ascesa.

Il programma di Kang chiedeva la ristrutturazione dell'amministrazione interna. Egli proponeva la creazione di qualcosa di simile a un gabinetto per l'amministrazione interna, con una dozzina di ministeri che si avvalessero di esperti con una preparazione moderna, in modo da sostituire

completamente gli ormai inadeguati Sei Uffici e il Grande Consiglio129.

Kang non voleva soltanto imporre le tasse, frenare la corruzione e promuovere il benessere popolare, come nei paesi occidentali, ma voleva consolidare anche i legami confuciani tra il sovrano e il popolo.

Il 24 gennaio 1898, Kang fu ricevuto allo Tsungli Yamen ed espose a Li Hong Zhang, Ronglu e Weng Tonghe il suo piano. Quest'ultimo fece un rapporto entusiastico all'imperatore e gli consegnò la quinta e poi la sesta petizione di Kang, oltre alle sue opere su Pietro il Grande e la riforma Meiji in Giappone. Nell'aprile 1898, nel corso di una riunione alla quale parteciparono duecento candidati al dottorato e funzionari della capitale,

128 Kang Youwei propose il superamento dell'alternativa senza utilità ricercando all'interno della dottrina confuciana gli elementi per un rinnovamento della società; si oppose al metodo filologico nello studio dei classici che rivendicava la legittimità delle interpretazioni di tipo ideologico: ricercava un significato universale e metastorico della dottrina confuciana, quale concezione del mondo valida anche nel mondo contemporaneo. Con un'operazione parallela a quella tentata dai gesuiti nel XVI e nel XVII secolo, Kang cercò di dimostrare che le concezioni sociali, politiche e morali dell'Occidente cristiano si ritrovano all'interno della dottrina confuciana. Nella sua opera principale Datong Shu (Trattato della concordia universale) diede un'interpretazione utopistica delle «tre epoche» di cui si tratta nel testo classico Chun Qiu (Annali): «età del disordine», «età dell'avvento della pace», «età della grande pace». (Il termine ping, pace, significa anche livellamento e equilibrio.) Kang fece coincidere «l'età della grande pace» con un'utopia comunista. Per l'immediato però le condizioni della società cinese gli sembravano troppo arretrate per proporre riforme radicali. E. Masi, op. cit., p. 26.

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venne creata l'associazione per la difesa della nazione (Baoguohui) che si diffuse in tutte le province formando l'embrione di un partito politico130. Nel frattempo morì il principe Gong, che aveva sempre impedito ai riformatori di essere ricevuti a Corte con il pretesto che il loro grado non era abbastanza elevato. L'11 giugno 1898, un editto dell‘imperatore Guangxu annunciò nuove riforme. Kang venne ricevuto dal sovrano, al quale assicurò che la Cina avrebbe realizzato in tre anni ciò che il Giappone aveva compiuto in trenta. Kang venne nominato segretario dello Tsungli

Yamen, con il diritto di rivolgere direttamente le petizioni all'imperatore.

Tan Sitong, Huang, Zunxian e Liang Qichao, i migliori collaboratori di Kang, vennero convocati a Pechino. Però il gruppo conservatore diretto da Cixi non perse il suo potere. Esso ottenne la destituzione di Weng Tonghe, la nomina di Ronglu come governatore generale dello Zhili e a capo delle

forze armate, mentre conservò le sue posizioni nel Gran Consiglio131.

Nei cento giorni di riforma dall‘11 giugno fino al 21 settembre, Kang Youwei, Liang Qichao ed altri collaboratori prepararono programmi e decreti di riforma pronti per la firma dell‘imperatore. Circa duecento

riforme e decreti furono emessi e pubblicati velocemente132.

Le riforme riguardavano l‘educazione, con l‘abolizione del ―saggio a otto gambe‖ agli esami del servizio civile e l‘introduzione di un nuovo programma centrato sui problemi economici e politici dell‘epoca e in più un esame specifico di economia politica. Inoltre, sempre nello stesso ambito, ci fu una riforma operativa, con la cancellazione degli esami di scherma e del tiro sostituiti da moderne tattiche militari. Fu inoltre fondata l‘Università Imperiale a Pechino, e sotto di essa una scuola medica, e infine

si procedette all‘istituzione di scuole primarie e secondarie nelle province

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M. Bastid, M. Clarie Bergère, J. Chesneaux, La Cina, Dalla guerra franco-cinese alla fondazione del Partito

comunista cinese 1885-1912, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1974, p. 101.

131 Ibidem.

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per lo studio delle materie cinesi, occidentali e alla trasformazione delle scuole tradizionali private nelle scuole moderne statali e alla conversione dei templi buddisti in scuole pubbliche.

Nell‘ambito amministrativoci fu l‘abolizione dei posti di sinecura (posti di

lavoro stipendiati senza fare un lavoro), degli uffici non necessari, compreso i governatorati di alcune province. Sempre per migliorare l‘efficienza amministrativa si operò al fine di eliminare i ritardi e di introdurre una nuova procedura amministrativa semplificata. Furono designati dei progettisti come nuovi funzionari del governo, e furono introdotte misure più severe per i dipendenti pubblici anche per controllare la corruzione. Furono creati 12 nuovi ministeri che andarono a sostituire i sei pannelli del vecchio sistema. Infine si incoraggiò la partecipazione attiva dei cittadini attraverso suggerimenti diretti riguardanti le riforme. La riforma militare si concentrò sulla riorganizzazione e la modernizzazione delle forze armate e sulla fondazione di una milizia (soldati locali part-time per l‘autodifesa). In campo economico si procedette alle costruzioni ferroviarie, e ci si focalizzò sulla promozione dello sviluppo agricolo, industriale e commerciale. Inoltre furono incoraggiate le invenzioni e si stabilì la preparazione di un bilancio pubblico. Infine si incentivarono le visite nei paesi esteri da parte di alti ufficiali e si cercò di migliorare e semplificare i codici di legge.133

Il movimento della riforma durò solo 103 giorni.

La maggior parte delle riforme decretate non entrarono in vigore. Solo nella provincia di Hunan, dove c‘erano due governatori favorevoli al cambiamento, Chen Baozhen e Jang Biao, furono fatti dei seri tentativi di mettere in atto i decreti firmati da parte dell‘imperatore. Nel resto dell‘impero, le riforme incontrarono serie difficoltà, vista la scarsissima collaborazione o la totale resistenza da parte dei conservatori. Alcuni dei

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funzionari erano disposti ad attuare le riforme, ma non avevano le capacità e tanti di loro non avevano capito ancora le misure della riforma stessa. All‘inizio, l‘imperatrice vedova e gli altri alti funzionari come Chang Chintung e Weng Tunghe non erano contrari all‘idea del cambiamento, ma esso non sarebbe dovuto essere radicale come quello previsto dalle proposte di Kang. Molti funzionari conservatori manciù pregarono l‘imperatrice vedova di prendere di nuovo il potere in mano e nello stesso tempo fermare il movimento di riforma. I giovani riformatori avevano temuto che Cixi prima o poi sarebbe intervenuta e avrebbe destituito l‘imperatore Guangxu. Essi quindi programmarono di realizzare una rivolta davanti al Palazzo imperiale con l‘obiettivo di catturare l‘imperatrice e incarcerarla. Per fare questo chiesero l‘aiuto di Yuan Shikai e le sue truppe, ma quest‘ultimo li tradì informando l‘imperatrice di tutto quello che stava

per accadere134. Il 21 settembre l‘imperatrice vedova agì con il sostegno di

Rong Lu, il Governatore generale del Zhili, che era a capo delle forze armate della Cina del Nord. Subito fece arrestare e imprigionare l‘imperatore, assunse il governo e diede l‘ordine di arrestare tutti i riformatori, sei dei quali furono catturati e giustiziati, tra questi il più giovane Tan Sitong. Kang Youwei con l‘aiuto degli inglesi trovò rifugio a Hong Kong e Liang Qichao cercò asilo nella legazione giapponese e successivamente fuggì in Giappone. La maggior parte delle riforme fu annullata. Venne ripristinato il ―saggio a otto gambe‖ agli esami e la

stampa governativa fu chiusa135. La repentina fine dei cento giorni portò al

quasi completo ristabilimento dello status quo ante riforma, anche se alcuni moderati provvedimenti, come l‘abolizione di certe sinecure e l‘istituzione di scuole moderne, sopravvissero. Il significato fondamentale dei fatti del 1898 fu, tuttavia, il fallimento del tentativo dei radicali di promuovere una rivoluzione dall‘alto, secondo il modello della rivoluzione effettuata in

134 J. A. G. Roberts, op. cit., p. 412-413.

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Giappone con la Restaurazione Meiji. La reazione dell'imperatrice vedova, anche se seguita da un decennio di moderate riforme, chiarì che, da quel momento, un mutamento realmente rivoluzionario sarebbe potuto venire soltanto dal basso, presumibilmente con la violenza. Così il gradualismo, per essere troppo graduale, rese più certa la rivoluzione violenta, che era comunque ancora nel grembo del futuro. Nella restaurazione Meiji non era mancata la violenza, e anche il programma cinese del 1898, pur tenendo a mutamenti rivoluzionari nominalmente nel quadro delle idee confuciane e del potere dinastico dei Qing, avrebbe certamente condotto a violenti urti di interessi e a risultati imprevisti e di vaste proporzioni. Ma la facilità del colpo di Stato dell'imperatrice vedova fa pensare che in generale la Cina del 1898 fosse ben lontana dall'essere pronta per una rivoluzione dopo sessanta anni di attacchi e di stimoli da parte del mondo occidentale, il tradizionale ordine cinese era ancora forte e capace di una violenta protesta contro l'occidentalizzazione136.

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Nel documento Cina e Giappone dal 1895 al 1945 (pagine 58-65)