• Non ci sono risultati.

L‘incidente di Mukden

Nel documento Cina e Giappone dal 1895 al 1945 (pagine 104-114)

La Seconda guerra sino-giapponese

IV.2. L‘incidente di Mukden

Nel 1931-‗32 l‘esercito giapponese di Kwantung, originariamente predisposto per proteggere il controllo della Ferrovia della Manciuria del Sud, invase la Manciuria. I comandanti locali erano certi che il paese avrebbe fornito ai mercati, le materie prime e i generi alimentari di cui il

Giappone necessitava. Ishiwara198 era certo che la disunione cinese avrebbe

permesso una facile conquista della Manciuria. Una volta stabiliti in Manciuria, i leader giapponesi non si misero d‘accordo sul futuro economico del paese. La Ferrovia della Manciuria del Sud (SMR) e i cartelli industriali volevano che le materie prime venissero esportate nelle isole giapponesi. I pianificatori dell‘esercito, molti dei quali erano oppositori del capitalismo, volevano delle imprese statali per costruire l‘industria pesante in Manciuria. Il Giappone fu l‘unica potenza coloniale in Asia Orientale in grado di costruire una pesante base industriale al di fuori della patria. La Manciuria divenne così importante che molti pianificatori economici e militari collegavano la sua conservazione con la sopravvivenza del Giappone stesso. Per proteggere questo enorme territorio, l‘esercito avrebbe dovuto sostenere una guerra contro la Cina senza fine, così come uno scontro catastrofico con le forze sovietiche a

nord199. Dopo aver occupato la Manciuria, l‘esercito Kwantung aveva

198 Ishiwara Kanji (b. 18 gennaio 1889, d. 15 Agosto 1949). É stato un generale Giapponese. Ishiwara fu considerato da molti come un profeta e un genio per i suoi scritti sulla missione imperiale del Giappone in Asia. Giocò un ruolo chiave nella progettazione del incidente della Manciuria del settembre 1931 e fu uno dei principali promotori dell'idea che una guerra con le potenze occidentali era inevitabile. Influenzato fortemente da scrittori come Nanbu Jiro, Ishiwara avvertì una guerra apocalittica finale. Per affrontare questa sfida raccomandò che il Giappone conquistasse l‘Oriente asiatico in modo da assicurare le risorse naturali della regione, mentre, sul fronte interno, propose che le istituzioni e la società del Giappone dovrebbe essere ristrutturate. http://www.encyclopedia.com/doc/1O46-IshiwaraKanji.html

199

107

l‘intenzione di creare un regime fantoccio a sud e ad ovest del Paese. L‘obiettivo dichiarato era quello di estendere un cordone lungo il confine con la Mongolia per difendere tutta la regione settentrionale dal comunismo russo. I leader giapponesi sostenevano che non potevano ignorare la minaccia delle truppe sovietiche così vicine alla Manciuria e alla Mongolia. L‘apparente incapacità dei governi cinesi, all‘inizio del 1930, di affrontare efficacemente un originario e crescente movimento comunista, per non parlare dell‘esercito sovietico, rese questo pretesto plausibile.

La notte del 18 settembre 1931 l'esercito giapponese, prendendo a pretesto un dichiarato tentativo cinese di far saltare un tratto della ferrovia sud manciuriana, occupò Mukden. Il colpo di mano militare fu un'iniziativa autonoma dell'esercito giapponese della Manciuria che forzò la mano al governo di Tokio. Questi poi seguì l'iniziativa dell'esercito concludendola in ambito diplomatico e sul piano amministrativo. A partire, quindi, dagli anni ‗30 l'esercito giapponese cominciò a prendere delle iniziative politiche talmente forti da non poter essere sconfessate, per cui il governo civile di Tokio diventò praticamente succube delle iniziative autonome dell'esercito. L‘ armata del Kwantung, in realtà, non riuscì ad impadronirsi di tutta la Manciuria subito dopo l'incidente, ma riuscì ad occupare solo la zona meridionale, perché il governo di Tokio, presieduto da Humaguchi, bloccò ogni tentativo di penetrazione nella parte settentrionale. L'avanzata sino alla Grande Muraglia avvenne solo dopo la caduta del gabinetto Humaguchi, nel dicembre 1931 e la sua sostituzione con il governo presieduto da Inukai Tsuyoshi, che in seguito sarebbe stato assassinato. Nei sei mesi precedenti all‘azione giapponese in Manciuria, c'erano stati due altri incidenti assai più gravi che pur non avevano dato luogo ad un

108

intervento militare giapponese200. Questo denotava il carattere premeditato

dell‘iniziativa giapponese che puntava a porre il governo di Tokio davanti al fatto compiuto. Le trattative per la risoluzione di quegli incidenti erano anzi in corso ed avviate ad una felice conclusione. Il giorno 21, mentre i giapponesi procedevano all'occupazione di altre località manciuriane, la Cina denunciò l'aggressione alla Società delle Nazioni, in base all'articolo 11 del Patto e contemporaneamente rivolse un appello agli Stati Uniti quali

firmatari del patto Briand-Kellog201. Il Segretario di Stato americano

Stimson si mise in contatto con il segretario della S.d.N. dichiarando che gli Stati Uniti erano disposti a collaborare con questa, ma aggiungendo di avere buoni motivi per ritenere che il ministro degli esteri nipponico Shidehara non approvasse l'iniziativa presa dai militari e che pertanto era consigliabile non fare nulla che potesse suscitare risentimenti nazionalistici tali da rafforzare in Giappone la posizione dei militari e creare imbarazzi al ministro degli esteri202. Il 22 settembre il Consiglio della S.d.N. invitò la Cina ed il Giappone ad astenersi da atti che avrebbero potuto inasprire la vertenza, esortando le parti a ritirare le truppe sulle posizioni di partenza. Il Giappone, replicando di avere come scopo solo quello di proteggere la ferrovia, annunciò che il ritiro delle truppe era già iniziato. La Cina, dal canto suo, si dichiarò disposta ad assumersi la protezione dei sudditi giapponesi. Così mentre il Giappone auspicava che una parte dell‘accordo fosse ricercata attraverso negoziati diretti, la Cina era favorevole alla nomina di una commissione neutrale da parte della S.d.N. Il 30 settembre la S.d.N. prese atto delle dichiarazioni delle parti e contemporaneamente invitò gli Stati Uniti a nominare un loro rappresentante presso la S.d.N. per

200 L'assassinio del capitano giapponese Nakamura e un sanguinoso conflitto fra contadini cinesi e coreani immigrati, rispettivamente alla fine di giugno e ai primi di luglio. P. Corradini, op. cit., p. 357.

201

Edwin M. Borchard, The Pact of Paris--A Study of the Briand-Kellogg Treaty, The American Journal of International Law, Vol. 23, No. 2 (Apr., 1929), pp. 487-489, http://www.u-s-history.com/pages/h1485.html

202 Quincy Wrigh, The Manchurian Crisis, The American Political Science Review, Vol. 26, No. 1 (Feb., 1932), pp. 45- 76.

109

partecipare ai lavori inerenti alla questione manciuriana. Il governo americano accettò, ma continuò nello stesso tempo a svolgere un'azione diretta, indirizzando fra il 22 settembre 1931 e il 7 gennaio 1932 una serie di note ai governi cinese e giapponese in cui si invitavano le parti a conformarsi agli impegni derivanti dal patto Briand-Kellog ed al trattato delle Nove Potenze. Una di queste note, indirizzata al governo giapponese il 24 novembre, protestava in forma energica per la prosecuzione dell'avanzata giapponese in Manciuria nonostante i ripetuti appelli della S.d.N. e nonostante l'offerta cinese di ricorso all'arbitrato203. Shidehara, il 27 novembre, riuscì a imporre la sua volontà all'esercito, ordinando la cessazione delle operazioni, come aveva promesso al governo americano; ed il 10 dicembre, in base alle sue istruzioni, il rappresentante giapponese presso la S.d.N. non solo consentì, ma sollecitò l'invio di una commissione d'inchiesta in Manciuria, che fu effettivamente nominata il 14 giugno sotto la presidenza di Lord Lytton di cui facevano parte rappresentanti di Italia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti d‘America e Germania. Il rapporto redatto dalla commissione Lytton, pur riconoscendo la realtà degli interessi giapponesi in Manciuria, affermò che la Società delle Nazioni non poteva riconoscere il fatto compiuto. Raccomandava la concessione di una larga autonomia alla Manciuria sotto la sovranità cinese; l'istituzione di una gendarmeria locale, il ritiro di tutte le altre truppe e la collaborazione economica tra Cina e Giappone sulla base di un trattato concluso sotto l'egida della società delle nazioni, con la partecipazione di tutte le potenze per la ricostruzione interna della Cina. Nonostante le forti proteste nipponiche, l'Assemblea della Società delle Nazioni accettò le raccomandazioni della commissione con un solo voto a sfavore, quello

203 Risoluzione del 30 settembre citata nella successiva risoluzione del 24 ottobre, in cui la S.d.N. aderendo alla tesi cinese, respinta peraltro dal Giappone, invitava quest'ultimo a ritirare le sue truppe entro il 16 novembre come condizione preliminare all'inizio di negoziati fra le parti. La risoluzione del 14 ottobre era tuttavia priva di valore giuridico, perché, avendo il Giappone votato contro, era venuta a mancare la necessaria unanimità. G. Borsa, op. cit., p. 298.

110

nipponico. Per protesta il Giappone uscì dalla Società delle Nazioni e si ritrovò, per il momento, in uno stato di completo isolamento

internazionale204.Fu l'ultimo successo di Shidehara e gli fu fatale.

L'indomani, 11 dicembre, il ministro fu costretto a dimettersi, poiché una parte dei ministri, capeggiata dal ministro degli interni Adachi Kenzo, si era pronunciata per una fusione o almeno una coalizione immediata tra i partiti Minseito e Seyukai. L'esercito si trovò così padrone della situazione, l‘occupazione della Manciuria riprese e fu completata il 2 gennaio 1932. Lo stato del Manciukuò fu formalmente costituito nel marzo del 1932 ed a capo del esecutivo venne messo l‘ultimo imperatore della dinastia Qing Pu Yi, che due anni più tardi venne incoronato l‘Imperatore di Manciukuò col nome di "Kang De".

Alla fine di gennaio del 1932, a Shanghai, dove era in atto un efficace boicottaggio delle merci giapponesi, sopraggiunsero le ostilità provenienti dalla Manciuria. Gli incidenti in cui furono coinvolti sudditi giapponesi provocarono immediate richieste di riparazioni, ma poiché queste rimasero pendenti, seguì un bombardamento navale. Il desiderio della Marina giapponese di affermare il suo prestigio nei confronti dell'Esercito, la cui influenza era risultata molto rafforzata dopo la conquista della Manciuria, non era estraneo alle dimensioni assunte dall‘incidente; ma i cinesi opposero una resistenza ammirevole, infatti i reparti dell'Esercito giapponese dovettero essere inviati a dar man forte alla Marina.

La Cina rivolse il 29 gennaio un appello al Consiglio della S.d.N in base agli artt. 10 e 15 del Patto ed il 12 febbraio chiese al Consiglio di deferire la questione all'Assemblea. Questa, l'11 marzo, nominò il comitato dei diciannove, incaricandolo di seguire gli sviluppi degli incidenti in Manciuria e a Shanghai. Il 5 maggio cessarono le ostilità a Shanghai, sulla base di un compromesso elaborato dal Comitato dei Consoli, ma grazie

204 P. Corradini, op. cit., pp. 356-357.

111

soprattutto all'ostinata resistenza opposta dalla Diciannovesima Armata cinese. Alla fine di maggio i giapponesi ritirarono le loro truppe dalla città. In Manciuria intanto essi avevano consolidato il loro potere, ed il 18 febbraio 1932 avevano proclamato la Manciuria stato indipendente, separandola dalla Cina. Sei giorni dopo, vale a dire il 24 febbraio, Stimson rendeva pubblica una lettera al senatore Borah, presidente della Commissione degli Esteri del Senato, in cui esponeva il punto di vista americano sulla situazione estremo – orientale205. In essa egli dichiarava che l'azione giapponese costituiva una violazione del Trattato delle Nove Potenze e del Patto Briand-Kellog ed inoltre che il Trattato delle Nove Potenze era connesso con altri trattati ed accordi; si affermava anche che gli Stati Uniti avrebbero consentito la limitazione delle fortificazioni delle Filippine e la costruzione di un naviglio di linea sulla base delle garanzie rappresentate dagli accordi delle Nove Potenze. Stimson invitava con ciò le altre potenze ad allinearsi agli Stati Uniti nel non riconoscimento del fatto compiuto, incoraggiava la Cina a resistere e chiedeva l'appoggio dell'opinione pubblica americana206. L'11 marzo, la già citata risoluzione dell'Assemblea delle Società delle Nazioni presentata dalla Gran Bretagna, faceva proprio il punto di vista americano, invitando i paesi membri a non riconoscere il fatto compiuto. Ma la conferenza per il disarmo promossa dalla Società delle Nazioni nella primavera del 1932 dimostrò l'incapacità delle potenze europee e degli Stati Uniti di trovare un accordo duraturo e rivelò come in Gran Bretagna e in Francia fossero ormai all'opera le forze favorevoli a barattare la pace col condono delle aggressioni, lasciando così intendere al Giappone che ben difficilmente si sarebbe formato un fronte unito contro di esso. Il 9 marzo l'ex imperatore della Cina fu fatto reggente del Manciukuò e il 15 settembre il nuovo Stato ricevette il riconoscimento del Giappone stipulando un trattato di alleanza. Il 1 ottobre fu pubblicato il

205 http://history.state.gov/milestones/1921-1936/Mukden_incident 206

112

rapporto della commissione Lytton. Il testo, dopo aver descritto la storia della vicenda con una ammirevole obiettività, riconoscendo fra l'altro la realtà degli interessi giapponesi in Manciuria, affermava però che il Manciukuò era una creazione artificiosa dello Stato maggiore nipponico e che pertanto la S.d.N non doveva riconoscere il fatto compiuto e raccomandava: la concessione di una larga autonomia alla Manciuria sotto la sovranità cinese; l'istruzione di una gendarmeria locale ed il ritiro di tutte le altre truppe; la collaborazione economica fra Giappone e Cina, sulla base di un trattato concluso sotto l‘egida della S.d.N, con la partecipazione di tutte le potenze, per la ricostruzione interna della Cina207. Il 21 ottobre il

207

Le raccomandazioni del comitato dei 19, basate sui consigli del rapporto Lytton e approvate dall'assemblea il 24 febbraio 1933, erano le seguenti: « 1) poiché la sovranità sulla Manciuria appartiene alla Cina:

a) considerando che la presenza di truppe giapponesi al di fuori della ferrovia sud-manciuriana e il compimento di qualsiasi operazione al di fuori di tale zona sono incompatibili con i principi giuridici a cui dovrebbe ispirarsi il componimento della vertenza, e poiché è necessario determinare al più presto una situazione ispirata a tali principi, l'assemblea raccomanda lo sgombero di tali truppe. Tenuto conto delle speciali circostanze, il primo obiettivo dei negoziati dovrebbe essere quello di organizzare tale sgombero, stabilendone i modi e i tempi;

b) tenendo conto delle condizioni speciali esistenti in Manciuria per quanto riguarda gli speciali diritti ed interessi posseduti dai giapponesi ed a terzi Stati, l'assemblea raccomanda che venga costituita in Manciuria, entro un termine di tempo ragionevole, una amministrazione posta sotto la sovranità e tale da rispettare la integrità amministrativa della Cina. Questa amministrazione dovrebbe godere di un'ampia autonomia, essere in armonia con le condizioni locali e tener conto dei trattati multilaterali in vigore, di particolari diritti e interessi del Giappone, dei diritti e degli interessi degli Stati terzi ed in generale dei principi e delle condizioni sopra accennate. La delimitazione dei poteri ispettivi e le relazioni tra il governo centrale cinese e le autorità locali dovrebbero essere oggetto di una dichiarazione da parte del governo cinese avente il carattere di un impegno internazionale.

2) poiché in aggiunta alle due raccomandazioni di cui sopra, il rapporto della commissione d'inchiesta menziona alcune altre questioni che turbano i buoni rapporti fra la Cina e il Giappone, da cui dipende la pace in Estremo Oriente, l'Assemblea raccomanda alle parti di volere definire tali questioni sulla base dei principi e delle condizioni menzionate dalla commissione d'inchiesta.

3) poiché i negoziati necessari a dare attuazione alle suddette raccomandazioni debbono compiersi attraverso un organo adatto, l'Assemblea raccomanda che i negoziati fra le parti vengano iniziati nei modi sotto specificati. Ciascuna delle parti è invitata a informare il segretario generale, che se accetta, per quanto la riguarda la raccomandazione dell'assemblea, con l'unica condizione che queste siano accettate anche dall'altra parte. I negoziati fra le parti dovrebbero svolgersi con l'assistenza di un comitato costituito dall'assemblea nel modo seguente: l'assemblea invita i governi di Belgio, della Gran Bretagna, della Cecoslovacchia, della Francia, della Germania, dell'Irlanda, dell'Italia, dell'Olanda, del porto della Spagna e della Turchia a nominare ciascuno un membro del comitato, non appena il segretario generale li avrà informati che le due parti hanno accettato le raccomandazioni dell'assemblea. Il segretario generale notificherà inoltre al governo degli Stati uniti d'America e dell'unione sovietica tale accettazione, invitandoli se lo desiderano, a nominare un loro rappresentante del comitato. Entro un mese, dopo essere stato informato dell'accettazione delle parti il segretario generale farà quanto necessario perché abbiano inizio i negoziati. Al fine di rendere possibile ai membri della lega di giudicare, dopo l'inizio dei negoziati, se ciascuna delle parti agisce in conformità con le raccomandazioni dell'assemblea,

a) il comitato riferirà quando lo ritenga opportuno sullo stato dei negoziati ed in particolare sui negoziati per l'attuazione delle raccomandazioni 1, a) e b); per quanto riguarda la raccomandazione 1, a) il comitato dovrà in ogni

113

Giappone protestò presso la S.d.N. dichiarando di essere il solo giudice nella vicenda. Inoltre affermò la necessità di ricorrere alle armi per la propria difesa, sostenendo che il Manciukuò era una creazione spontanea di quelle popolazioni, che non vi era stata violazione del Trattato delle Nove Potenze, né di alcun altro trattato, e che le raccomandazioni della commissione erano troppo complicate e perciò difficilmente attuabili. Ciononostante il 24 febbraio 1933, il comitato dei 19, dopo aver preso in esame, in ottemperanza a una risoluzione dell'assemblea il (9 dicembre), il rapporto Lytton, ed avere invano tentato un ultimo sforzo di conciliazione presso il governo giapponese, fece sue le principali raccomandazioni, e cioè:

1) non si riconosceva il Manciukuò;

2) si costituiva un governo autonomo Manciuriano sotto la sovranità cinese;

3) si invitavano la Cina ed il Giappone ad intraprendere negoziati con i

buoni uffici di una commissione della S.d.N208.

Il 24 febbraio l'assemblea approvò il rapporto del comitato con 42 voti contro quello del Giappone. I giapponesi risposero invadendo nel gennaio 1933 la provincia dello Jehol della Cina settentrionale ed abbandonando, il giorno stesso in cui veniva approvato il rapporto del comitato dei 19, l'assemblea ginevrina. Il 27 marzo essi notificarono il proprio ritiro dalla Lega, che sarebbe divenuto effettivo dopo due anni209. Intanto continuava

caso riferire entro tre mesi dall'apertura dei negoziati. I suoi rapporti saranno comunicati dal segretario generale ai membri della lega e altri stati non membri rappresentanti nel comitato;

b) il comitato potrà sottoporre all'assemblea tutte le questioni riferentisi tra l'interpretazione della sez. 2, parte IV, del rapporto. L'assemblea farà conoscere la sua interpretazione in conformità all'art 15, par. 10 del Patto». G. Borsa, op.

cit., p. 327.

208 Ivi, p. 302.

209 Il testo del rescritto imperiale coordinante il ritiro del Giappone dalla società delle nazioni, datato 27 marzo 1933, è il seguente: « Quando sorse la Società delle Nazioni dopo il ristabilimento di una pace generale, il nostro Imperiale Padre si compiacque di ordinare che vi entrasse il Nostro Impero; e noi, a nostra volta, abbiamo assiduamente operato per adempiere agli alti propositi del defunto Imperatore. È così che il nostro Impero negli ultimi 13 anni ha continuamente collaborato con la Società. Ora, essendo stato costituito il Manciukuò, il Nostro Impero ritiene necessario rispettare l'indipendenza del nuovo Stato ed incoraggiarne un sano sviluppo, affinché le radici dei mali in Estremo Oriente siano

114

la sistematica occupazione dello Jehol, seguita da quella della regione di Pechino, a sud della Grande Muraglia. Il 31 maggio il governo cinese, scoraggiato dall'impotenza della S.d.N., firmava una tregua militare che creava nella Cina del Nord una zona smilitarizzata, da cui erano escluse le truppe cinesi, la cosiddetta Tregua di Tangku210. Era ormai chiaro che i giapponesi miravano, oltre alla Manciuria, alle province della Cina del Nord (Chahar, Suiyuan, Shansi, Hopeh e Shantung), ma il governo cinese non era ancora pronto per una resistenza ad oltranza.

Invece nel 1934 Chiang Kai-shek aveva annientato la maggior parte delle forze comuniste nel sud della Cina, e guidò la parte rimanente dell‘esercito, ormai logora, per sottomettere lo Yenan. Eppure quello stesso anno il Giappone annunciò che da solo si sarebbe assunto l‘impegno di mantenere la pace, così come di eliminare il comunismo, in tutta l‘Asia Orientale. Tre anni più tardi, il Giappone invase il resto della Cina. Uno dei motivi fu il

sradicate sia fondata una pace stabile. Sfortunatamente esiste a questo proposito fra il Nostro Impero e la Società delle Nazioni una grave divergenza di vedute, e noi abbiamo dovuto ordinare al nostro governo, dopo matura riflessione, di compiere quanto necessario per il ritiro del Nostro Impero dalla Società. Il consolidamento della pace internazionale resta tuttavia come sempre nostro desiderio, e il nostro atteggiamento verso le imprese di pace non muterà. Ritirandosi

Nel documento Cina e Giappone dal 1895 al 1945 (pagine 104-114)