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IL FASCINO DELL’ARRABAL

2.3 La visione eccentrica di Roberto Arlt: Los siete locos e Los

2.3.1 Hipólita, prostituta trionfante

Nella schiera di prostitute che appaiono più o meno fugacemente – e mai dotate di “voce” – nella storia di Erdosain, si distingue la figura dell’intraprendente Hipólita, con la quale lo scrittore propone un’immagine di mujer de la vida decisamente poco convenzionale. Differenziandosi dalle fanciulle più o meno deboli ed indifese presentate della produzione postribolare esaminata finora, Hipólita appare infatti come una donna decisa e volitiva. Ascoltando la sua storia scopriamo che, stanca di fare la serva, la giovane decide ad un certo punto di ribellarsi ad una permanente condizione di povertà e di prendere in mano la propria sorte. Di fatto, dopo aver ascoltato su un tram una conversazione tra due uomini circa gli ingenti benefici economici legati all’esercizio della prostituzione, Hipólita si risolve ad investire tutto il suo misero stipendio nell’acquisto di libri sulla mala vida e si dispone a studiare per diventare una prostituta.340 Questo sorprendente atteggiamento mostra un notevole cambiamento di prospettiva nella rappresentazione della mujer de la vida rispetto ai testi coevi, e viene infatti definito da Ana María Zubieta un «gesto

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LL, p. 306.

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Quasi tutti gli altri “rivoluzionari” di Arlt nel corso de Los lanzallamas impazziscono, si uccidono o vengono uccisi, evidenziando drammaticamente l’impossibilità di trovare una reale via di uscita al labirinto delle loro esistenze.

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Intraprendendo un percorso non semplice, che la porterà a scoprire un insospettato vantaggio legato al meretricio: «El primer mensual que cobré lo gasté en un montón de libros que hablaban de la mala vida. Me equivoqué, porque casi todos eran libros pornográficos... estúpidos... ésa no era la mala vida, sino la mala vida del placer... Y, quiere creerme, ninguna de mis amigas sabía explicarme, en substancia, lo que era la mala vida. [...] Escribí a una librería preguntando si no tenía algún manual para ser una mujer de mala vida y no me contestaron, hasta que un día decidí verlo a un abogado para que me aclarara ese punto. [...] Yo le expliqué tranquilamente mis propósitos y él me escuchaba con atención, frunciendo el ceño, cavilando mis palabras. Por fin dijo: «En la mujer se llama mala vida los actos sexuales ejecutados sin amor y para lucrar». Es decir, repuse yo, que mediante la mala vida, una se libra del cuerpo... y queda libre», SL, p. 221-223.

paródico en relación con la literatura piadosa, miserabilista: Hipólita no se lanza a la prostitución por pobreza sino que es una decisión tomada después de estudiar».341

Dunque Hipólita, che ha sofferto e subito molte privazioni, si trasforma in un’eroina – negativa? – decisa a fabbricare da sola il proprio destino. La sua determinazione traspare anche dalla descrizione della donna offerta da Arlt, che ne evidenzia la regalità e la fredda e scaltra «mirada verdosa». Persino i suoi attributi fisici sono dunque in grado di produrre sconcerto: il narratore mostra infatti il pregiudizio che nasce in Erdosain quando si rende conto che la donna ha i capelli rossi:

Sin embargo a Erdosain le irritaba la mirada fría que filtraba las transparentes pupilas verdegrises de la mujer. Y pensó: – Debe ser una perversa –pues había reparado que bajo la toca verde, el cabello rojo de Hipólita se alisaba a lo largo de las sientes en dos lisos bandos que cubrían la punta de sus orejas.342

Tralasciando le diffidenze ed i superstiziosi commenti suscitati dal suo aspetto negli altri personaggi, appare comunque innegabile la “pericolosità” di questa donna che comprende di poter utilizzare il suo corpo per dominare gli uomini. È notevole il freddo stupore col quale l’accompagnatrice descrive il suo primo incontro con un cliente:

–¡Qué sorpresa!, cuando el hombre... ya le dije que era un guapo mozo, cayó como una res después de satisfacerse. Lo primero que se me ocurrió fue que estaba enfermo... nunca me imaginaba eso. Mas cuando el otro me explicó que aquello era natural en todos los hombres, no pude contener las ganas de reír. Así que el hombre, cuya fortaleza parecía inmensa como la de un toro... en fin, ¿usted nunca vio a un ladrón en una pieza llena de oro? En ese momento yo, la sirvienta, era el ladrón en la pieza llena de oro. Y comprendí que el mundo era mío...343

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Osservazione preceduta da un interessante commento: «El saber en la narrativa de Roberto Arlt se aleja del afán didáctico-moralizante de la literatura de Boedo; es un saber parcial, que no conduce a la verdad, paródico, como en el caso de Hipólita que, cuando decide saber, se dedica a leer sobre la mala vida», ivi, p. 221, “nota a”.

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Ivi, p. 180. Il suo turbamento lo costringe a consultare sull’argomento l’Astrólogo, che con la sua risposta conferma l’eccezionalità della donna: «–Dígame, ¿usted cree que las pelirrojas son crueles? –Tanto no... pero más bien asexuales; de allí que esa frialdad con que examinan las cosas causa una impresión agria. El Rufián Melancólico me contaba que en su larga carrera de macró había conocido muy pocas prostitutas de cabello rojo», ivi, p. 271.

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Estremamente abile nel manipolare i soggetti che si trova di fronte, Hipólita – che continua a studiare e diventa una donna colta perché capisce che «la cultura era un disfraz que avaloraba a la mercadería»344 –, è alla continua ricerca di un compagno alla sua altezza e sogna di dominare il mondo insieme ad un temibile tiranno.345 Sulla sua strada incontra però una serie di uomini deboli e propensi a farsi mantenere, cosa che lei, ribellandosi allo stereotipo delle prostituta sottomessa proposto da Haffner, non ha alcuna intenzione di fare. Al contrario, per Hipólita «La prostitución es, en definitiva, el medio de convertirse en su propia dueña utilizando el trabajo de los hombres».346

Quando la donna si vede abbandonata dal marito – il contraddittorio farmacista Ergueta – che aveva promesso di renderla «la reina del mundo», invece di perdersi d’animo cerca in un primo momento di circuire Erdosain,347

per poi rivolgersi all’Astrólogo, nella speranza di poterlo ricattare con delle informazioni compromettenti sul suo conto... Ma, dopo una breve fase in cui ciascuno cerca di dominare l’altro,348

i due finiranno per allearsi, rivelandosi spiriti affini.

Questa “Meretrice Biblica”, mossa dal desiderio di vendetta per la passata miseria e perseguendo la propria felicità personale, si destreggia dunque nella selva di personaggi arltiani con una scaltrezza ed un cinismo invidiabili. E se il suo

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Esattamente come le donne di umile origine che, elevatesi grazie alla cultura, sono in grado di offrire ai loro “finanziatori” qualcosa in più oltre al proprio corpo, alle quali Giuseppe Scaraffia dedica il saggio Cortigiane. Sedici donne fatali dell’Ottocento, pubblicato da Mondadori nel 2008. Sull’atto di mercificare la cultura per ricavarne dei vantaggi, che Hipólita combina con la mercificazione del proprio corpo, si veda H. Arendt, “La crisi della cultura: nella società e nella politica”, in Tra passato e futuro (Between Past and Future: Six Exercices in Political Thought, 1954), Garzanti, Milano 1991, pp. 261-264.

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La prostituta esprime il suo più grande rammarico: «Todavía no he encontrado entre ellos uno digno de cortarle el pescuezo a los otros, o de ser un tirano. Dan lástima», LL, p. 230.

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D. Guerrero, op. cit., p. 148.

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Dando luogo a scene memorabili nel corso delle quali entrambi sembrano in preda al più puro trasporto, ma le cui rispettive versioni dei fatti svelano atteggiamenti ben diversi: diffidenza in lui ed astuzia calcolatrice in lei.

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In questo gioco tra loro si creano delle immagini perfettamente simmetriche: «El Astrólogo cerró un párpado. En su rostro romboidal quedó abierto un ojo burlón. No le irritaba la extraña volubilidad de Hipólita. Comprendía que ella pretendía dominarlo. [...] Bajo la visera del sombrero verde, el rostro de Hipólita, bañado por el resplandor solar, apareció más fino y enérgico que una mascarilla de cobre. Sus ojos examinaban irónicamente el rostro romboidal del Astrólogo, aunque se sentía dominada por él», LL, pp. 289-290.

“individualista” lieto fine non implica quel reinserimento nella società che sembra realizzarsi per la protagonista di Corrientes y Maipú, Hipólita riesce comunque a ribaltare il cliché della prostituta rassegnata e condannata a rimanere nel fango, e si propone come trionfatrice della storia insieme all’unico personaggio che non è riuscita a manipolare – l’Astrólogo risulta infatti immune al suo fascino fatale perché castrato a seguito di un incidente –, ma nel quale ha trovato la sua anima gemella. 349