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LA PROSTITUTA, DAL POLIZIESCO ALLA METALETTERATURA

4.1 La prostituta ed il crimine

4.1.1 I racconti polizieschi di Borges

Proprio Borges, sul finire degli anni Venti, inserisce un misterioso delitto nell’ambiente postribolare dei dintorni di Buenos Aires, con “Hombre de la esquina rosada”. Questo racconto, pubblicato per la prima volta nel 1927 sulla rivista Martín

Fierro con l’indicativo titolo “Leyenda policial”,485 descrive infatti l’irruzione in un salone di milonga e malavita di uno straniero deciso a sfidare a duello l’idolo dei

malevitos de la zona, Rosendo Juárez, il rifiuto di combattere opposto da

quest’ultimo ed il passaggio della prostituta più famosa del locale, la Lujanera, dalle braccia dell’uno a quelle dell’altro uomo, cui fa seguito – la notte stessa – l’uccisione del valente forestiero, per mano di ignoti.

Lo scenario nel quale si svolge la storia è quello descritto nel secondo capitolo, un mondo ancora quasi gauchesco, con i suoi codici ed i suoi valori – che anche le figure femminili, prostitute incluse, s’impegnano a rispettare e preservare –, il suo linguaggio peculiare486 e, soprattutto, i già noti scenari postribolari:487

Los muchachos estábamos dende tempraño en el salón de Julia, que era un galpón de chapas de cinc, entre el camino de Gauna y el Maldonado. Era un local que usté lo divisaba de lejos, por la luz que mandaba a la redonda el farol sinvergüenza, y por el barullo también. La Julia, aunque de humilde color, era de lo más conciente y formal, así que no faltaban músicantes, güen beberaje y compañeras resistentes pal baile. Pero la Lujanera, que era la mujer de Rosendo, las sobraba lejos a todas. Se murió, señor, y digo que hay años en que ni pienso en ella, pero había que verla en sus días, con esos ojos. Verla, no daba sueño. [...] El tango hacía su voluntá con nosotros y nos arriaba y nos perdía y nos ordenaba y nos volvía a encontrar.488

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Il racconto cambiò titolo diverse volte prima di essere incluso con quello definitivo nella raccolta Historia universal de la infamia, data alle stampe nel 1935.

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Riferendosi al linguaggio usato nel testo, pieno di termini gergali, Borges spiega l’introduzione di parole colte nel discorso del narratore: «en su texto, que es de entonación orillera, se notará que he intercalado algunas palabras cultas: vísceras, conversiones, etc. Lo hice, porque el compadre aspira a la finura, o (esta razón excluye la otra, pero es quizá la verdadera), porque los compadres son individuos y no hablan siempre como el compadre, que es una figura platónica», in “Prólogo a la primera edición”, in Historia universal de la infamia (1935), Alianza, Madrid 1971, p. 10.

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Sul tipo di spazio descritto da Borges in questa occasione, Sarlo osserva: «Borges desecha, desde el comienzo, un ruralismo utópico como el que propone Güiraldes. Su invención son “las orillas”, zona indecidible entre la ciudad y el campo, casi vacía de personajes, salvo dos o tres tipos más presentes en las ficciones que en los poemas. El espacio imaginario de las orillas parece poco afectado por la inmigración, por la mezcla cultural y lingüistica. [...] Sólo argentinos “verdaderos” pueden darle a Buenos Aires los fantasmas de los que carece», in Una modernidad..., cit., p. 43.

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Ma la magia di questo mondo viene turbata, come si diceva, dal mistero legato ad un delitto, a quella coltellata sferrata vigliaccamente alla schiena dell’impavido Francisco Real. Solo alla fine del racconto si scoprirà che l’autore del misfatto è proprio narratore, personaggio secondario dell’ambiente milonguero del sobborgo – incapace di sopportare la delusione di aver assistito alla distruzione del suo idolo per opera di uno sconosciuto489 –, e che il destinatario della sua storia è lo stesso Borges, con un colpo di scena teso a rendere più autentica la struttura testimoniale del testo:

Yo me fui tranquilo a mi rancho, que estaba a unas tres cuadras. Ardía en la ventana una lucecita, que se apagó en seguida. De juro que me apuré a llegar, cuando me di cuenta. Entonces, Borges, volví a sacar el cuchillo corto y filoso que yo sabía cargar aquí, en el chaleco, junto al sobaco izquierdo, y le pegué otra revisada despacio, y estaba como nuevo, inocente, y no quedaba ni un rastrito de sangre.490

Lo scrittore torna a sfiorare il mondo della prostituzione in “Emma Zunz” (1949), narrazione che non mette il lettore di fronte ad un crimine già commesso e di cui bisogna scoprire causa ed autore, mostrandogli invece la minuziosa preparazione di un delitto. Infatti la protagonista del racconto, operaia diciannovenne che apprende da una lettera del suicidio del padre – costretto a fuggire all’estero perché ingiustamente accusato di un furto il cui reale responsabile era il dirigente della fabbrica nella quale lui e sua figlia lavoravano –, architetta e realizza un perfetto piano di vendetta: la giovane, ancora vergine, si lascia deflorare da un marinaio per poi recarsi con un pretesto dal dirigente della fabbrica, ucciderlo e fingere di essere stata costretta all’omicidio per legittima difesa, dopo aver subito dall’uomo una violenta aggressione sessuale...

Il collegamento del racconto con il mondo della prostituzione è offerto dalla decisione di Emma di sacrificare la sua verginità (atto necessario per rendere credibile lo stupro di cui si dichiarerà vittima) proprio nel famigerato Paseo de Julio, approfittando della presenza dell’equipaggio di una nave europea che l’indomani

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Proprio la Lujanera, che aveva offerto il coltello a Rosendo perché raccogliesse la provocazione dell’intruso, sancisce la sua caduta abbracciando il nuovo arrivato ed esclamando, rabbiosa: «Dejalo a ése, que nos hizo creer que era un hombre», ivi, p. 101.

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sarebbe salpata per l’Europa – composto dunque da uomini che dopo qualche ora sarebbero stati dall’altra parte dell’oceano – e fingendosi una prostituta.

Del Paseo de Julio l’autore di “Emma Zunz” propone la stessa deplorevole immagine inserita nella poesia di qualche anno prima:491

Emma vivía por Almagro, en la calle Liniers; nos consta que esa tarde fue al puerto. Acaso en el infame Paseo de Julio se vio multiplicada en espejos, publicada por luces y desnudada por los ojos hambrientos, pero más razonable es conjeturar que al principio erró, inadvertida, por la diferente recova... Entró en dos o tres bares, vio la rutina o los manejos de otras mujeres.492

In questa cornice di degrado Emma sceglie il suo inconsapevole complice, ed al suo interno si consuma dunque la drammatica scena del “sacrificio”:

Dio al fin con hombres de la Nordstjärnan. De uno, muy joven, temió que le inspirara alguna ternura y optó por otro, quizá más bajo de ella y grosero, para que la pureza del horror no fuera mitigada. El hombre la condujo a una puerta y después a un turbio zaguán y después a una escalera tortuosa y después a un vestíbulo (en el que había una vidriera con losanges idénticos a los de la casa en Lanús) y después a un pasillo y después a una puerta que se cerró. Los hechos graves están fuera del tiempo, ya porque en ellos el pasado inmediato queda como tronchado del porvenir, ya porque no parecen consecutivas las partes que los forman.493

La giovane ostenta però la propria distanza dalla professione della quale si è finta officiante distruggendo i soldi lasciati sul comodino da quel marinaio che doveva rappresentare invece solo uno strumento della sua vendetta.494

In “Emma Zunz” dunque la prostituzione è simulata e l’ambiente della malavita

porteña viene descritto solo di passaggio, ma la storia narrata nelle sue pagine rientra

nella struttura del racconto poliziesco che Borges, come si diceva, utilizza ogni volta per esprimere contenuti che esulano dalla realizzazione di un crimine o dall’indagine

491

Cfr. § 2.1.3.

492

J. L. Borges, “Emma Zunz”, in El Aleph (1949), Alianza, Madrid 2002, p. 72.

493

Ivi, p. 72.

494

«El hombre, sueco o finlandés, no hablaba español; fue una hierramenta para Emma como ésta lo fue para él, pero ella sirvió para el goce y él por la justicia. Cuando se quedó sola, Emma no abrió en seguida los ojos. En la mesa de luz estaba el dinero que había dejado el hombre: Emma se incorporó y lo rompió como antes había roto la carta. Romper dinero es una impiedad, como tirar el pan; Emma se arrepintió, apenas lo hizo. Un acto de soberbia, y en aquel día... El temor se perdió en la tristeza de su cuerpo, en el asco», ivi, p. 73.

necessaria ad individuarne l’autore: in questo caso, infatti, tanto la trama criminosa quanto lo scenario in cui essa si svolge si fanno veicolo di una riflessione sulla giustizia e la vendetta, esattamente come nel precedente racconto erano serviti a proporre il motivo del tradimento caro allo scrittore ed a descrivere un mondo che acquisisce un carattere quasi mitico proprio perché legato ad un passato ormai irrecuperabile.495