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I molteplici approcci al futuro

Nel documento La geografia (pagine 162-167)

È possibile pensare al futuro in diversi modi:

- futuro probabile: ciò che è possibile accada secondo la nostra conoscenza e comprensione del presente;

- futuro possibile: le alternative che possiamo rintracciare negli eventi pro-babili;

- futuro preferibile: ciò che vorremmo avvenisse.

3.1 Futuro probabile

Non potremo mai prevedere con certezza ciò che accadrà nel futuro, tut-tavia possiamo fare delle previsioni su quello che è più probabile accada, analizzando l’andamento dei fatti o grazie alla conoscenza dell’attualità.

L’analisi dell’andamento dei fatti si basa su dati quantitativi e può essere effettuata per qualunque area della quale possiamo disporre di statistiche re-lative al passato più recente. È inoltre possibile prendere in esame anche i dati relativi all’andamento presente e fare delle previsioni sul futuro basate sulla continuità di questo andamento. Molte di queste tendenze sono state rilevate per esempio dalle Nazioni Unite e da altre organizzazioni e, nella maggior parte dei casi, riguardano temi di carattere geografico. Per meglio comprendere questo ragionamento possono essere proposti alcuni esempi.

- Il totale della popolazione mondiale sta aumentando. È cresciuta da 1 mi-liardo nel 1804 a 3 miliardi nel 1960, fino a raggiungere i 6 miliardi nel 1999 e i 7,2 miliardi nel 2013. Le Nazioni Unite (UN DESA, 2015) pre-vedono che si potrebbero raggiungere i 9,7 miliardi nel 2050 e gli 11,2 miliardi entro la fine del XXI secolo; tutto ciò potrebbe facilmente avere ripercussioni sulla domanda di risorse e di cibo, acqua o altri beni di con-sumo.

- La popolazione mondiale sta invecchiando e, secondo un rapporto stilato dalle Nazioni Unite (UN DESA, 2013), i due paesi con la percentuale più alta di cittadini over 60 sono il Giappone (32%) e l’Italia (26,9%). È pos-sibile proiettare le attuali piramidi delle età nel futuro (Figure 1), tuttavia occorre tenere presente che è anche possibile che nel futuro potrebbero verificarsi variazioni imprevedibili all’interno di tali strutture.

- Il mondo sta diventando più caldo. Il Gruppo Intergovernativo sul Cam-biamento Climatico sostiene che i cambiamenti climatici verificatisi a partire dal 1950 non hanno precedenti storici. L’atmosfera e gli oceani si sono surriscaldati, i livelli di neve e ghiaccio sono diminuiti, il livello delle acque marine si è innalzato. Questi mutamenti avranno potenzial-mente un grande impatto sul futuro (IPCC, 2014, p. 2).

Organizzazioni locali, nazionali e globali utilizzano le informazioni che riguardo gli andamenti attuali per porre l’accento su possibili problematiche future, e in alcuni casi sono utilizzate per indirizzare le decisioni politiche.

Si rende pertanto necessario considerare la probabilità con cui le tendenze osservate potrebbero proseguire nei prossimi anni, nonché quali potrebbero essere eventuali effetti negativi, allo scopo di proporre possibili strategie

Fig. 1 – Piramidi dele età in Italia: 1950, 2000 e 2050. Fonte: United Nations (2001) World Population Ageing 1950-2050. United Nations: New York.

http://www.un.org/esa/population/publications/worldageing19502050/pdf/117italy.pdf

d’intervento. A tal proposito l’insegnamento della geografia potrebbe aiutare gli studenti a imparare ad analizzare le proiezioni e gli andamenti.

Un altro modo per prevedere gli eventi consiste nel basarsi sulla loro ri-correnza. Per esempio:

- Sappiamo quali parti del mondo sono più soggette al manifestarsi di ter-remoti. Non è ovviamente possibile prevedere quando e dove il terremoto avrà luogo esattamente, tuttavia, i luoghi affetti da un alto rischio sismico, per esempio l’Italia e il Giappone, dovrebbero tenere conto dell’eventua-lità che si manifestino in futuro eventi di questo tipo e agire di conse-guenza.

- Siamo consapevoli del fatto che in qualsiasi momento, nel futuro, i vul-cani attivi potrebbero eruttare. Ad esempio, sappiamo che il Vesuvio erut-terà ancora, di conseguenza il dipartimento della Protezione Civile Ita-liana ha stilato un piano d’intervento (Dipartimento della Protezione Ci-vile, 2007).

- Conosciamo quelle parti del pianeta che sono più soggette all’arrivo dei cicloni. I paesi vulnerabili, come ad esempio il Bangladesh, sono pronti ad eventi di questo tipo e hanno predisposto piani per arginarne gli effetti sulle popolazioni.

Quando gli studenti affrontano lo studio di terremoti, vulcani, cicloni tro-picali e altri eventi catastrofici come alluvioni, siccità e tsunami, hanno bi-sogno di comprendere come, quando e perché questi hanno avuto luogo in passato. Tuttavia, è anche necessario che studino come questi fenomeni pos-sono essere gestiti allo scopo di ridurne gli effetti negativi.

3.2. Futuro possibile

Un altro modo di pensare al futuro è prospettando diversi scenari alterna-tivi. Tra gli strumenti utilizzati per prevedere un futuro possibile si possono citare: Scenarios, wild cards e horizon scanning.

Gli Scenarios rappresentano alternative ipotetiche di uno stesso futuro, le quali vengono presentate per iscritto, tramite immagini, diagrammi o attra-verso una gamma di possibili prospettive. Le Nazioni Unite, per esempio, usano questo sistema per l’indagine delle diverse implicazioni che potreb-bero portare con sé i mutamenti della popolazione. Il Gruppo Intergoverna-tivo sul Cambiamento Climatico invece li utilizza per studiare i differenti impatti che l’innalzamento del livello delle temperature globali potrebbe

avere sui ghiacciai artici, sul livello del mare e sulle barriere coralline. I ri-cercatori, in generale, con questo metodo esplorano quindi gli effetti di dif-ferenti variabili su diversi fenomeni, come ad esempio, il futuro delle foreste tropicali.

In molti casi tutti questi lavori fanno riferimento a simulazioni compute-rizzate, progettate allo scopo di creare scenari alternativi, in cui si modificano di volta in volta le principali variabili-chiave. Questi “scenari” ci permetto di approfondire le ricerche provando a rispondere alla domanda: “Cosa acca-drebbe se?”:

- Se la popolazione mondiale crescesse effettivamente entro a fine del se-colo fino a raggiungere i 9, 12, 15 miliardi?

- Se la temperatura media del globo s’innalzasse entro la fine del secolo di 2, 3, 4 o più gradi?

- Se in Italia non ci fosse più immigrazione, se cessasse dopo il 2020 o se ci fosse invece un aumento, cosa accadrebbe alla sua piramide delle età (struttura della popolazione)?

- Se non facessimo più uso di carburanti fossili, se lo riducessimo o se mantenessimo l’uso presente?

- Se per i prossimi dieci anni non ci fosse una crescita economica, oppure se fosse minima, o se aumentasse (su scala nazionale e globale)?

Gli “scenari” prospettano quindi possibili alternative future che potreb-bero effettivamente avere luogo. Al contrario le “wild cards” sono usate per considerare casualità estreme. Esse sono dedicate all’analisi dei possibili im-patti che eventi improbabili scatenerebbero se si verificassero realmente.

Questo strumento è utilizzato soprattutto da parte di imprese e governi per la previsione di eventi negativi e disastri di grande entità, per esempio il conta-gio globale di persone, di piante e animali da parte di malattie ad alto rischio o gravi crisi economiche. Tuttavia, le “wild cards” possono essere utilizzate anche per indagare aspetti positivi del futuro, quali il progresso nei campi della medicina, dei trasporti, della tecnologia, e dell’energia.

La “horizon scanning” è l’ultimo metodo usato per prevedere possibili eventi futuri e consiste nel convogliare le conoscenze di un gruppo di esperti nel tentativo di identificare rilevanti segni di cambiamento o progresso.

3.3. Futuro preferibile

Un altro modo di pensare al futuro consiste nel cercare di immaginarlo come lo si vorrebbe. I governi, le imprese private e altre organizzazioni, si

preparano al futuro proiettando la propria visione e le proprie priorità. Ven-gono pertanto attribuiti gradi differenti di importanza alle previsioni a se-conda degli scopi e dei propositi delle diverse istituzioni. Per esempio, le priorità della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, sono relative soprattutto a temi quali la crescita economica e la creazione di posti di lavoro. Le priorità dell’organizzazione benefica OXFAM si basano invece sulla visione di un mondo “giusto e privo di povertà”. Le priorità del Lake District National Park in Inghilterra infine sono legate alla loro immagine

“esempio e ispirazione per lo sviluppo sostenibile”.

Spesso le priorità vengono espresse in qualità di obiettivi o traguardi e fungono da programmi d’azione per il futuro:

- Nel 2005 le Nazioni Unite hanno proposto otto Millennium Development Goals Obiettivi di sviluppo per il millennio], volti alla risoluzione di cri-ticità legate all’estrema povertà che affligge il pianeta; tra gli obiettivi specifici troviamo appunto la povertà e la fame, l’educazione, la parità tra i sessi, la mortalità infantile, la salute materna, le malattie, la sosteni-bilità e le imprese globali. Per ognuna di queste priorità le Nazioni Unite hanno stabilito una scadenza nel 2015 (UN, 2005).

- Nel 2015 i leader mondiali hanno adottato il Programma d’Azione per lo sviluppo sostenibile proposto dalle Nazioni Unite, contenente una serie di obiettivi volti a porre fine alla povertà e assicurare la protezione del pianeta e la prosperità per tutti (United Nations Development Pro-gramme, 2015). Tale documento propone obiettivi aggiuntivi rispetto a quelli previsti tra i Millennium Development Goals. Per esempio ve ne sono alcuni relativi alle provviste di acqua, all’energia, alla crescita eco-nomica, alle azioni per il clima, alle città sostenibili, alla vita sottomarina e alla vita terrestre.

- Nel 2006 21 paesi membri dell’Organizzazione per la per la Coopera-zione e lo Sviluppo Economico si sono incontrati per determinare gli in-vestimenti prioritari nell’ambito dello sviluppo rurale. Tra di essi, i prin-cipali riguardavano i bisogni nel settore pubblico, l’innovazione in am-bito rurale, lo sfruttamento dei collegamenti tra i distretti rurali e urbani, e la gestione di politiche interne regionali e nazionali (OECD, 2006).

La Lake District National Park Authority, in Inghilterra, fornisce un chiaro esempio di come vengono assegnate le priorità e del modo in cui pos-sono essere portate a termine. Tale organizzazione ha infatti avviato un pro-cesso di partecipazione pubblica allo scopo di provare a costruire una visione realistica di come sarà il Lake District nel 2030, identificando quei valori che potrebbero servire a sostenerla. Nel 2006 queste informazioni sono servite

come base per l’elaborazione di un Business Plan per il futuro (Lake District National Park Authority, 2006), il quale utilizza questa visione, insieme con le priorità dell’organizzazione, al fine di definire i propri obiettivi, i tempi per il loro raggiungimento e le persone che dovrebbero essere coinvolte nei diversi progetti.

Nel documento La geografia (pagine 162-167)