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Organizzazione delle attività

Nel documento La geografia (pagine 196-200)

Nella prima fase del lavoro proposto per la costruzione della mappa, gli allievi disegnano il percorso casa-scuola e lo rappresentato liberamente senza consegne particolari.

Nella seconda fase, vengono individuati i riferimenti spaziali che più fre-quentemente gli allievi hanno rappresentato sui tragitti casa-scuola.

Nella terza fase, gli alunni vengono suddivisi in piccoli gruppi, secondo la loro zona di provenienza.

Nella quarta viene rappresentata su dei fogli (A3) la zona d’appartenenza, soffermandosi sulle strade e sui riferimenti principali. Per aiutarli nell’orien-tamento delle strade è necessario mettere a disposizione una carta del co-mune ad esempio quella usata per la mobilità scolastica.

Nella quinta fase vengono assemblati i vari fogli e insieme viene corretto nel caso il tracciato delle strade per farle combaciare.

Nella sesta fase viene stabilita in comune la larghezza delle strade secon-darie e principali.

Nella settima fase, le singole zone della mappa vengono ingrandite su fogli di grandi dimensioni adottando delle misure prestabilite per la lar-ghezza delle strade.

Nell’ottava fase la carta viene arricchita con tutti i particolari individuati liberamente dagli allievi. Questi possono intervenire su tutte le zone del paese, anche su quelle in cui non hanno lavorato direttamente nella prima fase di elaborazione.

La nona fase prevede varie uscite didattiche esplorative sul territorio con la visita ad edifici rurali e storici, vecchi negozi, zone naturali significative.

È consigliabile l’incontro con persone anziane disponibili a raccontare il loro vissuto in relazione al territorio.

Nella decima fase, avviene l’assemblaggio finale di tutta la carta posizio-nando la casa dei singoli allievi costruita durate le ore dedicate alle attività grafiche e pittoriche.

Indubbiamente le fasi 5 e 6 sono le più critiche ed esigono un lavoro pre-ciso di correzione in comune per raggiungere il risultato di una mappa che sia uniforme. Allo stesso modo, la fase 8 è importantissima e deve favorire l’osservazione e lo sguardo degli allievi sul paesaggio, anche perché è un momento che li coinvolge attivamente ed emotivamente quindi è possibile far emergere brani del paesaggio vissuto dai singoli allievi.

A titolo di esempio riportiamo il progetto “Facciamo mappa” realizzato dalla maestra Serena Croci con una classe di terza del comune di Castel S.

Pietro (Ticino):

La modalità di lavoro che abbiamo scelto è stata quella di coinvolgere attivamente gli allievi per costruire la conoscenza del paese in cui vivono.

Dobbiamo partire dal presupposto che purtroppo oggi sempre più i bam-bini non conoscono il territorio in cui crescono. Fino a qualche anno fa la conoscenza degli spazi vissuti era più familiare e anche più naturale: i bam-bini si muovevano liberamente, giocavano a nascondino utilizzando gli spazi del loro quartiere, giocavano sotto casa. Oggi il modo di vivere questo spazio di incontro e di gioco è cambiato. Vengono appunto a mancare quegli ele-menti che permettono al bambino di costruirsi un’immagine mentale dello spazio in cui si trova a vivere. Spesso i bambini non sanno di che colore è la casa del vicino.

Se pensiamo alla realtà di Castel S. Pietro possiamo ritenerci ancora for-tunati.

Il nostro paese permette ancora ai bambini di andare a scuola da soli e questa è un’esperienza fondamentale per l’osservazione, per la scoperta e an-che per l’autonomia.

L’osservazione permette loro di vivere il territorio, di interagire con esso, di proporre idee nuove per migliorarlo e anche di affezionarsi. Quindi non c’è modo migliore per conoscerlo se non quello di viverlo e di possederlo.

Prima di iniziare a costruire la grande mappa che rappresenta il paese c’è stato un importante lavoro di organizzazione e di orientamento.

I bambini sono partiti dalle loro case e dal percorso casa-scuola e lo hanno rappresentato liberamente senza consegne particolari.

È stato molto interessante vedere come cambia la percezione del percorso dei bambini a seconda del mezzo utilizzato. Alcuni percorsi occupavano tutto il foglio, altri solamente un angolino, altri ancora erano particolarmente lun-ghi e complessi che proseguivano su altri fogli. È stato curioso anche vedere come certe volte abbia dominato l’essenzialità mentre in altre la ricchezza di particolari.

Fare una mappatura non è una cosa facile: bisogna prima pensarla, poi disegnarla mentalmente e infine trasferirla sulla carta. Diverse sono state le strategie utilizzate.

Dopo la lettura del materiale prodotto abbiamo individuato i punti di rife-rimento spaziali che i bambini hanno inserito nel loro tragitto (servizi princi-pali, Chiesa e cappellette, case degli amici, ecc.). Questi punti di riferimento spaziali hanno costituito la base di partenza per la costruzione della mappa del paese.

A questo punto ho chiesto ai bambini di dividersi in gruppi di lavoro in base alla zona d’abitazione. I bambini in piccoli gruppi hanno così rappresen-tato la zona più vicina a loro, soffermandosi solo sulle strade e sui punti di riferimento principali tralasciando i dettagli del paesaggio. Per aiutarsi ad orientare le strade avevano come supporto una carta del paese.

Assemblando le varie parti è stato inevitabile fare delle correzioni in modo da far combaciare il tutto. I bambini si sono accorti che i vari pezzi, soprattutto le strade, non si incontravano perché le dimensioni delle strade

utilizzate dai gruppi erano diverse. Attraverso una discussione di classe e uno scambio di idee è nata l’esigenza di avere delle regole comuni (tutti i gruppi dovevano rispettare le misure delle strade).3

A questo punto i loro progetti, le parti della mappa, sono stati riportati su fogli di dimensione maggiore.

Se all’inizio i bambini sono stati chiamati a lavorare sulla parte di territo-rio più vicina a loro, col passare del tempo, più la mappa si arricchiva, ab-biamo visto i gruppi sciogliersi e i bambini muoversi liberamente nelle di-verse zone, cambiando spesso anche i compagni di lavoro. Pian piano i bam-bini hanno arricchito il paesaggio rappresentando i servizi principali, le fat-torie, gli animali, gli alberi, il fiume, le zone verdi, i tanti vigneti, il bosco, la sede degli scout, i passaggi pedonali, i fiori e hanno persino aggiunto le arnie e le api. Questo aspetto mi è piaciuto tantissimo proprio perché i bambini, durante questo periodo, hanno aperto i loro occhi sul territorio.

Tornavano a scuola con la voglia di aggiungere sempre qualche dettaglio.

Qualcuno ha persino disegnato un cantiere e i lavori in corso con tanto di personaggi al lavoro.

Questo è un altro aspetto importante dell'attività: risvegliare l’interesse dei bambini ad osservare e a cogliere i particolari dell’ambiente che ci cir-conda. Attraverso questo grande disegno è emerso anche quello che per loro è davvero importante. In certi casi non ricordavano di che colore fosse un edificio e chiedevano se potevano colorarlo come volevano.

Posso dire che il risultato finale è un ritratto del nostro paesaggio forse non sempre fedele, ma certamente molto partecipato.

Nella fase successiva abbiamo assemblato e orientato la nostra mappa e posizionato le loro case costruite con grande impegno e nel modo più fedele possibile.

Parallelamente all’attività di mappatura si sono svolte diverse uscite sul territorio, alcune in determinati luoghi significativi. Durante queste escur-sioni i bambini hanno anche avuto modo di fare dei disegni dal vero. Questo li ha aiutati ad abbandonare certi stereotipi e a cogliere la varietà e la com-plessità del mondo reale.

Nel momento in cui abbiamo esplorato il nucleo di Castello, abbiamo par-lato delle botteghe che c’erano una volta e sul perché oggi non ci sono più, in questo modo si è aperto un grande discorso sui mestieri di oggi e di ieri e sul perché alcuni sono praticamente scomparsi. In questo contesto abbiamo avuto la fortuna di visitare la vecchia bottega del calzolaio arredata come un tempo e di ascoltare i racconti della signora Letizia Gabaglio che ci ha raccontato la sua vita e com’era il territorio nel secolo scorso.

 

3 Sta nei compiti dell’insegnante cogliere, durante la fase dell’assemblaggio della mappa comune, quali aspetti richiedono un approfondimento e un chiarimento da parte degli studenti, Ovvero, in questo caso la necessità ha riguardato la condivisione delle regole per far comba-ciare le strade; è possibile immaginare che altri lavori possano richiedere una condivisione su altri aspetti, per esempio l’orientamento Nord/Sud, Alto/basso, ecc…

Un’altra visita significativa è stata quella alla bellissima casa a corte Sisini dove il signor Giorgio Brazzola con i suoi racconti ha catturato la curiosità dei bambini e ci ha fatto fare un vero tuffo nel passato.

Verso la fine dell’anno siamo andati a visitare la Chiesa Rossa e anche in questa occasione, abbiamo avuto una guida importante, quella del signor Carlo Fontana.

Nel pomeriggio abbiamo percorso le gole della Breggia e abbiamo svolto il percorso del cemento con Giorgio Brazzola.

In questi momenti si è potuto notare un grande coinvolgimento da parte dei bambini. Ho sempre cercato di far capire loro quanto siano stati fortunati ad avere avuto la possibilità di ascoltare la voce di persone che ci raccontano una vita vissuta realmente, anche se sembra essere così lontana dalla nostra.

Col passare del tempo non potremo più avere queste testimonianze significa-tive se non da testi scritti o da racconti riportati.

Durante questo progetto abbiamo anche avuto un incontro con una classe di Verrone (in provincia di Biella) che abbiamo conosciuto inizialmente per corrispondenza, attraverso l’invio di cartoline da parte di tutti i bambini. An-che loro hanno svolto un progetto simile al nostro e verso fine anno sono venuti in visita una giornata, durante la quale c’è stata una presentazione dei bambini attorno alla nostra grande mappa e uno scambio di esperienze.

I bambini di Castello hanno tracciato con un filo colorato un itinerario sulla mappa. In un secondo tempo le due classi hanno percorso questo tragitto insieme camminando nel paesaggio e durante il viaggio la nostra classe ha fatto da guida ai loro ospiti.

A seguito di questa bella giornata abbiamo ricevuto l’invito da loro e così abbiamo deciso di ricambiare. A settembre siamo andati nel territorio di Biella. Anche questa è stata un’occasione di scambio, abbiamo visitato due paesi della loro zona, abbiamo visto la loro mappa, abbiamo visitato la loro scuola. I bambini hanno potuto vedere un’altra realtà e trascorrere un’altra bella giornata all’aperto, questa volta su un territorio diverso.

Questo modo di fare geografia ha delle caratteristiche affascinanti anche perché si lavora contemporaneamente in più discipline. Non abbiamo fatto solo geografia e storia; il paesaggio è stato letto in diversi modi. L’ambito linguistico è stato importante per fare dei resoconti, delle descrizioni, delle annotazioni personali, per presentarsi e comunicare con bambini di un’altra scuola. La costruzione delle loro case e la rappresentazione della mappa hanno messo in atto competenze legate al disegno e alla creatività.

Nella rappresentazione del luogo di raccolta rifiuti, si è potuto fare un discorso sul riciclo, sull’importanza del rispetto dell'ambiente.

Posso dire che l’esplorazione del territorio ha sollecitato davvero più competenze.

«La regione, se esiste, è uno spazio vissuto. Vista, percepita, avvertita, amata o respinta, modellata dagli uomini e proiettante su di essi le immagini che la modellano, essa non è che un riflesso»4.

Dopo questa esperienza penso e spero che i bambini possano “possedere”

il territorio, sentirlo più loro5

Nel documento La geografia (pagine 196-200)