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Emblematico della sensibilità del nuovo millennio, negli anni Duemila il binomio “donna/finestra” è diventato uno dei simboli più “visitati” nelle arti figurative, soprattutto nella fotografia ma anche in pittura, evocativo delle tensioni della società contemporanea: solitudine, incomunicabilità, attesa, assenza, alienazione dalla Natura. Spesso infatti le scene mostrano un paesaggio esterno dominato dai palazzi e dal cemento, una finestra che si affaccia su altre finestre, giochi ambivalenti di luci e ombre che alludono all'ambivalenza tra spazio esterno e interno, tra sociale e intimo, ma anche più profondamente tra l'io cosciente dell'individuo e il mistero dell'inconscio.

La donna alla finestra oggi è ancora seminascosta, spiata, oppure impudicamente esposta, in atteggiamenti quasi sempre immobili e meditativi, come se insoddisfatta fosse in perenne attesa di qualcosa che non arriva. Apparentemente libera dei propri spazi, in realtà però sembra esserne ancora imprigionata.

I due dipinti che seguono sono di due pittori contemporanei, uno italiano, Enzo Forletta, e uno americano, Mark Keller. Le due opere sono recentissime e di conseguenza i dati informativi sulla loro storia sono scarsi, anche per la loro assenza dai cataloghi critici. La loro lettura e interpretazione si basa quindi sulla ricerca personale: riguardo al dipinto di Forletta, in particolare, ci si è avvalsi di una breve intervista diretta all'Autore contattato sui social.

Enzo Forletta, Alla finestra, 2015, Roma.

L'Autore.

Enzo Forletta, pittore giovanissimo, frequenta la Facoltà di Architettura alla Sapienza di Roma. Oltre a dedicarsi alla pittura a olio, la sua passione, ha collaborato in Italia e all'estero come scenografo e arredatore sui set cinematografici. Ha esposto a Roma, in centro e nord Italia. Del febbraio-marzo 2012 è la sua mostra più importante: Espressioni Eterogenee, che ha riportato un notevole consenso di critica.

Scenari urbani, elementi architettonici (scale, finestre, palazzi...) auto d'epoca, nature morte inserite in motivi geometrici e anche paesaggi di mare, con pontili di legno solitari che si perdono all'orizzonte..e poi donne, figure femminili che animano i suoi palcoscenici, figure anch'esse solitarie, con suggestioni oniriche tra l'erotismo e la quotidianeità...questi i soggetti di Forletta, che si definisce un “poeta del colore”.

L'opera.

profilo, guarda fuori con aria imperturbabile altre finestre sui palazzi di fronte, tutte chiuse (sole manifestazioni di vita lo scorcio del cielo azzurro, con la luce che taglia le facciate, e i seni nudi sotto la maglietta), l'artista risponde che, oltre a voler trasmettere il senso della solitudine in un panorama dominato dal cemento, il quadro sta a significare “l'accettazione di una realtà che non ci appartiene ma ci ha coinvolto a tal punto da farci dimenticare la natura e non ne soffriamo!”135

Sottolineando come l'umanità contemporanea si sia alla fine adattata alla condizione di alienazione tanto da non avvertirne più il disagio.

Mark Keller, The Melody Lingers, 2004, S. Francisco.

L'autore.

Mark Keller, classe 1955, è un artista già conosciuto e affermato, non solo come pittore: le sue attività spaziano dalla musica, alla scrittura di testi di canzoni, alla regia cinematografica, al designer pubblicitario, all'insegnamento.

Lavora soprattutto a S. Francisco, sua città natale, e le sue opere sono esposte nelle principali gallerie degli USA e del Regno Unito. Ha partecipato anche alla Biennale di Firenze.

Come autore grafico per campagne pubblicitarie ha supportato marchi famosi, come Levis, Nintendo, Sheraton Hotels, vincendo molti premi.

In California Mark Keller ha creato e dirige i Loudeville Studios, studi di registrazione, produzione musica e video e molto altro. Sul sito si può vedere una rassegna delle sue opere anche pittoriche e avere un'idea delle sue molteplici eclettiche attività artistiche e creative.136

L'opera.

Nell'angolo di una stanza spoglia, unici oggetti un violino, un archetto e fogli di spartiti appoggiati sul pavimento di legno, una donna, presumibilmente una musicista, sta seduta a terra fumando davanti a una finestra aperta. E' vestita succintamente di una sola sottoveste che scivola mostrando le gambe appoggiate al bordo della finestra. Tutto ispira relax, forse noia, pigrizia, sogno: i piedi incrociati e nudi, lo spallino della sottoveste che cade, la posizione mollemente abbandonata e quasi distaccata, come se la ragazza non si trovasse più lì, ma sognasse di altri mondi. Dalla finestra si vedono altre finestre: una è aperta e una donna e un grosso cane stanno affacciati appoggiandosi al davanzale dove si vede anche un vaso di fiori; l'altra finestra, nell'angolo più vicino alla ragazza, è chiusa ma vi si intravede l'ombra di un uomo che sembra spiare la donna che fuma: questo crea un'atmosfera di inquietante mistero, acuito dall'indifferenza della ragazza che nella sua totale naturalezza appare come indifesa, in pericolo.

La luce fuori è bianca, accecante, come nel pieno di un giorno estivo, mentre dentro la stanza prevale l'ombra, il colore scuro del legno, appena illuminato in un gioco di controluce che fa sembrare di legno scuro anche la pelle della donna.

Tutti i dipinti di Mark Keller suggeriscono l'intrigo, sono caratterizzati dal mistero e dagli onnipresenti strumenti musicali, come se ogni quadro suggerisse una storia, un racconto dove protagoniste sono soprattutto le donne e la musica, unite in un unica evocazione di fascino, ma un fascino triste e pensoso, senza felicità.

Conclusioni.

“Spazio pubblico e privato”: le due dimensioni dell'essere umano nell'attuale forma sociale si sono delineate soprattutto dall'Età Moderna in poi. Possiamo oggi affermare che uomo e donna abbiano, rispetto a queste due dimensioni, la stessa libertà di movimento fisica e psicologica, gli stessi diritti di utilizzo e di espressione? Le molte considerazioni avanzate nella nostra rifessione, che attiene all'ambito artistico ma non può fare a meno di valutare le impicazioni sociologiche, storiche, culturali, ci portano a concludere che il percorso di parità di genere e di emancipazione della donna non sia ancora compiuto, visto sia dall'interno (spazio privato) che dall'esterno (spazio pubblico). La finestra, così come è stata ed è raffigurata in pittura, costituisce, oltre che uno spazio prospettico e un dispositivo visivo, un affascinante limen non solo tra interno ed esterno architettonico, ma tra io interiore e io sociale. Questo è il motivo per cui le raffigurazioni contemporanee della donna alla finestra o in prossimità di essa la “fotografano” in atteggiamenti e posizioni intimistiche che evocano tutta la fatica di una meta non ancora raggiunta, che alludono a stati di nevrosi, ansia, rassegnazione, solitudine, attesa, sogno...una figura femminile incompiuta e spesso pensosa, sofferente o assente, o anche indifferente, in quei dipinti che ne ritraggono i sentimenti; una figura femminile ancora usata, prevaricata e abusata in quelli che invece ne esaltano le attrattive puramente decorative, fisiche e sessuali, oppure che la ricollocano negli antichi ruoli di madre, di strega, di prostituta o di figura angelicata mediatrice tra terra e cielo. Abbiamo cercato di descrivere quindi un percorso ancora aperto, attraverso opere emblematiche di altrettante tappe “liberatorie” che storicamente hanno caratterizzato un cammino di conquista del genere femminile, lento ma inesorabile, tuttavia fragile nei suoi traguardi ed esposto anche alla possibilità di refussi. Un elemento che in pittura accompagna il tema donna/finestra e che rivela stati d'animo e contraddizioni è la luce. La luce o la sua mancanza: abbiamo visto come l'interno buio spesso si contrapponga a un esterno luminoso, dove il buio può significare mistero, pericolo, angoscia, e allora la luce comunque si irradia sulla figura femminile quasi salvandola, oppure la sfiora, disegna altri spazi più interiori che reali, offrendo quelle “vie di uscita” che il mondo non offre,

elevando comunque la figura almeno artisticamente a una dignità non ancora ottenuta né in famiglia né fuori.

Con la luce, l'altro elemento è il corpo. La corporeità, senza veli o velata, che assume una duplice valenza, perché se da un lato, in pittura come in fotografia come nel teatro, il modo con cui è esposto il corpo può mortificare la donna di nuovo oggettivandola, dandola in pasto al pubblico come passivo oggetto di desiderio, da un altro lato può simboleggiare la sua liberazione, se è la donna stessa a gestirla e a scegliere il corpo come strumento di comunicazione.

Negli ultimi due dipinti presentati, le figure femminili raccontano la donna di oggi, che non teme di mostrarsi, né si preoccupa di essere vista, ma con naturalezza e senza ostentazione è assorta nei suoi pensieri, e dentro a una casa non più prigione vive nel presente, occupa il suo spazio che è solo suo, anche se si possono intuire gli ostacoli e i condizionamenti che ancora dovrà superare per essere davvero libera e indipendente. La finestra forse in questo senso rappresenta non tanto apertura o chiusura, ma il passaggio verso ulteriori progressi. Punto di confine non solo spaziale, ma anche temporale: il presente tra passato e futuro, che lì su quel davanzale si incontrano e per un momento realizzano l'eterno, in un'immagine densa di significati, riassuntiva di tutto il nostro viaggio attraverso le epoche, illustrato da opere scelte, che alla fine mostra la donna padrona di se stessa, quindi libera.

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Indice delle immagini

CAPITOLO II, PARAGRAFO I PAG 35

AUTORE: Pieter Janssens Elinga (1623-1682) OPERA: Donna che legge (1665/70)

TECNICA E DIMENSIONI: pittura su tela 75,5 x 63,5 cm. COLLOCAZIONE: Monaco, Alte Pinakothek

FONTE: https://www.sammlung.pinakothek.de/de/artist/pieter-janssens-gen-elinga/lesende-frau PAG 37

AUTORE: Abraham Bosse (1604-1676) OPERA: Rèunion de dames (1660 ca.) TECNICA E DIMENSIONI: Olio su tela

COLLOCAZIONE: Ecouen, Musée National de la Renaissance FONTE: https://francearchives.fr/commemo/recueil-2015/39978 PAG 38

AUTORE: Jean Baptiste Siméon Chardin (1699-1779) OPERA: L’ Économe (1746)

TECNICA E DIMENSIONI: Olio su tela, 65 x 80 cm. COLLOCAZIONE: Paris, coll. privata.

FONTE: https://www.akg-images.fr/archive/L%E2%80%99Econome-2UMDHUDTTDDM.html PAG 39

AUTORE: Jean Baptiste Siméon Chardin (1699-1779) OPERA: Les amusements de la vie privée (1746)

TECNICA E DIMENSIONI: olio su tela 42,5 x 35,5 cm., COLLOCAZIONE: Stockholm, Musée National.

PAG 40

AUTORE: Jan Vermeer (1632-1675)

OPERA: Donna che scrive una lettera alla presenza della domestica, (1670 ca.) TECNICA E DIMENSIONI: olio su tela 71,1 x 60,5 cm.

COLLOCAZIONE: National Gallery of Ireland

FONTE: http://onlinecollection.nationalgallery.ie/objects/8707/woman-writing-a-letter-with-her-maid? ctx=8909b050-af43-487f-945a-ecb8e7679b03&idx=0

PAG 41

AUTORE: Jan Vermeer (1632-1675)

OPERA: Donna in azzurro che legge una lettera (1663 ca.) TECNICA E DIMENSIONI: olio su tela 46,5 x 39 cm. COLLOCAZIONE: Rijksmuseum di Amsterdam

FONTE: https://www.rijksmuseum.nl/en/search/objects?q=vermeer&p=1&ps=12&st=Objects&ii=1#/SK-C- 251,1

PAG 42

AUTORE: Jan Vermeer (1632-1675)

OPERA: Donna che legge una lettera davanti alla finestra (1657-59) TECNICA E DIMENSIONI: olio su tela 83 x 64,5 cm.

COLLOCAZIONE: Gemäldegalerie di Dresda

FONTE: https://gemaeldegalerie.skd.museum/fileadmin/_processed_/a/2/csm_AM-1336- PR01_2557f28004.jpg

CAPITOLO II, PARAGRAFO II PAG 45

AUTORE: Jacopo Tintoretto / seguace (1518-1594) OPERA: Ritratto di donna (1575 ca.)

TECNICA E DIMENSIONI: olio su tela, 61,4 x 47,1 cm.

COLLOCAZIONE: Worcester Art Museum, Worcester, Massachusetts (USA) FONTE: https://www.worcesterart.org/collection/provenance.html

PAG 47

AUTORE: Francois Boucher (1703-1770) OPERA: Madame de Pompadour (1759)

TECNICA E DIMENSIONI: olio su tela, 91 x 68 cm. COLLOCAZIONE: Wallace Collection, London

FONTE: https://wallacelive.wallacecollection.org/eMP/eMuseumPlus? service=direct/1/ResultListView/result.t1.collection_list.

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