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“Il desiderio di un piccolo spazio privato esprime una sempre maggiore coscienza della propria individualità fìsica e spirituale, condotta dagli scrittori al limite dell’egotismo. «Bisogna chiudere porte e finestre, chiudersi in se stessi, come ricci, accendere un gran fuoco nel camino, perché fa freddo, ed evocare nel cuore una grande idea» scrive Flaubert. «Poiché non possiamo spegnere il sole, dobbiamo tappare tutte le finestre e accendere lampadari nella nostra stanza». Indubbiamente, il sentimento dell’interiorità ha preceduto, nell’uomo, l’esigenza d’intimità. Ma, nel XIX secolo, la stanza è lo spazio del sogno, dove si ricostruisce il mondo.”119

Caspar David Friedrich, Donna alla finestra, 1822, Nationalgalerie, Berlino.

Storia.

Dipinta nel 1822, lo stesso anno l'opera di Friedrich fu esposta alla Mostra dell'Accademia di Dresda. Conservata dal fratello del pittore, Heinrich, fu poi ceduta alla Nationalgalerie di Berlino nel 1906 dai suoi discendenti, e lì si trova ancora oggi.

Descrizione.

Si tratta di un'opera ricca di simbologie esistenziali, che nel 1823, un anno dopo la sua realizzazione, ispirò lo scrittore romantico tedesco Friedrich de la Motte Fouqué a comporre il sonetto Reise Erinnerungen (Ricordi di Viaggio).

Si vede una donna di spalle, vestita di verde, appoggiata al davanzale della finestra aperta mentre guarda fuori il paesaggio. La donna è Caroline, moglie dell'artista, che dalla finestra dello studio del marito, (dove lavorava a Dresda dal 1820), si affaccia sul fiume Elba che scorre tra una fila di pioppi. Dai vetri della parte superiore della finestra si vedono gli alberi di una nave.

“La dama è vista di spalle, con un abito verde scuro, in un interno Biedermeir e guarda un porto, di cui si scorgono solo gli alberi di una nave. L' immagine è sospesa nel tempo, c' è un senso d' attesa di qualcuno che non sapremo mai se arriverà. La malia di Caspar è questa, ci tiene sospesi in balia del mare e delle montagne, ma sa anche dirci i pensieri di una donna sola che attende qualcosa alla finestra.”120

Ogni particolare dell'interno e della veduta esterna allude al simbolo dell'eterno mistero delle due dimensioni della vita, terrena e ultraterrena. Oscurità e imperfezione della realtà umana, alle quali la donna gira le spalle per guardare il “viaggio” nell'al di là, rappresentato dal fiume che scorre, dalle navi che passano, dai pioppi, simbolo della morte.

“Caspar David Friedrich “considerava il paesaggio naturale come opera divina e le sue raffigurazioni ritraevano sempre momenti particolari come l'alba, il tramonto o frangenti di una tempesta. Al paesaggio pittorico tradizionale in cui lo spazio è diviso in tre piani, un primo piano, un secondo piano che lega il primo al terzo, lo sfondo, Friedrich

sostituisce una divisione in due piani, abolendo il secondo: al primo piano succede immediatamente lo sfondo, che così appare talmente lontano da sembrare irraggiungibile e infinito. Di qui, l'estraniamento della visione, che si perde in lontananze che non riesce ad afferrare, a dominare, spesso a comprendere”.121

L'atmosfera suggerita dal dipinto è quella della contemplazione, tensione verso il mistero dell'Infinito, l'identità, il volto, scompare per far emergere l'anima immateriale, in una dimensione tra visibile e invisibile, dove la visione degli alberi in dissolvenza allude al dissolversi della vita nel viaggio della morte.

“La finestra alla quale è affacciata è allora una soglia-confine che, pur suggerendo un collegamento tra spazio chiuso e spazio aperto, spazio interno e spazio esterno, sancisce in realtà la loro separazione. Queste figure si caratterizzano allora perlopiù come...decontestualizzate, colte nel momento in cui sono date in pasto all'immensità spaziale...sono sempre “viandanti”, sono “di passaggio.”122

Riguardo all'interpretazione del simbolismo di ogni elemento figurativo, Friedrich stesso avverte che ogni dipinto va visto nel suo complesso, lontano da un linguaggio univoco e prefissato: egli scrive che

“In ogni singolo soggetto, però, sono insite l'infinitezza della concezione e la complessità della raffigurazione.”123

La finestra.

La concezione della finestra come elemento reale architettonico e simbolo di comunicazione perde nel Romanticismo il carattere di realtà materiale e sensibile e si allarga a dimensioni astratte e simboliche. In quest'opera di Friedrich è emblematico il significato di confine e insieme trait d'union tra due dimensioni: visibile e invisibile, vita terrena e ultraterrena, ma riferita all'individuo diviene anche “affacciarsi a se stesso e alla propria anima”, simbolo di introspezione, meditazione, contemplazione. La figura femminile è allora la più adatta a rappresentare il passaggio tra terra e cielo (Beatrice,

121 Frison G., Il pioppo nella pittura paesaggistica, Relazione per l'Istituto di Sperimentazione per la pioppicultura, Casale Monferrato, luglio 2015, p. 10.

122 Pegoraro S., Nel solitario cerchio. L'infinito e la pittura di C. D. Friedrich, Edizioni Pendragon, Bologna, 1994, p. 74.

123Börsch-Supan A., La personalità come sorgente dell'arte, in AA. VV., L'opera completa di Friedrich, Rizzoli Editore, Milano, 1976, p. 9.

la Donna Angelicata, il Sogno). Tramite la Donna il paesaggio interno (l'oscurità, la limitata vita terrena), si libera e si unisce all'infinito, come dimensione della poetica individuale dell'artista ma anche come poetica romantica. Così in questo e in altri dipinti, la finestra di Friedrich esalta la Donna come tramite divino tra Terra e Cielo, ma ancora non la libera dal ruolo di strumento a servizio dei bisogni dell'uomo, materiali o spirituali che siano.