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IL BILANCIO D‟ESERCIZIO: CAPACITÀ INFORMATIVA PER I VAR

CAPITOLO 1. IL BILANCIO COME STRUMENTO DI INFORMAZIONE

1.2 IL BILANCIO D‟ESERCIZIO: CAPACITÀ INFORMATIVA PER I VAR

Il bilancio è originariamente stato creato come strumento di memoria e di conoscenza per il soggetto economico. Col passare degli anni esso è diventato anche il principale strumento di informazione per i fruitori dell‟impresa (stakeholders) che mantengono con essa situazioni d‟interscambio e che ne permettono la sopravvivenza.

Oltre allo scopo originario, il bilancio ha assunto anche lo scopo di informare “tutti” i soggetti portatori di interesse convergenti nell‟impresa e quindi offrire delle basi di riferimento per gli obbiettivi che ogni stakeholders si è posto.32

Cresce così la necessità di comunicare tra l‟impresa e i sistemi, sia interni che esterni ad essa. A questo punto, occorre capire meglio quali sono gli stakeholders del bilancio d‟esercizio, quali rapporti d‟interscambio hanno con l‟impresa e quali informazioni essi intendano trarre dal bilancio.

Possiamo dire che il bilancio oggi ha una duplice destinazione ai fini informativi: il capitale di comando e il management

i terzi interni ed esterni all‟impresa

Per il capitale di comando e il management il bilancio, oltre ad essere uno strumento di memoria e di conoscenza degli oggetti di rilevazione, è diventato anche un documento sintetico di programmazione e di controllo della gestione, in quanto strumento contabile di collegamento tra gestione passata e gestione futura.

In particolare il bilancio d‟esercizio tende a divenire per il management mezzo per agevolare la realizzazione dei piani, nel senso che è utilizzabile come base di partenza per la individuazione di determinate direttive di comportamento aziendale quantificabili attraverso la pianificazione, ed inoltre strumento di controllo

32 “Nell‟economia moderna il bilancio d‟esercizio costituisce il fulcro centrale del sistema informativo

di bilancio, sia per soddisfare esigenze di informazione interna, sia per comunicare all‟esterno dati e informazioni utili alle varie categorie di soggetti (c.d. stakeholders) che direttamente o indirettamente, sono interessati al divenire economico, finanziario e patrimoniale dell‟impresa.” PESCAGLINI. R., PESCAGLINI A. Ragioneria generale, 2004, pag. 374.

25 susseguente capace cioè di esprimere l‟aderenza o lo scostamento della gestione di breve (indirettamente anche di medio e di lungo) dai relativi piani.

Il bilancio dovrebbe essere in questa utilizzazione uno dei punti di partenza del processo di programmazione e punto d‟arrivo necessario per verificare l‟attendibilità della programmazione stessa.33

Il bilancio perciò dovrebbe:

poter offrire informazioni sull‟efficienza34 dell‟impresa in se e nei confronti del

sistema economico in cui è inserita;

poter essere utilizzato per calcolare il particolare rendimento dei fattori produttivi (efficienza tecnica) ed i conseguenti costi di prodotto.

Il capitale ed il management infine vorrebbero ritrarre segnalazioni su eventuali atti di straordinaria gestione quali: la fusione, la cessione, ecc..

Tali possibili ulteriori utilizzazioni non sono pienamente realizzabili senza ipotizzare il bilancio come parte di un sistema informativo tendente alla programmazione ed al controllo della gestione, poiché le informazioni che dal bilancio stesso scaturiscono, vuoi sull‟andamento economico vuoi su quello finanziario e patrimoniale, sono per i suddetti scopi estremamente limitati.

Qualora si faccia riferimento al secondo gruppo d‟interessi occorre tener presente che le sintesi di bilancio sono utilizzabili da:

azionisti lavoratori

creditori per forniture commerciali istituti di credito

istituzioni pubbliche collettività

33 Per programmazione si intende: “ definire le strategie,selezionare gli obiettivi aziendali e allocare le

risorse in relazione ad essi”; per controllo si intende: “misurare e adottare azioni correttive per il conseguimento degli obiettivi e della strategia aziendale”. E. BRACCI- E. VAGNONI, Sistemi di programmazione e controllo, 2011, pag.15

34 “Per efficienza: identifica il confronto fra il consumo di risorse (input) effettuato e quello

programmato al fine di conseguire dati risultati. Per efficacia: consiste nella capacità della loro azione di raggiungere i traguardi (output) assegnati”.E. SANTESSO, Contabilità dei costi metodo ed obiettivi, 1982, pag. 142

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GLI AZIONISTI

“Gli azionisti, ovvero i proprietari delle azioni di una società, oltre che assolvere la duplice funzione di investitori e creditori della stessa, sono soggetti che hanno comunque diritto alla ricchezza residua prodotta dall‟azienda dopo il pagamento di tutti i debiti”.35

All‟azionista va attribuito il merito di aver intrapreso la battaglia per l‟aumento di informativa societaria verso l‟esterno che si è notevolmente ampliata grazie all‟emanazione della legge 216/74.

Esistono vari tipi di azionisti all‟interno di una società, sia per la quantità di quote in loro possesso, sia per il tipo di investimento che hanno intenzione di effettuare. Ci sono: gli investitori, cioè quei soggetti che considerano l‟acquisto delle quote solo ai fini di ottenere un adeguata remunerazione, gli azionisti che pur di minoranza vogliono entrare nella gestione dell‟impresa e mantenere un rapporto con essa nel tempo ed esistono in fine gli azionisti di comando che hanno nelle loro mani la maggioranza delle azioni, ho una quota sufficientemente elevata per decidere la gestione aziendale.

Gli azionisti “investitori” hanno nel tempo fatto sorgere alcune polemiche, in quanto loro sono esclusivamente interessati al guadagno che potrebbero trarre dalle azioni. Questo contrasta con la visione della direzione generale, che tendenzialmente opterebbe a reinvestire gli utili per uno sviluppo aziendale, anziché distribuire i dividendi36 ai soci.

Questo contrasto a portato alcuni autori ad affermare che l‟impresa ha tre nemici: il fisco, i lavoratori e gli azionisti.

Questa visione faceva si che nel momento della redazione del bilancio si tendesse ha nascondere gli utili effettivamente realizzati dall‟impresa per non incorrere nel successivo problema della distribuzione agli azionisti.

35 FELICE. G. premesse ed evoluzione del bilancio etico sociale, 2003, pag. 55

36 Il dividendo è una distribuzione in contanti di utili, esiste anche il dividendo di liquidazione che è

una distribuzione di capitale. I dividendi possono essere erogati sotto diversa forma: in contanti come dividendo ordinario o straordinario, in titoli come dividendo in azioni.

27 Ma l‟interesse dell‟azionista è esclusivamente da ricondursi alla misura del dividendo?

Ad influenzare la scelta degli azionisti indubbiamente è anche la parte fiscale. in quanto esiste una tassazione differente per quanto riguarda il dividendo e il capital gain37.

L‟azionista paga le imposte sui dividendi nel momento in cui li riceve, mentre le imposte sui capital gains vengono pagate nel momento della vendita dell‟azione. La differenza fra le due aliquote può determinare una preferenza dell‟investitore verso il dividendo o il capital gains.

Se il dividendo è tassato in misura maggiore rispetto al capital gains, l‟investitore preferita non ricevere il dividendo e costruirselo da sé attraverso la vendita dell‟azione (homemade dividend).38

Esiste anche una politica dei dividendi in grado di fornire informazioni agli azionisti in quanto fra manager ed investitori esistono delle asimmetrie informative. I manager possiedono infatti informazioni migliori sul futuro dell‟impresa. Le loro decisioni riguardanti la distribuzione dei dividendi segnalano al mercato informazioni sull‟impresa.

Generalmente il livello dei dividendi non varia di frequente. Un cambiamento del loro livello fornisce al mercato informazioni sul futuro andamento dell‟azienda. Infatti il management deciderà di aumentare i dividendi solo se è convinto che potrà mantenere nel futuro lo stesso livello poiché si aspetta una crescita dei flussi di cassa. Un incremento dei dividendi è quindi un segnale positivo. Esiste anche un caso meno frequente, di un taglio del livello di payout, che segnala al mercato aspettative di diminuzione dei cash flows. 39

L‟importanza della capacità informativa del bilancio di esercizio per gli azionisti, varia in base al tipo di società. In caso di società quotata in borsa, la sola conoscenza del bilancio d‟esercizio risulta incompleta e non soddisfa le esigenze conoscitive degli

37 Il capital gain è la plusvalenza, o guadagno in conto capitale, realizzata in occasione della vendita di

un'attività finanziaria

38 ROSS S. Finanza Aziendale pag. 551 39 ROSS S. finanza Aziendale pag. 559.

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azionisti, in quanto questi soggetti spesso prendono come riferimento, per capire il rendimento, i valori della quotazione borsistica, che sovente è influenzato da fattori estranei alla gestione aziendale.

Per cui se gli azionisti vogliono avere delle previsioni economiche più attinenti alla realtà, dovranno prendere in considerazione l‟analisi di bilancio di più esercizi.

Per quanto riguarda le società non quotate la situazione informativa è ancora più ristretta in quanto non potendo contare sulle quotazioni borsistiche, gli azionisti fanno le loro valutazioni di convenienza solo sulla base dei valori espressi sul bilancio d‟esercizio. Il bilancio d‟esercizio per queste società diventa uno strumento basilare, in quanto unico punto di conoscenza.

Anche al momento della vendita effettiva delle azioni, essendo queste ultime non quotate, e quindi mancando un incrocio tra i possibili valori della domanda e dell‟offerta, il bilancio assume una notevole importanza, in quanto gli investitori basano le loro scelte in base al valore delle azioni dedotto dal bilancio.

Questa analisi permette agli investitori di non arrischiarsi in investimenti su società che presentano difficoltà economiche, per cui diventa poi difficile disinvestire, o si può percepire il momento più adeguato per vendere le azioni già in proprio possesso. Ecco perché è molto importante che in un‟analisi di bilancio vengano analizzati anche i dati passati per riuscire a farsi un idea sulla gestione e sull‟andamento generale dell‟impresa.

Se poi si considera la volontà di un azionista di volere partecipare attivamente alla vita dell‟impresa, si nota come il bilancio oltre che uno strumento informativo diventa anche uno strumento di gestione, attraverso cui venire in possesso di informazioni senza le quali sarebbe impossibile partecipare attivamente alla vita d‟impresa.

Ovviamente il controllo sulla gestione è molto più facile da praticare per gli azionisti di maggioranza, che utilizzano il bilancio di esercizio come vero e proprio strumento di gestione interna per indirizzare al meglio il lavoro futuro dell‟impresa.

29 Tutto questo è possibile facendo una analisi approfondita di tutte le parti del bilancio, in quanto solo l‟analisi della redditività del capitale netto (ROE)40 non è sufficiente

per poter capire la situazione effettiva dell‟azienda e poter attuare le direttive più idonee per una perfetta gestione.

Per avere una visione completa della redditività globale è necessario conoscere gli elementi che influenzano in maniera diretta il ROE, quali:

- l‟andamento della gestione operativa - l‟andamento della gestione non operativa - l‟ammontare dell‟indebitamento.

In base alle considerazioni sopra elencate è possibile ripartire la redditività globale di impresa in tre indici che evidenziano l‟andamento dei tre fattori che direttamente influenzano il ROE. La suddivisione può essere così effettuata:

Il primo fattore (RO/CI) che influenza la redditività globale d‟impresa viene definito redditività del capitale investito. Tale ratio è generalmente individuato con l‟acronimo della locuzione inglese Return On Assets ovverosia ROA.

Il secondo fattore (RN/RO) che impatta sulla redditività del patrimonio netto viene invece definito indice della misura proporzionale della gestione non operativa rispetto alla gestione operativa ed evidenzia il peso proporzionale della gestione non operativa rispetto al reddito operativo.

Il terzo indice (CI/PN), è il quoziente di indebitamento.

40 “L‟analisi reddituale di un impresa viene effettuata contrapponendo l‟utile o la perdita al capitale che

ha prodotto quel reddito. L‟analisi di un impresa inizia con l‟approfondimento della redditività globale dell‟impresa. Tale studio viene effettuato contrapponendo il patrimonio netto al reddito netto ovvero sia, il patrimonio appartenente ai soci al reddito d‟esercizio prodotto da quel capitale. L‟indice che consente questa analisi viene definito quoziente di redditività del patrimonio netto, altrimenti detto ROE. Tale acronimo identifica le lettere iniziali della locuzione inglese Return On Equity. L‟analisi di tale indice consente di valutare la redditività complessiva dell‟impresa prescindendo da ogni distinzione fra attività caratteristica vs. non caratteristica e attività operativa vs. non operativa. Il ROE rappresenta pertanto il quoziente reddituale più sintetico in quanto congloba in sé ogni elemento reddituale prodotto dalla gestione aziendale”. M. S. AVI, Bilancio riclassificato e analisi per indici e flussi, 2007, pag. 178.

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Possiamo quindi affermare che con l‟analisi dei fattori che influenzano il ROE gli azionisti hanno una visione migliore della redditività del patrimonio netto, per cui possono individuare la miglior politica di gestione.

Le scelte degli azionisti e in particolare quelle degli azionisti di maggioranza sono influenzate dal rapporto che l‟impresa ha con la leva finanziaria. In quanto l‟aumento o la diminuzione dell‟indice di indebitamento può avere un impatto reddituale sul ROE sia positivo che negativo a seconda del rapporto individuabile fra redditività operativa e costo medio di capitale di terzi (CMCT).

Poiché l‟effetto leverage, ovvero sia l‟impatto sul ROE da parte del tasso di indebitamento, è connesso sia all‟ammontare dei debiti sia alla forbice esistente fra ROA e CMCT, è evidente che, quanto maggiore è tale gap, tanto più elevato sarà l‟effetto, positivo o negativo della leva finanziaria. 41

Il principio della leva finanziaria è matematicamente provato dalla formula di Modigliani Miller con la quale si prova come l‟effetto leverage agisca positivamente sul ROE in presenza di un ROA superiore al CMCT.

Il meccanismo della leva finanziaria deve essere comunque utilizzato in modo appropriato, in quanto un indebitamento troppo elevato potrebbe provocare squilibri finanziari, che potrebbero portare l‟impresa al dissesto nel lungo periodo.

Per una completa informazione, gli azionisti potrebbero essere interessati a conoscere i flussi finanziari che si sviluppano all‟interno dell‟impresa.

Per le società quotate la Consob ha reso obbligatorio la pubblicazione anche dei rendiconti finanziari annuali. Questo non vale per le società non quotate che non hanno né il vincolo di rendere pubblico il bilancio né dare informazione dei loro flussi finanziari.

31 LAVORATORI

La responsabilità sociale sviluppatasi in questi ultimi anni ha influenzato notevolmente il modo di porsi dell‟azienda verso i dipendenti in tutte le sue dimensioni, quali la salute e sicurezza sul lavoro, formazione, mobilità, partecipazione alla vita dell‟azienda. 42

Oggi assume sempre più importanza il rispetto per: l‟ambiente, la trasparenza verso i clienti, gli azionisti, i fornitori e i lavoratori richiedendo all‟impresa di ampliare i propri obiettivi, cioè oltre alla ricerca del profitto l‟azienda deve prendere in considerazione anche gli interessi dei soggetti che interagiscono con la stessa, cercando di conciliare al meglio lo sviluppo sociale e profitto. 43

Maggior attenzione viene posta ai dipendenti rispetto al passato ed un punto di svolta lo possiamo trovare indubbiamente con l‟emanazione dello statuto dei lavoratori. L‟approvazione della legge 20 maggio 1970 n. 300, determina una svolta per i lavoratori, in quanto essa incide profondamente sia sul piano individuale che su quello collettivo, riuscendo a dare attuazione concreta ai principi già esplicitati nella costituzione italiana.

Nello statuto vengono posti e definiti alcuni limiti ai poteri imprenditoriali e la necessità di salvaguardare le esigenze e i valori fondamentali dei lavoratori quali sicurezza, dignità e libertà. 44

Prima dell‟emanazione dello statuto dei lavoratori si considerava l‟imprenditore come unico “dominus” dell‟azienda e quindi non c‟era la necessità di informare i lavoratori sulle condizioni e l‟evolversi della vita aziendale.

42 “Assistiamo adesso ad una maggiore attenzione che nel passato da parte delle imprese nei confronti

dei dipendenti, attenzione che si esprime anche con azioni mirate ad attrarre e trattenere i lavoratori più qualificati[…]in questa direzione vanno gli sforzi crescenti degli organismi europei, diretti ad incentivare meccanismi atti a consentire un istruzione e una formazione lungo tutto l‟arco della vita, la responsabilizzazione e la fidelizzazione del personale, un miglioramento dell‟informazione nell‟impresa[…]la presa in considerazione della capacità di inserimento professionale e della sicurezza sul posto di lavoro.” FELICI. G., Premesse ed evoluzione del bilancio etico- sociale , 2003, pag. 53.

43 “la maggior parte della dottrina e dell‟opinione pubblica, ritiene indispensabile che l‟imprenditore,

pur continuando, per motivi di sopravvivenza, ad avere come scopo il conseguimento del profitto, non perda di vista gli interessi (intesi in senso lato) dei soggetti che direttamente o indirettamente, hanno rapporti con l‟impresa.” M. S. AVI, Il bilancio come strumento di comunicazione verso l‟esterno, 1990, pag. 241.

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Dopo l‟emanazione dello statuto si è aperta una nuova fase, che con gli anni ha portato ad un consolidamento della posizione dei lavoratori come parte integrante ed interna del sistema impresa, e per questo motivo legittimato a conoscere ed essere più partecipe alla “vita” aziendale, anche nelle decisioni che essa si troverà ad affrontare.

Se consideriamo i lavoratori non più come fattori esterni, ma come un soggetti interni all‟azienda, la retribuzione non è più considerata come un costo aziendale, ma come una distribuzione di ricchezza.

Quindi maggiore interesse assume il calcolo del “valore aggiunto”45 che si ricava dalla

redazione di un Conto economico riclassificato secondo lo schema del valore aggiunto.

Il Bilancio di esercizio, pur essendo la fonte più importante a livello informativo, non è un mezzo sufficiente di informazione atto a soddisfare le esigenze dei lavoratori, considerando la loro volontà di partecipare alla vita attiva dell‟impresa e influenzare le decisioni della direzione.

In quest‟ottica per un completamento del quadro informativo si ritiene utile accostare al bilancio: la costituzione di comitati, la convocazione periodica di incontri fra organizzazioni sindacali e la direzione aziendale, per assicurare uno scambio bilaterale continuo ed attivo di informazioni e per rendere attivo il ruolo che i lavoratori possono avere all‟interno dell‟impresa.

CREDITORI PER FORNITURE COMMERCIALI

Tra i soggetti fruitori del bilancio possiamo trovare i creditori per forniture commerciali.

Tali aziende, vendendo i loro beni o servizi, a volte anche per somme cospicue, ed effettuando sconti o pagamenti dilazionati, diventano creditori nei confronti dell‟impresa cliente, ed allo stesso tempo finanziatori per la stessa impresa.

45 “Il valore aggiunto è un indicatore utile a valutare la funzione sociale di un azienda, poiché evidenzia

la performance d‟impresa, misurando la ricchezza prodotta dall‟azienda nell‟esercizio con riferimento agli interlocutori che partecipano alla sua distribuzione.” MIO C. ,Corporate social responsibility e sistema di controllo: verso l‟integrazione, 2005, pag. 47.

33 Per questo motivo tali aziende sono interessate a valutare la capacità dell‟azienda acquirente a fronteggiare regolarmente i propri impegni finanziari.

Teoricamente queste imprese creditrici, oltre ad avere un interesse “generico”, alle informazioni riguardanti le imprese dei clienti, potrebbero trarre vantaggio in uno studio più “approfondito” del bilancio.

Infatti l‟analista potrebbe , mediante uno studio approfondito della situazione finanziaria, economica e patrimoniale dell‟azienda cliente, scoprire eventuali difficoltà di tale azienda a far fronte agli impegni riguardanti i debiti commerciali. Nella realtà questo non accade, se non in aziende di grosse dimensioni, dove prima di diventare eventuali fornitori, si effettua una approfondita analisi di bilancio, giustificata dal fatto che l‟ammontare del credito solitamente è molto elevato.46

Nelle medie e piccole imprese non è ancora prassi effettuare uno studio sui bilanci dei potenziali clienti, può tuttavia accadere che, dove si presenti una difficoltà da parte del cliente a regolare i propri pagamenti con puntualità, si decida di effettuare questa analisi, per poter decidere se esporsi maggiormente con il credito.

Il creditore per forniture che effettua un‟analisi di bilancio sull‟impresa “cliente” deve completare il proprio quadro informativo, con ulteriori fonti di informazione quali ad esempio: il bollettino protesti47, le banche che operano sul territorio, le agenzie

specializzate a valutare l‟affidabilità di un potenziale cliente.

Da non sottovalutare il fatto che nelle medie e piccole imprese, il dirigente d‟impresa assume una notevole importanza nella valutazione dell‟affidabilità di un‟azienda, infatti ci si basa molto ”sull‟intuito dell‟imprenditore” , dandogli molta più importanza che non hai dati di bilancio.

46 “l‟interesse a conoscere i bilanci dei clienti è comunque notevole e deve essere soddisfatto quando si

tratti di forniture rilevanti e continuative di beni strumentali” AMADUZZI A. Tematica sui bilanci delle società azionarie, 1971, pag. 39.

47 Il Bollettino protesti è il registro informatico dove vengono tenuti i dati dei protestati. Questi dati

vengono aggiornati con cadenza mensile grazie alle levate degli Ufficiali giudiziari. I dati vengono mantenuti 60 mesi (cinque anni), detenuto presso gli uffici della camera di commercio competente.

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Ne conviene che il bilancio di esercizio destinato al pubblico, per questa categoria di fruitori, ha ben poca rilevanza, se non per ditte fornitrici di elevata dimensione, in cui