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Il confronto con il caso del Mercato Laparelli

La disciplina e gli strumenti dell’amministrazione condivisa

1. La classificazione (in modelli) secondo scale di aderenza al diritto formale Le esperienze di gestione di beni e spazi pubblici da parte dei cittadini possono assumere

1.2. Il modello del riconoscimento

1.4.3. Il confronto con il caso del Mercato Laparelli

Come si diceva, tale patto risulta interessante in quanto capace di fornire un puntuale spunto per operare una comparazione con una similare iniziativa presentata a Roma in riferimento alla rigenerazione del Mercato Laparelli di Torpignattara. Tale proposta è tuttavia ancora ferma in mancanza di un accordo con l’amministrazione o in ogni caso di strumenti idonei a realizzarla, come invece è stato possibile fare nel caso del mercato rionale di piazza Aldrovandi grazie alla stipula di un patto di collaborazione con l’amministrazione del Comune di Bologna.

Il mercato Laparelli è stato infatti oggetto di una proposta di rifunzionalizzazione promossa dal comitato di quartiere di Torpignattara il 2 settembre 2015. Tale proposta è stata presentata e approvata unanimemente dagli stessi operatori del mercato, in ragione di ciò il progetto è stato successivamente presentato a enti e istituzioni, dalle quali ha parimenti ricevuto apprezzamento. L'idea promossa dal comitato era volta a superare la

418 Delibera della Giunta Comunale del 28 maggio 2018, n.218907, inerente alla disciplina degli orari delle attività di vendita al dettaglio su aree pubbliche. Similmente a quanto disposto dall‘Ordinanza del 4 settembre 2017 n. 307937 circa l'estensione di orario del mercato rionale Francesco Albani dalle 6.30 alle 22.30.

182 configurazione della struttura mercatale che nei fatti si era dimostrata non essere più in linea con quelle che sono le esigenze dell'odierna società e che nel tempo aveva portato al progressivo abbandono degli spazi da parte degli stessi operatori. Dall’analisi compiuta sono emerse diverse criticità insistenti non solo sulla struttura dello stesso, ma anche in riferite a fattori esterni quali gli orari di apertura. Di fatti una fascia oraria che si estende dalle 6 alle 14 dal lunedì al sabato difficilmente si rende compatibile con gli orari lavorativi e con l’odierno assetto familiare e sociale mutato rispetto ad un tempo. Inoltre, va considerata la crescente concorrenza data dal proliferare di minimarket aperti sino a tardi e grossi punti vendita (di cui uno sito nella stessa struttura) che possono permettersi una maggiore flessibilità sia negli orari che nei prezzi applicati, portando così gli utenti a non percepire più la funzione ed il valore di quelli spazi ormai lasciati ad un crescente degrado.

Si rende pertanto necessaria la formulazione di un piano volto al recupero ed alla riqualificazione dell’area tale da permetterne la rivitalizzazione. L’idea alla base della proposta portata avanti dal comitato è quella di creare uno spazio polivalente, non più limitato alla sola offerta enogastronomica. Nel fare ciò sono stati individuati quattro

‘comparti’ in cui dividere gli spazi:

• Un comparto produttivo dedicato all’economia collaborativa, nel quale accogliere artigiani, artisti ed altri professionisti e volto ad ospitare un co-working da collocare negli spazi inutilizzati e al quale applicare le medesime tariffe previste per i box mercatali;

• Un comparto associativo con funzione di presidio e animazione volti a rendere servizi di interesse generale;

• un comparto istituzionale volto a facilitare l’accesso ad alcuni servizi pubblici da parte dei cittadini del quartiere;

• Un comparto commerciale integrato, ispirato alla logica dell’economia circolare, da destinare alla creazione di nuovi spazi commerciali tra cui esercizi dedicati alla somministrazione di cibi e bevande, provenienti dagli stessi banchi agroalimentari del mercato, nei locali che affacciano sulla strada e per i quali andrebbero estesi gli orari di servizio fino a sera. Si propone inoltre l’aggiunta di un servizio di ristorazione che possa avere anche funzione di mensa per le scuole limitrofe.

183 In aggiunta a tale suddivisione, il comitato propone l’inserimento di spazi da adibire a sale studio con la possibilità di organizzare corsi di studio o attività di tutoraggio. Mentre per quanto concerne l’offerta alimentare si auspica alla possibilità di dedicare taluni banchi all’offerta di prodotti sostenibili ed attenti alla filiera produttiva cui potrebbero essere affiancate attività di sensibilizzazione ad un consumo più attento. Parallelamente si prospetta la possibilità di organizzare eventi occasionali che spaziano dall’allestimento di mercati in occasione delle festività ad eventi culturali volti a sfruttare lo spazio offerto dal piazzale esterno.

Oltre agli interventi strutturali volti alla riorganizzazione degli spazzi dell’area mercatale, si richiede l’esperimento di interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione volti a rendere fruibile lo spazio.

Di seguito si riporta la planimetria elaborata alla luce delle modifiche proposte presentate all’Assessore al Commercio del Comune di Roma ed al V Municipio:

Mentre per quanto concerne l’assegnazione in gestione degli spazi, si prevede l’impiego di procedure ad evidenza pubblica, a tariffe contenute e comunque non superiori al valore medio degli affitti nell’area limitrofa. Le tariffe così previste sarebbero giustificate in ragione del valore in termini di utilità collettiva che i concessionari e gli altri operatori del

184 mercato sarebbero chiamati a perseguire, sia in relazione alla cura, mantenimento e valorizzazione degli spazi che in riferimento allo svolgimento di attività volte a creare coesione sociale e quindi a restituire gli spazi dell’area del mercato Laparelli alla comunità di riferimento.

Il fine ultimo che si intende perseguire con tale progetto di riqualificazione è quello di restituire al mercato la sua iniziale vitalità, andata in crisi a causa della scarsa capacità di resilienza della struttura alle mutate condizioni sociali ed economiche del quartiere e quindi alla ristrutturata domanda degli abitanti del quartiere. È dunque proprio da questi ultimi che si è deciso di ripartire, attraverso l’avvio di un processo partecipativo aperto a tutti i cittadini della zona, volto da un lato a tenere conto delle reali esigenze di questi e dall’altro a perseguire il più ampio obbiettivo di ricucire le relazioni tra di essi e con il mercato stesso. Il progetto così definito è stato presentato al Municipio e poi alla successiva giunta Raggi, nell’ambito della quale si era già attivato un percorso volto alla riqualificazione dei mercati rionali del Comune di Roma e quindi in linea con le finalità espresse dal suddetto progetto. Un progetto forse ancora più ambizioso, e al tempo stesso necessario, rispetto a quello portato avanti in relazione alla rete mercatale di Bologna, che tuttavia a causa dell’assenza di strumenti normativi idonei e delle talvolta complesse relazioni con l’Amministrazione comunale, è ad oggi rimasto inattuato, nonostante il favore con cui è stato a suo tempo accolto. Al contrario se nel 2015, quando fu fatta la prima proposta, il mercato verteva in un parziale stato di disuso, oggi esso risulta completamente abbandonato e lasciato a sé stesso.

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