4.1 Spesso per viottoli tortuosi
In Ricordo di Vittorio Sereni Mengaldo ripercorre, tra le altre cose, il cammino poetico di Sereni. Alcuni dei temi affrontati vedono Diario d’Algeria al centro della riflessione sul percorso di Sereni. La svolta che Mengaldo individua è l’insegnamento causato dall’«auto-auscultazione forzata del campo di prigionia140». L’effetto principale di ciò che Sereni visse è avvertibile, secondo Mengaldo, sulla sintassi poetica. Mengaldo considera Frontiera un libro dalla «sintassi “leggera”, che doveva solo sorreggere il librarsi delle immagini e delle evocazioni». Con la parte del Diario relativa alla prigionia, invece, la sintassi sereniana ha il compito di «disegnare sulla pagina l’andamento del discorso interiore». Mengaldo utilizza una poesia, Spesso per
viottoli tortuosi, per verificare la sua analisi della nuova poesia di Sereni. Riporto il
testo.
Spesso per viottoli tortuosi
quelque part en Algérie
del luogo incerto che il vento morde, la tua pioggia il tuo sole tutti in un punto
tra sterpi amari del più amaro filo di ferro, spina senza rosa… ma già un anno è passato, è appena un sogno:
siamo tutti sommessi a ricordarlo. Ride una larva chiara
dov’era la sentinella e la collina
dei nostri spiriti assenti
deserta e immemorabile si vela141.
Sidi-Chami, novembre 1944.
La poesia è divisa in due strofe di lunghezza diseguale. La lunghezza dei versi è generalmente medio-breve, con alcuni endecasillabi in posizioni di rilievo: al v. 7 che
140 MENGALDO 2013, p. 20. 141 SERENI 2010, p. 81.
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è di particolare valore fonico e ai vv. 11 e 16, che chiudono le due strofe.
Non sono presenti rime ma le figure di suono si raggruppano in coppie d’assonanze e soprattutto nelle ripetizioni di s e r. Nella prima strofa ai vv. 3-4 incerto-vento, vv. 5- 6 morde-sole, vv. 9-11 passato-ricordarlo. La seconda strofa ha soltanto assonanze interne, nonostante i versi restino brevi: al v. 12 larva-chiara, al v. 13 era-sentinella e al v. 16 deserta-vela. La liquida r domina le sedi finali dei versi 1-4: tortuosi-part-
Algérie-incerto-morde; i vv. 7-8 condensano suoni diversi generalmente in coppie di
parole tra le quali emerge ancora la liquida r, «tra sterpi amari del più amaro filo/ di ferro» mentre nell’ultimo emistichio si registra la sibilante s in «spina senza rosa» e che continua anche nei versi seguenti (vv. 9-11), passato-sogno-siamo-sommessi. Al v. 12 ancora una ripetizione della r «ride una larva chiara», ai vv. 13-14 la consonanza sentinella-collina e al v. 15 una ricorrenza delle dentali «dei nostri spiriti assenti». Riporto il commento alla poesia avanzato da Mengaldo.
Prima un periodo accumulato e quasi senza bersaglio, che segue il fluire delle fantasie e va a spegnersi nei puntini sospensivi; poi il risveglio, segnato dalla nettezza del ma e scandito dalla percussione di tre brevi frasi verbali ammassate dall’asindeto; infine, uno spazio bianco e, introdotta dal verbo in prima posizione, Ride, l’epifania che distrugge il sogno (ed è essa stessa sogno)142.
La poesia si compone in effetti di due sogni, uno per strofa. La prima parte della poesia è volta al passato, al ricordo dell’anno di prigionia trascorso. In questi versi le indicazioni di spazio sono vaghe, sia quelle interne al campo di prigionia, ridotte ai soli «viottoli tortuosi», sia quelle più generali sulla posizione in Algeria («quelque
part en Algérie»). Gli eventi narrati sono contraddittori: il v. 5 («la tua pioggia il tuo
sole») mostra una compresenza d’opposti «tutti in un punto». La cognizione del tempo è anch’essa inefficace, perché un intero anno è trascorso in fretta «(già un anno è passato») e non è che «appena un sogno».
Questa prima strofa mostra chiaramente come il metodo epifanico di Sereni persista ma esso è costretto su un terreno nuovo e decisamente ostile. Così come accadde in
Zenna, e nelle poesie precedenti con esiti minori, l’io poetico cerca nelle cose intorno
dei segnali. I dati di realtà che l’io poetico cerca d’acquisire sono basati su criteri di spazio, tempo e contingenza che durante la prigionia non possono fornire risultati
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certi. Rispetto a Frontiera c’è un’altra novità: sebbene l’io si sforzi di ricordare non riesce a richiamare alla mente nulla di preciso. La memoria come strumento di difesa non può funzionare nel nuovo contesto di guerra e ciò rende irripetibile le dinamiche che in Concerto in giardino sono proposte con frequenza.
L’altro modo con cui il tema della memoria è presente in Frontiera è il ricordo libero di In me il tuo ricordo. In quella lirica le immagini del passato con la donna formano una catena di momenti che terminano con l’ampia veduta sulla Luino estiva al tramonto. L’io poetico in Spesso per viottolo tortuosi cerca di mettere in atto la stessa dinamica ma ottiene risultati opposti, registrabili confrontando alcuni aspetti delle poesie. Alla donna corrispondeva un unico ricordo che acquisiva dettagli quanto più il soggetto provava a ricordare e così dal fruscio era possibile risalire alle strade, all’ora e ai colori di quelle giornate. Il ricordo della prigione invece si perde nei «viottoli tortuosi», non ricostruisce la stagione («la tua pioggia il tuo sole») e si sposta solo tra filo spinato, sarcasticamente definito una «spina senza rosa».
Il ricordo incerto tratto dal Diario ha uno spazio uguale a quello di In me il tuo ricordo: otto versi che lasciano posto allo sguardo sul presente. In questo caso il soldato ha molto in comune col prigioniero: il primo si sentiva distante, ridotto ad ascoltare soltanto lamenti ed era circondato da anime. Sereni, forse, per evitare di essere troppo esplicito non indagava la condizione delle anime ma è evidente che queste fossero dannate. Il prigioniero invece è insensibile al trascorrere del tempo, all’elemento residuale del lamento dei treni fa subentrare la consistenza minima del sogno e alle anime turbate fa corrispondere la mestizia degli altri prigionieri.
A questo punto le due poesie approfondiscono il loro tema con strumenti diversi. Nella prima l’attenzione ritorna sulla figura femminile che si allontana nella sera, «leggera», e infine scompare. Nella seconda poesia il prigioniero ha una visione spettrale: la sentinella che forse era stata in cima alla collina (in uno dei momenti dell’anno trascorso) scompare anch’essa ma lascia al suo posto una larva chiara, una sorta di fantasma, che ride. Non solo la sentinella è stata sostituita da uno spirito ma tutti i prigionieri lo sono diventati. A quel punto la collina non può che restare deserta e incapace di generare ricordi in quanto priva di vita.
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I due testi nascono quindi seguendo il tentativo della memoria. In Frontiera i ricordi sono volontari con la differenza che quelli che precedono Strada di Zenna sono sempre interessati, da utilizzare come difesa contro una minaccia. Dopo Zenna il ricordo avviene ancora in modo volontario ma in forma pura, senza cioè piegarsi a scopi particolari. Nel Diario d’Algeria, nella sezione omonima, il ricordo volontario non è possibile in quanto non esiste una logica in ciò che il soggetto sta vivendo. Trovare dati esterni che possano essere ordinati è impossibile e dunque i «viottoli tortuosi» sono anche i luoghi dove il tentativo di ricordare si perde.
Se la memoria volontaria è impossibile le immagini che l’io ottiene provando a ricordare sono del tutto involontarie. È questo il nuovo modo in cui si rivela l’epifania. In una situazione in cui il tempo trascorre lasciando soltanto ricordi confusi il recupero improvviso di qualcosa è l’unica via per trovare un senso al limbo in cui il soggetto e i suoi compagni si trovano. Le garanzie di razionalità che sono presenti in Strada di
Zenna scompaiono: al loro posto subentra la dimensione onirica che permette alla
pioggia e al sole di esistere «tutti in un punto».
In Zenna era possibile indovinare la presenza dei morti dietro i segnali fisici intorno al lago. In Algeria, invece, «ogni fronda è muta» e i compagni del soggetto sono, come lo è anche lui, spiriti e larve. L’io poetico è solo e l’unica epifania che ha non può essere razionalizzata. Per questo motivo tutta la poesia è giocata su un sogno che distrugge l’altro ma solo il secondo ha la forza per smascherare la condizione dei prigionieri.
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