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Capitolo III: Il crowdfunding in Italia

3.2. Il mercato italiano del crowdfunding

Il mercato del crowdfunding in Italia è in crescita e, pur non avendo raggiunto i valori internazionali, i tassi di crescita segnano un trend positivo: siamo passati dalle 41 piattaforme di crowdfunding attive nel 2014 alle 69 attive a ottobre 2015, con un tasso di crescita del 68%. Al fine di avere una panoramica sul mercato italiano del crowdfunding, faremo affidamento su una ricerca realizzata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con il contributo di Tim, quale sponsor dell’iniziativa, ed il supporto tecnico di Starteed137. Per la realizzazione di tale ricerca, sono stati raccolti dati grazie alla somministrazione di un questionario online agli amministratori delle piattaforme di crowdfunding; di queste, però, solo 51 piattaforme hanno risposto a tale indagine (il 62% del totale). A ottobre 2015, data di realizzazione del sopra citato report, sono state rilevate 82 piattaforme di crowdfunding, di cui 69 attive e 13 in fase di lancio. Delle 69

                                                                                                               

133 www.smartika.it   134 www.kapipal.com 135 www.group.growvc.com

136 Pais I., Peretti P., Spinelli C., Crowdfunding. La via collaborativa all’imprenditorialità, Egea editore, settembre 2014.

137 Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Pais I., Il Crowdfunding in Italia – Report 2015, 21 ottobre 2015, report completo disponibile su www.economyup.it.

piattaforme attive, 31 appartengono al modello reward-based, 13 al donation-based, 3 al lending-based e 13 all’equity-based. Le restanti 9 piattaforme appartengono al modello ibrido, ovvero quello proprio di portali che offrono più di un modello in varie combinazioni; tra questi il modello più diffuso è quello reward-donation. Rispetto all’anno precedente, a seguito delle disposizioni emanate da Consob nel 2013, cresce la percentuale delle piattaforme attive equity-based (dal 5 al 19%), mentre diminuiscono invece le piattaforme ibride, in particolare quelle reward-donation (dal 24 al 12%). È evidente come il modello dominante sia quello reward-based, che raggiunge il 57% del totale se si includono le piattaforme ibride.

Fonte: Elaborazione personale (dati tratti da Il Crowdfunding in Italia – Report 2015)138

A livello geografico, la maggior parte delle piattaforme di crowdfunding, esattamente 26, sono collocate nell’Italia settentrionale, dove Milano, sede legale di 16 piattaforme e sede operativa di 18, si conferma capitale italiana del crowdfunding. Nel Centro Italia sono

                                                                                                               

138 Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Pais I., Il Crowdfunding in Italia – Report 2015, 21 ottobre 2015, report completo disponibile su www.economyup.it.

collocate 7 sedi legali e 9 sedi operative, mentre nel Sud Italia si registrano 5 sedi legali e 3 sedi operative.

Grafico: Distribuzione geografica piattaforme di crowdfunding attive in Italia

Fonte: Il Crowdfunding in Italia – Report 2015

Da un’analisi di tipo demografica risulta che la maggior parte delle piattaforme conta un numero di fondatori tra 2 e 3 e che gli imprenditori di questo settore sono prevalentemente uomini (le donne rappresentano il 32%), che hanno in media 38 anni, laureati (circa l’81%), con una formazione in ambito economico (32%) o ingegneristico (12%).

Per molti fondatori non si tratta della prima esperienza lavorativa: nel 90% dei casi, infatti, essi hanno avuto la possibilità di maturare competenze in posizioni lavorative

precedenti. Inoltre il 67% dei fondatori svolge attività ulteriori rispetto alla piattaforma: si tratta prevalentemente di docenti, manager o consulenti.

Rispetto ai motivi che hanno portato i soci fondatori delle piattaforme conoscersi, emerge che nel 33% dei casi erano amici e nel 14% parenti; nel 22% dei casi si sono conosciuti per motivi di lavoro e nel 15% per motivi di studio. Prevalgono dunque le reti personali su quelle professionali.

Risulta poi interessante quanto emerge in tema di forma giuridica, soci e dipendenti. Tra le piattaforme intervistate, il 78% è iscritto al Registro delle Imprese; di queste la maggioranza è rappresentata da Società a Responsabilità Limitata (21, pari al 53%) ed il resto da Start-up innovative iscritte al registro (7, pari al 18%) e da Società per Azioni (7, pari al 18%). Per quanto riguarda il personale, le piattaforme di crowdfunding italiane intervistate danno lavoro a 249 persone, con una media di 5,7 lavoratori per piattaforma. Le piattaforme che hanno personale dipendente rappresentano il 50%, quelle che si avvalgono di collaboratori stabili sono il 64% e il 66% ricorre a collaboratori occasionali. Rispetto al modello, mediamente le piattaforme lending-based sono quelle che occupano il numero più alto di lavoratori (9,5), seguono le piattaforme reward-based (6,7), quelle ibride reward-donation (5,2) e, infine, le piattaforme donation-based (4,3) e le equity- based (4,3). Nelle piattaforme in fase di lancio lavorano mediamente 4,9 persone.

Fonte: Elaborazione personale (dati tratti da Il Crowdfunding in Italia – Report 2015)

9,5

4,3 4,3

6,7

5,2

4,9

LENDING'BASED DONATION'BASED EQUITY'BASED REWARD'BASED REWARD+DONATION IN3FASE3DI3LANCIO

NUMERO/MEDIO/COMPLESSIVO/DI/DIPENDENTI/E/O/ COLLABORATORI/CHE/LAVORANO/ALLA/PIATTAFORMA/PER/

Il mercato di riferimento, per il 73% delle piattaforme, è quello nazionale, mentre il 14% delle piattaforme si rivolge a un mercato locale e solo il 12% a un mercato estero; nello specifico, le piattaforme lending-based e donation-based hanno come mercato prevalente quello locale (rispettivamente 50 e 30%) e nazionale (rispettivamente 50 e 70%), le piattaforme equity-based sono concentrate prevalentemente sul mercato nazionale (80%) e le piattaforme reward-based si rivolgono prevalentemente al mercato nazionale (56%) ed europeo (22%).

Grafico: Distribuzione percentuale delle piattaforme intervistate per principale mercato di riferimento

Fonte: Il Crowdfunding in Italia – Report 2015

Analizzando più nello specifico i numeri dell’industria italiana del crowdfunding, emerge che i progetti ricevuti dalle piattaforme intervistate, dal momento del loro lancio, sono 100.924, in aumento del 108% rispetto a maggio 2014 quando il numero dei progetti ricevuti era pari a 48.357. Una volta ricevuti i progetti, quelli che sono stati selezionati e pubblicati sono pari a 21.384 (21% di quelli ricevuti), in aumento del 67% rispetto alla

mappatura 2014 dove i progetti pubblicati erano 12.809. Il tasso di successo dei progetti finanziati è pari mediamente al 30%, con punte del 49% e 43% rispettivamente per le piattaforme reward-based e lending-based.

Il valore complessivo dei progetti finanziati attraverso le piattaforme intervistate è pari a quasi 56,8 milioni di euro, con un aumento dell’85% rispetto ai 30,6 milioni di euro rilevati a maggio 2014. Al raggiungimento di questa somma concorrono per il 40% le piattaforme lending-based, per il 36% l’unica piattaforma ibrida donation-lending, per il 13% le piattaforme reward-based, per il 6% quelle ibride reward-donation, per il 3% quelle equity-based e per il 2% le donation-based. Interessante rilevare che il tipo di campagne pubblicate sulle piattaforme sono per il 37% campagne creative e culturali, seguite da quelle sociali per il 34% e da quelle imprenditoriali per il 20%.

Grafico: Valore complessivo dei progetti finanziati attraverso le piattaforme intervistate per modello

Occorre infine sottolineare come tra le fonti utilizzate per finanziare le piattaforme, il 54% delle rispondenti abbia utilizzato esclusivamente fondi personali, mentre le restanti piattaforme utilizzano fonti di finanziamento quali risorse europee, angel investment, crowdfunding e finanziamenti bancari.