5.1 IN OSPEDALE
5.1.4 Il parto per via vaginale a Tosamaganga
Nel periodo gennaio-aprile 2013 nell'ospedale di Tosamaganga vi sono stati 500 parti, di questi la maggior parte sono stati parti vaginali, ma vi è una percentuale rilevante di tagli cesarei. La mia osservazione diretta si limita alla sala parto.
Tipo di parto Numero di casi Percentuale %
Absent 5 1 Vaginale spontaneo 315 63 Indotto22 14 2,8 Pilotato23 4 0,8 Vacuum 24 6 1,2 Taglio cesareo 156 31,2 TOTALE 500 100
Quando una donna sente che si approssima al parto, si presenta in sala parto e le infermiere la visitano per controllare come procede il travaglio. Capitano sia donne che arrivano completamente dilatate (e che praticamente partoriscono subito da sole), sia donne che invece non sono ancora dilatate a sufficienza. In quest'ultimo caso di solito le infermiere le accusano di essere pigre e dicono loro di andare a passeggiare un po' e tornare più tardi.
In sala parto la donna deve presentarsi con un telo di plastica, da appoggiare sopra il lettino, una serie di kanga pulite (le stoffe locali, di circa 1.5 x 1m) con cui coprirsi prima del parto e da utilizzare per avvolgere il neonato, e una bacinella in cui urina (quindi non vi è alcuna misurazione della quantità di urina) e in cui vengono messe le kanga via via che si sporcano. Dopo il parto spetta alla mamma della ragazza recuperare la bacinella, telo e stoffe e lavare il tutto. Viene inoltre raccomandato di portarsi del tè, e tutte le partorienti hanno grandi thermos di chai, il tè, che bevono molto zuccherato. Lo scopo del tè è evitare che si disidratino e fornire energia.
Se non avessi mai frequentato la sala parto mi sarebbero sfuggiti molti tasselli. Nella sala parto dell'ospedale di Tosamaganga le donne in travaglio non piangono, non urlano, si lamentano a bocca chiusa e il loro silenzio è coperto dalle chiacchiere delle infermiere. Il parto è un avvenimento normale, naturale, tutte ci sono passate e non ne va esagerata la portata psicologica. La donna deve essere forte, non dimostrare il dolore. Nelle conversazioni che ho avuto con varie donne tutte mi hanno detto che è molto doloroso, ma loro sono forti e non si sono mai lamentate. Solo le pazze si lamentano. Questo atteggiamento stoico di fronte al dolore mi ha molto colpita, fin da una delle mie prime visite in sala parto, quando ho visto una ragazza in perfetto, doloroso silenzio. Si trattava di una ragazza che doveva togliere i punti del cesareo o, meglio, il punto, avendo utilizzato un filo unico. Riporto dal mio diario di sospetta sofferenza fetale. Consiste in stimolazione o rottura artificiale delle membrane o iniezione di ossitocina per indurre medicalmente le contrazioni.
23 Il parto pilotato avviene a travaglio già iniziato ma inefficace, per cui si somministra ossitocina per aumentare la forza contrattile dell'utero.
campo:
Il problema è che a questa ragazza non si sfilava, le infermiere hanno chiamato il dottore e questi con il bisturi ha cercato di rimuoverlo, l'ha un po' scavata e un po' incisa per diversi minuti, senza anestesia. Quando ho visto il filo sottocutaneo in tensione a sollevarle il ventre ho smesso di guardare. Che impressione! E la ragazza non ha detto niente, non ha espresso un lamento. Ma neanche un mugolio, e deve aver provato parecchio dolore. Già sentire un filo che scorre attraverso la pelle non è piacevole, ma venire incisa senza anestesia credo sia un tormento. Mentre il medico lavorava non riuscivo a scorgerne il volto ma, appena se ne è andato, ho visto che il viso era visibilmente provato dal dolore, una maschera. Ma non piangeva e non c'erano segni di lacrime, solo gli occhi leggermente lucidi. E poi ha detto asante [grazie] all'infermiera che le ha messo il cerotto e asante a Nicole che l'ha aiutata ad alzarsi. Perché non esprimono il dolore? E perché hanno questo atteggiamento così remissivo? (Dal diario di campo, 11 aprile 2013)
La risposta a queste domande va cercata nei codici morali in uso nella società, in un contesto nel quale il silenzio di fronte al dolore e un atteggiamento remissivo sono ritenuti comportamenti etici, aderenti alla morale locale.
Però alcune rompono il silenzio, ho assistito al parto di una ragazza, lei era distesa nuda sul lettino con le gambe aperte, e tre ostetriche le erano intorno. Il feto non era sceso ancora abbastanza e le ostetriche, invece di aspettare una maggiore dilatazione, le hanno praticato un'episiotomia, quando la testa non era ancora incoronata (cioè non era visibile), e con un bisturi non molto affilato, facendole molti piccoli tagli invece di un unico taglio regolare. La ragazza ha cominciato a urlare, un po' per il dolore e un po' per la paura, immagino. L'episiotomia è un tipo di intervento piuttosto usato, consistente nel praticare un taglio nel perineo per evitare i danni maggiori che potrebbero essere causati da lacerazioni incontrollate. Il suo scopo è quello di allargare il canale per l'uscita del feto. Normalmente il taglio viene eseguito solamente quando la testa è incoronata e dunque, in questa posizione, preme i tessuti anestetizzando la zona. Quando ho chiesto al dottore informazioni sull'espisiotomia mi ha detto che è un intervento assolutamente non doloroso,
realizzato sempre in anestesia. A questa ragazza invece è stato eseguito prima del tempo, senza alcun tipo di anestesia, non in maniera netta e “pulita” (che è poi lo scopo per cui viene realizzato, evitare lacerazioni irregolari che possono essere più dannose e di difficile cicatrizzazione) e senza alcuna spiegazione e informazione.
Appena la ragazza ha iniziato a gridare, le infermiere l'hanno percossa sulle gambe, sulle braccia e sul petto, dandole sberle, per farla zittire.
Come ha detto Giorgia:
Durante il parto sì non è che ci sia una gran assistenza. Intanto non è una cosa particolarmente approfondita, cioè la mamma a meno che non abbia dei problemi particolari quello che fa è partorire da sola...poi, nelle ultimissime fasi del parto, dopo la fase espulsiva, di solito l'infermiera c'è però il parto rimane comunque una cosa naturale che fa la mamma. Poi ci sono sì certi atteggiamenti che ti lasciano un po'...
Le picchiano?
Sì le picchiano, ma adesso dire le picchiano fa un po' impressione e potrebbe essere anche una nostra...un'esagerazione, un'interpretazione sbagliata però sì è capitato che per esortare la mamma a spingere di più, a respirare nel modo corretto i modi che usano non sono esattamente dolci, sì...
Quando ho chiesto a un'infermiera cosa fanno quando una ragazza si agita e comincia a urlare lei mi ha risposto che le spiegano cosa sta succedendo e cercano di tranquillizzarla.