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4.6 La cura del neonato, pratiche e credenze

4.6.2 Sterilità e cordone ombelicale

Le rappresentazioni della sterilità sono sempre fondate su delle osservazioni concrete e precise, non su un corpo di conoscenze astratte scientificamente riconosciute, e le griglie di interpretazione di questo fenomeno si riferiscono alla pratica sociale. (Héritier in Augé, 1986: 116-117)

Françoise Héritier parla di uno o più «corpi di invarianti universali» (Héritier in Augé, 1986: 116) in riferimento alle rappresentazioni della sterilità che si possono riscontrare in diversi gruppi etnici. Innanzitutto il discorso sulla sterilità, pur fondandosi su osservazioni concrete, non è basato né sulla conoscenza scientifica della fisiologia umana né sulla morale. È un discorso che parla «della pratica sociale e delle regole di condotta che a questa si rifanno». (Ibid.) Inoltre, poiché la sterilità è sempre e ovunque considerata un problema femminile, è indicativa del rapporto sociale tra i sessi. Infine, il discorso sulla sterilità (e sulla fecondità) esprime quella che è «una omologia di natura tra il mondo, il corpo individuale e la società, e la possibilità di trasferirsi da uno all'altro di questi registri. Questa omologia si esprime con contenuti simbolici variabili ma secondo leggi formali identiche». (Ibid.)

Ma il rapporto tra queste dimensioni è in realtà più di una semplice omologia, ogni dimensione ricade sulle altre e la causa ultima risulta essere sempre dal lato sociale. Infatti gli effetti di una trasgressione o di un errore ricadono sui corpi individuali o sul mondo circostante. L'autrice porta esempi di popolazioni presso le quali, quando una donna sterile viene seppellita, si adopera l'accortezza di trafiggerle i reni affinché, una volta sottoterra (elemento caldo), il suo sangue (anch'esso caldo) non secchi la terra per accumulo di calore rendendola sterile. O ancora, l'esistenza di interdizioni specifiche che impediscono alla madre di procreare nello stesso momento della figlia, per non mescolare le generazioni e il sangue. Per mantenere l'ordine nel corpo e nel mondo occorre quindi mantenere l'ordine sociale.

Nella cultura hehe (predominante intorno all'ospedale di Tosamaganga) il discorso sulla sterilità è strettamente connesso con le pratiche sul corpo del neonato: è importante che il moncone ombelicale, quando si secca e si stacca, non ricada tra le gambe del neonato. Se così accadesse il neonato, o la neonata, diventerebbe sterile. Quasi tutte le donne con cui ho parlato mi hanno detto che bisogna prestare attenzione al cordone ombelicale sia dei maschi che delle femmine, anche se alcune si sono riferite esclusivamente a quello dei maschi, altre solo a quello delle femmine. Ho riscontrato una certa confusione su questo punto, che denota come la sterilità, a questo livello, sia percepita poter essere sia maschile che femminile. Parlando invece di coppie senza figli, i miei interlocutori accusavano esplicitamente la parte femminile e non prendevano in considerazione il fatto che potesse essere un problema maschile. La sterilità è un problema molto grave per le donne di molte culture africane: quando ho chiesto a Rosi, una mamma ormai nonna del villaggio, se ci fosse qualche differenza tra una donna con figli e una senza figli mi ha risposto di si, la donna senza figli è emarginata, i figli sono importanti, garantiscono una discendenza al clan.

La placenta e il cordone ombelicale, in molte culture, sono oggetto di trattamenti specifici. Come mette in evidenza Quattrocchi (2006), in quanto elementi legati al corpo e ora separati da esso vanno ad intaccarne i confini. Inoltre,

spesso si ritene che la placenta o il cordone ombelicale e il bambino mantengano un legame simbolico anche dopo la loro separazione. In alcuni casi

tale legame opera secondo la legge simpatica di similarità, per cui agendo sul residuo organico si ritiene di agire sul corpo del bambino cui tale residuo è appartenuto. […] In certi casi si ritiene che la placenta rappresenti un “doppio” del bambino, la cui salute dipende anche dall'integrità della sostanza stessa. Altre volte vi è un legame simpatico tra la placenta e il latte materno. (Quattrocchi, 2006: 34)

È quindi fondamentale assicurarsi che la placenta e/o il cordone ombelicale non possano venire utilizzati per danneggiare la persona a cui sono legati. Spesso, questi vengono sotterrati, distanti dall'abitazione e in profondità, in modo da non poter essere ritrovati da nessuno, né uomini né animali. Inoltre, Van Gennep sottolinea come la rimozione della placenta e il taglio del cordone ombelicale rappresentino la fine di un processo biologico (la gravidanza e il parto) e le azioni rituali che seguono sanzionino il passaggio avvenuto: l'abbandono, da parte del neonato, del mondo precedente e l'inserimento in quello attuale.

A Ipamba e nell'ospedale di Tosamaganga invece vi è un contesto differente, placenta e cordone ombelicale sono meno carichi di significati. La placenta viene presa in carico dalle infermiere, e nessuno la reclama mai (per esempio uno dei requisiti a cui devono rispondere gli health centers per essere riconosciuti come tali è avere un dispositivo apposito per lo smaltimento della placenta). Il moncone ombelicale, una volta seccatosi e staccatosi, viene accuratamente eliminato, come mi ha detto una delle donne più anziane del villaggio:

they trow to the place which is not open, like the hole of toilet or forest, because that remained umbilical cord is not healthful when maybe children found that and eat can cause diarrhea disease and also can affect them in reproduction system..for people to touch only is not a big problem maybe a child take that remained umbilical cord and contact to the productive organ.15

Una ragazza invece mi ha detto che la mamma lo seppellisce sotto ad un albero,

ma non ha saputo spiegarmi perché, ha detto che è tradizione. Il costume spesso basta da solo a giustificare un comportamento: in molte culture basate sull'oralità, come scrive Crevatin,

è molto rara, per non dire inesistente, la trasmissione del sapere basata su specifiche istruzioni verbalizzate in maniera decontestualizzata e/o su definizioni, per cui il sapere, anche quello specialistico, viene appreso per partecipazione, ostensione e mimesi. (Crevatin, 2007:11)

Il sapere non costituisce quindi un corpus uniforme e unitario, ha molte sfaccettature, in quanto derivante da diverse esperienze personali e, in un sistema di apprendimento mimetico, passa in secondo piano la motivazione delle specifiche azioni, il “perché” si agisca in un modo piuttosto che in un altro.

Dunque a Ipamba, per proteggere il neonato – e quindi il futuro adulto – dalla sterilità, fino a pochi anni fa si usava allacciare con uno spago il moncone intorno al collo del bambino. Recentemente, tuttavia, le ostetriche hanno caldamente scoraggiato questa pratica, spiegando che poteva rivelarsi pericolosa per il bambino, e oggi si applica una fasciatura per fermarlo sul ventre del neonato. Neanche questo sistema è ideale, infatti il cordone – dopo essere stato tagliato, stretto per evitare perdite di sangue e avvolto in una garza – necessita di aria per asciugarsi velocemente ed efficacemente, ma almeno non si rischiano strattoni dannosi. Ciononostante, spesso, le mamme appena tornano a casa, lontano dagli occhi delle infermiere, tornano ad allacciare il moncone intorno al collo.

Questa pratica è molto diffusa e radicata, tutte quelle con cui ho parlato ne erano a conoscenza e ne hanno sottolineato l'importanza. Ho potuto constatare effettivamente quanto fosse considerata vera e fondamentale quando ne ho parlato con Rosa, l'infermiera della RCH, in presenza del mio interprete, Jeremy. Rosa mi ha detto che era molto diffusa e che loro non sapevano più come spiegare alle donne che non è vera la connessione tra il lato della caduta del cordone e la fertilità futura. A queste parole Jeremy si è riscosso e con aria stupita ha chiesto un po' diffidente com'era possibile che non fosse vero. La stessa Rosa ha ammesso che anche lei ci credeva, prima di iniziare la scuola per infermiere, e questo è uno dei motivi per cui –

secondo lei – l'istruzione è molto importante.

Tuttavia, bisogna sempre tenere presente il fatto che non basta che una spiegazione scientifica sia vera perché venga creduta, se è in disaccordo con altre credenze preesistenti.