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Il ruolo fondamentale delle comunità locali

CAPITOLO IV: IL TURISMO NELLE FLEMISH ART CITIES

4.3 Flemish Art Cities & UNESCO, a destination brand strategy

4.3.3 Il ruolo fondamentale delle comunità locali

L’importanza delle comunità locali fu aggiunta come punto vitale per la realizzazione di un piano sostenibile di protezione del patrimonio sia naturale che culturale per le generazioni future. Durante il meeting delle World Heritage Committee tenutosi a Christchurch in Nuova Zelanda nel 2007, in seguito alla Budapest Declaration nel 2002 e alle sue 4Cs,229 fu aggiunto la 5Cs, ovvero il ruolo delle comunità locali per migliorare l’implementazione delle WH Convenction.

All’Art. 5 della Convezione è stabilita l’importanza di quest’ultime col fine ultimo di prendere le giuste misure di protezione, conservazione e presentazione sia del patrimonio naturale che culturale situato sul territorio, esplicitando che: “(…) each State Party to this Convention shall endeavour, in so far as possible, and as appropriate for each country: to adopt a general policy

229 cfr. cap. I.,4.

PUNTEGGIO ASSEGNATO RISULTATO FORMULA: (𝒑𝒖𝒏𝒕𝒆𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒂𝒔𝒔𝒆𝒈𝒏𝒂𝒕𝒐 − 𝟖 ) × (−𝟏)

teorismevlaanderen.be 7 (non ci sono informazioni) 1 turismotorino.org 2 (sono sufficienti 2 click) 6 valdeloire-france.com 2 (sono sufficienti 2 click) 6

Tabella 2: analisi utilizzo del brand UNESCO secondo la formula di Ryan & Silvanto Fonte: elaborazione propria.

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which aims to give the cultural and natural heritage a function in the life of the community and to integrate the protection of that heritage into comprehensive planning programmes (…)”230 UNESCO, infatti promuove una collaborazione con l’intera filiera turistica, formata da stakeholders locali e comunità, quali in primis contribuiscono allo sviluppo dello stesso brand e di una strong-brand-equity di quest’ultimo.231

Le strategie di destiantion-branding sembrano, infatti, essere di vitale importanza e di miglior successo anche se coinvolgono le persone che abitano nei pressi dei siti patrimoniali.

La presenza di un sito, la cui importanza è riconosciuta a livello globale porta ad un aumento dell’orgoglio locale e di conseguenza a una migliore reputazione del popolo che lo abita: la presenza di un patrimonio iscritto alla WHL UNESCO comporta un miglioramento della qualità della vita del popolo, il quale contribuisce ad una conservazione sostenibile dello stesso andando a migliorare il senso di appartenenza al luogo, sviluppando networks tra i vari stakeholders locali e aumentando l’apprezzamento e la comprensione del valore di quell’area.232

In riferimento a questo caso studio, le torri campanarie nelle Flemish Art Cities iscritte alla WHL sin dal 1999, ho condotto personalmente un’indagine per capire quanto fosse nota la fama del brand UNESCO in Belgio e in particolar modo nelle Fiandre, ponendo il mio focus sulle torri campanarie delle Flemish Art Cities. Ho coinvolto un’udienza sia belga che internazionale al fine di comprendere quanto i siti patrimoniali UNESCO presenti sul territorio belga siano noti come tali.

Ho svolto l’indagine (in modo passivo) pubblicando un questionario da me redatto in lingua inglese (Appendice 1) e successivamente tradotto in fiammingo in modo tale da raggiungere maggiormente la popolazione belga.

Il questionario, creato con moduli google, è stato somministrato per via telematica, attraverso l’utilizzo di Whatsapp e di alcuni gruppi ad iscrizione pubblica e altri ad iscrizione chiusa presenti su Facebeook, selezionati in base ai suggerimenti dati dagli uffici comunali delle singole città, o dall’università KU Leuven. Alla chiusura dell’indagine i dati sono stati riassunti in grafici.

230 Jokilehto,J., World Heritage and community Involvement, NORDIC WORLD HERITAGE CONFERENCE IN

RAUMA 11–14.9.2017

231 Poria, Y. Et al., World Heritage Site- is it an Effective Brand Name? A case study of a Religiuos Heritage Site,

Sage, Journal of Travel Research 50 (5), 2011, pp. 482-495.

232 S. Mostafa R., Mastura, J., Community Participation toward Tourism Development and Conservation

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L’indagine è stata svolta dal 14 aprile 2019 al 4 maggio 2019 per un totale di 20 giorni e sono state raccolte 208 risposte.

I risultati sono pervenuti da un audience formata dall’82% di nazionalità belga, il 13% da persone proveniente dall’Europa e il 5% da Paesi extra-europei.

I gruppi, nei quali sono stati pubblicati i questionari sono:  Pangaea – Katholieke Universiteit Leuven

 Ge zijt van Mechelen als… (gemodereerd)  Dat és mijn Gent

 Erasmus ESN Leuven ‚18/‘19  Ge zijt van Antwerpen als ge…  PhD Society in Leuven

 Brugge … Venetië van het Noorden.  Toeristjes in Leuven

Dai risultati pervenuti, il 94% di quest’ultimi sa dell’esistenza delle Flemish Art Cities: tra le varie voci indicate, esse sono maggiormente conosciute per avere in comune lo stile Gotico sia nell’arte che nell’architettura, per la presenza di torri campanarie e di Beguinages sul territorio. I rispondenti hanno identificato nelle torri campanarie un simbolo /emblema attuale delle città e per essere delle attrazioni turistiche; il 79% di loro però non sa che 33 torri campanarie delle 56 registrate alla WHL UNESCO si trovano in territorio belga.

Personalmente ritengo però che la maggior parte dei rispondenti sappia se la torre campanaria presente nella sua città sia stata designata alla lista dei siti patrimoniali UNESCO o meno, ignorando quindi l’ammontare totale di quest’ultime, probabilmente perché non rese note per essere un patrimonio seriale.

Alla domanda a scelta multipla sul potenziale significato assegnato ai siti riconosciuti da UNESCO, le risposte scelte in ordine decrescente sono state:

 orgoglio della propria storia e cultura nazionale. N. voti: 184  attrazioni turistiche. N. voti: 105

 opportunità di lavoro per gli stakeholders locali. N. voti: 26  non li ritengo importanti. N. voti: 3

102  altro. N. voti: 5

Da questi risultati si può capire come il brand UNESCO vada ad enfatizzare quei siti ritenuti rappresentativi dal popolo stesso che abita l’area di interesse. Questi risultati sono inoltre affini a quelli pervenuti in una ricerca svolta nel 2013 in occasione di un progetto europeo “Cultural Heritage Counts” nel quale sono stati esaminati gli impatti economici, culturali, sociali ed ecologici per capire il valore assegnato al patrimonio statico nella città di Mechelen.233

In questa analisi è risultato che il 97% dei rispondenti ritiene che il patrimonio storico edificato presente in città debba essere conservato, mentre il 71% ha risposto positivamente al ruolo identificativo del patrimonio come simbolo della città di Mechelen.234

Nell’indagine da me condotta, il 50% dell’udienza vede il patrimonio immobile come un’attrazione turistica, sposando ampiamente la teoria sostenuta da Keller (2003). Pochi di loro invece lo ritengono come una buona opportunità per gli stakeholders locali nella creazione di nuovi posti di lavoro, probabilmente dovuta alla poca partecipazione della popolazione locale nel mantenimento e nella gestione di quest’ultimo, al contrario di quanto invece è auspicato sia dalla Convenzione che dalle Operational Guidelines.

La partecipazione della comunità locale è ritenuta infatti importante come forza motrice per il cambiamento ed è perlopiù un catalizzatore per lo sviluppo locale. La partecipazione di quest’ultima nelle decisioni riguardo l’utilizzo del proprio patrimonio va ad accrescere l’economia locale, creando un network tra i vari stakeholders, ed enfatizza il rispetto per le proprie tradizioni e valori.235

Secondo UNESCO, infatti, il riconoscimento nella WHL del patrimonio presente in città dovrebbe essere colto come strategia per migliorare il piano di gestione del sito. Per fare ciò è auspicata una conoscenza da parte del popolo locale del valore del sito presente in modo tale che il senso di appartenenza a quel luogo vada ad accrescere il livello di co-vivenza armonica tra la popolazione locale. Ѐ dunque necessaria la partecipazione della popolazione locale al fine di instaurare un processo di orgoglio equamente sentito da tutto il popolo.236

233 Thys, C., Schiltz, E., Eeman, M., The impact of immovable heritage in the city of Mechelen, Heritage Counts,

Anversa, Garant Publisher, 2016, pp.121-131.

234 Ibidem.

235 S. Mostafa R., Mastura, J., Community Participation toward Tourism Development and Conservation

Program in Rural World Heritage Sites, INTECH, 2016, cap.1.

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CONCLUSIONE

L’analisi del caso studio delle torri campanarie nelle Flemish Art Cities si è posta l’obiettivo di esaminare quanto questo patrimonio identificativo non solo delle città di Anversa, Bruges, Gand, Lovanio e Mechelen ma dell’intera area delle Fiandre e designato alla WHL UNESCO sin dal 1999, sia realmente utilizzato come destination-image per scopi turistici.

Le torri campanarie sono riconosciute come patrimonio seriale transnazionale di Belgio e Francia, presentando un’ulteriore divisione nazionale tra Fiandre e Vallonia, le due regioni- stato autonome belghe. Ciò ha comportato una più difficile analisi dei management plans dei singoli siti, i quali risultano avere differenti piani di gestione e non essere affidati in modo uguale a enti nazionali. Perlopiù la gestione del patrimonio nelle Fiandre non è affidata come nel caso di Francia e Vallonia a degli organi nazionali, ma è gestito dalle singole municipalità, le quali detengono ancora la proprietà di quest’ultimo. (capitolo 2)

Come sottolineato da Piet Geleyns, rappresentante attuale in carica nella UNESCO Flemish Commission, per il processo di candidatura del patrimonio seriale delle torri campanarie è stato attuato un top-down approach, messo in luce dalla commissione fiamminga per UNESCO, piuttosto che un processo scaturito dalla volontà dalle singole comunità.

Questo processo oggi si rispecchia ancora nel non-utilizzo di questo patrimonio da parte della comunità locale, la quale non vede in esso una possibile opportunità di lavoro, nonostante sia ampiamente d’accordo sul ruolo identificativo di quest’ultimo delle città e del loro potenziale come attrazione turistica.

Analizzando i singoli siti nelle cinque città d’arte (capitolo 3) si è reso noto che in tutte la torre è stata costruita al centro del tessuto urbano, progettandola come il più alto edificio della città, fungendo da punto di controllo e sede del potere politico, amministrativo e giudiziario. La sua importanza era inoltre rafforzata dalla presenza delle campane e successivamente dei carillon, che ricoprirono un ruolo civile di grande rilevanza fino al XVIII secolo.

Il loro valore si è protratto fino ai giorni nostri grazie ai vari lavori di manutenzione e ristrutturazione, permettendo loro di mantenere il ruolo storico al centro del tessuto urbano. Oggigiorno, nessuna di queste torri detiene più il potere di scandire la giornata lavorativa dei suoi cittadini, né vengono usate in caso di incendi e/o pericoli. L’utilizzo di quest’ultime è invece tenuto in vita grazie alla cultura dei carillon perpetuata nel tempo e riconosciuta anch’essa come patrimonio immateriale UNESCO nel 2014, la cui tradizione è parte del

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patrimonio intangibile in tutte le cinque città d’arte e trova sede presso la “The carillon School Tef Denyn” a Mechelen.

Ѐ venuta alla luce però una diversa gestione della torre in ogni città: non tutte infatti godono di un vero piano di gestione redatto dalla municipalità. Oltre a Bruges che delinea un piano da diversi anni, solo Anversa ha iniziato a idearne uno dal 2018. Inoltre, non tutte le cinque torri sono visitabili come meta turistica e non tutte e cinque oggi detengono la stessa funzione al loro interno. La torri di Lovanio e Bruges non sono visitabili in nessun modo per motivi dovuti alla loro struttura, la prima perché realizzata come parte soprastante la chiesa, la seconda perché costruita a partire dal tetto del market hall. Solo quelle di Anversa, Gand e Mechelen possono oggi essere visitate previo acquisto di biglietto, ma solo la prima è visitabile in autonomia, senza bisogno di una guida.

Oltre a ciò alcune di esse sono state allestite come musei dove sono custoditi i documenti storici che descrivono la loro importanza nel passato, mentre per motivi dovuti alla loro struttura le torri delle città di Anversa, Bruges e Lovanio sono utilizzate come spazi espostivi per mostre temporanee allestite all’interno della chiesa o della sala del mercato ad esse annesse.

La loro differente struttura e il loro utilizzo odierno non dovrebbero essere visti come uno svantaggio nel renderle un’attrazione turistica dell’area, bensì un punto di forza per evitare un processo di standardization del prodotto, che va quindi a rafforzare il loro valore socio-culturale e storico.

A differenza degli esempi riportati di altri casi di beni seriali (capitolo 4), la gestione delle torri campanarie nelle Flemish Art Cities è molto frammentata e presenta carenza di una vera e propria strategia di marketing e di comunicazione, nonostante queste non si limitino ad essere presenti nelle sole cinque città d’arte ma siano sparse su tutto il territorio delle Fiandre; solo ventisei sono state riconosciute alla WHL UNESCO. Perlopiù nei singoli siti web delle cinque città non è indicato equamente se queste sono state riconosciute da UNESCO o meno, andando quindi a peggiorare i problemi di visibilità e di inserimento di questo patrimonio negli itinerari turistici.

Al giorno d’oggi, nel sito web ToerismeVlaanderen, la torre campanaria e il Beguinage della città di Bruges sono indicate come le uniche attrazioni di questo tipo, tralasciando invece la loro designazione alla WHL UNESCO e a quanto ammonta il loro numero nell’intera area.

Ciò non toglie che le altre torri presenti nel territorio delle Fiandre e soprattutto quelle nelle città d’arte non siano riconosciute come patrimonio importante e rappresentativo dell’intera destinazione sia da parte della popolazione locale e che da parte di un’udienza internazionale

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(Appendice 1) e che in futuro non possano essere integrate in piani di sviluppo e di gestione dell’area, incentivando ulteriormente i rapporti tra sfera pubblica e privata.

Ciò che risulta essere assente è una vera strategia di marketing e di comunicazione del prodotto incisiva ed univoca tra le cinque città, oltre ad un vero piano di gestione dei singoli siti patrimoniali seriali, non solo nel caso delle torri nelle Flemish Art Cities ma di tutte le ventisei torri presenti sul territorio fiammingo, non “sfruttando” quindi la loro potenziale notorietà a livello globale.

Perlopiù queste cinque città godono di più WH Sites presenti sul loro territorio: il potenziale effetto cumulativo in esse è perciò di notevole importanza rimanendo purtroppo finora non implementato in modo efficiente, omettendo di formulare un’offerta che avrebbe soddisfatto quella grande fetta di mercato chiamata Heritage Tourism in sempre più veloce crescita perché attirata da brand riconosciuti a livello globale come lo status-WHS.

UNESCO inoltre ricorda la responsabilità di tutti coloro che fanno parte della filiera turistica nel creare un turismo sostenibile per le città e le aree ospitanti il sito patrimoniale: non sono sufficienti infatti solo dei corretti piani di manutenzione e ristrutturazione dei siti come quelli apportati finora a questi beni, ma è necessario attuare una corretta presentazione di quest’ultimo affinché sia conservato per le generazioni future.

Ѐ necessario quindi adottare una corretta strategia di marketing e comunicazione unica, possibilmente con un’immagine coerente del prodotto che rappresenti tutti questi siti presenti sul territorio; utilizzare i social media quali Facebook, Instagram e Pinterest in modo omogeneo in modo tale da incentivare nuovi itinerari precostituiti che coniugano un tipo di turismo culturale a quello sportivo e quello artistico, dando quindi una motivazione valida ai turisti di allungare il loro soggiorno in territorio fiammingo.

L’immagine della destinazione potrebbe essere resa ancora più accattivante mettendo in luce anche il grande patrimonio immateriale, quale in primis la cultura dei carillon, che dona un maggior valore estetico ai siti patrimoniali grazie agli innumerevoli concerti che si possono ascoltare, alla possibilità di tenere lezioni per imparare a suonare questo strumento, e alla vasta produzione di birra locale, riconosciuta anch’essa da UNESCO, creando quindi un’immagine della destinazione Flemish Art Cities e Fiandre cui valore possa essere riconosciuto a livello globale.

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