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Safeguarding the Carillon Culture, UNESCO 2014

CAPITOLO II: TORRI CAMPANARIE DI BELGIO E FRANCIA

2.7 Safeguarding the Carillon Culture, UNESCO 2014

Come riportato nel paragrafo precedente è difficile pensare oggi alle torri campanarie senza connetterle ai carillon in esse installati.

Nonostante il loro lungo utilizzo per bisogni quotidiani, la tradizione dei carillon fu abbandonata nel XVII-XVIII secolo, perché ritenuta troppo antica rispetto alle innovazioni tecnologiche che il mondo a quel tempo stava portando con le rivoluzioni industriali e inoltre

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in quegli anni diventarono di moda i primi concerti pubblici grazie allo sviluppo degli strumenti musicali compatti e dei di registrazione.119

Il recupero delle campane iniziò solo alla fine del XIX secolo in Belgio, nella città di Mechelen, promotrice oggi di questa tradizione in prima linea. I primi concerti risultano essere già attivi sin dal 1892, grazie a Theodoor de Coster.120

La tradizione fu portata avanti dal figlio Henry de Coster, il quale nel 1909 assieme a Jef Denyn, realizzarono il sogno del padre di quest’ultimo, riuscendo ad attirare non solo belgi ma anche Americani per vivere questa esperienza di concerti all’aria aperta grazie ai carillon. Jef Denyn divenne il Carilloneur della città di Mechelen e riuscì ad aprire nel 1922 la prima scuola al mondo per imparare a suonare questo strumento, mentre nel 1953 una seconda scuola fu aperta ad Amersfoot nei Paesi Bassi.

Tuttavia, il progetto di Jef Denyn era già pronto nel 1913, ma fu posticipato a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. La scuola riceveva finanziamenti sia da privati nazionali che esteri ma subì un rallentamento negli anni ’30 per poi fermarsi di nuovo allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Nonostante ciò, nel 1959 The carillon School Jef Denyn fu ufficialmente riconosciuta dal Ministero dell’Educazione Fiammingo, e ancora oggi gli insegnati vengono pagati in quanto lavoro al servizio della comunità.

Negli anni ’90 il Governo delle Fiandre riconobbe ben quattro volte il titolo di Cultural Ambassador alla scuola. Su decreto del 10 giugno 2005, Art. 5, sono state regolate sia l’organizzazione e che i finanziamenti per questo tipo d’istruzione, dandole una posizione “esclusiva” nel piano di educazione delle Fiandre.121

Il riconoscimento della cultura del carillon fu a livello statale e aggiunto all’ Inventory of Intangible Cultural Heritage of Flanders nel 2011 e nella lista Masterpieces of Oral and Intagible Heritage in Wallonia nel 2012.122

L’idea di presentare il programma “Safeguarding the carillon culture: preservation, transmission, exchange and awareness-raising” ad UNESCO nel 2014, fu, infatti, supportata dalle due organizzazioni - ombrello belghe The Flemish Carillon Association e The Wallon

119 UNESCO, Safeguarding the carillon culture: preservation, transmission, exchange and awareness-raising,

Nomination file N. 01017, Parigi, 2014.

120 Koninklijke Vereniging voor Toren en Beiaard Jef Denyn: http://www.torenenbeiaard.be/vereniging.html,

ultimo accesso 25.05.2019

121Royal Carillon School Jef Denyn Mechelen: https://beiaardschool.mechelen.be/ontstaan, ultimo accesso

25.05.2019

122 UNESCO, Safeguarding the carillon culture: preservation, transmission, exchange and awareness-raising,

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Campanological Association dato che nel 2003 lo Stato del Belgio aveva ratificato la Convenzione “Safeguarding Intangible Cultural Heritage” emanata da UNESCO lo stesso anno.

Le due associazioni erano già state precedentemente fondate nel 1945 con il nome di Alumni assosciation of the carillon School informa nazionale-privata, rinominata Belgian Carillonneurs’ Guild nel 1980 in modo tale da permettere anche ai carilloneurs provenienti dall’estero di esserne membri, decisione scelta in seguito alla fondazione World Carillon Federetion (WFC) fondata da cinque Nazioni, tra cui il Belgio. Oggi, (2013) la WFC comprende 13 associazioni di origine regionale, nazionale e sovranazionale.123

Dovendosi però adattare alle riforme statali di divisione a livello politico del territorio belga, l’associazione si divise nel 1994 nelle due “associazioni-sorelle” odierne. Entrambe hanno fortemente ampliato le loro attività in modo tale da permettere anche a non-carilloneurs siano essi belga o non, di esserne membri.

Oggi l’obiettivo di preservare la cultura dei carillon è condiviso da settantasei città e paesi in Belgio e da altri trenta Stati. Il ruolo di emancipazione e promozione è capitanato dalla The carillon School Jef Denyn, supportata da quindici città belghe (Bruges, Gandt, Grimbergen, Hoogstraten, Lovanio, Liège, Lier, Mol, Mechelen, Nivelles, Peer, Roeselare, Soignies, Verviers, Wavre) organizzate in associazioni locali chiamate “friends of the carillon”, dove hanno luogo veri e propri open-air concerts, durante i quali è possibile ascoltare melodie e canzoni moderne accordate per carillon, nei giorni festivi e del mercato locale. Questi “concerti” sono divenuti negli anni una vera attrazione turistica sia per il turismo interno che internazionale.124

La Convenzione del 2003 (UNESCO) definisce bene culturale immateriale: “The intangible cultural heritage means the practices, representations, expressions, knowledge, skills – as well as the instruments, objects, artefacts and cultural spaces associated therewith – that communities, groups and, in some cases, individuals recognize as part of their cultural heritage.”125

Concerne l’Art. 2b della Convezione il programma di “Safeguarding the carillon culture”, si presenta come performing-art e rispecchia perfettamente gli obiettivi e i principi della

123 UNESCO, Safeguarding the carillon culture: preservation, transmission, exchange and awareness-raising,

Nomination file N. 01017, Parigi, 2014.

124 Ibidem.

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convenzione: con l’obiettivo di promuovere la diversità culturale, nonostante la cultura dei carillon sia storicamente connessa ai Low Countries (Belgio, Paesi Bassi e Nord-Est Francia). Oggi i generi di musica sono stati ampliati ed arrangiati per i carillon spaziando tra diversi generi musicali come il classico, pop, musica popolare e commerciale. Inoltre, grazie all’aumento di studenti per lo più cinesi, giapponesi e russi presso la scuola di Mechelen, è stato effettuato un arrangiamento per le melodie provenienti dalla loro madre-patrie e dal 2013 è possibile tenere lezioni di carillon sulla musica marocchina. Invece, il programma Fusion on Bells tenuto a Leuven dal 2009, mira ad introdurre gli immigrati sul territorio questo “nuovo” tipo di strumento, suonando melodie provenienti dal loro stato, soprattutto marocchine, turche, irachene, cinesi.126

In occasione delle 9a Sessione tenutasi a Parigi nel novembre 2014 concerne The Convection for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage, la Commissione ha deciso che il programma di salvaguardia della cultura del carillon proposto dal Belgio, è un progetto che rispecchia nel miglior modo gli obiettivi e i principi della Convezione del 2003.

Al punto 4 ha cosi decretato:

With the aim of promoting the carillon culture, the program coordinated activities among different countries through the framework of the World Carillon Federation and in collaboration with international institutions (criterion P.2). Its activities of transmission, documentation and promotion, balancing respect for tradition and a willingness to innovate, could serve as an international safeguarding model (criterion P.6). The means favored by the program such as the development of a public soundscape and raising awareness through social media argue for its applicability to the particular needs of developing countries (criterion P.9).127

Il safeguarding program presentato dal Belgio si presenta quindi come un migliore esempio bottom-up plan per la salvaguardia del patrimonio immateriale.

Il progetto, infatti, ha avuto una forte spinta comunitaria, riconosciuta solo successivamente a livello nazionale e oggi mondiale. Il suo programma, inoltre, comporta la partecipazione, la coordinazione e la condivisione con numerose altre comunità extra-nazionali. La WCF

126 UNESCO, Safeguarding the carillon culture: preservation, transmission, exchange and awareness-raising,

Nomination file N. 01017, Parigi, 2014.

127 Decision of the Intergovernmental Committee: 9.COM 9.B.1:

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organizza congressi e incontri ogni tre anni a livello internazionale oltre ai frequenti incontri nazionali.

Questa tradizione trova inoltre un supporto nei nuovi sistemi di comunicazione e condivisione della musica, quali social-network e youtube. Essi infatti sembrano essere un organo-ponte per unire le performance dei carilleneurs con il loro pubblico: i video pubblicati su questi canali di comunicazione stimolano il rilascio di feedback e condivisioni soprattutto da parte dei turisti.128

128 Decision of the Intergovernmental Committee: 9.COM 9.B.1:

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CAPITOLO III: LE TORRI CAMPANARIE NELLE FLEMISH