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CAPITOLO II: TORRI CAMPANARIE DI BELGIO E FRANCIA

2.6 Le torri campanarie Ieri-Oggi

Durante il periodo medioevale il territorio Franco-Belga fu teatro di numerosi conflitti causasti da una forte divisione interna, che andava ad alterare spesso i periodi di pace.

Alla morte di Carlo Magno la minaccia avvertita in tutta Europa era triplice, ovvero il carattere guerresco dei popoli Saraceno, Magiaro e Vichingo andava a peggiorare la già presente condizione conflittuale cristiano-musulmana, aumentando ulteriormente il numero di distruzioni e vittime nei loro territori conquistanti.

110Operational Guidelines for the Implementation of the World Heritage Convention, World Heritage Centre,

2017.

111 VAN HAEVERBEECK, Suzanne. E-mail a Miriam Campese. 19.07.2019.

suzanne.vanhaeverbeeck@gmail.com

112 Inventario patrimonio immobile, Belgio:

https://inventaris.onroerenderfgoed.be/erfgoedobjecten?tekst=belfort&pagina=2, ultimo accesso 30.09.2019

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Con l’arrivo del nuovo millennio, il sistema feudale si stava assestando in tutta Europa. Il territorio attuale del Belgio era suddiviso nella Contea delle Fiandre (estesa da nord-est della Francia e la zona sud dei Paesi Bassi), Contea di Hanault, di Namur, di Limburg, di Lovanio e Bruxelles che successivamente divenne il Ducato Brabantino.

A partire dal 1100 l’Europa Occidentale vide un periodo florido e ricco davanti a sé: grazie alle innovazioni tecnologiche e alla rotazione triennale in agricoltura, la produzione di cibo aumentò esponenzialmente, determinando così una forte crescita demografica. Altro settore interessato dallo sviluppo fu l’industria tessile: grazie all’invenzione del telaio a mano, arrivato nel territorio delle Fiandre in seguito alla prima crociata di Costantinopoli, la produzione di tessuti aumentò sia in quantità che in qualità. Le città di Gand e Bruges furono le prime ad adottare questo nuovo metodo, permettendo loro di entrare nel mercato europeo per lo scambio di merci con Italia, Francia, Germania e Inghilterra. La più grande e importante fiera annuale si svolgeva a Champagne in Francia, ma successivamente le singole cittadine organizzavano la propria. Le città si arricchirono e allargarono divenendo delle vere e proprie municipalità: mano a mano che il loro potere aumentava, diminuiva quello del feudatario. I cittadini richiedevano infatti un’autonomia ammnistrativa del loro fiorente settore economico, comportando perciò all’esclusione del lord. Le città si organizzarono nella costruzione di granai e magazzini, per le scorte di cibo e tessuti, di mura difensive (ring) e cancelli ai confini territoriali, e di torri campanarie, le quali assieme al sigillo della città erano la più alta forma di indipendenza e libertà.

“The term banclocke or summoning bell as such a bell was usually called, renders the concept wee: ban means proclamation, in particular of a judicial act, and stands for municipal right to self-rule. The bell was rung on all special occasions in the life of the town: the oath-taking of a new ruler, great public announcements, fire or other dangers.”113

Tuttavia, il passaggio da feudo a municipalità non risultò sempre essere facile e pacifico. La già esistente disparità tra centri urbani e campagna andò aggravandosi: gli abitanti delle zone rurali si videro privare non solo di una difesa ma anche di numerosi altri diritti e privilegi riservarti ai cittadini dentro le mura: ad esempio il diritto di auto-governo, di auto-difesa e l’esenzione dalla corvée. Quest’ultimo privilegio sanzionò la libertà dei cittadini di non lavorare per conto del loro lord, e quindi non essere soggetti a nessun tipo di tassazione extra che non fosse previsto da regolamento.

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Le torri campanarie erano la conferma prestigiosa e tangibile, nonché l’espressione di autostima e autorità della municipalità. Le comunità che non riuscivano a permettersi nemmeno una sua edificazione in legno, solitamente utilizzavano la torre più alta della chiesa o cattedrale: la loro ubicazione centrale e in pietra, inoltre, andava ad aumentare il loro prestigio. In quegli anni, la separazione tra potere temporale e spirituale non era netta come oggi: dal momento che chiese, monasteri e cappelle erano solitamente utilizzate anche per scopi di amministrazione locale, al loro interno spesso erano custoditi documenti legali, il tesoro della città e altri oggetti di valore appartenenti alla municipalità.114

Con l’inizio del XIII secolo, quasi tutte le città più estese presentavano una torre campanaria costruita in pietra, spesso situata nella piazza del mercato centrale e incorporata con altri complessi di edifici. Questo periodo florido terminò all’alba del XIV secolo, durante il quale un devastante periodo di fame, peste e guerra, colpì violentemente questa regione d’Europa, causando la perdita di quasi un decimo della popolazione in alcune città. Nelle più grandi città il potere economico e politico si era radicato in poche famiglie le quali sembravano non essere interessate all’istituzione di un sistema democratico bensì sembravano preferire un sistema oligarchico. I fluenti mercati della lana si bloccarono con le città marinare italiane, le quali da sempre garantivano il commercio con l’Oriente. Esse preferivano la via-mare alla via-terra, passando direttamente attraverso lo Stretto di Gibilterra e andando ad acquistare la lana grezza direttamente a Londra per poi lavorarla in Italia, mettendo quindi in condizione sgradevole l’Europa Occidentale. Ciò comportò un rallentamento nella costruzione delle torri nonostante l’obiettivo di raggiungere l’indipendenza fosse molto sentito. Tuttavia, i lavori iniziati nel secolo precedente continuarono o si portarono a termine.

Nonostante il periodo poco promettente furono apportate alcune innovazioni alle torri campanarie dal XIV secolo: prima di tutte fu l’introduzione di un orologio. Prima di una sua installazione, il popolo doveva affidarsi al numero di suoni provenienti dal corno del guardiano o dai battiti riprodotti da un martello colpendo la campana. Furono aggiunti quattro orologi per torre, in modo tale che fosse possibile leggere l’ora da qualsiasi lato della città. Essi erano decorati uniformemente allo stile architettonico della torre.

Si introdusse inoltre un sistema di “tamburo rotante” con perni, alle quali si aggiunsero altre piccole campane, trasformando il rintocco delle campane in una melodia. Il primo fu installato nella città di Bruges, già al termine del XIII secolo, prima della costruzione dell’odierna torre. Nacque così l’idea del carillon, il quale oggi si trova soprattutto nella regione delle Fiandre. Il

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termine carillon deriva dall’ antico francese quarregnon, che a sua volta deriva dalla parola latina medioevale quatrinio, il quale allude ad un gruppo di quattro campane che spesso producano una melodia uniforme.115 Questo lavoro era inizialmente svolto a mano dai bell- ringers, aiutati da un meccanismo primitivo, ma già a partire dal 1500 si passò alla prima tastiera “a pugni”.

Un’altra installazione apportata fu l’aggiunta delle marionette (jacquemart) di legno o di metallo munite di martelletto che automaticamente suonavano le campane: un loro esempio si può ancora ammirare oggi nella chiesa di St. Peter a Lovanio. Assieme alle marionette, le torri più importanti poterono permettersi anche l’installazione di una banderuola, spesso raffigurante animali o figure leggendarie. Il drago, nel Medioevo, era ritenuto la bestia più paurosa che potesse esistere, dal momento che esso simboleggiava l’immortalità e l’invincibilità. L’altro animale più utilizzato era il leone: simbolo di nobiltà, autorità, forza e indomabilità.

Nel XV secolo furono costruite poche nuove torri campanarie: il grande regno fondato da Filippo l’Audace, duca di Borgogna, il quale aveva ereditato il territorio della Contea delle Fiandre grazie al matrimonio con Margaret of Mâle e i territori delle Fiandre francesi dal nipote Carlo VI re di Francia, sembrava essere ostile a qualsiasi forma di auto-governo. A suo vantaggio, per lo più, nel 1430, egli fondò a Bruges l’ordine delle Golden Fleece, con il quale conferì status e privilegi solo ai membri dell’alta nobiltà che avessero personali interessi nei suoi confronti e per la sua dinastia, non lasciando quindi spazio a nessuna forma di municipalità. Di questo periodo sono note le torri campanarie delle chiese di Lovanio, Anversa e Mechelen, appartenenti rispettivamente alle chiese/cattedrali di St. Peter, Our Lady e St. Rombold. Queste tre città disponevano già di una torre, la quale fu distrutta per progetti più ambiziosi. Il loro progetto spesso era in competizione con altri per raggiungere l’altezza più elevata, nel caso però di Mechelen e Lovanio, i lavori dovettero fermarsi prima a causa del terreno instabile e dei crolli avvenuti durante la costruzione stessa.

Nel XVI secolo, il ruolo delle torri campanarie divenne un anacronismo: il rischio di incendi era diminuito grazie all’utilizzo per l’edilizia della pietra al posto del legno. Le stesse case dei cittadini avevano ora mura esterne in pietra e tetti fatti di piastrelle, anziché di paglia. Inoltre, la paura del nemico in arrivo sembra ormai essere solo un ricordo del passato.

La torre costituiva solamente ormai un punto di sorveglianza per l’ingresso in città e in caso di incendi.

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La costruzione di torri campanarie continuò nelle piccole comunità di campagna secondo lo stile Tardo-gotico o Gotico-Brabantino116 nelle quali svolgevano ancora un ruolo di grande importanza sia di sicurezza interna che di controllo. Spesso si ispiravano a quelle delle grandi città costruite già nei secoli precedenti.

Tra il XVII e il XVIII secolo, le torri campanarie, qualora fossero già state edificate mantennero il loro ruolo di simbolo, di prosperità e di successo civico, soprattutto nelle città più importanti nel settore economico sia nel territorio francese che in quello belga. Alcune di esse furono costruite in mattone rosse e pietra bianca dalla forma ottagonale rispecchiando il Rinascimento Fiammingo. Anche se avevano perso il loro ruolo di potere e di indipedenza, esse esprimevano ancora una politica riorganizzata il cui scopo era l’individuale successo della città attorno ad essa. In questi due secoli, nessuna nuova torre fu progettata, ma furono ultimate quelle già in costruzione oppure vennero sostituite quelle già esistenti.

Tuttavia, nonostante l’apogeo delle torri campanarie fosse stato già superato, l’installazione di carillon raggiunse il suo apice proprio in questo secolo, grazie ai fratelli Francois e Pieter Hemony, i quali costruirono più di 40 carillon.117 Le loro opere costituivano un esempio straordinario dell’arte Rinascimentale che stava prendendo posto del Gotico. La loro maestria fu proseguita da Joris du Mary e Andreas Jozef Van den Ghenyn di cui alcuni lavori si possono trovare nei carillon di Bruges e Gand.

Il XIX secolo fu segnato dalla fine del periodo napoleonico, dopo il quale l’intera Europa dovette riassestare i propri confini nazionali. Il regno dei Paesi Bassi unificò il Nord e il Sud, mentre il Belgio divenne una monarchia nel 1830, sotto il potere di Leopoldo I.

In questo periodo le singole comunità preferirono costruire dei veri e propri municipi, anziché delle torri campanarie: alcuni di loro furono però abbelliti da delle torri, come lustro ricordo del passato e dare quindi maggiore importanza all’edificio. Si creò una sorta di competizione reciproca tra le singole cittadine, in base a chi poteva permettersi il più bel palazzo municipale. Furono utilizzati i nuovi materiali portati dalla Rivoluzione Industriale inglese come ferro e vetro, copiando la struttura del Cristal Palace e della Torre Eiffel, costruiti entrambi in occasione delle Esposizioni Universali del 1851 e 1889, di Londra e Parigi.

Tuttavia, queste “pseudo-belfry”118 (“pseudo-torri campanarie”) riportavano molte caratteristiche delle tradizioni passate: avevano quattro angoli a torretta, un vano per la

116Coomans, T. Belfries, Cloth Halls, Hospitals, and Mendicant Churches: A New Urban Architecture in the Low

Countries around 1300, Brepols, 2007.

117 Heriman, M. Flemish belfries, World Heritage, Davidsfonds/Leuven, 2003. 118 Ibidem.

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campana, un orologio e un balcone. Si poteva notare però una differenza nella facciata principale, dove non era rappresentato il logo della municipalità o del lord, bensì era riportato il l’emblema della Camera di Commercio; esse erano più simili allo stile italiano Belvedere che alle torri difensive dei secoli precedenti.

Perse valore, inoltre, la cultura del carillon, strettamente connessa alla torre campanaria: sia il potere politico sia il popolo sembravano non apprezzare più questo tipo di musica ritenuto “primitivo”.

Il XX secolo fu per lo più caratterizzato dai due conflitti mondiali, duranti i quali numerose torri campanarie furono distrutte, incendiate o ampiamente danneggiate, così come le città costruite attorno ad esse. Il territorio delle Fiandre fu teatro di conflitti soprattutto durante la Grande Guerra e ciò comportò ad una cospicua perdita di popolazione. Tra le due guerre, si diede inizio a numerosi lavori di ricostruzione, come nel caso di Ypres, rispettando la loro forma primordiale e stilistica; in altri casi invece si preferì lo stile tardo-gotico e tardo-rinascimentale, oppure Arte Dèco e Rococò con l’utilizzo del mattone rosso, pietra bianca e il mattone giallo proveniente delle coste utilizzato per la prima volta nell’edificazione delle torri.

In seguito al XVIII e XIX secolo, come già detto, non solo l’arte del carillon aveva perso valore, ma molte campane furono distrutte o rubate. Nel corso del XX secolo invece, il recupero delle campane prevalse soprattutto in Belgio e in Olanda dove oggi si possono contare centinaia di carillon ancora in funzione, alcuni formati da più di sessanta campane.

L’arte di suonare il carillon è oggi ampiamente apprezzata e viva soprattutto in Belgio. UNESCO ne ha riconosciuto il suo valore per l’intera umanità e la aggiunse alla Intangible Cultural Heritage List nel 2014.