• Non ci sono risultati.

Il significato nascosto dell’argomentazione di Daniels

Per ora vorrei sostenere che vi è una notevole differenza tra principio del giusto risparmio di Rawls e il modello di Daniels.

Nel primo, un membro della generazione attuale ha in quanto persona morale un dovere verso un altro membro della generazione futura. In Rawls le parti non conoscono a quale generazione appartengono e dunque presuppongono una neutralità del tempo, ma le persone non sono le stesse persone, ma altre. Nella teoria di Rawls la neutralità del tempo implica la reciprocità e le generazioni sono concepite come cooperative. Nella concezione di Daniels i giovani e gli anziani non sono distinti, ma identici in quanto i giovani un giorno saranno anziani. In altri termini, non esiste nella visione di Daniels la reciprocità: nessuno deve preoccuparsi di qualcun altro. Il paradosso della giustizia distributiva è contenuto nello stesso titolo Am I Parents’keeper?. Il titolo presuppone un dovere morale forte e la reciprocità alla base della cura fraterna insita nella domanda biblica; la distinzione fra i giovani e gli anziani, specificata nel sottotitolo, che non sono la stessa persona, ma gruppi differenti. Il contenuto dell’opera non fa altro che negare i termini del titolo stesso che è, dunque, ingannevole e contraddittorio. E in molti cadono in quest’inganno. Infatti, alla domanda di Daniels, lo scienziato politico dell’Università di Yale, Ian Shapiro, risponde negativamente, perché l’etica personale «dovrebbe condurre ognuno a discernere i doveri dei figli verso i genitori anziani.

521 CALLAHAN, Setting Limits, cit., p. 137.

522DANIELS, Am I My Parents’Keeper?, cit., p. 121. 523 Ibidem.

145

Tuttavia, queste cose non dovrebbero essere rafforzate dallo stato»525. Shapiro cade

nell’inganno in quanto considera i giovani e gli anziani come soggetti specifici (figli e genitori) e posti, in virtù del richiamo biblico, in condizioni di reciprocità e dovere. Daniels stesso, infatti, precisa che la family responsability che fa riferimento all’approccio tradizionale quale i principi dell’etica cristiana, l’appello ai doveri naturali dei figli nei confronti dei genitori o ai valori tradizionali della famiglia, privatizzano [privatize] il problema della

giustizia tra gli age groups, privatizzando anche la giustizia sociale526. Infatti, se la giustizia

tra i gruppi si basasse su una determinata concezione del bene, non sarebbe più neutrale:

«L’appello ai doveri filiali ci può solo confondere»527. Appunto! Da un lato, Shapiro si

inganna, perché concepisce la natura del conflitto tra i gruppi nei termini dei doveri dei figli verso i genitori; dall’altro, la domanda con la quale si apre l’opera di Daniels appare ambigua e retorica.

Il principio dell’equa eguaglianza di opportunità modificato è ancora una volta il principio distributivo che i prudent deliberators scelgono sotto il thinner veil, e ciò perché l’assunto fondamentale della teoria di Daniels è la relazione tra health care e opportunità. Il principio dell’equa eguaglianza delle opportunità «non richiede che l’opportunità sia uguale per tutte le

persone. Necessita solo che sia eguale per persone con simili abilità e talenti»528. Dunque, si

tratta di introdurre nell’ambito della nozione di normal opportunity range il concetto di age- relative normal opportunity range529. All’interno del life cycle, che è un vero e proprio ciclo storico, un individuo passa attraverso le diverse fasi della vita e le parti cercano di distribuire

l’equa uguaglianza delle opportunità trasferendo le risorse tra le differenti fasi di una vita530.

Le parti, scegliendo tale principio, disegnano il sistema sanitario rispettando l’importanza

della age-relative normal opportunity range531. In realtà, non si tratta altro che di una diversa

distribuzione (o redistribuzione?) di risorse in base all’età. Daniels giunge alla stessa conclusione dell’utilitarista Williams, muovendo, tuttavia, da una premessa differente, giacché la giustificazione di Daniels è diversa dal fair innings argument. Ad avviso del filosofo, poiché ci sono certi bisogni che in uno stadio della vita sono più importanti rispetto ad altri, l’intera durata della vita «sarà migliore qualora le risorse fossero razionate in base

525 I.SHAPIRO, Democratic Justice, Yale University Press, Yale 1999, pp. 203-204. 526 DANIELS, Am I My Parents’Keeper?, cit., p. 37.

527 Ivi, p. 20. 528 Ivi, p. 70. 529 Ivi, p. 74. 530 Ivi, p. 75. 531 Ivi, p. 76.

146

all’età»532. Tuttavia, ciò non produce per Daniels un’ingiustizia o la negazione di un eguale

diritto. Infatti, altrove afferma che l’ineguale trattamento in base all’età «non significa che le

persone siano curate ingiustamente durante l’intero ciclo di vita»533. Ciò, anzi potrebbe

beneficiare ognuno di noi534. In altre parole, si tratta di una vera e propria discriminazione in base alle diverse fasi di un’identica vita che, ad avviso del filosofo, considerando il lifespan,

produce un giusta cura delle persone535. La discriminazione in base all’età è per Daniels

giusta, ma non si può dire altrettanto per la razza o il sesso: «Se noi curiamo le persone differentemente sulla base della razza o del sesso, allora rischiamo di violare i principi che governano l’eguaglianza tra persone. Tuttavia, curare i giovani e gli anziani differentemente

potrebbe non significare curarli ingiustamente»536. I bisogni di cura variano (o potrebbero

variare) in base all’età, ma una cosa è la cura e un’altra è il razionamento in base all’età. Daniels fa coincidere queste due prospettive che sono diverse: questo è il significato nascosto della sua argomentazione. Dunque, alla terza domanda fondamentale del mio lavoro (quali ineguaglianze sono giuste?), Daniels risponde che l’ineguaglianza relativa all’età è permessible537. In aggiunta, come visto nel paragrafo precedente, i prudenti deliberatori scelgono in posizione originaria un piano sanitario che assicurerà a tutti il normal lifespan e

che Daniels definisce morally preferable538, ma esclude gli anziani che eccedono tale soglia di

vita, producendo un’ulteriore discriminazione nei loro confronti. Alla quarta domanda del mio lavoro (qual è la giusta distribuzione di risorse sanitarie?), Daniels, dunque, risponde che è quella che permette di raggiungere il normal lifespan. Il titolo dell’opera è doppiamente ingannevole, poiché si giustificano discriminazioni davvero poco giuste. In poche parole, si distribuiscono risorse sanitarie favorendo i più giovani rispetto agli anziani.

Fin dall’inizio, si scruta il paradosso del principio dell’equa uguaglianza delle opportunità di Daniels. Non solo, infatti, la discriminazione in base all’età è contraria all’ordinamento giuridico italiano, ma è avversa anche a qualsiasi teoria egualitarista. La discriminazione in base all’età scalfisce l’eguaglianza fra le persone ed è una violazione dell’eguale accesso alle cure. Di nuovo mi chiedo: accesso per chi? e accesso per cosa? La mia quinta modifica al

532 Ivi, p. 81.

533 N.DANIELS, Justice and Transfers between Generations, in P.JOHNSON,C.CONRAD,D.THOMSON (eds.), Workers versus Pensioners: Intergenerational Justice in an Ageing World, Manchester University Press,

Manchester 1989, pp. 57-79, p. 64.

534 Ibidem.

535 DANIELS, Am I My Parents’Keeper?, cit., p. 63. 536 Ibidem.

537 DANIELS, Justice, Health, and Health Care, cit., p. 19. 538 DANIELS, Just Health Care, cit., p. 107.

147

modello di Daniels consiste nel rigettare la posizione della discriminazione in base all’età. Anche Sen sostiene che nessun soggetto o gruppo di persone deve essere discriminato

nell’accesso alle cure mediche: «è importante la non-discriminazione»539. Inoltre, vi è un altro

punto critico nella teoria egualitarista del filosofo che svilupperò meglio nell’ultimo capitolo del mio lavoro. La vera partita dell’eguaglianza non si gioca sul terreno delle categorie giovani/anziani né su quello tra sani/malati, ma, sulla tensione fra gli stessi soggetti dell’eguaglianza, cioè fra malati e malati. In quest’ultimo caso, si pongono i problemi inerenti ai conflitti distributivi, che non possono essere risolti con una forma di ingiustizia come la discriminazione in base all’età. Il rischio dell’argomentazione di Daniels è di non occuparsi delle categorie dei malati più gravi, che dovrebbero essere al centro di una teoria della giustizia, giacché rappresentano i casi ingiusti.