Daniels è uno degli interpreti meno conosciuti di Rawls. È fra i più importanti filosofi statunitensi ad indagare il nesso tra giustizia e assistenza sanitaria dalla fine degli anni Settanta ad oggi. Egli è stato uno dei primi filosofi a riconoscere l’importanza dell’assistenza sanitaria per la filosofia liberale egualitarista. Si può considerare, a mio avviso, un filosofo a metà strada tra la filosofia politica e la bioetica. Si occupa, infatti, della più politica tra le questioni bioetiche: la distribuzione di health care, il disegno di un giusto assetto del sistema sanitario e il diritto alle prestazioni mediche nell’ambito delle teorie della giustizia con particolare riferimento alla teoria rawlsiana. Proprio per questo, il suo approccio è in sintonia con la filosofia politica, apportando notevoli contributi all’estensione della teoria di Rawls all’health care, avallate da quest’ultimo che non manca di citarlo in tutte le sue opere principali e di modificare anche alcune parti della sua teoria. Chiunque leggesse con attenzione le opere maggiori di Rawls noterebbe il nome di Daniels: è ovvio in quanto si manifesta immediatamente alla vista, ma il mio compito, in tale sede, è fare una ricerca filosofica proprio sull’ovvio e sullo scontato, perché pur vedendo il suo nome, non si vede. Per dirla con le parole del filosofo tedesco Ludwig Wittgenstein: «Come mi riesce difficile
vedere ciò che è davanti ai miei occhi!»378. In questo capitolo, tenterò dunque di ricostruire il
rapporto tra i due filosofi che, in realtà, non è mai stato degno di attenzione da parte della filosofia politica e ciò per un motivo: per esplorare il rapporto tra i due filosofi, bisogna necessariamente occuparsi di tematiche concernenti la salute, ma poiché la salute è stato ed è un argomento trascurato dalla filosofia politica è stato tralasciato anche tale rapporto. Daniels, le cui opere non sono mai state tradotte in italiano, si può certo includere nell’ambito degli studi della filosofia politica neo-contrattualistica. Le sue critiche alla teoria rawlsiana sono significative e possono aprire un varco per nuove indagini non solo nell’ambito della teoria rawlsiana, ma anche nel contesto delle tematiche inerenti alla salute. Infatti, nel presente capitolo cercherò di proporre la mia confutazione della teoria della giustizia di Daniels e le mie modifiche al suo modello che il filosofo ha elaborato nell’arco di una ricerca trentennale: confutazioni e modifiche costituiscono delle personali argomentazioni analitiche che hanno il
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fine di sviluppare ed estendere la parte più teorica del suo approccio. Quest’ultima rappresenta per me un punto di partenza imprescindibile.
Daniels si è occupato di svariati argomenti connessi al rapporto tra giustizia e assistenza sanitaria. In qualità di filosofo morale ha concentrato l’attenzione sul problema della giustificazione in etica, esplorando il concetto rawlsiano di “equilibrio riflessivo” e dedicandosi a studi critici sulla teoria di Rawls. Nell’ambito del rapporto tra giustizia e health care di fondamentale importanza riveste la questione dell’eguale accesso alle prestazioni sanitarie e della giustizia distributiva tra gruppi. Nell’ambito globale, il filosofo si muove verso la ricerca riguardante la salute delle popolazioni, la salute come diritto umano e le ineguaglianze internazionali; in quello locale, verso gli interessanti argomenti relativi alla riforma del servizio sanitario statunitense. Occorre, tuttavia, ai fini filosofico-politici fare una selezione degli argomenti trattati da Daniels tra i tantissimi articoli accademici e le undici opere che l’autore ha pubblicato e sulle quali ho molto meditato. Infatti, devo mettere da parte
gli articoli e i testi che riguardano la riforma del sistema sanitario del suo paese379.
L’obiettivo, infatti, del mio lavoro non è porre l’accento su un determinato paese, ma è quello di elaborare principi normativi e teorici per una giusta distribuzione di assistenza sanitaria, tralasciando i dati empirici, gli elementi più tecnici della questione e gli argomenti che riguardano l’ambito bioetico come il rapporto tra medico e paziente o il livello d’analisi microdecisionale. Ho sostenuto che Una teoria della giusta salute è locale, ma il mio concetto di “locale” astrae sempre e comunque dal contesto domestico: più la teoria è astratta e meglio è. Si tratta di un modello per le società occidentali e a scarsità moderata. Tuttavia, non può essere globale e perciò devo escludere gli studi di Daniels riguardanti la salute delle
popolazioni che tratterò di sfuggita e in modo strumentale380. L’esclusione delle dinamiche
globali deriva dalla constatazione della complessità degli argomenti inerenti all’health e
379 Tra gli articoli menziono: N. DANIELS, Toward Ethical Review of Health System Transformations, in
«American Journal of Public Health», 96:3 (2006), pp. 447-451. I testi, invece, sono due. Il primo: N.DANIELS,
Seeking Fair Treatment. From the AIDS Epidemic to National Health Care Reform, Oxford University Press,
Oxford 1995. In quest’opera il filosofo mette in evidenza, da una parte, l’epidemia di AIDS negli Stati Uniti iniziata a partire dagli anni Ottanta; dall’altra, l’insufficienza del sistema sanitario di fronteggiare questa malattia. Dunque, il sistema va riformato e reso più giusto soprattutto perché «i pazienti affetti da HIV soffrono di speciali forme di discriminazione» (Ivi, p. 153). Il secondo: N.DANIELS,D.W.LIGHT,R.L.CAPLAN, (eds.),
Benchmarks of Fairness for Health Care Reform, Oxford University Press, Oxford 1996. A differenza del primo,
quest’opera è frutto della collaborazione tra Daniels, il sociologo Donald Light e l’economista Ronald Caplan. L’opera si propone di essere una discussione filosofica e politica che riguarda l’elaborazione dei c.d.
benchmarks della riforma sanitaria statunitense: «L’obiettivo di quest’opera è di porre la giustizia come
questione nel dibattito nazionale sulla riforma sanitaria e il disegno del nostro sistema sanitario» (Ivi, p. 3).
380 Mi riferisco al volume edito nel 2008 che tratta in modo specifico la salute globale: N.DANIELS, Just Health. Meeting Health Needs Fairly, Cambridge University Press, Cambridge 2008.
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all’health care. Nella dimensione globale esiste una moderna e originale tendenza nel trattare queste tematiche all’interno, però, di studi collaborativi che sono il frutto del dialogo tra filosofi, economisti, sociologi ecc. L’orizzonte globale di tali studi è definito sotto la categoria di health equity. Si tratta, come dice Sen, di una broad discipline che include un’immensa ricchezza di argomenti riguardanti la salute e ha una grande rilevanza per la giustizia sociale, ma è alquanto arduo e arbitrario concentrarsi su un unico aspetto e considerarlo superiore
rispetto ad altri o elaborare un unico principio di giustizia381. Accogliendo il suggerimento di
Sen, nei due capitoli che seguono pongo, quindi, dei limiti alla mia ricerca, escludendo la Global Health per rimandarla a studi futuri382. Nel presente capitolo procedo così: illustro la teoria sistematica di Daniels; propongo le mie confutazioni e introduco delle modifiche al suo modello di giustizia.