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II. Il tempo inconciliato

2.1 Il tempo dei campioni

L'assenza del tempo è il presupposto fondamentale per ritrovare la staticità necessaria al contatto con l'universo gnostico che nella trilogia ossessiona Walter. È proprio la sospensione temporale che sostanzia lo sguardo impossibile, senza soggetto, «vacuo e non relazionale» della perversione voyeristica. Lo sguardo e la fissazione, afferma Lacan, sono due elementi fondamentali per la comprensione delle perversioni, che si caratterizzano sempre per lo statuto immobile, cristallizzato in un’immagine, dell’oggetto del desiderio:

65 Ibidem 66 Ivi, p. 23

con il fantasma ci troviamo dinanzi a qualcosa […] che fissa, riduce allo

stato di istantanea, il corso della memoria […]. Immaginate che un movimento cinematografico, che si svolge rapidamente, si fermi di colpo in un punto, fissando tutti i personaggi. Questa istantanea è caratteristica di una riduzione della scena piena, significante, articolata da soggetto a soggetto, a quel che si immobilizza nel fantasma, che rimane carico di tutti i valori erotici inclusi in quel che essa ha espresso e di cui è la testimonianza e il supporto, l’ultimo supporto che rimane.

Tocchiamo qui con mano come si formi ciò che si può chiamare lo stampo della perversione, vale a dire la valorizzazione dell’immagine.68

Prendiamo ad esempio uno tra i tanti episodi di amore fugace e occasionale che testimonierebbero la presenza di una realtà (o di una non-realtà, di un'anti-realtà, di un'a-realtà) gnostica, veicolata da uno dei “messaggeri” divini, ossia da un “nudo maschile”. Si tratta di un approccio dalle tinte imbarazzanti con un fruttivendolo ravennate:

Alla disperata: potrebbe fare del cinema, sinceramente non ci ho mai pensato, con quel fisico, se vuole in macchina ho la polaroid, ce l'ho anch'io possiamo usare la mia, aveva già mangiato la foglia («servizio a domicilio» mi avrebbe detto alla fine) ma stava al gioco. Non posso abbandonare il negozio incustodito: va a chiamare la moglie dalla pettinatrice lì accanto, arriva la povera donna in bigodini, le dice devo salire un momento con questo signore e la lascia giù di guardia; per le scale di legno mi chiedevo fin dove si spingerà, la risposta me la diede quando arrivati in camera chiuse la porta a chiave. […] Mentre gli venivo in bocca avrei voluto che il suo cazzo si riflettesse in entrambi gli specchi. Non fu così, o meglio ancora adesso non so se fu così, perché troppo rapido il barbaglio delle cosce e i miei occhi ebbero un appannamento in quell'istante.

Quando un corpo infinito si muove, ho bisogno di fissarlo in una posizione che riassuma tutte le altre, una posizione perfetta che può essere determinata solo dal caso e che è abolizione del caso. […] Il corpo infinito non nega il movimento per difetto ma per eccesso, non sotto ma sopra la soglia della percezione. Lo strano puntuale mancamento della vista non è che il limite invalicabile sul quale si misura l'insufficienza dei nostri sensi umani. […]

Non era la polaroid una scusa per l'amore ma viceversa.69

È interessante che l'avvicinamento ad un momento simile coincida con una crescita della tensione e con un dialogo polifonico, in cui il discorso diretto libero, che assume la

68 J. Lacan, Il seminario, libro IV, cit., p. 117 69 Sdn, p. 25

parola dell'altro nella voce narrante, e l'alternanza dei tempi verbali danno la sensazione di una circuizione non solo sessuale, ma anche, per così dire, linguistica dell'altro. L'alternanza incalzante tra prima e terza persona per dare voce all'innominato fruttivendolo esprime l’eccitazione «disperata» che attraverso il dialogo tra i due personaggi prepara la liberazione della tensione proprio quando il coito giunge al culmine. A tale vetta segue un momento riflessivo, distanziato dalla diegesi attraverso il tempo presente e generalizzante di una prosa argomentativa. Secondo un'impostazione retorica riprodotta più volte nel testo, peculiarità del ritmo della prosa sitiana, il momento drammatico è interrotto bruscamente dall'effetto rilassante dell'eiaculazione, che però viene frustrato dall'impossibilità di essere fissato e reso eterno. La contingenza e la successione cronologica della realtà, questa «mano sgarbata» che assume i contorni di una persecuzione «impersonale»70 e che impedisce l'instaurazione di uno stato di godimento eterno (e nemmeno consente un suo ricordo in forma d'immagine: «avrei voluto che il suo cazzo si riflettesse in entrambi gli specchi. […] Ancora adesso non so se fu così»), torna inesorabilmente ad imporsi. Così potremmo considerare la riflessione generalizzante e argomentativa come lenitivo per la frustrazione rispetto all’impossibilità di cogliere, e vieppiù di esperire, tale pienezza perfetta del godimento.

Il nudo maschile si rivela esplicitamente, sin da subito e con una solidità che permarrà inscalfibile per tutto l'arco della trilogia, un feticcio71, un oggetto impossibile del desiderio di Walter, che cancella il tempo e con lo stesso gesto blocca ogni dialettica, estromette l'angoscia dell'assenza, riempe ogni vuoto, «nega la natura, cioè nega la madre, ma insieme nega il tempo dove si impara a fare a meno di lei: quindi riafferma la dipendenza della madre»72. La perversione è dunque, in questa paradossale oscillazione tra negazione e affermazione di una dipendenza, la dimensione del desiderio di Walter, la gabbia in cui egli coltiva i propri fantasmi. In questo senso, agli occhi del protagonista il tempo della realtà non può che rivelarsi implacabile demone che divora i suoi figli, Chronos e non Aion, da combattere e da negare: Walter è bloccato in quella “cattiva infinità” che costringe alla condanna della ripetizione chi non riconosce il tempo come legge implacabile del nostro mondo. Ma chi pretende di

70 Ivi, p. 22

71 Così esplicitamente definito in ivi, p. 25 72 Ivi, p. 78

ignorarlo, così come esibisce la volontà di negare il concetto psicanalitico di legge (cioè di limite), ne è nonostante ciò (e anzi, in analogia con la struttura paradossale della perversione appena incontrata, proprio per questo) vittima impotente e livorosa: ecco una possibile interpretazione del passaggio sulla legge che abbiamo citato in apertura di capitolo73.