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L’impiego dei riti juju per favorire la tratta degli esseri uman

Capitolo 3 La tratta ogg

3.4. L’impiego dei riti juju per favorire la tratta degli esseri uman

I riti juju sono dei macabri rituali che influiscono fortemente nella tratta di esseri umani soprattutto nei confronti delle ragazze nigeriane 31 Come, infatti, ha affermato dalla Corte di Strasburgo nel caso Cyprus and Russia, lo

Stato può essere condannato per non essersi dotato di adeguate misure e programmi allo scopo di contrastare il fenomeno della tratta.

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che scelgono di partire per l'Europa: queste donne vengono ricattate mediante questi riti e obbligate a prostituirsi.

Il termine Juju indica la religione professata dalle persone che appartengono al etnia Yoruba 32.

Il termine deriva dalla lingua francese ed indica un piccolo oggetto o un gioco: esso cominciò a ottenere diffusione e ad essere utilizzato nel momento in cui gli europei che arrivarono in Africa nel XV secolo videro che le persone del luogo indossavano al collo dei piccoli sacchetti contenenti varie cose come polveri, vegetali o ossa di animali; inizialmente gli europei credettero che questi oggetti venissero utilizzati come idoli ma successivamente capirono che essi venivano usati come simboli della forza e della grandezza di Dio (Nwaubani, 2018).

I riti juju sono maggiormente praticati nella regione dell’Edo e alla Delta del Niger: la convinzione che caratterizza tale religione riguarda la credenza nello spirito del mondo e di come gli dèi siano in grado di influire nella vita quotidiana 33.

I trafficanti di esseri umani che sono attivi in quelle zone della Nigeria utilizzano le credenze correlate a questa religione per ricattare le

32 Tale termine che viene usato per indicare la religione delle persone di etnia Yoruba. Se si

guarda alle percentuali di come le varie religioni sono distribuite nel mondo, il cristianesimo occupa il 33% del totale mentre l’Islam il 21%. Però il 6% della popolazione mondiale pratica o crede tutt’ora nei culti tradizionali africani. Questa percentuale è la stessa delle persone che praticano il Buddismo e le religioni tradizionali cinesi (Nwaubani, 2018).

33 È credenza comune di molti nigeriani che, qualsiasi cosa accada nella vita delle persone,

fosse già scritto. Secondo questa visione del mondo gli dei hanno già predisposto la tua vita. Niente accade per caso, è tutto già scelto. Se una persona condu ce una bella vita, gli accadranno belle cose. Gli spiriti sono i messaggeri degli dei e fungono da tramiti tra gli alti dei e gli uomini che vivono sulla terra. Facendo un paragone con i cristiani gli spiriti possono essere considerati una sorta di angeli (Nwaubani, 2018).

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vittime, e per fare ciò corrompono anche sacerdoti e sciamani al fine di ingannare queste persone e rafforzare le credenze degli spiriti: ciò rende le vittime molto più vulnerabili su questo tema che viene utilizzato come arma da parte dei trafficanti stessi.

Nel momento in cui la vittima viene sottoposta ad un giuramento di obbedienza viene catturata e tenuta prigioniera mediante i riti juju, e obbligata al eseguire gli ordini dei suoi carnefici.

Anche se a volte il loro carnefice è lontano svariati chilometri dalle vittime queste ultime hanno sempre la sensazione di essere sempre sotto controllo, una sensazione che li spinge ad eseguire ogni ordine poiché sentono la loro vita a rischio.

Questo controllo è stato dimostrato numerose volte nel Regno Unito: le vittime che arrivavano in Gran Bretagna, essendo molto giovani, vengono affidate alle autorità locali ma questa custodia dura ben poco poiché dopo pochi giorni scelgono di raggiungere i trafficanti che provvederanno a trasferirli in altre zone del Regno Unito o nel sud dell'Europa (Nwaubani, 2018).

Le credenze sugli spiriti che sono talmente potenti che ostacolano anche l'operato delle forze dell'ordine in tutta Europa: è molto difficile per queste autorità ottenere informazioni dalle vittime di traffico poiché queste ultime si rifiutano di parlare, non dichiarano di essere state sottoposte a suddetti ricatti e non intendono accusare i propri carnefici; questo spiega perché sono veramente pochi i trafficanti di esseri umani nigeriani che vengono condannati in Europa, ma le indagini che si stanno conducendo ultimamente hanno permesso di programmare degli interventi per combattere più efficacemente questa tratta.

Il compimento del rituale juju prevede lo svolgimento di una specifica cerimonia durante la quale viene chiesto alle persone di denudarsi al

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fine di farle sentire ancora più vulnerabili: nel corso di questa cerimonia il sacerdote esegue degli incantesimi invocando uno spirito, il semidio "Eshu" 34, con il quale la vittima dovrà stipulare un

contratto.

Dopo aver invocato questa divinità il sacerdote, mediante l'ausilio di un rasoio, pratica numerose ferite sulla pelle della vittima provocandone il sanguinamento e sulle ferite viene gettata la cenere contenente lo spirito invocato in modo che quest'ultimo penetri nel corpo della vittima 35.

Successivamente viene chiesto alla vittima di prestare giuramento davanti all’effige di questa divinità promettendo di consegnare tutti i soldi al suo trafficante, di obbedire a qualunque cosa venga ordinato, di non provare mai a scappare e di non parlare mai con nessuno in merito al rituale o ai suoi carnefici; durante la cerimonia viene riferito alla ragazza che qualora non tenesse fede al proprio giuramento il semidio invocato durante la cerimonia manderà degli spiriti a pulirla anche con la morte se necessario (Nwaubani, 2018).

Dopo la fine del giuramento la ragazza viene costretta a mangiare la carne cruda di un cuore del pollo appena ucciso insieme all'alcol: la cerimonia si conclude in questo modo e la ragazza può rivestirsi e abbandonare il santuario.

I trafficanti spesso corrompono i sacerdoti e gli sciamani che conducono il rito juju e spingono all'obbedienza le ragazze mediante 34 Eshu è il figlio più giovane e viziato di 'Olodumare', e questo lo rende il miglior semidio

da usare. È malizioso, un imbroglione e dirigerà gli spiriti morti-morti per realizzare i suoi desideri (Nwaubani, 2018).

35 Successivamente il sacerdote prende alcuni ciuffi di capelli della persona, oltre a dei peli

pubici e delle ascelle nel caso la vittima sia una ragazza. Li mette all’interno di un vaso. Poi raccoglie la biancheria intima della persona e pone anche questa all’interno del vaso. Quest’ultimo viene sigillato e posto all’interno di un santuario (Nwaubani, 2018).

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pozioni e incantesimi; solitamente in questi santuari le ragazze vengono portate dai protettori, dai contrabbandieri e in alcuni casi perfino dagli stessi genitori.

Il rito juju si qualifica come un tassello della condizione di coercizione a cui sono sottoposte migliaia di donne e ragazze nigeriane che sono costrette a vendere il proprio corpo nella schiavitù sessuale in Europa; anche l’Italia rappresenta una delle loro mete e qui vi arrivano dopo un lungo viaggio attraverso il Nord Africa e il Mediterraneo (Nwaubani, 2018).

Le donne hanno così a che fare con un debito pesantissimo e con minacce di violenza, ma allo stesso tempo diventano responsabili del ciclo di sfruttamento poiché molte delle vittime diventano successivamente carnefici tornando in Nigeria per reclutare altre ragazze: secondo quanto rilevato dalle forze di polizia e dei gruppi di attivisti che da anni combattono per salvare queste vittime e tutelare i loro diritti umani 36.

Kokunre Eghafona, docente di sociologia e antropologia all’università di Benin City e consulente per l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (OIM), ha affermato, nel corso di un’intervista, che queste

donne dopo essere state vittime di tratta e costrette a prostituirsi sono

36 Secondo l’ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del

crimine (Unodoc), più di nove donne nigeriane su dieci entrate in maniera illegale in Europa vengono dall’Edo, uno stato a maggioranza cristiana con una popolazione di tre milioni di abitanti. Gli attivisti denunciano che i trafficanti nigeriani stanno sfruttando la crisi migratoria in Europa per portare le ragazze in Libia e poi attraverso il Mediterraneo fino in Italia. “Le donne dello stato di Edo hanno cominciato ad arrivare in Italia per comprare oro e perline all’inizio degli anni ottanta e hanno notato che c’era un mercato fiorente nel settore della prostituzione”, spiega Kokunre Eghafona, docente di sociologia e antropologia all’università di Benin City e consulente per l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim) (Nwaubani, 2018).

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tornate in Nigeria con l'incarico di reclutare altre donne: queste donne vengono denominate madame e rappresentano le mediatrici dei trafficanti di esseri umani della Nigeria; in qualità di ex vittime che si sono trasformate in mediatrici vessano altre donne per introdurle alla prostituzione.

Le madame prima di organizzare il viaggio delle vittime fanno firmare a queste donne un contratto per finanziare il loro viaggio, prevedendo dei debiti molto ingenti che potranno essere saldati solo dopo molti anni (Nwaubani, 2018).

Dopo aver firmato questo contratto le ragazze vengono sottoposte ai rituali juju al fine di tenerle soggiogate ai loro trafficanti con la superstizione: gli spiriti, richiamati nel rituale, incutono molto terrore nelle vittime convinte che i loro cari potessero addirittura morire per mano loro qualora avessero disobbedito ai trafficanti, se fossero andate alla polizia o se non avessero saldato il proprio debito.

In alcuni casi molti genitori nigeriani diventano complici dei trafficanti poiché spingono le figlie ad obbedire ai loro carnefici nel timore che l'incantesimo juju possa rivoltarsi contro di loro (Nwaubani, 2018):

Seduto sul pavimento circondato da fiale, ossa di animali e lenzuola macchiate di sangue rosso cremisi, lo sciamano Olor Elemian descrive il modo in cui spaventa le ragazze inducendole all’obbedienza con pozioni e incantesimi noti con il nome di juju. Protettori, tenutarie, contrabbandieri e perfino i genitori portano le ragazze nel suo santuario nel villaggio di Amedokhian, vicino alla città di Uromi nella Nigeria meridionale. Qui bevono miscugli in cui sono immersi pezzi di unghie, peli pubici, biancheria intima o

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gocce di sangue. “Posso fare in modo che non riesca mai a dormire bene né a trovare pace finché non avrà saldato il suo debito”, dice questo sacerdote tradizionale di 39 anni che tutti nei dintorni chiamano semplicemente “doctor”. “Qualcosa nella sua testa continuerà a ripeterle ‘Devi pagare!’”. “I soldi che una ragazza riuscirà a guadagnare non dipendono da quanto duramente lavorerà”, dice, mostrando con orgoglio il suo nuovo cellulare e il bungalow che spicca in mezzo alle capanne di fango dei vicini. Questi segni del benessere sono finanziati interamente dalla gratitudine delle clienti in Italia, racconta.(Cit. Nwaubani, 2018) 37.