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i sostegni previsti nel Patto per l’Inclusione sociale.

3.8.1 Implicazioni operative della misura

Si ritiene utile sintetizzare in uno specifico paragrafo quali siano gli strumenti di lavoro costruiti per gli operatori sociali per la realizzazione dei Patti di inclusione e descrivere alcune delle numerose teorie che hanno ispirato questo lavoro.

La definizione del Patto per l’inclusione, che prevede specifici impegni da parte della famiglia e supporti da parte dei servizi territoriali, richiede sia svolta preventivamente una valutazione multidimensionale finalizzata ad identificare i bisogni del nucleo familiare e dei suoi componenti, tenuto conto delle risorse e dei fattori di vulnerabilità del nucleo, nonché dei fattori ambientali e di sostegno presenti.

La valutazione multidimensionale si svolge in una Analisi preliminare, rivolta a tutti i nuclei beneficiari del Reddito di cittadinanza convocati dai servizi sociali, e in un Quadro di analisi approfondito, realizzato, nel caso ne emergesse la necessità, in base alle condizioni complessive del nucleo rilevate attraverso l’Analisi preliminare.

La predisposizione della valutazione multidimensionale e del Patto per l’inclusione sociale è un’operazione articolata che richiede di incontrare le persone, comprendere le circostanze in cui vivono, per costruire con loro una relazione da cui scaturisca motivazione verso un impegno progettuale comune. Concretamente essa prevede tre passi: l’Analisi preliminare, la costruzione del Quadro di analisi, la definizione, mediante un percorso di progettazione personalizzata, del Patto per l’inclusione sociale.

Il gruppo di lavoro costituito dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e incaricato di realizzare la strumentazione per rendere operativi questi tre passi, ha ritenuto di mettere a disposizione degli Ambiti territoriali una strumentazione unitaria composta dai tre singoli strumenti previsti dalla norma:

1. la scheda per costruire l’Analisi preliminare; 2. la scheda per costruire il Quadro di analisi;

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L’Analisi preliminare viene effettuata presso i servizi competenti in materia di contrasto alla povertà identificati dai Comuni, in forma singola o associata, nel rispetto degli indirizzi regionali, al fine di orientare, mediante colloquio con il nucleo familiare, le successive scelte relative alla definizione del Patto per l’inclusione sociale. L’analisi viene programmata in esito alla verifica del soddisfacimento dei requisiti di accesso al RdC, entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio.

L’Analisi è composta da 5 sezioni: a) anagrafica del nucleo;

b) dati dell’ISEE del nucleo familiare. La sezione è alimentata dall’INPS con le informazioni estratte dal Sistema informativo dell’ISEE;

c) sezione che integra le informazioni sui componenti il nucleo e la situazione economica con ulteriori informazioni volte ad identificare eventuali fattori di vulnerabilità, per identificare i bisogni della famiglie ed orientare il successivo percorso. Le aree di osservazione sono: bisogni di cura, salute e funzionamenti; situazione economica; situazione lavorativa e profilo di occupabilità; educazione, istruzione e formazione; condizione abitativa; reti familiari e sociali;

d) eventuali servizi attivi per il nucleo familiare. Tale informazione è utile per la successiva composizione della equipe multi-disciplinare e per la definizione del Patto per l’inclusione sociale. Infatti, se un componente il nucleo è già stato valutato da altri servizi e dispone di un progetto per finalità diverse, la valutazione e la progettazione sono acquisiti ai fini della definizione del patto, integrando il Quadro di analisi; e) la sezione 5, come conseguenza dell’analisi delle sezioni precedenti, orienta il

percorso successivo, indicando la modalità con la quale si procederà alla definizione del Patto per l’inclusione sociale.

Il Quadro di analisi si colloca, metodologicamente, dopo l’analisi preliminare.

Secondo la normativa, dall’Analisi preliminare al Patto di inclusione intercorrono al massimo 20 giorni, all’interno dei quali deve essere, se del caso, compilato il Quadro. Il Quadro si compone di 2 aree.

1) Area ambiente e famiglia, che ha come unità di analisi la famiglia nel suo complesso e prende in esame 5 dimensioni:

-

Situazione economica (capacità di gestione del budget e di risparmio);

-

Situazione abitativa (condizione abitativa interna ed esterna all’abitazione);

-

Bisogni di cura e carico di assistenza (cura dei minori/bambini e cura di famigliari nel nucleo e fuori del nucleo);

-

Bisogni di cura dei bambini e dei ragazzi (bisogni di affetto, sicurezza, stabilità, autonomia e socializzazione; bisogni di base, di salute e materiali; bisogni cognitivi ed educativi);

-

Reti familiari, di prossimità e sociali (risorse familiari e relazioni di parentela, con i membri della famiglia ristretta, della famiglia allargata, nelle parentele più lontane; risorse relazionali e attività con il contesto sociale).

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2) Area bisogni e risorse della persona, che ha come unità di analisi i singoli componenti adulti che vivono nella famiglia ed è diretta a rilevare la situazione del richiedente il RdC e degli altri componenti adulti della famiglia prendendo in esame 3 dimensioni:

-

salute e funzionamenti (stato di salute e funzionamenti; cura della persona in relazione agli ambienti e ai contesti; capacità di fronteggiamento);

-

istruzione, formazione e competenze (istruzione; competenze relative alla comunicazione; formazione extrascolastica; competenze relative al saper fare);

-

condizione occupazionale (situazione occupazionale; profilo sul mercato del lavoro;

esperienze realizzate negli ultimi 5 anni a partire dalle più recenti; capacità e disponibilità alla mobilità e agli spostamenti casa/lavoro).

L’equipe è aiutata a sintetizzare l’analisi effettuata utilizzando un “Descrittore sintetico” per ogni sottodimensione, che rappresenta:

a) una scala di intensità da 1 a 6 del bisogno relativo alla singola sottodimensione, cui l’equipe assegna valori più alti, qualora identifichi forze/risorse a disposizione del nucleo e valori più bassi per indicare situazioni di debolezza e quindi di bisogno. L’attribuzione di un punteggio lungo questa scala assume la mera funzione di sintesi di un’analisi qualitativa, finalizzata a identificare le dimensioni cui dare priorità nel progetto personalizzato;

b) una indicazione sintetica, sempre per ogni sottodimensione, sulla eventuale necessità di coinvolgimento di altri servizi: situazione già conosciuta dai servizi (C); situazione da evidenziare ad altro servizio per l’opportuna presa in carico (E). Inoltre va indicato se rappresenta una Priorità su cui intervenire (P).

I quaderni dei Patti per l’inclusione sociale. Quadro di analisi (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, 2019)

La progettazione per la definizione del Patto per l’inclusione sociale nel RdC è un processo che prende avvio dalla valutazione multidimensionale, costituita dall’Analisi preliminare, in assenza di bisogni complessi, dall’Analisi preliminare e dal Quadro di analisi per i nuclei/i soggetti in cui emerge la necessità di realizzare un approfondimento sulla situazione della famiglia. La definizione del Patto avviene con la più ampia partecipazione del nucleo familiare, facendo riferimento ad una o più aree di osservazione emerse come rilevanti nella valutazione multidimensionale. Le dimensioni di progettazione oggetto del Patto per l’inclusione sociale possono essere una o più di una e possono, eventualmente, cambiare nel tempo sulla base dei bisogni della famiglia/del soggetto, delle sue risorse e dei risultati conseguiti in itinere.

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Al fine di facilitare la costruzione del Patto per l’inclusione sociale vengono messi a disposizione:

- un elenco degli Obiettivi generali e dei risultati specifici; - un elenco degli Impegni;

- un elenco dei Sostegni.

Gli Obiettivi generali e i relativi risultati specifici sono declinati sulla base delle dimensioni del Quadro di analisi e, in assenza di bisogni complessi, sulla base dell’Analisi preliminare. Gli Impegni sono invece definiti con riferimento almeno alle seguenti aree (articolo 6, comma 5):

a) frequenza di contatti con i competenti servizi responsabili del progetto;

b) atti di ricerca attiva di lavoro e disponibilità alle attività del D.Lgs. 147/2017, integrate dal D.L. 4/2019;

c) frequenza e impegno scolastico;

d) comportamenti di prevenzione e cura volti alla tutela della salute, individuati da professionisti sanitari.

Sono inoltre definiti, in coerenza con il profilo professionale del beneficiario, nonché in base agli interessi e alle propensioni emerse nel corso della valutazione multidimensionale, impegni relativi alla partecipazione a progetti a titolarità dei Comuni, utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, da svolgere presso il Comune di residenza, mettendo a disposizione un numero di ore compatibile con le altre attività del beneficiario (non superiore ad 8 ore settimanali).

Integrare le diverse teorie favorisce il lavoro fra attori che hanno professionalità e competenze diverse, evita approcci troppo stretti e dogmatici, aumenta la capacità dei professionisti di andare oltre le proprie cornici culturali (Sclavi, 2003), di essere flessibili, di prendere decisioni pertinenti ai bisogni delle persone e di accogliere le visioni altrui.