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i sostegni previsti nel Patto per l’Inclusione sociale.

5) L’AMBITO TERRITORIALE DI BELLUNO

5.3 Mappatura dei bisogni sociali territorial

La scarsità di informazioni sui bisogni della popolazione, ed in particolare sul tema trasversale della povertà, ha fatto sì che l’Ufficio unico di ambito di Belluno avviasse un lavoro di monitoraggio con i servizi sociali professionali del territorio per verificare la percezione della povertà da parte dei professionisti, quali sentinelle delle esigenze territoriali.

Con il presente lavoro, l’ufficio dell’ente capo fila ha inteso promuovere una riflessione all’interno del sistema dei Servizi sociali, socio sanitari e sanitari, sui temi legati alla povertà. Il lavoro non ha la presunzione di essere esaustivo nei dati esposti ma costituisce

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una prima traccia di lavoro sulle percezioni di bisogni raccolte attraverso la lente del servizio sociale nelle diverse articolazioni territoriali.

Lo schema di lavoro proposto ha chiesto di analizzare la casistica in carico nel 2018 per individuare le condizioni ascrivibili nelle categorie di povertà assoluta, povertà relativa e rischio povertà secondo la codifica data dall’ISTAT. (*ALLEGATO B)

Allegato B all’Atto: Percezione della povertà da parte degli assistenti sociali dei servizi dell’ambito Ven 01 Belluno

Dai dati riportati emerge una sostanziale differenza territoriale nella percezione degli assistenti sociali e/o anche nella cura della raccolta del dato. Si può affermare come il tema della povertà necessita di una lettura trasversale alle aree di salute e talvolta, in funzione dell’attenzione riservata all’analisi di altre problematiche, rischia di passare in secondo piano.

In sostanza l’1% della popolazione generale entrata in contatto con i servizi, presenta una condizione di povertà conclamata o a rischio di povertà. Il Cadore è rappresentato come il territorio con un maggiore bisogno e che si misura con la mancanza di prospettive occupazionali, dopo la crisi delle occhialerie e con lo spopolamento che raggiunge i picchi più alti della provincia con percentuali del 60% a Cibiana e due cifre a Santo Stefano ed Auronzo (Cason, 2018).

E’ stato poi chiesto ai servizi territoriali di confrontarsi sulle tipologie di bisogni prevalenti, tracciati nella casistica in carico. La dimensione occupazionale e lavorativa è rappresentata come l’area prevalente di bisogno, seguita dagli aiuti economici e dai problemi dell’ambiente. (*ALLEGATO B)

Allegato B all’Atto: Percezione della povertà da parte degli assistenti sociali dei servizi dell’ambito Ven 01 Belluno

Nel corso di una giornata di formazione organizzata dal Comune di Belluno, gli assistenti sociali sono stati coinvolti, oltre che nel lavoro di analisi quantitativa sopra riportata, in un lavoro in gruppi, rispetto alle aree tematiche individuate: bisogni abitativi, povertà educativa, lavoro/occupazione, dignità e misure di sostegno al reddito.

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1. Percezione del tema assegnato: che informazioni ho, come professionista che lavora nel (e con) il territorio? Cosa mi suscita?

2. Prospettive nell’attivazione di risorse: quale lavoro richiede/è utile con la Comunità locale?

3. Suggerimenti di integrazione professionale: di che cosa ci sarebbe bisogno? Quali azioni professionali si considerano necessarie per fronteggiare il cambiamento in atto? (*ALLEGATO B)

Sintesi domanda 1

Rispetto alla questione abitativa si rileva una maggior domanda ai servizi rispetto al passato, anche per effetto dell’affievolimento dei legami familiari. Il peso economico della casa è aumentato sia per i costi di locazione che per gli interventi manutentivi.

La presenza dell’edilizia popolare si scontra tra affitti bassi e spese condominiali alte, per effetto di dispersione termica e mancanza di manutenzione degli immobili.

Per le famiglie e i bambini, le maggiori difficoltà sembrano concentrarsi nell’accesso alle attività extrascolastiche sia per aspetti economici che per la capacità genitoriale nel riconoscere il valore di alcune esperienze di socializzazione e di crescita per i figli. I servizi evidenziano le difficoltà legate all’assunzione dei ruoli genitoriali e alla gestione dell’educazione dei figli, in condizioni di solitudine e mancanza di reti familiari. Si sottolinea la carenza di offerte educative, in particolare in alcune aree e la necessità di integrare le azioni preventive e di supporto con il sistema scuola e formazione per contrastare il drop out e l'abbandono scolastico.

Il tema del lavoro e dell’occupazione pone prioritariamente in evidenza la presenza di sacche di popolazione definite in aree “grige”, prive di certificazioni (L. 68/1999), che non accedono al mercato del lavoro, che restano per lunghi periodi inattivi con la conseguente perdita di autonomie sociali di base. I servizi ribadiscono il valore del lavoro nella dignità della persona e la risultante necessità di evitare percorsi in progetti vari, per tamponare le situazioni senza prospettiva di superamento della precarietà.

Sul fronte delle misure di sostegno al reddito, i servizi hanno espresso considerazioni di inadeguatezza delle misure garantire, legate ad una categorizzazione dell'utenza e alla conseguente scarsa equità distributiva; la prevalenza di intervento nell’urgenza, quando si è di fronte a condizioni di forte complessità; l’assenza di informazioni puntuali ed efficaci sul territorio, sia per i servizi che per i cittadini e la necessità di un coordinamento territoriale tra misure regionali, nazionali locali.

Sintesi domanda 2

Alla seconda domanda, nelle diverse aree, compare il termine “politica” a sollecitare azioni di sistema, su base comunitaria e con attenzione ai territori.

Nell’area dell’abitare si evidenzia la mancanza di risposte all'emergenza ed è rimarcata la necessità di una politica “consortile”.

Nei confronti delle famiglie e dei minori, si pone il tema di servizi meno “formali” di attivazione di servizi comunitari con forme di auto mutuo aiuto, centri di aggregazione e sostegno alla pari tra genitori. Si sollecitano politiche sociali agite nella dimensione “micro”, per promuovere una cultura della famiglie e dei minori.

Il tema del lavoro richiede, secondo gli interlocutori, “vere e proprie scelte di una politica del lavoro”: superare la visione che gli ultimi siano una questione dei servizi sociali e

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riproporla quale tema di appartenenza comunitaria; contrastare, inoltre, la percezione che il disagio abbia una matrice nella sola responsabilità individuale.

Per questo è necessario un lavoro con l’ambiente e la comunità, di cui le aziende sono una parte importante e da coinvolgere sul tema.

Di fronte alle difficoltà economiche, si utilizzano alcune parole-chiave, come: “responsabilizzazione” dei comuni rispetto ai bisogni dei cittadini; “sostegno”, in quanto i comuni dovrebbero poter contare su risorse dedicate per sostenere i singoli e le associazioni che agiscono in maniera significativa nel supporto nelle condizioni di emergenza; “intercettazione del disagio”, in tempo utile e nella condivisione di informazioni e progettualità tra servizi e comuni.

Sintesi domanda 3

Per quanto riguarda i suggerimenti di integrazione professionale, la formazione continua, il coordinamento tra servizi, l’incremento delle sinergie con gli attori del territorio, l’analisi sistematica della domanda del territorio, rappresentano le questioni trasversali alle aree. Si evidenzia la necessità di un cambiamento nel modello organizzativo dei servizi perché vi sia anche un investimento professionale più efficace, nel proporre soluzioni organizzative, analizzare bisogni, integrare le operatività dei servizi e promuovere metodologie più attente alla storia delle persone, alla rilevazione accurata dei bisogni, anche attraverso il diretto coinvolgimento del cittadino-utente. (*ALLEGATO B)

(Per ulteriori dettagli si veda l’ALLEGATO B Atto di programmazione, “Percezione della povertà’ da parte degli assistenti sociali dei servizi dell’ambito”)

5.4 Atto di programmazione territoriale per l’attuazione del “Piano regionale