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i sostegni previsti nel Patto per l’Inclusione sociale.

CONTEGGI FINALI RISORSE UMANE AL 30/06/2019 SOCIALE SENZA

7) Ulteriori obiettivi local

5.5 Lavori in corso: Convenzione, Protocolli operativi, Tavoli tecnic

L’anno 2019 si è caratterizzato per aver dato il via ad un processo di cambiamento del tradizionale assetto organizzativo dei servizi sociali dell’ambito bellunese.

Si tratta di un lavoro dinamico, ma molto lungo e faticoso, che richiede impegno e dedizione costante da parte sia dei tecnici coinvolti, ma soprattutto del comparto politico. Si cercherà di sintetizzare lo stato dell’arte dei “lavori in corso” a gennaio 2020, mese di termine redazione di questa tesi.

Convenzione

Come accennato nel precedente paragrafo, lo strumento identificato nell’attuale fase per la regolazione dei rapporti tra comune capofila e comuni del territorio è la Convenzione (ex art. 30 TUEL), diretta a legittimare il comune di Belluno a svolgere il ruolo di coordinamento delle azioni a garanzia dell’uniformità territoriale di servizi e di prestazioni di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.

La Convenzione è stata approvata nei 46 Consigli Comunali interessati e propone una struttura organizzativa minima per dar corso alle azioni necessarie alla programmazione, alcune già svolte o intraprese: analisi dei bisogni territoriali, ricomposizione della spesa sociale, ricognizione delle risorse professionali e comunitarie; identificazione di obiettivi prioritari ed azioni coerenti con i punti precedenti; realizzazione degli obiettivi attraverso l’attivazione di procedure e di processi coerenti con le metodologie operative; infine, monitoraggio, valutazione e rendicontazione.

Nella convenzione è prevista la realizzazione di una governance territoriale diffusa per aree omogenee: agordino, bellunese, cadore con la nomina di esponenti istituzionali di sub-ambito per l’indirizzo relativo all’atto di programmazione e il raccordo funzionale con il Nucleo Operativo di Ambito.

La convenzione prevede inoltre:

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la presenza della Commissione Tecnica territoriale formata dai Responsabili dei Servizi sociali del territorio e dai referenti dei NOA. Alla stessa, è assegnato un ruolo strategico nella definizione delle azioni con valenza territoriale, a garanzia dell’uniformità e di possibile ricerca di sinergie nella condizione di frammentazione organizzava. Da marzo u.s. la Commissione si è riunita con cadenza mensile;

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la costituzione dei Nuclei operavi di sub-ambito. Data la particolare conformazione orografica dell’ampio territorio di riferimento e alla luce della necessaria operatività con forte caratterizzazione comunitaria, la convenzione propone la costituzione di tre NOA rispettivamente nell’Agordino, nel Bellunese e nel Cadore. I tre referenti NOA sono stati individuati e formalmente nominati da settembre u.s.;

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l’attivazione di un Ufficio unico di direzione di Ambito con il ruolo di regia e coordinamento organizzativo per la realizzazione dell’Atto di programmazione locale.

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Protocollo d’intesa per l’istituzione e il funzionamento del Nucleo Operavo di Ambito (NOA) e dell’Equipe multidisciplinare (EEMM)

Il documento è in fase di sottoscrizione tra l’Azienda Ulss 1 Dolomiti, Veneto Lavoro, le Unioni Montane, le Aziende Speciali dei Servizi Sociali, la Scuola e i soggetti del Terzo settore.

Il Protocollo di organizzazione e di funzionamento del NOA e dell’EEMM è stato redatto e posto all’attenzione dei diversi soggetti istituzionali coinvolti nell’organizzazione dei livelli di valutazione richiesti. In particolare è stato condiviso con:

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Direzione provinciale di Veneto lavoro, per il raccordo funzionale con il Centro per Impiego, il corretto orientamento dei beneficiari del RdC e la collaborazione nell’area dell’occupabilità e della formazione;

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Azienda Ulss, per la partecipazione dei Servizi socio sanitari al lavoro di valutazione multidimensionale ed individuazione delle azioni, sostegni e misure appropriate alla singola situazione, con particolare attenzione alle condizioni genitoriali nei primi mille giorni di vita e nelle condizioni di vulnerabilità in area socio sanitaria (doppia diagnosi, dipendenza...);

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Ufficio scolastico territoriale per il raccordo con gli istituti comprensivi e la possibile partecipazione degli insegnanti alla valutazione e progettazione per i nuclei con presenza di minori;

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la cooperazione sociale, attraverso le articolazioni di Federsolidarietà e Confcooperative;

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il Centro Servizi Volontariato e il Comitato d’intesa delle associazioni della provincia di Belluno, per l’integrazione in progetti per servizi leggeri e di inclusione sociale. E’ previsto il coordinamento dei tre NOA nell’Ufficio di direzione di ambito, attraverso incontri calendarizzati e sistematici, di confronto tra le tre aree territoriali, per garantire uniformità di sviluppo e per monitorare l’operatività, il funzionamento dell’equipe multidisciplinari, gli elementi di forza e i punti di debolezza.

Il Protocollo si configura quale strumento di lavoro integrato, con finalità di costruzione di buone prassi di inclusione e di sostegno ai percorsi d’integrazione interistituzionale e comunitaria. Recependo le indicazioni nazionali e regionali, esso definisce gli assetti organizzativi necessari per realizzare l’integrazione professionale, individuandoli nel NOA e nell’Equipe multidisciplinare.

L’obiettivo è quello di sostenere i percorsi di cambiamento delle persone in condizione di fragilità, al fine di poter superare lo stato di difficoltà e di sviluppare la propria autonomia nelle scelte di vita, attraverso la relazione con i servizi e i patti d’inclusione.

Per garantire interventi efficaci è necessario che i servizi, superando logiche erogative ed assistenzialistiche, sviluppino nuovi approcci orientati alla progettazione personalizzata, al monitoraggio degli esiti, alla relazione generativa nella comunità locale.

L’attivazione di nuovi modelli organizzativi e di prassi operative deriva dalla ratio che il patto d’inclusione si attivi per bisogni complessi, in cui la mancanza di reddito non è la determinante ma l’effetto.

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Il NOA, come delineato nel Piano Regionale, svolge la funzione di raccordo sul piano operativo coordinando le risorse a disposizione, valorizzando le reti del territorio e favorendo l'applicazione delle diverse misure in relazione alle esigenze dei beneficiari. Tale organo è composto da: professionisti dei servizi sociali dei comuni o Enti delegati, personale del Centro per l’impiego, operatori dei servizi socio-sanitari e rappresentanti del terzo settore.

In tale ottica di coordinamento territoriale, il NOA assume un ruolo centrale, interfacciandosi con i vari soggetti coinvolti e attivando processi di lavoro di comunità a supporto dell’efficacia dell'Atto di programmazione locale.

Il coordinamento del nucleo è affidato ad un assistente sociale, individuato dalla Commissione Tecnica territoriale e nominato dal comune Capo fila, sulla base di comprovata esperienza, competenza e conoscenza della rete istituzionale e comunitaria. Tale figura si occupa dell’attivazione delle Equipe Multidisciplinari, favorisce l'utilizzo complementare delle risorse evitando sovrapposizioni e sprechi, garantisce un'azione di monitoraggio e di analisi per l'Ambito e raccoglie informazioni e dati relativi agli interventi, ai progetti ed ai loro follow-up.

Il NOA si configura come una modalità organizzativa a composizione variabile. Sono presenti due figure stabili, che si occupano degli aspetti organizzativi e di supporto metodologico, che vengono individuate nel Referente NOA e nell'Assistente sociale per l’inclusione sociale, i cui compiti vengono dettagliati nel Protocollo (*ALLEGATO C). Il NOA si avvale inoltre della figura del mediatore culturale, laddove necessario, e della rete di mediazione culturale e linguistica attiva nel territorio.

Il NOA si profila quindi come attivatore della rete delle risorse che la comunità può conferire per il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.

Tavoli tecnici

All’interno della cornice istituzionale descritta, il sistema di governance si pone l’obiettivo prioritario di raccordare i diversi interventi per il contrasto alla povertà, in modo uniforme nell’Ambito, con particolare riferimento alle misure previste dalla normativa regionale (RIA, SoA, povertà educativa) e alle altre azioni di supporto e sviluppo di processi di integrazione professionale sociale, socio-lavorava, socio-sanitaria e della comunità locale. Le aree di intervento prioritarie dell’Atto locale riguardano, come precedentemente analizzato: l’inclusione sociale e lavorativa, il sostegno all’abitare, gli interventi di contrasto della povertà educativa e le misure di sostegno al reddito.

Per gli interventi di sostegno all’inclusione lavorativa, la collaborazione con la direzione provinciale di Veneto Lavoro è definita in un protocollo del 28/06/2017 rinnovato al 31/12/2018 e che, alla luce dell’innovazione introdotta con l’Atto locale di contrasto alla povertà, dovrà essere aggiornato e rimodulato con il Protocollo di organizzazione e funzionamento del NOA e dell’EEMM.

Tra gli altri strumenti di governance è prevista la costituzione di un tavolo di lavoro sui temi legati ai bisogni abitativi, con il coinvolgimento dell’ATER e dei soggetti del Terzo settore che intervengono a vario tolo a supporto dei bisogni dell’abitare, con una mappatura delle risorse presenti nel territorio.

L’attivazione del tavolo “povertà ed inclusione sociale”, come disposto dalla DGR 426 del 9 aprile 2019, è prevista come una delle azioni prioritarie nel primo periodo di attuazione dell’Atto, per la necessaria integrazione in area socio-sanitaria. A tal fine è prevista la

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concertazione con l’Ufficio di Piano per l’avvio dell’attività di consultazione e di definizione di processi e strumenti integrati tra i servizi dei comuni e le aree di salute territoriali.

Formazione

Il comune di Belluno, in qualità di ente capofila, ha individuato due assistenti sociali per la frequentazione del Corso di Alta Formazione universitaria “Professionista esperto nella gestione degli strumenti per l’analisi multidimensionale del bisogno e per la progettazione degli interventi rivolti alle famiglie beneficiarie della misura di contrasto alla povertà e sostegno al reddito”, promosso e finanziato dal Ministero del Lavoro - Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale e realizzato in collaborazione con l'Università di Padova - Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia. Inoltre, in data 21/05/2019 si è tenuto, presso il comune di Belluno, l’evento formativo “Scegliere di includere = IncluderSI. Il Piano di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale nella prospettiva dei servizi sociali del territorio montano. Modelli e strumenti di lavoro integrato”, finalizzato alla condivisione dei cambiamenti in atto in termini di programmazione sociale nell’ambito dell’inclusione e per la presentazione degli strumenti che si utilizzeranno nel processo di inclusione dei nuclei beneficiari di RdC. A questo evento hanno partecipato gli assistenti sociali del territorio, dell’Azienda Ulss 1 Dolomiti e gli operatori del Centro per l’impiego.

Successivamente si è organizzata una seconda mattinata di formazione per gli assistenti sociali impegnati nei territori dei 3 sub-ambiti: “Scegliere di includere = IncluderSI. Laboratori territoriali per l’Atto di programmazione territoriale di contrasto alla povertà. Modelli e strumenti di lavoro integrato per lo sviluppo di Comunità”, finalizzato ad aggiornare sulle fasi di programmazione dell’Atto portate avanti, condividere i contenuti operativi del Protocollo di organizzazione e di funzionamento del NOA e dell’EEMM e lavorare in gruppi tematici partendo dai contenuti emersi nella prima giornata di formazione e riflessione.

Si sta inoltre portando avanti un ulteriore lavoro di formazione specifica sulla strumentazione ministeriale per i referenti dei NOA insieme agli aa.ss. PON e valutando come procedere nel percorso formativo sia per i tecnici impegnati nei percorsi di inclusione, sia per i politici, con lo scopo di far comprendere l’importanza della loro partecipazione attiva in questo processo e far sì che si concretizzino gli sforzi per la riorganizzazione effettiva dei servizi.

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Atto di programmazione territoriale per l’attuazione del Piano regionale per il contrasto alla povertà 2018-2020

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6. RISORSE ED OSTACOLI NELLA RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI