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Incidenza degli elementi decorativi.

DEUXIEME PARTIE LES VALLEES, LES SITES, LES PARCOURS

Grafico 29: Incidenza degli elementi decorativi.

VAL PENNAVAIRA Arma del Nasino

La ceramica con

decorazione di tipo drag impressed è presente alla Pollera ed alle Arene Candide, dove tuttavia i segni si dispongono sotto l orlo. La cultura del Vaso

Campaniforme è

testimoniata nel

Finalese, alla Pollera e nell Arma delle Anime,

nell entroterra di

Loano, in località Castellari, nella Valle Argentina, nel Riparo di Loreto.

2.2 LA LITICA

Sono state recuperate due piccole punte di freccia: una ad alette, con corpo triangolare e breve peduncolo rastremato (lieve danno prossimale), è lunga 1,8 cm e larga 1,7, per uno spessore di 0,4 cm; è lavorata su selce grigio traslucida con ritocco piatto coprente bifacciale. L altra armatura ha invece profilo approssimativamente trapezoidale, con un bordo obliquo ed uno parallelo all asse; è lavorata su selce bruna traslucida con ritocco erto marginale; l apice presenta ritocco piatto. Attualmente è lunga 1,4 cm, larga 0,9 cm per uno spessore di 0,4 cm; presenta una frattura prossimale, per cui la lunghezza originaria non doveva differire molto da quella della cuspide precedente.

Ancora su selce di colore grigio traslucido è una semiluna, ottenuta con ritocco erto lungo il margine curvo (dimensioni1,9x0,9 cm; spessore 0,4 cm).

Infine è stato catalogato un becco frontale, ottenuto su lama in selce bionda, lavorato con ritocco erto distale. Lo strumento, lungo oggi 6,4 cm e largo 1,3 cm per uno spessore di 0,4 cm, presenta una frattura prossimale.

Tutti i pezzi sopra descritti provengono dal taglio VI.

Benché punte di freccia con peduncolo e non trovino ampio riscontro sia in Liguria che nelle regioni limitrofe, le dimensioni rendono queste armature peculiari dell ambiente Campaniforme: hanno dimensioni simili, ma presentano alette rivolte verso il basso,

Figura 78: L esempio più completo di vaso con fori passanti: ha profilo sinuoso ed impressioni sul labbro (disegno Chiarenza).

VAL PENNAVAIRA Arma del Nasino

alcune punte recuperate nei siti provenzali di Les Calades a Orgon e di Le Fortain du Saut (Bouches-du-Rhône) (Courtin, 1992; Barge-Mahieu, 1992).

2.3 GLI ORNAMENTI

Sono stati recuperati solo ornamenti ottenuti su conchiglia, in particolare: 9 Columbella rustica e due valve rispettivamente di 1,3 cm e 2,2 cm di diametro.

Tali oggetti possono attribuirsi all Eneolitico in base allo strato di provenienza, ma non sono di per sé indicativi, dato che il loro utilizzo comincia durante il Paleolitico Superiore per protrarsi fino all età dei Metalli, senza soluzione di continuità.

VAL PENNAVAIRA Tana del Barletta

LA TANA DEL BARLETTA (Val Pennavaira SV)

1.1IL SITO

Ubicata poco al di sotto dei 1000 m s.l.m., sul Monte delle Gettine, la Tana del

Barletta rappresenta

attualmente il sito più elevato della Val Pennavaira (Figura 78): la sua posizione in prossimità del crinale dello spartiacque che separa questa

valle da quella del Neva, ne fa un punto di passaggio pressoché obbligato per chi voglia raggiungere i pascoli a 1500-2000 m s.l.m. (Del Lucchese et alii, 1987; Barker et alii, 1990; Maggi, Nisbet, 1991; Maggi, 1996; 1998b); la cavità si apre nella ripida parete

calcarea che si

affaccia sulla Val

Pennavaira, con

l ampia imboccatura

rivolta ad est.

L ambiente interno,

che copre una

superficie complessiva di 4X12 m circa, si allunga in due bracci interni, rivolti rispettivamente a nord e a sud. Le indagini sono rimaste circoscritte a questi due prolungamenti, poiché il crollo della volta, avvenuto in corrispondenza dell apertura, lasciando scoperta la parte centrale della grotta, ne ha precluso lo scavo, ostacolato dall accumularsi dei detriti (Del Lucchese et alii, 1987).

Figura 79: Panoramica della Val Pennavaira con indicata l'ubicazione della Tana del Barletta (da Maggi, 1998)

Figura 80: Planimetria della Tana del Barletta; vi sono indicati la quadrettatura di scavo ed il primo saggio effettuato nel 1982 (da Del Lucchese et alii, 1987).

VAL PENNAVAIRA Tana del Barletta

1.2LA SCOPERTA E LE CAMPAGNE DI SCAVO

Nella primavera del 1982 il sig. E. Roggero e l ispettore onorario M.V. Pastorino segnalavano per la prima volta la presenza di materiali archeologici in questo sito; l interesse del deposito fu verificato e confermato da un piccolo sondaggio eseguito dal dott. R. Maggi nello stesso anno: si rinvennero frammenti fittili, fauna e carboni (Del Lucchese et alii, 1987).

Come accennato (cfr. supra), lo scavo dovette concentrarsi sui bracci retrostanti all area centrale, a causa della presenza di detriti in questa zona (Figura 79); nel 1984 furono esplorati sia il braccio Nord che il braccio Sud, ma solo quest ultimo restituì una sequenza stratigrafica, e pertanto fu qui che la ricerca continuò nella successiva, ed ultima, campagna di scavo, svoltasi nel luglio del 1986: l indagine è arrivata a 2 m di profondità, testimoniando un occupazione che dall età romana risale fino al Neolitico finale. Il deposito, tuttavia, non è stato ancora completamente asportato, non essendo stata raggiunta la roccia di base (Del Lucchese et alii, 1987; Maggi, 1996; 1998b).

1.3LA STRATIGRAFIA

Come precedentemente accennato (cfr. supra), i dati stratigrafici sono stati reperiti esclusivamente nel braccio Sud della grotta: il deposito asportato constava di tre livelli più uno strato superficiale, reciprocamente distanziati di circa 20 cm e caratterizzati da un focolare ciascuno (Del Lucchese et alii, 1987).

L epoca più antica finora documentata nella Tana del Barletta data al Neolitico finale di cultura Chassey, individuato nello strato III; la datazione radiocarbonica di questo livello, 3687-3909 a.C (HAR 8388: 4.980±100 BP) (Barker et alii, 1990; Maggi, 1996; 1998b), non trova riscontro stilistico nei materiali in esso rivenuti, dato che sono stai reperiti solo ossa e carboni (Barker, 1990).

Nel corso dell età del Rame la frequentazione sembra farsi più importante; lo strato II è stato datato al 2182-2522 a.C. (HAR 6435: 3.880±120 BP) (Del Lucchese et alii, 1987; Maggi, 1996; 1998b; Barker et alii, 1990); questo, insieme ad alcuni reperti confrontabili con gli strati eneolitici della Grotta Le Camere, colloca tale livello sullo scorcio dell età del Rame.

Una certa continuità si nota con il livello superiore, lo strato I, datato al 1459-1677 a.C. (HAR 8805: 3.270±100 BP) (Maggi, 1996; 1998b), probabilmente collocabile agli inizi dell età del Bronzo (Del Lucchese et alii, 1987; Maggi, 1996; 1998b), nonostante Barker proponga di riconoscere nei livelli I e II due momenti dell Eneolitico (Barker et

VAL PENNAVAIRA Tana del Barletta

alii, 1990). Nella pubblicazione del 1987 i reperti provenienti dai tagli I e II sono elencati senza soluzione di continuità: gli autori menzionano una punta di freccia in selce bianca monofacciale, un accettina in serpentinite, un frammento di boccale carenato ed un frammento decorato a spazzola; sono menzionati inoltre alcuni elementi d ornamento, cordoni lisci ed impressi ed altro materiale fittile (Del Lucchese et alii). È interessante notare, inoltre, come questi due tagli abbiano restituito un alta percentuale di resti di fauna domestica (cfr. Tabella 9 e Grafico 31) (Barker et alii, 1990; Maggi, 1996; 1998b).

La superficie ha restituito poco materiale, per lo più attribuibile all età del Ferro e ad epoca romana (Del Lucchese et alii, 1987; Barker et alii, 1990).