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DEUXIEME PARTIE LES VALLEES, LES SITES, LES PARCOURS

1. L E VALLI DEL F INALESE

1.1 NOTIZIE GENERALI

Il territorio compreso fra Borgio Verezzi e Finalpia è caratterizzato da promontori calcarei scoscesi sul mare ed impervi speroni rocciosi che si innalzano repentini in un panorama per altro piuttosto aperto. Dal punto di vista geologico, l aspetto più significativo è costituito dalla c.d. Pietra del Finale , che

rappresenta l unico affioramento miocenico ligure; il perimetro della zona interessata è marcato dai seguenti punti: Rocce dell Orera, Rocca di Perti, Rocca di Corno, per quanto concerne il limite sud; quindi, verso nord ovest: Rocca degli Uccelli, Orco Feglino, Calice Ligure (Dellagiovanna, Vanossi, 1991; Bernardini, 2003).

Questa sorta di isola geologica è circondata da affioramenti di formazione seriore: all altezza di Perti essa si frappone alle aree di afferenza Brianzonese, interessate da Malm e calcari Anisici (Unità di Castelvecchio-Cerisola): tali aree, meno estese tra il torrente Pora e l Aquila, sono invece più vaste tra Finale Ligure e Varigotti, penetrando all interno fino alla Rocca di Corno, a ovest; tra Finale e Pietra Ligure, affiora l Unità di

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In considerazione del grado di omogeneità di queste e poiché non risultano realmente distinte fra ma costituiscono un unità geomorfologica, esse verranno trattate complessivamente.

Figura 10: Il promontorio Caprazoppa e l'abitato di Finale (da http://alfredo45.altervista.org).

Figura 11: La rocca di Perti, a nord della confluenza tra Pora ed Aquila, vista da Gorra (sul Torrente Pora). Le sigle fanno riferimento alle formazioni geologiche: M = Pietra delFinale, C = il rispettivo complesso di base; CC = U. Castelvecchio-Cerisola; MC = U. Monte Carmo

IL FINALESE

Monte Carmo12, mentre a nord si trovano gli scisti porfiroidi del Melogno (Dallagiovanna, Vanossi, 1991; Bernardini, 2003).

L entroterra è solcato da tre corsi d acqua principali: lo Sciusa o Fiumara, a ovest, che nasce alle falde del Monte Alto (956 m), l Aquila (12 km), che trae origine dal Monte Alto e dal Piano dei Corsi (1028 m), ed il Pora o Porra (15 km), le cui sorgenti si trovano sul versante meridionale del Bric Pellazza (1213 m), presso Melogno. I maggiori immissari di quest ultimo sono il Torrente Corbuta e lo stesso Torrente Aquila, entrambi sulla sinistra orografica.

Questa zona, che non vanta altitudini elevate (inferiori ai 500 m), annovera una suggestiva alternanza di aspre pareti rocciose, dolci declivi e aree quasi pianeggianti: conformazioni come quella del Monte Caprazoppa (291 m) o le Rocce dell Orera (305 m), presso Verezzi, oppure la Rocca di Perti (397 m) o il Bric Reseghe (317 m), più a est, hanno pareti molto ripide, a tratti rocciose; la valle dello Sciusa e quella dell Aquila sono caratterizzate da bastioni calcarei e pendii accentuati; al contrario, la valle del Pora presenta larghi spazi pianeggianti e pendenze modeste. Caratteristici sono inoltre gli altipiani, quali l Orera, San Bernardino e le Mànie, con le loro pareti calcaree scoscese in netto contrasto con il

paesaggio soprastante

(Bernardini, 2003).

La comunicazione reciproca fra tali valli doveva essere relativamente agevole; per quanto concerne spostamenti a più vasto raggio, volgendo verso nord è possibile raggiungere la

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L intera sequenza dell Unità di M. Carmo, vede il susseguirsi di Porfiroidi, Verrucano, Quarziti del Permo-Trias e calcari e dolomie (Dallagiovanna, Vanossi, 1991)

Figura 12: Due viste della Valle dell'Aquila; nella foto in basso è in primo piano il Castel Gavone (da Bernardini, 2003).

IL FINALESE

Colla di S. Giacomo (796 m) che immette nel bacino idrografico del Bormida, a nord, ed al percorso di crinale che si snoda verso ovest, in direzione del Giusténice.

La frequentazione del Finalese, che conta circa 150 grotte, ha radici molto antiche: essa comincia già nel Paleolitico Inferiore (Caverna delle Fate), per continuare durante il Paleolitico Medio (caverne delle Fate e del Morto). Il Paleolitico Superiore è presente con strumenti di tipo Epigravettiano (Arene Candide, Grotta dei Pipistrelli).

Il neolitico13 è attestato in molti dei siti finora noti: la Ceramica Impressa e soprattutto i Vasi a Bocca Quadrata sono ben rappresentati (p.e. Caverna del Morto, Arene Candide, Pollera); per questi due momenti le analisi polliniche eseguite su campioni delle Arene Candide hanno indicato la presenza di bosco a querce sempreverdi alternantesi a zone arbustive. L incremento dell attività agricola porta, intorno al 5000-4600 a.C., alla riduzione sensibile della presenza di quercia14 (Branch, 1997).

seguono esempi afferenti al Neolitico Finale, riconoscibili in frammenti di tipo Fioranoide ed in reperti chasseani (Arene Candide, Pollera, Pipistrelli). Purtroppo spesso in giacitura secondaria sono i numerosi resti dell età dei Metalli: ciò è dovuto in parte ad una frequentazione continuata, che dall Eneolitico si protrasse non di rado fino ad epoca storica, in parte all intervento di clandestini o a svuotamenti effettuati a fini agricoli.

Di un certo interesse, benché di difficile datazione, sono le incisioni rupestri rinvenute sul Ciappo da Sâ (o Ciappo del Sale: Leale Anfossi Rosi, 1973); i motivi più frequenti sono gli antropomorfi a , talora accompagnati da cruciformi e segni a stella. Questi simboli sono generalmente fatti risalire al Neolitico o all Eneolitico.

2.1 L ETÀ DEL RAME: I SITI

I siti databili all Eneolitico si dispongono dalla costa verso l entroterra e da ovest ad est: si parte infatti dai siti costieri presso Verezzi per giungere a quelli interni della zona di Perti e della valle dello Sciusa. La praticabilità dei crinali fa sì che gli spartiacque, più che separare le vallate, ne costituiscano la via di collegamento, tanto da indurre a considerare la collocazione delle grotte in base alla dorsale cui appartengono piuttosto che al corso d acqua su cui si affacciano.

I siti sulla costa sono l Arma delle Arene Candide e la Grotta degli Armorari (o Parmorari): aperti sul mare, essi si trovano fra 100 m e 200 m s.l.m; poco arretrata

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Per questi livelli sono state ricavate diverse datazioni, quasi tutte provenienti dalle Arene Candide: pertanto si rimanda al capitolo concernente questo sito.

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IL FINALESE

rispetto a questi è la Grotta dell Antenna, presso le Rocce dell Orera. La zona, attraversata dal breve corso del Rio Fine, è accessibile da nord, percorrendo il basso crinale che separa il Rio Bottassano ed il Torrente Maremola dal bacino del Pora. Sulla sponda sinistra dell Aquila, poco a nord della sua confluenza con il Pora, si trovano le grotte delle Anime (350 m), della Pollera (284 m), del Sanguineto (o Matta: 175 m) e del Morto (267 m). Da questi punti è possibile raggiungere a nord il Piano dei Corsi, che rappresenta lo spartiacque fra i bacini sopra citati e quello del Bormida; percorrendo il crinale fino alla testa della valle dell Aquila, infatti, si arriva alla Colla di Cravezza (958 m) ed alla Colla di S. Giacomo (796 m), che aprono la via verso la Bormida di Mallare. La dorsale è tuttavia facilmente percorribile anche verso est, conducendo alle valli del Savonese. Se invece da Piano dei Corsi si volge ad ovest, è possibile valicare il Colle del Melogno (1028 m), e di qui avanzare nella Val Maremola

o procedere verso i gioghi Giusténice (1183 m) e di Toirano (801 m), in direzione della Val Varatella. Il Colle del Melogno immette inoltre nel bacino idrografico del Bormida di Millesimo.

Alla stessa altezza dei precedenti siti, ma comprese tra l Aquila e lo Sciusa, si trovano le cavità di Vacché e Fascette I: fiancheggiato ad est e ad ovest da ripide pareti di calcare, l altopiano su cui si aprono tali grotte è aperto a sud verso il mare, distante circa 4 km in linea d aria; procedendo verso nord si arriva alla dorsale del Monte Alto e di Piano dei Corsi, da cui raggiungere la Colla di S. Giacomo, a ovest, o la Colla del Termine (663 m), a nord est. La Grotta dei Pipistrelli si apre alla confluenza tra il Torrente Sciusa ed il Rio Cornei, non lontano dal Ciappo da Sâ e dalla Rocca degli Uccelli (369 m); da essa è

A. Candide

Antenna Vacché Fas cette

Pipis trelli Anim e

Pollera

Matta m are

Arm orari Morto

C.la di S.Giacom o C.le di Melogno 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 1100

Grafico 7: Distribuzione altimetrica dei siti nel Finalese e dei principali passi da essi