6.2. Campione longitudinale (soggetti partecipanti a PI2 e PI3)
6.2.3. Incidenza degli outcome sanitari
La Tabella 6.32 mostra l’incidenza cumulativa degli outcome sanitari nel campione longitudinale totale ed in relazione ai gruppi di età (≤ 46 anni; ≥ 47 anni). L’incidenza cumulativa più elevata è quella della rinite allergica (28.6%), quindi in ordine decrescente troviamo quelle di dispnea di grado superiore o uguale al secondo (12.6%), ostruzione bronchiale (12.5%), BPCO e SRC (9%), attacchi di difficoltà di respiro (7.1%), sibili (4.6%), diagnosi di asma (2.5%) ed attacchi di asma (2.3%). L’incidenza cumulativa di BPCO, dispnea, attacchi di difficoltà di respiro e ostruzione bronchiale è risultata significativamente più elevata nei soggetti più anziani (≥ 47 anni) rispetto a quelli con età ≤ 46 anni: 13.3% vs. 5.7% per la BPCO, 21.2% vs. 5.6% per la dispnea, 8.9% vs. 5.6% per gli attacchi di difficoltà di respiro e 22.8% vs. 7.1% per l’ostruzione bronchiale. I risultati mostrano anche un’incidenza maggiore di rinite (31.6%) nei soggetti ≥ 47 anni rispetto ai soggetti con età ≤ 46 anni (26%), con associazione borderline.
6.2.4. Associazione tra inquinamento atmosferico e outcome sanitari
La Tabella 6.33 mostra l’incidenza degli outcome sanitari in relazione all’esposizione al traffico veicolare, nel campione longitudinale totale. Solo le prevalenze di rinite allergica (32.2% vs. 22.4%) e degli attacchi di difficoltà di respiro (8.4% vs. 5.1%) risultano significativamente più elevate nei soggetti esposti al traffico di tipo veicolare rispetto ai non esposti. Nei soggetti con età inferiore o uguale a 46, le incidenze di rinite allergica (29.5% vs. 21.2%) e degli attacchi di difficoltà di respiro (7.2% vs. 3.4%) risultano significativamente (o ai limiti della significatività per gli attacchi) più elevate nei soggetti esposti al traffico di tipo veicolare rispetto ai non esposti. (Tabella 6.34); invece, nei soggetti con età maggiore o uguale a 47 anni, solo l’incidenza di rinite allergica risulta associata significativamente all’esposizione al traffico veicolare: 34.9% negli esposti vs. 24.2% nei non esposti (Tabella 6.35).
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La Tabella 6.36 mostra che le concentrazioni medie degli inquinanti a risoluzione spaziale di 1 km non risultano associate agli outcome sanitari. Per quanto riguarda l’associazione tra gli outcome sanitari e l’esposizione media agli inquinanti a risoluzione spaziale di 200 m (Tabella 6.37), la dispnea mostra un’associazione borderline con la concentrazione media annuale di PM10: 24.97 µg/m3 nei soggetti con dispnea ≥ 2° grado vs. 24.81 µg/m3 nei soggetti con dispnea < 1° grado; la concentrazione media di PM2.5 risulta significativamente più bassa nei soggetti con SRC rispetto ai soggetti che non presentano SRC: 15.92 µg/m3 vs. 15.99 µg/m3; la concentrazione media di PM2.5 risulta più bassa, ai limiti della significatività, nei soggetti con attacchi di difficoltà di respiro rispetto ai soggetti che non presentano attacchi: 15.93 µg/m3 vs. 15.99 µg/m3.
Per quanto riguarda l’associazione tra gli outcome sanitari e l’esposizione media agli inquinanti a risoluzione spaziale di 1 km nei soggetti con età inferiore o uguale a 46 anni (Tabella 6.38), la concentrazione media annuale di PM10 risulta significativamente più bassa nei soggetti con attacchi di difficoltà di respiro rispetto ai soggetti che non presentano attacchi: 23.80 µg/m3 vs. 24.26 µg/m3; la concentrazione media annuale di PM
2.5 risulta più bassa, ai limiti della significatività, nei soggetti con attacchi di difficoltà di respiro rispetto ai soggetti che non presentano sintomi: 16.01 µg/m3 vs. 16.25 µg/m3. Considerando l’esposizione media agli inquinanti a risoluzione spaziale di 200 m nei soggetti con età < 46 anni (Tabella 6.39), i risultati mostrano un’associazione significativa tra la rinite allergica e l’esposizione media a PM10: 24.89 µg/m3 nei rinitici vs. 24.67 µg/m3 nei soggetti senza rinite.
La Tabella 6.40 mostra che le concentrazioni medie degli inquinanti a risoluzione spaziale di 1 km non risultano associate agli outcome sanitari nei soggetti con età superiore o uguale a 47 anni. Per quanto riguarda l’associazione tra gli outcome sanitari e l’esposizione media agli inquinanti a risoluzione spaziale di 200 m nei soggetti con età superiore o uguale a 47 anni (Tabella 6.41), la concentrazione media annuale di PM2.5 risulta più bassa, ai limiti della significatività, nei soggetti con attacchi di difficoltà di respiro rispetto ai soggetti senza attacchi: 15.94 µg/m3 vs. 16.02 µg/m3; la concentrazione media annuale di PM2.5 risulta significativamente più bassa nei soggetti con sibili rispetto a quelli senza: 15.87 µg/m3 vs. 16.03 µg/m3; la concentrazione media di O
3 estivo risulta significativamente più alta nei soggetti con SRC e nei soggetti con asma rispetto ai soggetti che non presentano sintomi o asma: 74.98 µg/m3 vs. 74.08 µg/m3 per gli SRC e 75.66 µg/m3 vs. 74.07 µg/m3 per l’asma (associazione borderline).
96 6.2.5. Valutazione del rischio per la salute
Mediante analisi di regressione logistica è stato valutato il rischio di incidenza cumulativa degli outcome sanitari in relazione all’esposizione ambientale (esposizione al traffico da questionario ed esposizione agli inquinanti ambientali), tenendo in considerazione i seguenti fattori di rischio: sesso, età (solo per il campione totale), residenza, abitudine al fumo, scolarità ed esposizione occupazionale.
Nel campione longitudinale totale, l’esposizione al traffico veicolare risulta significativamente associata ad un aumentato rischio di incidenza di rinite allergica (+67%) e di attacchi di difficoltà di respiro (+78%) (Tabella 6.42).
Nei soggetti con età minore o uguale a 46 anni, l’esposizione al traffico veicolare risulta significativamente associata ad un aumento del rischio di incidenza di rinite allergica (+55%) e, in modo borderline, di attacchi di difficoltà di respiro (+123%) (Tabella 6.43), mentre, nei soggetti con età maggiore o uguale a 47 anni, l’esposizione al traffico veicolare risulta significativamente associata ad un aumento del rischio di rinite allergica (+83%) (Tabella 6.44).
Mediante modelli di regressione logistica, aggiustati per i fattori di confondimento, è stato valutato il rischio di incidenza di sintomi/malattie respiratori in relazione ad incrementi di 1 µg/m3 degli inquinanti. Per quanto riguarda gli inquinanti a risoluzione spaziale di 1 km, nel campione longitudinale totale, non si ottengono associazioni significative (Tabella 6.45). Considerando l’esposizione agli inquinanti a risoluzione spaziale di 200 m, nel campione longitudinale totale (Tabella 6.46), nei modelli a singolo inquinante, l’incremento di PM10 si associa in modo borderline ad un aumento del rischio di incidenza di asma (+51%); l’incremento di NO2 è significativamente associato all’aumento del rischio di incidenza di attacchi di asma (+18%), mentre l’incremento di PM2.5 mostra un effetto protettivo
borderline sugli attacchi di difficoltà di respiro (-63%). Considerando il Modello 1 multi-
inquinante, i risultati mostrano un aumentato rischio borderline (+15%) di incidenza di sibili per incrementi unitari di NO2. Considerando il Modello 2 multi-inquinante, l’incremento di NO2 è significativamente associato all’aumento del rischio di incidenza di attacchi di asma (+19%) mentre l’incremento di PM2.5 mostra un effetto protettivo borderline sugli attacchi di difficoltà di respiro (-64%).
L’esposizione a incrementi di 1 µg/m3 di PM
10 e PM2.5 a risoluzione spaziale di 1 km nei soggetti con età minore o uguale a 46 anni (Tabella 6.47), mostra un effetto protettivo
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(significativo per il PM10 e borderline per il PM2.5) sul rischio di incidenza di attacchi di difficoltà di respiro: -27% e -33% rispettivamente.
Per quanto riguarda l’esposizione agli inquinanti a risoluzione spaziale di 200 m nei soggetti < 46 anni (Tabella 6.48), nei modelli a singolo inquinante, l’incremento di PM10 si associa in modo borderline ad un aumento del rischio di incidenza di dispnea (+43%) e ad un aumento significativo del rischio di incidenza di rinite allergica (+29%); l’incremento di NO2 è significativamente associato all’aumento del rischio di incidenza di attacchi di asma (+27%), mentre l’incremento di PM2.5 mostra un effetto protettivo borderline sull’incidenza di ostruzione bronchiale (-83%). Considerando il Modello 1 multi-inquinante, l’incremento di NO2 è significativamente associato all’aumento del rischio di incidenza di attacchi di asma (+39%). Considerando il Modello 2 multi-inquinante, l’incremento di NO2 si associa in modo borderline ad un aumento del rischio di incidenza di asma (+24%) e ad un aumento significativo del rischio di incidenza di attacchi di asma (+35%); l’incremento di O3 estivo mostra un significativo effetto protettivo sugli attacchi di asma (-19%) e l’incremento di PM2.5 mostra un effetto protettivo borderline sull’incidenza di ostruzione bronchiale (-83%).
Nei soggetti con età maggiore o uguale a 47 anni esposti agli inquinanti a risoluzione spaziale di 1 km (Tabella 6.49), l’incremento di PM10 si associa in modo borderline ad un aumento del rischio di incidenza di SRC (+58%).
Per quanto riguarda l’esposizione agli inquinanti a risoluzione spaziale di 200 m (Tabella 6.50), nei modelli a singolo inquinante, gli incrementi di NO2 e di O3 estivo sono significativamente associati all’aumento del rischio di incidenza di SRC (+14% e +17%, rispettivamente); gli incrementi di PM10 e di O3 estivosono associati in modo borderline all’aumento del rischio di incidenza di asma (+83% e +35%, rispettivamente) mentre l’incremento di PM2.5 mostra un significativo effetto protettivo sull’incidenza di sibili (- 93%). Considerando il Modello 1 multi-inquinante, l’incremento di PM10 mostra un effetto protettivo borderline sull’incidenza di sibili (-55%). Considerando il Modello 2 multi- inquinante, l’incremento di O3 estivosi associa significativamente ad un aumento del rischio di incidenza di asma (+48%) mentre l’incremento di PM2.5 mostra un significativo effetto protettivo sull’incidenza di sibili (-93%).
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