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I limiti di qualità dell’aria per la protezione della salute umana, riguardanti il territorio europeo, sono stati stabiliti dalla Direttiva Europea 2008/50/CE “relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa”. Oltre ai limiti, la Direttiva istituisce anche le misure volte a: valutare la qualità dell’aria ambiente negli Stati Membri sulla base di metodi e criteri comuni; ottenere informazioni sulla qualità dell’aria ambiente per contrastare l’inquinamento atmosferico e gli effetti nocivi di questo sulla salute e sull’ambiente; rendere pubbliche le informazioni relative alla qualità dell’aria e promuovere una maggiore cooperazione fra gli Stati Membri per contrastare l’inquinamento atmosferico. La Direttiva 2008/50/CE prevede anche la definizione da parte degli Stati Membri di valori- obiettivo e obiettivi a lungo termine per quanto riguarda gli inquinanti atmosferici. Per raggiungere i valori-obiettivo gli Stati Membri devono istituire piani per la qualità dell’aria, predisponendo ed attuando provvedimenti finalizzati al conseguimento degli obiettivi a lungo termine. Nel caso in cui in determinate zone o agglomerati sussista il rischio che i livelli di inquinanti superino una o più soglie di allarme, ovvero i livelli oltre i quali vi è un rischio elevato per la salute umana, gli Stati Membri devono provvedere all’elaborazione di

Tabella 2.2 – Valori limite e valori-obiettivo europei per gli inquinanti presenti nella Direttiva 2008/50/CE e 2004/107/CE (EEA, 2019a).

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piani di azione contenenti indicazioni sui provvedimenti da adottare nel breve termine per ridurre il rischio. Nella Tabella 2.2 sono riportati i valori limite europei, inclusi i valori- obiettivo della Direttiva 2004/107/CE relativi ad arsenico, cadmio, mercurio, nickel ed idrocarburi policiclici aromatici nell’aria ambiente (EEA, 2019a).

Il 13 agosto 2010 la Direttiva 2008/50/CE è stata recepita in Italia con il Decreto Legislativo 155/10, istituendo un quadro normativo unitario in materia di valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente finalizzato ad individuare gli obiettivi di qualità dell’aria ambiente volti ad evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana e per l'ambiente nel suo complesso.

2.7.1. I valori guida dell’OMS

I limiti europei non sono coincidenti con i valori riportati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2005. Gli standard di riferimento dell’OMS sono i livelli oltre i quali si hanno effetti minimi documentati sulla salute (WHO, 2006). Nella tabella seguente (Tabella 2.3) sono riportati i valori delle linee guida dell’OMS (EEA, 2019a).

Tabella 2.3 – Valori delle linee guida dell’OMS (EEA, 2019a).

Dovendo tenere di conto del principio dello sviluppo sostenibile, l’Unione Europea ha dovuto imporre limiti meno restrittivi rispetto agli standard di riferimento dell’OMS. Di conseguenza, l’esposizione della popolazione europea risulta essere differente se vengono presi in considerazione i limiti europei o quelli dell’OMS. Nella Tabella 2.4 viene messa a confronto la percentuale di popolazione urbana in Europa esposta a concentrazioni di

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inquinanti al di sopra dei livelli di riferimento europei (EU reference value) e dell’OMS (WHO Air Quality Guidelines-AQG) (EEA, 2019a).

Tabella 2.4 – Percentuale massima e minima di popolazione urbana esposta alle concentrazioni di inquinamento superiori ai livelli di riferimento europei e dell’OMS tra il 2015 e il 2017 (EEA, 2019a).

L’esposizione è stata stimata, per il periodo 2015-2017, sulla base delle concentrazioni misurate dalle centraline di background urbane e suburbane per gran parte della popolazione urbana e da stazioni di traffico per la popolazione vivente vicino alle strade maggiori, con distanza massima di 100 m (EEA, 2019a). Come si può vedere dalla Tabella 2.4, vi sono differenze importanti fra l’esposizione ai livelli europei e quella ai valori guida OMS. Circa il 13-19% della popolazione urbana è stata esposta a livelli di PM10 superiori ai limiti giornalieri europei; considerando i valori guida giornalieri per il PM10 dell’OMS, la percentuale di popolazione esposta al di sopra dei valori guida risulta essere stata del 42- 52%. Circa il 6-8% della popolazione urbana è stata esposta a concentrazioni di PM2.5 superiori ai limiti annuali dell’Unione Europea, ma la percentuale aumenta notevolmente (74-81% circa) prendendo come riferimento i valori guida dell’OMS. Per quanto riguarda l’O3, l’esposizione della popolazione urbana è stata del 12-29% rispetto ai livelli europei, contro il 95-98% circa rispetto ai valori guida OMS. Per l’NO2, l’esposizione risulta essere la stessa perché i valori di riferimento sono identici per l’Unione Europea e l’OMS (EEA, 2019a). Circa il 17-20% della popolazione urbana è stata esposta a concentrazioni annuali di B(α)P al di sopra dei livelli europei e circa l’83-90% al di sopra dei livelli dell’OMS. Per quanto riguarda l’SO2, i livelli di riferimento risultano essere molto differenti, con un limite giornaliero europeo di 125 µg/m3 ed un valore guida giornaliero dell’OMS di 20 µg/m3. Di conseguenza, anche l’esposizione risulta essere molto differente: inferiore all’1% se si considerano i limiti europei, tra il 21-31% se si considerano i valori guida dell’OMS. Nella tabella non sono state riportate le percentuali di esposizione per il CO e il benzene, in quanto le concentrazioni superiori ai livelli europei risultano essere localizzate e poco frequenti (EEA, 2019a); tuttavia, rispetto ai valori guida dell’OMS, esse risultano essere più frequenti

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e diffuse (EEA, 2019a). Le esposizioni umane a concentrazioni di Ni, As, Cd e Pb nell’aria ambiente al di sopra dei limiti europei sono ristrette in poche aree europee, ovvero nelle aree industriali (EEA, 2019a).

Confrontando questi dati, si può notare che i valori europei di qualità dell’aria risultano essere troppo elevati per garantire la protezione della salute umana, se venissero applicati i valori dell’OMS, l’esposizione della popolazione diminuirebbe notevolmente e, probabilmente, anche gli effetti sulla salute potrebbero essere ridotti. Livelli sicuri di esposizione non sono stati ancora trovati per diversi inquinanti, dunque bisogna minimizzare il più possibile l’esposizione della popolazione (WHO, 2006).

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